Stress e rilassamento |
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.php ◊ .html ◊ .pdf | Autrice: M. A. Santese | Categoria: Naturopatia ◊ Nutrizione ◊ Patologia ◊ Terapia |
Stress e rilassamento: |
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capitolo appartiene a: ↑ Naturopatia per malattie banali ↑ Enciclopedia di Medicina popolare | |
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Lo Stress in senso medico si definisce l'insieme degli stimoli percepiti da un organismo come sollecitazioni cognitive, inconscie, ambientali, fisiologiche, biologiche, psichiche o relazionali. Si chiamano stressori e sono da intendere come autori di processi di adattamento dell'organismo a condizioni variabili inerenti l'ambiente e l'organismo stesso.
Ogni sollecitazione (stressore percepito coscientemente o meno) chiama immediatamente delle reazioni regolative: emotive, neurologiche, locomotorie, ormonali e immunologiche; in organismi sviluppati essi sono ulteriormente corretti da funzioni cognitive.
Lo stress non è quindi una frusta dell'umanità moderna ma una conditio sine qua non di tutti gli organismi viventi. Le sollecitazioni sono una condizione di vita, ma sia nel caso in cui gli stimolatori sono presenti per eccesso o per difetto possono creare disturbi fisici e mentali. Nota:
La medicina psicosomatica ne fa il suo principale oggetto di studio, osservando le interferenze tra fatti fisiologici, psichici e socio-relazionali.
negli organismi viventi
Gli organismi sono guidati da stati, comportamenti programmati, meccanismi di controllo e da regolazione elementari in particolare:
Questi meccanismi sono direttamente controllati dai sistemi fisiologici, nella fattispecie:
I controlli agiscono sugli organi, tessuti e cellule dei complessi funzionali, ovvero:
Nel linguaggio di tutti i giorni, il termine "stress" viene usato in svariati modi. "Che stress", dice uno studente dopo una lezione noiosa e poco motivante e poi, per "rigenerarsi", va a vedere un film dell'orrore. In realtà, se si misurano i parametri indicatori di stress (cortisolo, catecolamine, ecc.) risulteranno valori molto più elevati durante il film che durante la lezione.
Senza rendercene conto, usiamo il termine quasi sempre in un contesto relazionale-sociale.
Originariamente, lo stress ha invece tre aspetti (o meccanismi o programmi) molto diversi fra di loro nei programmi innati per l'elaborazione di sollecitazioni basilari:
Questi meccanismi si pongono al di sopra delle funzioni vitali: respirare, mangiare e bere, urinare e defecare, dormire, fare le coccole e distrarsi soli o in compagnia.
Come dimostra l'esempio dello studente, ci sentiamo a disagio non solo con un'overdose di stress, ma anche con una mancanza di stimoli. Se nel primo caso si ha un sovraccarico delle funzioni fisiologiche, nel secondo si corre il rischio che si "addormentino".
Pare che le fasi di noia o di stress tendano ad accumularsi se non sussiste alcuna possibilità di sfogo, ovvero la possibilità di portare a termine una funzione preparativa o attivante.
Questo è un serio problema nelle culture e negli ambienti sociali, in cui abbondano rigide convenzioni e regolamentazioni. Gli stressati dovrebbero osare di più, sottrarsi a qualche regola farebbe loro solo del bene!
E' evidente che tra i programmi di autoconservazione, specie - riproduzione e socio - relazionali sorgono spesso dei conflitti.
Essi sono accentuati dai contrasti che hanno già con le funzioni elementari della vita.
Di stressori ce ne sono a miriadi. Ciò che puó risultare un fattore di stress per una persona, può invece riverlarsi del tutto distensivo per un'altra. Oppure può succedere che una determinata cosa mi stressa la mattina, mentre il pomeriggio mi lascia indifferente.
Per non finire in apatia o catatonia abbiamo bisogno di continui stimoli, ma anche l'eccesso di stimoli può farci andare in panico.
Non si tratta quindi di evitare stressori o di adottare concetti ideali di vita armoniosa, ma di metterci possibilmente nella condizione di vivere un susseguirsi di situazioni sia tranquille che impegnative, e di essere in grado di gestirle. Ciò è un fattore molto soggettivo.
Il grafico accanto raggruppa classi diverse di stressori, più o meno soggettivi:
Lo stress è qualcosa che ci tocca da vicino e mette in moto diversi meccanismi inconsci vegetativi di preparazione all'azione. La nostra vita quotidiana e le regole sociali ostacolano un comportamento spontaneo, negando una possibilità di sfogo: un po' come far funzionare un'automobile senza lasciare mai andare la frizione.
Trovare un'attività che permetta di sfogarsi è quindi un'ottima misura antistress. Alcuni si rilassano fumando una sigaretta (metodo rilassante ma con notevoli effetti collaterali), c'è invece chi preferisce fare uno sforzo fisico, p.es. un'attività sportiva (una buona cosa, ma fine a se stessa), altri ancora optano per altre attività fisiche più "funzionali", p.es. fare legna (un'ottima alternativa, perchè unisce l'utile al dilettevole).
Trattandosi di un tema assai complesso, consiglio di studiare attentamente i grafici ingranditi: a scopo didattico si ripetono sempre gli stessi elementi, ma ho messo in rilievo sempre un criterio diverso.
In medicina si usa il termine "anatomia" nel senso di "struttura, costruzione", mentre il termine "fisiologia" si usa nel senso di "funzionamento". Ciò a scopo didattico, ovvero per distinguere due aspetti in realtà inseparabili.
Nei mammiferi, l'elaborazione di stimoli coinvolge pressoché tutti i "sistemi" di un organismo: lo stimolo viene percepito inconsciamente dai sensi specifici e aspecifici, poi viene condotto dai neuroni sensibili periferici al sistema nervoso centrale e integrato ed elaborato in diverse tappe.
Lo stimolo raggiunge quindi il sistema talamico, che mette in moto gli istinti e il sistema limbico che lo trasforma in emozione. In questa forma arriva alla corteccia cerebrale ed è finalmente percepito cognitivamente.
Nelle diverse tappe sono attivati svariati sistemi di regolazione: dai riflessi neurospinali al sistema neurovegetativo, dai sistemi neuromessaggeri centrali, endocrini, ormonetessutali periferici al sistema di regolazione basale e immunitario.
I sistemi di regolazione attivano e coordinano le adeguate risposte comportamentali - locomotorie, metaboliche e immunitarie - in modo da reagire allo stimolo per modificarlo con un comportamento adatto.
In questi circuiti regolatori, la cognizione, situata nella corteccia cerebrale, ha la funzione di " correggere il tiro".
Tutte queste funzioni avvengono automaticamente, in modo sia consapevole che inconsapevole, cambiando lo stato interno dei sistemi e creando nuovi stimoli.
Ingrandisci
Si osservano due tipi di reazioni umane ai stimoli:
Specialmente le espressioni pubbliche sono fortemente determinate da fattori culturali (per definizione antibiologici). La cognizione "corregge il tiro" del primo impulso spontaneo.
Le impressioni invece sono solo parzialmente controllabili (finché sono moderate) a livello:
A livello degli altri regolatori fisiologici (vegetativi, metabolici, immunitari) invece le impressioni non sono quasi più controllabili, esse seguono infatti un percorso autonomo, determinato da:
È difficile, per non dire impossibile, distinguere gli " stimoli" dagli "stimoli stressanti" (stressori); essi infatti variano da individuo a individuo. A scopo didattico, indico come stressore ogni stimolo che provoca il netto inserimento di uno dei tre programmi basilari di adattamento / regolazione (auto-conservante, specie-riproduttivo, socio-relazionale), oltre alle ordinarie regolazioni elementari.
Nel grafico, si distinguono diversi tipi di funzioni, ovvero:
Si noti che le funzioni cognitive possono esercitare sul comportamento:
Sia le promozioni che le inibizioni possono essere soggetto di "ponderate riflessioni" tattiche, strategiche, cognitive, o semplicemente di delusione, demotivazione, stanchezza, noia come pure degli stati d'animo opposti. Si tratta di una caratteristica umana, molto meno presente negli altri animali evoluti.
Ogni stimolo raggiunge l'organismo tramite gli organi e le strutture ricettive, chiamati anche sensi specifici (equilibrio, tatto, olfatto, gusto, udito, vista) e aspecifici (p.e. autopercezione). Gli stimoli sono poi trasformati in segnali nervosi e condotti tramite il sistema nervoso periferico sensoriale alla spina dorsale e poi al cervello.
Già a livello della spina dorsale si hanno riflessi locomotori che tentano di correggere (o adattarsi) allo stimolo. La tappa successiva coinvolge talamo e cervelletto. Quest'ultimi mettono in moto reazioni istintive e automatizzate per poi raggiungere il sistema limbico che decifra le emozioni appartenenti allo stimolo in base a diversi criteri:
Il sistema limbico mette poi in moto i sistemi di regolazione elementari. Se si ritiene lo stimolo uno "stressore", si attiva anche" il programma adeguato in caso di:
Questi inibiscono oppure promuovono le regolazioni elementari già avviate da cervelletto, talamo e sistema limbico.
Occorre osservare che finora tutto si svolge a livello inconscio e in tempi brevissimi (meno di un secondo). Era (e probabilmente rimane) un'immediata reazione biologica a un evento momentaneo.
Il sistema limbico annuncia solo ora l'evento alla corteccia cerebrale (per essere precisi alla parte cognitiva). L'evento è perciò inseparabilmente legato a un'emozione, a un sentimento appagante oppure frustrante.
La parte cognitiva valuta la situazione non tanto dal punto di vista del luogo e del momento attuale ma piuttosto sotto l'aspetto della reminiscenza (passato), in un momento futuro e distante. Questa parte è responsabile delle funzioni prevalentemente umane, ovvero:
Questo processo rappresenta una parte del motore della cultura umana.
Dall'altra parte può interferire nelle nostre funzioni biologiche: ogni mossa determinata da regole civilizzate esplicite o tacite (leggi, norme, convenzioni, costumi, morale, etica canonica e laica) è per definizione un confronto con istinti ed emozioni biologiche.
In pratica, si tratta di trovare una via che non ci trasformi in una sorta di "inquisitori" civilizzati (il che sarebbe biologicamente malsano) nè ci riduca allo stato di "bestie" (il che è socialmente punito).
Gli stressori, dopo una reazione iniziale rilessiva, istintiva ed emotiva, attuano, secondo il caso, un determinato programma per il controllo e la regolazione di una sensata risposta:
Questi programmi possono essere inibiti o promossi dalle funzioni cognitive come visto sopra.
È evidente, che sorgono dei conflitti di regolazione non solo tra i tre programmi e il cognitiva, ma talvolta anche tra programmi stessi. L'esempio lampante è il bloccaggio del programma "riproduttivo" dai programmi "conservante" o "sociorelazionale" attivato.
Inoltre i valori della nostra cultura non distinguono molto bene i tre criteri, p.e.: sotto il termine abiologico dell'amore si subsommano diversi elementi conservanti (p.e. generosità), sociorelazionali (p.e. matrimonio) e riproduttivi (p.e. sessualità). È evidente, che un tale miscuglio a livello cognitivo non migliora la regolazione biologica.
Il grafico accanto tenta di raggruppare i nessi tra i sistemi " nervoso, endocrino (ormonale) e locomotorio per il programmma dell'autoconservazione. Il grafico risulta frammentario, e ciò per motivi didattici, ho infatti tralasciato il sistema motorio della muscolatura liscia, il sistema neuromessaggero centrale e degli ormoni tessutali nonché il sistema immunitario.
Inoltre si noti che la regolazione socio-relazionale e specie-conservante funzionano (nel dettaglio) diversamente. I processi regolativi dell' autoconservazione si svolgono nel seguente modo:
Si avvertono inoltre conseguenze a livello di:
Se tutti questi fattori collaborano e neutralizzano lo stimolo, si raggiunge lo scopo prefisso e si raggiunge una situazione di riposo, effetto "eustressante".
Se invece questi fattori non trovano sfogo, essi rimangono per così dire "inseriti" e ciò a lungo andare può portare a disturbi e malattie di vario genere, come vedremo nel capitolo Patologia dello stress.
La patologia dello stress si deduce dalla fisiologia,in base a cosa succede se i regolatori sono sollecitati da stressori e a cosa succede in assenza di stimoli sollecitanti:
Normalmente il disfunzionamento di organi non viene abbinato allo stress, ma a numerose altre cause. Per questo motivo, studi epidemiologici dimostrano che lo stress è un "amplificatore" di svariate malattie.
Solo i sindromi terminali di una tale decompensazione (cedimento di regolatori nervosi, endocrini, emotivi, cognitivi) sono poi abbinati allo stress.
Il discorso sullo stress non verte sull'assenza o la presenza (qualitativa) di stimoli, ma sulla loro quantità in un certo lasso di tempo (quantitativo).
Abbiamo assolutamente bisogno di stimoli per non finire in apatia, per non arrivare ad una degenerazione di regolatori e deficienza di emozioni.
D'altronde grandi sbalzi e troppi stimoli in un breve lasso di tempo non ci lasciano il tempo di ristoro e recupero.
Mancanza di sfoghi anche a modesti stimoli ci lasciano in uno stato di continua allerta senza ristoro che con il tempo fa esaurire i regolatori e diminuisce così la tolleranza agli stimoli.
Eustress porterebbe quindi ad avere una vita movimentata, motivata, con successi, insuccessi e una certa quantità di sfoghi.
Distress cronico è definito come esempio di vita in cui persiste un continuo livello di stressori (pur piccoli), che tiene in continua attivazione i sistemi regolativi neurologici (simpatico, ...) e ormonali (catacolamine, cortisole, ...).
Questo causa una serie di sintomi e disagi quali ipertensione, diabete II, iper- o ipoacidità gastrica, ritenuti fattori di rischio per varie malattie.
La continua situazione di allerta diminuisce la tolleranza a stimoli e diventa un circolo vizioso.
I tentativi reattivi comportamentali sono per lo più di tre tipi:
Il distress cronico (stress) non è una malattia ma un primordiale fattore di rischio ed è più rilevante di:
in quanto amplifica notevolmente i rischi legati a questi fattori.
Perché non c'è una campagna di servizi sanitari contro lo stress?
La noia duratura è caratterizzata da pochi e deboli stimoli su un lungo lasso di tempo. Questa diminuzione di intensità media fa regredire i sistemi di regolazione con conseguente restringimento anche del campo di tolleranza a stimoli intensi.
Il meccanismo non subentra solo in seguito a scarsità di stimoli esterni (come p.e. in seguito a lunga detenzione isolata) ma altrettanto per lunga intenzionata fuga e/o scansione di emotività.
Questa impassibilità pare sia un ideale rincorso da alcuni giovani: la chiamano "coolness", ai tempi conosciuto come narcisismo.
Il rischio di questo tipo di "assenza di eustress" è che stressori rilevanti inevitabili potrebbero mandare la vittima in eccitazione, panico e disorientamento procurandole dei traumi, mentre per un soggetto meno impassibile, la sfida potrebbe essere un divertimento.
Lo stress traumatico è un evento ineluttabile che colpisce di botto. Può trattarsi di un fatto:
È evidente che un evento di questa gravità colpisce in ugual misura sia una persona in eustress che una persona in distress. La differenza sta nel fatto che una persona con un campo di tolleranza maggiore agli stressori ha più probabilità di elaborare in un periodo ragionevole il suo triste destino.
Certe disgrazie invece sembrano più grandi di noi: traumi come la sopravvivenza in un campo di concentramento o l? aver subito una guerra, possono pesare in modo patologico per tutta la vita.
È diventato un commercio dei "giusti", di compagnie assicurative e dei loro avvocati, offrire ogni bizzaria riguardo una "terapia antitraumatizzante". Bisogna invece ammettere che non si ha la più pallida idea di come dare sostegno in casi simili (oltre far capo all'empatia umana).
Riguardo questa problematica trovo supporto seguendo i lavori di Verena Kast.
In quanto esseri umani non abbiamo molta scelta di reazione cognitiva sullo stress:
Possiamo reagire smisuratamente e con tutte le forze emotive verso qualsiasi stressore minore. A lungo questo va a scapito:
Possiamo evitare e/o sfuggire sistematicamente a situazioni emozionali rischiose.
Questo permette sì una vita con poche sollecitazioni, ma abbassa man mano l'efficacia dei regolatori fisiologici e impoverisce notevolmente le funzioni emotive.
Ambedue restringono notevolmente il campo di tolleranza agli stressori. In caso di rilevanti stressori ineluttabili la situazione diventa critica perché:
Possiamo tentare di correggere il tiro di volta in volta in maniera che i margini di tolleranza rimangano intatti e l'intensità media, proprio media. È e rimane un tentativo, perché ci possono sempre toccare degli eventi più grandi di noi.
Il distress cronico e probabilmente anche dei traumi causano anzitutto un'amplificazione rilevante dei fattori a rischio per pressoché tutte le altre malattie degenerative.
Grossarth-Maticek ha dimostrato questo fatto in un esteso studio epidemiologico riguardo le malattie:
La continua sovrastimolazione dei sistemi neurovegetativi e ormonali tiene attivato continuamente le funzioni di allerta e disattivati le funzioni di ristoro. Questo, con il passar del tempo, fa esaurire gli uni e degenerare gli altri.
Il grafico di fianco (Distress) riporta un esempio di Grossarth-Maticek riguardante tumori polmonari. Altre patologie dimostrano simili qualitative correlazioni.
Esaurimento nervoso, Burn out
Il nostro organismo resiste a lungo a rilevanti stressori: di solito troviamo delle compensazioni emotive e locomotorie.
Se invece la situazione si aggrava, diversi sistemi e organi degenerano e si ammalano sia per mancato uso sia per abuso (amplificazione di altre malattie).
In questo stadio non si fa tanto caso agli stressori (quelli del lavoro precedente sono sostituiti da quelli della malattia stessa).
Individui dalla costituzione molto robusta superano o non cadono invece in questa fase , finché i regolatori cedono e mettono fuori uso il normale funzionamento dell'organismo.
Le mie nonne questo stato lo chiamavano "esaurimento nervoso", Selye parlava di sindrome di adattamento (oggi si usa in aeronautica spaziale), i medici e gli psichiatri di oggi l'hanno nominato Burn Out.
La deviazione endocrina è poi responsabile riguardo diversi disagi e rischi tipici dello stress, come p.es. l'impotenza, la frigidità, l'ipercolesterolemia e stadi progrediti per la sindrome metabolica.
In qualunque modo lo si voglia chiamare, si tratta di uno stato di alto pericolo esistenziale per di più "inguaribile", perché non si riescono a "riparare" sistemi biologici trasandati con un po? di medicina e un paio di consigli a buon mercato.
La gamma di "anti-stress terapeutici" offerta è molto vasta. Eccone alcuni: diversi tipi di psicoterapie come colloqui terapeutici, sedute di bioenergia, metodi autosuggestivi come NLP: programmazione neurolinguistica, tecniche di visualizzazione, psicoanalisi, tecniche distensive muscolari e respiratorie, rimedi "anti-stress". Sono tutti descritti esaurientemente nelle relative opere che formano delle intere biblioteche.
Il nostro approccio è:
tutto questo può servire ai terapisti per trovare individualmente metodi e tecniche terapeutiche razionali atti ad affrontare una patologia sempre più divulgata.
Per illustrare le basi fisiologiche, psichiche e sociali, nei capitoli introduttivi, di fisiologia e di patologia è descritto il funzionamento di questa primordiale funzione regolativa biologica e sotto quale condizioni diventa patologica. Ritengo importante conoscere i meccanismi fisiologici e patologici per trovare, se necessario, degli approcci terapeutici.
In questo capitolo sono esposte le misure per evitare lo stress patologico e come tornare eventualmente a delle condizioni non patologiche.
Non è facile determinare se i disturbi dipendono da uno stato di distress cronico o se sono causati da altri motivi. Conviene anzitutto chiarire se si tratta proprio di disturbi psicosomatici oppure psichici:
Una diagnosi differenziale a regola d'arte è quindi di primordiale importanza, perchè chi tratta malattie organiche e psichiche sotto aspetti di stress, usa un'ottima medicina per la malattia sbagliata.
Se il sospetto che si tratta di disturbi causati principalmente da distress cronico è fondato, serve il seguente modulo per avvalorare l'ipotesi. È stato concepito da Grossarth-Maticek [1] nel contesto di un grande studio epidemiologico prospettivo sulle correlazioni tra stress e diverse malattie.In base all'analisi delle risposte a 50 domande si misura il grado di autoregolazione cognitiva di una persona. Come tutti gli strumenti di questo tipo anche questo non è molto affidabile, ma offre una buona visione sullo stato autoregolativo del soggetto.
Per esperienza: un grado basso di autoregolazione cognitiva è spesso correlato a distress cronico.
Il paziente dovrebbe rispondere di getto alle 50 domande. Meglio se compila il modulo da solo, senza essere influenzato da nessuno.
La somma delle crocette moltiplicate con il relativo moltiplicatore viene diviso per 50 e si ottiene il grado di autoregolazione media.
Viene valutata come segue:
Autoregolazione molto scarsa | 1 | - | 2 punti |
Autoregolazione scarsa | 2 | - | 3 punti |
Autoregolazione media scarsa | 3 | - | 3.5 punti |
Autoregolazione media buona | 3.5 | - | 4 punti |
Autoregolazione buona | 4 | - | 5 punti |
Autoregolazione ottimale | 5 | - | 6 punti |
Le persone con un indice di autoregolazione cognitiva inferiore a 3 alla lunga rischiano di sviluppare sintomi psicosomatici o psicopatologici.
L'esperienza dimostra che la compilazione del modulo è un'ottima premessa anche per iniziare un discorso e per sviluppare delle misure concrete atte a migliorare l'autoregolazione cognitiva. In casi meno problematici e con pazienti ancora in grado di riflettere bene, detta compilazione può segnare l'inizio e la fine della terapia.
Per un terapista che esecita nel settore comportamentale è conveniente disporre di modelli di relazioni, comportamenti e regolazioni umane.
Di seguito presento un modello:
Da parte di un terapista è riduttivo limitare la sua considerazione solo su uno dei tre modelli: si tratta di aspetti diversi dello stesso, unico fenomeno. Solo tenendo d'occhio tutti questi aspetti, si può trovare una "terapia" adatta al singolo caso; cosa che non è minimamente rispettata da nessuna delle innumerevoli offerte in merito, anche se denominate "olistiche".
I modelli relazionali illustrano le relazioni con sè stessi (diverse istanze del "Sè"), con un'altra persona emotivamente importante e nel seno di gruppi funzionali (famiglia, lavoro, ...) e formali (autorità). Ne ho scelto uno che uso nelle conferenze sulla pediatria e che spiega lo sviluppo somato-psico-sociale umano.
I modelli comportamentali rispecchiano condizioni e interferenze tra fattori biologici, sociali e psichici, focalizzandosi su circuiti regolativi comportamentali. Nel seguente modello ho sviluppato delle idee di Grossarth-Maticek [2]. Grossarth-Maticek lavora parecchio con comportamenti e reazioni tipiche, il che facilita il lavoro terapeutico da una parte, anche se dall'altra non è molto differenziato. Ma almeno ricorda lo spettro di tipiche reazioni umane.
Come pro memoria i modelli di eustress, distress e astress:
Riferito al distress cronico si nota, che:
Questi meccanismi alla lunga portano:
La degenerazione di organi e sistemi è di solito irrimediabile.
Ogni approccio terapeutico razionale al distress cronico deve rispettare questi meccanismi e tener conto del fatto che l'unico accesso è fornito tramite il sistema cognitivo (impressivo) e cognitivo-locomotore (espressivo).
Il sistema cognitivo stesso può influenzare d'altronde solo minimamente le funzioni fisiologiche; quanto, dipende soprattutto delle capacità cognitive individuali ancora rimaste in progredite forme di sintomi psicosomatici e psicopatologici.
Il nostro approccio, meno noto negli ambienti intervenzionisti / terapeutici, è basato idealmente su un variato e ricco equilibrio tra:
Visto che per ognuno di noi, sia gli stressori frustranti sia i gratificatori appaganti sono diversi, bisogna
sia come terapista sia come soggetto colpito dalle gioie e dalle tristezze della vita.
Di seguito sono trattati:
Ai futuri terapisti consiglio di provare gli strumenti presentati, uno dopo l'altro, su di sè. Ci vogliono carta, matita, mente e un pò di tempo indisturbato. Strada facendo s'impara quale strumento si presta meglio per certe problematiche e si dispone di compiti parziali da consigliare a certi clienti.
Davanti a un concreto compito, molto presto tra i pazienti si individuono le pecore piagnucolose da quelle che intendono dare anche del proprio (come, fra l'altro, ogni bravo terapista). Una relazione terapeutica nella quale il terapista dà del proprio e il cliente no, è da interrompere per interesse di entrambi.
Le seguenti proposte sono basilari terapie comportamentali.
Ci vuole esperienza ed uno spirito estremamente pragmatico per indirizzare bene un paziente nella sua ricerca di stressori e gratificatori, mete, tattiche e strategie e nel medesimo tempo riuscire a mantenere la motivazione per sobbarcarsi questo scomodo percorso, spesso in contrasto a rituali comportamentali impostati sin dall'infanzia.
I due peccati mortali (di terapista e cliente) in questo contesto sono:
Nota bene: se un tentativo fallisce, aggiunge uno stressore invece di un gratificatore (che si avrebbe in caso di successo). L'insuccesso è antiterapeutico. Se non volete danneggiare il paziente, è meglio sconsigliare i tentativi che non promettono un successo quantificabile.
Il pronto soccorso comportamentale antistressante consiste essenzialmente in tre misure:
Riassunto: Non fare i bravi!
A causa di fobie, dipendenze, stress decompensato secondo il metodo kinesiologico di Roger J. Callahan.
CALLAHAN, Roger J.: Leben ohne Phobie, Verlag für angewandte Kinesiologie VAK, D-Freiburg i.B.
Estratto dalla dispensa Elementi di psicoterapia PTO 1
Sono trattati i seguenti temi:
Esercizio della tradizione iniziatica che serve a staccarsi da un'opera e a prepararsi alla
prossima. Consiste in tre tappe, che vanno imparate.
Questa tecnica una volta imparata, richiede poco tempo, evita il rimuniginare di idee e aumenta notevolmente la concentrazione. Serve anche a capire una funzione del cervello importante: il pensiero laterale.
Ritirarsi in un posto tranquillo (se necessario al gabinetto), sedersi o sdraiarsi comodamente e chiudere gli occhi.
Immaginarsi di stare dietro di sè e di osservare cosa pensa il proprio cervello senza immettercisi (né dirigere, né impedire, né partecipare).
Dei temi scoperti nella tappa 1 si sceglie quello che interessa di più. Poi si tenta di rimanere su questo canale; se dovesse cambiare da solo ci si riporta immediatamente indietro.
"Spegnere il televisore": uscire dal canale scelto senza rientrare in un altro.
Estratto della dispensa Psicoterapie PTO 1
È chiaro che il lavoro psicoterapeutico necessita di istruzione e di allenamento. Il miglior allenamento e la migliore istruzione è sperimentare il metodo su sé stessi. Di seguito i principi e le procedure del metodo proposto da Grossarth-Maticek [4] secondo le regole di Rogers [5].
Vengono trattati i seguenti argomenti:
Per il terapeuta: Stimolare l'autoattività del paziente per risolvere i suoi problemi osservando i seguenti criteri.
Per il cliente, i criteri che gestiscono un comportamento sensato sono:
La premeditazione dialettica e sistemica è lo strumento mentale per il lavoro: dialettico in quanto paragona delle alternative, sistemico in quanto si immagina delle conseguenze probabili di comportamenti e si chiede se sono conformi agli obiettivi e ai criteri, sopportabili o inaccettabili (il santo non vale la candela).
Durante la sperimentazione di un comportamento alternativo (o abituale) si tenga presente:
Per questi discorsi serve il modello comportamentistico PTO 1.5.4.2.1 e il "Questionario per rilevare il grado del piacere e del benessere" per rispettare le risorse. Modelli "discorsivi" sono utili per comprendere come altre persone affrontano un simile problema.
Abbiamo a disposizione diversi strumenti che secondo il caso concreto potrebbero servire a conoscere meglio i propri stressori (retrospettivi), a gestirli efficacemente (operativi) e a pianificare il futuro in modo razionale (previsionale).
Le tecniche operative richiedono come base delle previsioni sensate, altrimenti rimangono attività senza alcuno scopo.
Sono indirizzate a persone afflitte da distress cronico che conoscono abbastanza bene i loro stressori (provenienti maggiormente da sovraccarico lavorativo).
Vengono trattati i seguenti argomenti:
(serali, settimanali, mensili, annui)
Di seguito ev. misure per correggere il tiro.
E' indicato anzitutto per delle persone con un'elevata responsabilità in progetti estesi con diversi collaboratori e fornitori coinvolti. Ma vale la pena di farlo almeno mentalmente anche per piccoli progetti.
Classificare le pendenze per urgenza e importanza, poi fare una lista con la deduzione di sequenza.
Il grafico rappresenta un esempio con 10 compiti da risolvere. Si annota su un pezzo di carta e si riflette su quale è il più e il meno importante, il più e il meno urgente e così via, finchè tutti sono classificati. Poi si abbozza un diagramma e si inseriscono i compiti. Si dovrebbe farlo a mano (non come ho fatto io nell'esempio).
È indicato anzitutto per persone che hanno tanti compiti da risolvere e che si differenziano per urgenza e importanza. La tabellina non fissa la sequenza, ma dà una buona visione. Conviene stabilire la sequenza con le seguenti priorità:
Molti pazienti sono stressati perchè non sanno usare un'agendina. Basta insegnare loro come si deve fare. Meglio un'agenda non elettronica, da portare sempre in tasca e che abbia una pagina per giorno. Personalmente preferisco una con pagine sostituibili per mese. È anche un ottimo pro memoria.
Indicato per persone che devono sbrigare tanti e diversi compiti ogni giorno e hanno poco tempo. A me, dopo tanti anni di lavoro manageriale non serve più, perché Brigitte e Bianca mi organizzano le giornate lavorative, e per il resto mi sbrigo facilmente a naso.
Prevedere periodi di rilassamento, sfogo, distrazione giornalieri, settimanali e annui.
Mia nonna cinquant'anni fa diceva che l'inventore ci ha creati per otto ore di lavoro sodo, otto ore di sonno e otto ore di distrazione piacevole. Ma erano altri tempi.
Il grosso problema di molti di noi è la mancanza di sfogo: le convenzioni sociali e lavorative ci lasciano poco spazio per liberarci dai tanti piccoli stressori quotidiani. Molte volte mancano anche le sfide, nelle quali possiamo entusiasmarci e in altre realizzarci.
Si tratta di trovare valvole di sfogo e di distrazione molto individuali: uno lo realizza con la partita allo stadio, l'altro con la passeggiata con il cane, il terzo si dedica ai suoi francobolli, altri praticano sport o fanno musica o sono impegnati con i samaritani o vanno a giocare a carte oppure a ballare. Non importa quale antistressante sia, basta che dia soddisfazione e sfogo.
Gli adepti delle religioni salutistiche propongono i più svariati "metodi antistressanti", dal Wellness allo Yoga, dalle terapie di respirazione a tecniche di rilassamento, dal fitness al nuoto e innumerevoli altri. Il guaio è che le singole persone non hanno bisogno di una tecnica, ma di un modo di vivere che mantenga il loro equilibrio tra sfida e sfogo. E questo non si raggiunge con una terapia di qualsiasi tipo.
Abbiamo spesso a che fare con pazienti stressati che non si rendono più conto di questi meccanismi. Per non essere responsabili delle loro decisioni, si dimenticano delle alternative o si rifiutano di paragonarle, cercano di convincersi che si tratta di una "costrizione esterna". In questi casi è d'obbligo fare un serio discorso sulle responsabilità dei coinvolti. Altri pazienti si disperano, perché non trovano un'alternativa con soli pregi e senza rischi e incertezze.
Questo procedimento è da usare con pazienti che devono prendere decisioni di grande portata, che hanno poca esperienza nel decidere e/o sono spensierati o "fifoni".
L'esempio fa capire che il rischio non è l'unica componente di una decisione e che è importante anche il sistema di valori individuali di chi ha da valutare rischi materiali, emotivi, relazionali e sociali. Probabilmente il paziente si pone per la prima volta la domanda in cosa consistono concretamente questi fattori.
Le regole sono banali. Il problema sta nel fatto che spesso o non notiamo, o non diamo importanza, o siamo troppo presi dalle "cose importanti" per dedicarvi attenzione. Negli strumenti: "Specchi bianchi e neri" è descritto un metodo per identificarli.
Fare il punto della situazione, riconoscere la problematica. Le tecniche retrospettive/analitiche hanno un senso pratico solo se vengono usate come strumento per delle previsioni e dei controlli operativi.
Vengono trattati i seguenti argomenti:
Questo resoconto, proveniente da insegnamenti iniziatici, aiuta molto a rendersi conto su quali siano esattamente gli eventi che disturbano e che gratificano.
L'impegno per l'esercizio è importante (non in tempo e materiale) e dura ca. un mese. È indicato per persone che si trovano disorientate in un mare di impegni, ogni tanto anche per persone sottostimolate e annoiate.
È meglio procurarsi un piccolo taccuino e annotare subito un evento frustrante o gratificante. Si noterà che gli eventi si ripetono, e si marca la ripetizione (||||| |||).
Si riportano poi i risultati in uno schemino proprio illustrativo.
Cosa è da evitare e che cosa è da ricercare? Quali criteri sono scarsi e predominanti nello "specchio nero" e quali nello "specchio bianco"? Dove sarebbe opportuno rinforzare o moderare gli impegni?
Questo esercizio serve per rendersi conto dell'impiego del tempo a disposizione per correggere ev. il tiro nella gestione del tempo e per risparmiarlo nelle frustrazioni e guadagnarlo per le cose appaganti.
È indicato per delle persone che hanno l'impressione di spendere male il loro tempo e di non averne mai.
Si fa una semplice stima del tempo impiegato prima per le grandi esigenze esistenziali:
Poi si suddividono i vari capitoli secondo le esigenze.
È meglio farlo per un anno (8'760 ore a disposizione) ma almeno per un mese tipico dell'anno (730 ore disponibili).
Dove impiegare più e meno ore?
Con la stessa procedura come per il tempo, viene elaborata la contabilità dei soldi, della proprietà, del personale degli altri mezzi e delle risorse.
Elencare i più frequenti disturbi sugli argomenti sopraindicati e classificarli secondo la gerarchia del fastidio e dell'importanza.
Programma sull'eliminazione/elusione dei disturbi con degli eventuali esercizi e delle preparazioni.
Le tecniche previsionali hanno un senso solo se si rispettano le risorse attualmente disponibili; altrimenti creano un ulteriore stress per via della sensazione d¹incapacità durante le fasi di realizzazione. Le risorse disponibili si possono rilevare dalle retrospettive analitiche.
Vengono trattati i seguenti argomenti:
"Stai attento con i tuoi obbiettivi," mi diceva mia nonna durante la mia adolescenza, "potresti anche raggiungerli". Pensavo che fosse cinica. Ma aveva ragione.
Al contrario, ho a che fare con pazienti stressati che si sono posti degli strani obbiettivi:
Un altro gruppo di pazienti, invece, non si pone obbiettivi in modo da non rimanere delusi di loro stessi. A loro mancano poi le sfide, la possibilità del successo, spesso abbinato ad invidia e gelosie morbose fino alla paranoia.
Non so quale dei due gruppi è meno disperato e stressato.
Se un paziente rappresentato in uno di questi due gruppi intende seriamente migliorare la sua situazione, non rimane altro che intraprender:
Per chi collabora con altra gente è importante conoscere i propri
nei settori:
In molte aziende questo è organizzato bene, nel senso che le competenze e le responsabilità sono equilibrate rispetto ai compiti. In altri posti di lavoro o volutamente o per negligenza sono definiti nebulosamente. Questo crea tanto distress cronico di incertezza e problemi relazionali.
Se i superiori non si convincono dell'utilità di tali direttive, conviene, abbozzare almeno per sè stessi una tale lista.
vedi anche: Nozioni imprenditoriali.
Tutte le imprese hanno le loro conseguenze. Vale la pena di rifletterci. Come dissero i vecchi Romani: ... respice finem ... . rifletti l'esito. Prima di intraprendere qualcosa di insolito vale la pena di immaginarsi le conseguenze, le sinergie, i parallelismi se riesce o meno, in bene e in male ...
Per dei progetti con diverse persone coinvolte, una certa complessità o di notevole importanza, conviene farsi un programma anche rudimentale. Dovrebbe contenere:
È impressionante notare quanti progetti nascono male o falliscono. Durante tali progetti o al più tardi verso la fine sono tutti stressati. Meglio prevenire!
Per dei progetti, ma anche per un esercizio di una certa portata conviene fare un budget preliminare per non finire in un fallimento. Di solito si fanno budget finanziari, ma conviene anche farne uno per il tempo (vedi programmi, piani) e per le risorse.
Un esempio si trova nella dispensa Nozioni imprenditoriali MN 3.4.
Le terapie farmacologiche che riguardano lo stress possono servire, per un breve periodo, a mitigarne gli scomodi sintomi. A lungo però sono devastanti (siano esse naturali o meno), perchè sopprimono un sintomo, ma non regolano la condizione.
I rimedi usati a tale scopo si possono classificare in due modi atti a:
Tè di tiglio o di camomilla sono miti e innocui sedativi contro sollecitazioni passeggere.
Caffè e tè nero sono miti e innocui stimolanti per combattere una stanchezza passeggera.
Normalmente un paziente stressato chiede l'assunzione di medicamenti che sopprimano i suoi sintomi emotivi e/o fisici provenienti dal suo stato. Questi sintomi possono indicare una situazione di spiccata simpatotonia (iperattività, sovraccarico, eccitazione, ...) o già una situazione di esaurimento (cedimento, impotenza d'azione, stanchezza cronica, esaurimento, burn out e altri).
Spesso si notano anche delle alterazioni smisurate o scoordinate dei due stadi e/o una bassissima tolleranza a delle variazioni ambientali.
L'esperienza terapeutica dimostra stranamente che:
Come terapista è facile cadere in questa trappola e rinforzare il sintomo, rispettivamente non notare che invece occorrerebbe una maggiore tolleranza operativa tra l'isterismo e la rassegnazione.
L'altra trappola è quella di basarsi troppo sulla farmacologia; in presenza di un caso acuto può essere utile per aiutare a uscire da una situazione insopportabile, ma non cambia la relazione del paziente con la realtà che gli causa lo stress. Finché il paziente non riesce ad accettare una situazione o a cambiarla in un senso meno conflittuale, non c'è guarigione. Quale medicamento propongo ai miei pazientiche si stressano in continuazione perché la realtà non corrisponde alla loro immagine morale?
presentano in sufficienza delle proposte relative ad una medicazione dei diversi sintomi dello stress.
La tabella seguente elenca diverse sostanze usate a questo scopo, singolarmente o in combinazioni galeniche. Per semplificare, come criterio di classificazione, ho scelto i termini del sistema neurovegetativo, sebbene le sostanze agiscano anche sugli altri sistemi regolativi.
Non sono elencate sostanze antistressanti con un rilevante potenziale stupefacente come nicotina, efedrina, cocaina, benzoediazepine, ... .
Rimedio | per iperattivi | per ipoattivi | dose giornaliera | |
---|---|---|---|---|
Piper methisticum | +++ | ++ | p.es. KAVA ... | |
Valeriana | +++ | ++ | Tinct. ... 10 ml | |
Triptofane | +++ | sera 1 gr | ||
Luppolo | ++ | + | Tinct. sera ... 1 ml | |
Camomilla | ++ | + | Infuso ... 1/2 l | |
Lavanda | ++ | + | Tinct. ... 3 ml | |
Canapa | + | ++ | Tinct. sera ... 2 ml | |
Iperico | + | ++ | Tinct. ... 10 ml | |
Passiflora | + | ++ | Tinct. ... 6 ml | |
Scutellaria | + | ++ | Tinct. ... 3 ml | |
Avena | +++ | Tinct. ... 10 ml | ||
Tiglio | ++ | Infuso ... 1 l | ||
Fenilalanina | +++ | mattina 1 gr | ||
Damiana | ++ | ++ | Tinct. mattina ... 2 ml | |
Nux Colae | + | ++ | Tinct. mattina ... 5 ml | |
Caffè | ++ | ... 5 tazze | ||
Tè nero | ++ | ... 5 tazze | ||
Micronutrienti | ++ | + | p.es. 1 BEROCCA ® | |
Ginseng | ++ | + | Tinct. mezzogiorno ... 5 ml | |
Piscidia | + | + | Tinct. ... 3 ml | |
Rosmarino | + | + | Aeth. 1 gt. dopo i pasti |
Peter Forster, Patrizia Borsa, Bianca Buser, Daniela Rüegg curavunt
Links all' Enciclopedia di Medicina popolare:
alla pagina Maria Vetrina.Stress.