Medicina popolare

per autodidatti

 

 

agosto 10, 2005


Indice della pagina

 

Bibliografia

 

1.0 Modelli socio-psico-somatici

1.1 Immagini dell¹essere umano

1.2 Interazioni psico-socio-somatiche

1.3 Individuo tra biologia e sociologia

1.4  Relazioni tra persona e ambiente

1.5 Coscienza e inconscio

       1.6 Concetti di psiche e corpo

       1.7 Esempio: fisiologia dello ³stress²

 

2.0 Esempio di malattia psicosomatica: la gotta

       2.1 Distinzione di genesi della gotta

       2.2 Approccio psicoterapeutico

       2.3 Approccio biomedico

       2.4 Relativizzazione dell¹esempio

 

3.0 Nozioni di:

       3.1 Sociologia

       3.2 Psicopatologia e psicoterapia

       3.3 Psicoterapia ortomolecolare

 

MN 4.5

Psicosomatica

 

© Peter Forster

Bianca Buser

 

Pagine correlate: MmP 8.3

MmP 8

 

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Gli autori ³monumentali² del tema sono Uexküll e Weizäcker. Il primo autore del tema era Groddeck.

 

Bibliografia:

PSYCHOSOMATISCHE MEDIZIN         

 Klussmann Rudolf         

 Springer 1998 CHF 56,00

NATURA GUARISCE, IL MEDICO CURA.

 LA SCOPERTA DELLA PSICOSOMATICA (LA)

 GRODDECK GEORG    

 CELUC LIBRI 1986   ¤19,00

LINGUAGGIO DELL'ES. SAGGI DI PSICOSOMATICA

 E DI PSICOANALISI DELL'ARTE E DELLA Š

GRODDECK GEORG    

 ADELPHI 1991   ¤14,46

PSICOSOMATICA       

 TROMBINI GIANCARLO; BALDONI FR           

 IL MULINO 1999  ¤18,00

MEDICINA PSICOSOMATICA  

 HAYNAL PASINI

 MASSON   ¤27,89

PREPARAZIONE PSICOSOMATICA

 ALLA TERZA ETA'      

 NEGRISOLI ALDO       

 NUOVI AUTORI 1986  ¤10,33

PSICOSOMATICA       

 PINKUS LUCIO           

 CAROCCI 1989  ¤18,60

CLINICA PSICOSOMATICA DEL BAMBINO    

 KREISLER LüON         

 CORTINA RAFFAELLO 1996  ¤24,30

STRESS, EMOZIONI, MALATTIA. INTRODUZIONE

 ALLA MEDICINA PSICOSOMATICA

 PANCHERI PAOLO      

 MONDADORI 1983  ¤ 21,69

TRATTATO DI MEDICINA PSICOSOMATICA

PANCHERI PAOLO

USES 1984

PSICOSOMATICA       

 SHORTER EDWARD    

 FELTRINELLI 1993  ¤ 46,48

PSICOSOMATICA CLINICA     

 CREMERIUS JOHANNES         

 BORLA 1981  ¤25,82

LA SOCIOLOGIA PER L'OPERATORE SOCIALE

MIMMA CINTURA

 ARMANDO  ¤ 12.39

 

 

Ricerca libri

 


La ³psicosomatica² si propone di studiare malattie, disordini, disagi e disturbi partendo dagli stretti legami tra il funzionamento psichico e quello fisico. Secondo me, bisognerebbe chiamarla anzitutto ³socio-psico-somatica², perché l¹aspetto sociale ne è altrettanto coinvolto (e normalmente anche sottinteso).

Trattando il tema mi sono trovato di fronte a parecchie difficoltà:

- Dare a un disturbo, oltre alla dimensione fisica anche un aspetto psichico e sociale significa anzitutto avere nozioni psicologiche e sociali che nei programmi abituali di naturopatia non sono previste.

- Questo fatto è molto strano proprio in un campo che pretende di essere ³olistico, integrativo, Š². Infatti, cos¹altro può significare se non considerare e studiare anche le condizioni psichiche e sociali. Forse che queste materie ci siano innate?

- Ogni medico e terapista degno di questo nome considera gli aspetti sociali e psichici del suo paziente. È stato così da tempi immemorabili, molto prima dell¹invenzione della ³psicosomatica².

- Il padre della psicosomatica GRODDECK, allievo di FREUD e inventore dell¹ES nel modello di Freud, ha scritto il primo libro a me noto che tratta il tema in modo sensato. Anche se antiquato, consiglio caldemente di leggerlo; è molto migliore della maggioranza dei testi moderni sul tema.

- Nel frattempo la psicosomatica è, almeno formalmente, entrata nell¹ambito dell¹insegnamento medico universitario. In tante università esistono delle cattedre di psicosomatica (p.es. Monaco di Baviera: Ludwig Maximilian Universität: Lehrstuhl für Psychosomatik).

 

 

 

 

 

Il tema è vastissimo e non può essere trattato in poche lezioni e richiede conoscenze di psicologia e sociologia. Ho quindi deciso di:

- discutere, in una prima parte, dei modelli sull¹interazione di dimensioni sociali, psichiche e somatiche come strumenti di lavoro per il terapista.

- Trattare il tema in una seconda parte in modo ³esemplare², attingendo a un esempio ritenuto poco psicosomatico: la gotta.

 

Inoltre, sarei disposto a stilare una breve introduzione di: sociologia, psicopatologia, psicoterapia e psicoterapia ³ortomolecolare² se ci fossero degli interessati (vedi capitolo 3: ³Nozioni diŠ).

 

1.0 Modelli socio-psico-somatici

Psiche (anima) e soma (corpo) in interrelazione individuale e in relazioni sociali con altri esseri umani.

1.1 Immagini dell¹essere umano

1.2 Interazioni psico-socio-somatiche

1.3 Individuo tra biologia e sociologia

1.4  Relazioni tra persona e ambiente

1.5 Coscienza e inconscio

       1.6 Concetti di psiche e corpo

       1.7 Esempio: fisiologia dello ³stress²

 

 

1.1 Immagini dell¹essere umano

Un adolescente di dodici anni chiese a sua mamma:

³Se guardo nello specchio vedo una persona e non mi sembra di essere io. E quando penso, non sono io che penso, ma il pensiero nasce da sé. Chi sono poi io?².

Genialità dell¹adolescente! (Il fatto è veramente successo). Non solo ha notato, ma è anche capace di formulare la sua condizione umana fondamentale in modo chiarissimo: io, tra la biologia (riflesso nello specchio) e la sociologia (capace a dirigere il mio pensiero) chi sono?

 

Per i miei ragionamenti professionali come naturopata, massaggiatore e psicoterapista percepisco l¹essere umano (similmente all¹adolescente) come figura limitata:

- Da una parte da condizioni biologiche

- dall¹altra da impedimenti sociali (creati soprattutto dalla propria razza)

- dal tentativo (vita natural durante) di arrangiarsi (più o meno egregiamente) con le esigenze (di solito contrastanti) di natura e cultura.

Espresso con parole sarcastiche: ³Una sedia a sinistra, una sedia a destra e noi sempre nel mezzo² (Tucholsky).

Partendo da questo presupposto, le discipline più importanti del mio mestiere sono:

- La biologia ³medica² (p.es. anatomia, fisiologia, patologia).

- La sociologia ³medica²: strutture (p.es. ruoli, gruppi, posizione) e funzionamenti (p.es. politica, economia, giurisprudenza, educazione, formazione, sanità, ³cultura², informazione, Š).

- La psicologia ³medica²: struttura e funzionamento della personalità (p.es. identità, valori, gestione di conflitti, deprivazione, anomalia) dei miei clienti.

 

 

 

1.2 Interazioni psico-socio-somatiche

Inizialmente nel mio mestiere artigianale come massaggiatore e naturopata mi concentrai sull¹aspetto ³biologico². Con il passare degli anni mi resi conto che nelle cure erano altrettanto importanti dei fatti sociali e psichici e mi sentii, per un certo periodo, più ³olistico² e ³integrale².

 

Lavorando in questo modo, cominciai a sfumare la differenziazione, fino al punto che oggi mi è difficile distinguere ed etichettare una ³patologia² secondo questi criteri. Devo rispettare il fatto, che qualsiasi disordine, disagio, malattia fisica ha anche una dimensione sociale e psichica; e non solo. Secondo me si tratta di:

- processi sistemici, nei quali la distinzione di causa ed effetto diventa altrettanto problematica quanto la questione se ci sia stato prima l¹uovo o la gallina;

- disordini sistemici che possono essere provocati da innumerevoli fattori, i quali:

- formano ³circoli viziosi², che nel caso patologico si autonutrono fino oltre al limite dell¹ accettabile.

- Questi circoli viziosi possono essere ³interrotti² con strumenti sia biologici, sia sociali o psichici (con effetti collaterali diversi).

 

In base a queste riflessioni, è grande la tentazione di ³psicologizzare² tutto (ed è diventato una moda), cosa che respingo categoricamente, perché di solito si tratta dell¹inconscio tentativo di nascondere l¹impotenza terapeutica, buttando sul cliente la colpa. Quanti medici (universitari e naturalistici), dopo il fallimento delle loro cure, dichiarano ³psichico² o ³terapia resistente² il loro paziente, come se avessero gli strumenti per fare una diagnosi di questo genere.

 

È diventato anche un paradigma popolare (mediato dai mass-media e giornalisti non qualificati in materia) che la causa di malattie fisiche malcurabili risieda in disordini mentali.

Questo paradigma riempie le sale d¹aspetto degli psichiatri, psicologi e psicoterapisti. Nella mia prassi noto più spesso disturbi fisici (metabolici, ormonali, malattie croniche) alla base di disturbi mentali che viceversa. L¹interdipendenza psichico-fisico non è a senso unico, come il paradigma vuol farci credere.

 

 

 

1.3 Individuo tra biologia e sociologia

Come modello base della psicosomatica uso l¹ambivalenza umana tra condizioni biologiche e condizioni sociali. La vita umana è una continua scelta tra:

- Piacevole o meno spiacevole (biologico).

- Giusto o meno sbagliato (sociale).

- Utile o meno futile (individuale).

 

Malauguratamente mi capita raramente il caso di una scelta contemporaneamente piacevole, giusta e utile, ma:

- L¹utile è spesso ingiusto e spiacevole.

- Il giusto spesso inutile e spiacevole.

- Il piacevole spesso sbagliato e futile.

Comunque, per tenere in equilibrio il mio ³metabolismo psichico², ho bisogno di certe dosi sia di piacevole, che di giusto e di utile, anche a scapito del resto. Mi capita anche che un¹alternativa sia sbagliata, spiacevole e futile, e, se me ne accorgo, non la scelgo.

 

In breve:

- Se voglio aver successo devo convivere con colpe e dispiaceri.

- Se voglio aver ragione devo convivere con insuccesso e futilità.

- Se voglio divertirmi devo convivere con vergogna e futilità.

Perché è impossibile avere rapporti e rimanere vergine e trarne profitto nel medesimo tempo.

 

Per non rimanere in continuazione frustrato:

- Ogni tanto scelgo il giusto (e mi sento mezzo santo).

- Ogni tanto scelgo il piacevole (e mi diverto un mondo).

- Ogni tanto scelgo l¹utile (e mi sento un grande imprenditore).

Di fatto non vorrei mancare nessuno dei tre sentimenti.

 

L¹altra problematica delle scelte è, che se di cinque alternative mi decido per una, ho rinunciato alle altre quattro, il che è frustrante per me. Però la frustrazione è 4:1. Se non mi so decidere (cosa che succede facilmente, visto che mi lascio condizionare poco e mi tengo così aperte delle alternative), la rata di frustrazione però è 5:0. Se mi lascio condizionare, non ho scelta e la rata di frustrazione è 1:0. Personalmente preferisco un 5:1, ma questo sembra molto individuale.

 

 

 

 

 

 

 

 

1.4 Relazioni tra persona e ambiente

L¹ambivalenza umana (tra sociologia e biologia) nei relativi contesti si manifesta nei seguenti ambiti:

- Emozionale, nutrito da percezioni e impressioni evidenziete da comportamenti ed espressioni.

- Cognitivo.

- Vegetativo.

 

La massima parte di questa dinamica si svolge in modo ³meccanico², automatico, regolativo, cibernetico, riflessivo Š ma all¹infuori del conscio, saputo, riflettuto, mirato, voluto Š Infatti tutte le nostre mosse elementari esistenziali fortunatamente funzionano così (se no, la nostra coscienza non troverebbe mai il tempo di dedicarsi ai suoi compiti più nobili) L¹organizzazione anatomica e fisiologica dei sistemi di gestione (regolazione basale, endocrina, nervosa) ce lo dimostra esaurientemente.

 

1.5 Coscienza e inconscio

Freud ha descritto l¹inconscio utilizzando più o meno la seguente parabola:

³Un uomo di notte con un lumino in mano esplora un campo. Conscio corrisponde a quello che appare nella luce del suo lumino; inconscio è tutto il resto.²

              1.5.1   Definizioni e usi ³professionali²

              1.5.2   Definizioni e usi comuni

              1.5.3   Critica ideologica

 

 

1.5.1   Definizioni e usi ³professionali²

Secondo la definizione Freudiana , il ³conscio² è:

- Strettamente riservato a coscienza momentanea e individuale.

- Soggetto a interpretazione (cosa significa ciò che appare).

Personalmente preferisco questo approccio, per motivi pratici e perché mi sembra sufficientemente delimitato e differenziato.

 

Altri autori, senza perdersi in definizioni, usano il termine ³cosciente² in modo non situazionale (momentaneo) ma individuale, nel senso di una specie di ³cognizione individuale², ³capacità di una determinata persona di rendersi conto² con tutte le difficili implicazioni di memoria, ricordo, reminiscenze, associazioni mentali, mistificazioni, riflessioni, Š

 

Altri, e spesso gli stessi autori, (senza differenziarlo bene nel contesto) lo definiscono ³implicito² come potenziale di cognizione di una cultura o dell¹essere umano in generale.

 

È altrettanto curioso, che sull¹inconscio, ci siano tanti pareri, modelli e teorie, ma raramente s¹incontrino, nella letteratura, dei concetti sul conscio. Pare che tutti sappiano cos¹è, solo io stento a capire.

 

Ogni tanto si legge di ³subconscio²; dove si capisce che l¹autore si è risparmiato l¹onere di leggere Freud, che si rigirerebbe nella sua tomba, poveretto, dovendosi accorgere che qualcuno ³sottomette² l¹inconscio al conscio.

 

1.5.2   Definizioni e usi comuni

Nell¹uso comune si nota:

- Un gran mito dell¹inconscio.

- Che l¹inconscio fa paura.

- Perché apparentemente sfugge al controllo e alla volontà.

- All¹intenzione e al sapere.

- Che sembrano tutti valori (sociali) più potenti.

- Del miracolo della vita (biologica) umana stessa.

Per me, questo approccio è segno di un grande disprezzo della creatura.

 

 

In questo senso l¹inconscio corrisponde più a strane motivazioni e oscuri impedimenti da parte di fonti ³bestiali², mentre la coscienza appare come ideale di sovranità sugli impulsi esistenziali. Questo punto di vista è molto limitativo perchè è facilmente dimostrabile che:

- Anche delle funzioni vegetative possono essere rese coscienti e controllate fino a un certo punto (p.es. respiro, nutrizione, defecazione) e molti violentano in questo modo sistematicamente i loro automatismi vegetativi fino a farsi una religione (di nuovo l¹inventore ha sbagliato qualcosa).

- Tipiche funzioni sociali possono essere o diventare inconscie (p.es. norme, moventi, impedimenti, costumi, atteggiamenti).

- Tipiche funzioni psichiche sono a volta coscienti e a volta inconscie.

 

1.5.3   Critica ideologica

Nella valutazione popolare, e tacitamente anche da parte di tanti operatori del settore psicosociale, esistono le seguenti valutazioni e credenze (spesso inconsce) fatali:

- Inconscio è male perché incontrollabile (concetto del diabolico).

- Conscio è bene perché gestibile (concetto dell¹angelico).

- Per risolvere i problemi psichici bisogna rendere cosciente l¹inconscio (trasformare un diavolo in un angelo).

 

Il concetto ricorda, nella sua polarità e esclusività di approccio, quello medioevale del diavolo (impulsi, istinti biologici) verso la spiritualità (fede, preghiera, contemplazione) e la sublimazione del vano terrestre in un ideale celeste, nega creazione e creatura come valori a sé. Inoltre, il concetto non funziona nella pratica, come lo può confermare ognuno di noi, che ogni tanto sa perfettamente cosa ci sarebbe da fare ma non ci riesce (³sindrome dell¹eunuco²).

 

1.6 Concetti di psiche e corpo

Psiche: anima (dal greco: anche ³farfalla²); Soma: corpo.

              1.6.1   Concetti vigenti

              1.6.2   Concetti ³populistici²

              1.6.3   Tentativo di un modello differenziato

 

 

 

1.6.1   Concetti vigenti

I relativi modelli europei vigenti sono polari nel senso che raggruppano:

- l¹ambito cognitivo

- con quello emotivo,

in qualcosa di ³psichico² e lo mettono in opposizione a qualcosa di ³biologico².

 

Inoltre, dei fenomeni sociali e culturali, in quanto antietici e conflittuali al ³biologico², vengono trattati come fatti ³psichici². In questa tendenza (poco differenziata) viene trattato come ³psichico²:

- tutto quello che non è ³evidentemente² biologico e

- tutto quello che non corrisponde ad una normalità statistica di comportamento, di impressione, cognizione o emozione secondo le norme vigenti di una società.

 

Questo approccio crea confusione perché evita la differenziazione esplicita di:

- sociologia (relazionale) e

- psicologia (individuale),

ma ammette almeno la conflittualità tra biologia e sociologia e i relativi disagi individuali. Permette di distinguere e discutere fra gli elementi biologici e quelli non biologici (chiamati ³psichici²).

 

Un altro difetto (oltre alla confusione) dei modelli vigenti, consiste nel fatto che non distinguono ³l¹umano² dal ³bestiale², perché anche le bestie (specialmente quelle addomesticate) si trovano in conflitti sociali/biologici, ma molto probabilmente non in quelli di valori sociali (ideologici, religiosi, estetici, etici, morali, Š).

 

1.6.2   Concetti ³populistici²

La tendenza populistica è più semplicistica; essa definisce (tacitamente) tutto quello che non corrisponde ad una normalità statistica di comportamento, di impressione, cognizione o emozione, come difetto biologico col tentativo di correggerlo a livello biologico o sociale (come se l¹inventore avesse sbagliato tutto). Rende indistinguibili e indiscutibili dei fatti socioculturali evidentemente abiologici e stipula così la dominanza di un¹ideologia sulla vita umana, con completo spregio della creatura umana come tale.

In compenso, le stesse persone rispettano spesso al massimo la creatura animale, un classico esempio di ambivalenza umana e/o di percezione selettiva.

 

1.6.3   Tentativo di un modello differenziato

Non si tratta tanto di delimitare la terminologia, perché nella persona reale non esiste questa distinzione.

- È comune classificare le emozioni come psichiche, mentre diventa moda nella medicina considerarle esclusivamente come processi biochimici (ormonali e di neurotrasmettitori).

- La psicologia definisce anche le percezioni, le sensazioni e impressioni come psichiche, mentre il laico le classifica piuttosto come ³corporee² (vista, udito, olfatto, gusto, tatto, equilibrio, dolore, Š).

- La psicologia classifica come psichiche anche delle prestazioni come memoria, cognizione, intenti, volontà (part accessibile al cosciente) mentre il laico le percepisce più come ³mentali² o ³spirituali².

- La psicologia classifica come psichiche anche le parti espressive umane, i ³comportamenti², mentre il laico tende a classificarli ³caratteriali² quando sono ³aberranti², scomodi e ripetitivi.

 

 

 

1.7 Esempio: fisiologia dello ³stress²

Negli ultimi decenni e anni sono stati approfonditi diversi nessi e interazioni tra soma e mente. Essi permettono di connettere anche mentalmente dei fatti comportamentali, emotivi, fisiologici e anatomici. Dopo i lavori di Selye sullo stress e di Pauling sul metabolismo e sui ³micronutrienti², si suppone che tantissimi disturbi classificati ³sociali, comportamentali, psichici, percettivi, emotivi, relazionali, Š² abbiano anche una dimensione fisiologica/anatomica: che scoperta!

 

Come conosco la scienza e i mass-media, i prossimi anni saranno dedicati a interminabili discorsi intesi a capire se la schizofrenia sia causata da una massiccia mancanza di vitamina B6 o se la schizofrenia crei un esagerato fabbisogno di vitamina B6, mentre essa ha altre cause ancora sconosciute (probabilmente genetiche). Questo non aiuterà tanto a curare.

 

Il seguente esempio di un modello scientifico (utile) tratta la dimensione organica/fisiologica di un fatto percepito come ³psichico: lo stress.

 

 

 

2.0 Esempio di malattia psicosomatica: la gotta

Ho scelto la gotta come esempio di malattia psicosomatica per due motivi:

- Normalmente non viene percepita come malattia ³psicosomatica², ma come ³metabolica².

- Il prof. Klussmann l¹ha documentata bene nel suo libro:

Klussmann, Rudolf Prof.Dr.: Gicht-Gier-Grösse-Macht: Herrscher im Spannungsfeld von Lust und Leid (Gotta-avidità-grandezza-potere: Sovrani nel contrasto assillante di voglia e dolore).

Lehrstuhl für Psychosomatik, Ludwig Maximilian Universität, München.

Gotta: Malattia ³di una società di lussuria²; colpisce il 3% della popolazione, di cui 95% maschi, normalmente in posizioni di comando e guida. L¹80% degli attacchi acuti colpisce l¹articolazione basale dell¹alluce. Occupa il secondo posto come malattia ³metabolica² negli stati industrializzati.

       2.1 Distinzione di genesi della gotta

       2.2 Approccio psicoterapeutico

       2.3 Approccio biomedico

       2.4 Relativizzazione dell¹esempio

 

 

2.1 Distinzione di genesi della gotta

Da parte medica ci sono due approcci alla genesi (creazione) della gotta:

- L¹approccio ³biomedico² la spiega come ³aberrazione² fisiologica nel metabolismo dell¹acido urico (con classici sintomi fisici) da trattare con dei rimedi che tolgono il disturbo in fase acuta e correggono l¹aberrazione fisiologica dopo averla scoperta.

- L¹approccio ³psicosomatico² accetta l¹approccio biomedico, ma sospetta, all¹origine e come causa, un determinato ³funzionamento psichico patologico² e propone, oltre alla medicazione biomedica, un adeguato trattamento psicoterapeutico.

- Come terapista ho trattato clienti con nessun ³sintomo psichico² di gotta (biogenesi) e altri invece con marcati relativi sintomi (psicogenesi). Ho notato che l¹esito della cura biomedica era accettabile per tutti e due, solo che i clienti del tipo ³psicogenesi² tendenzialmente aumentavano i sintomi ³non fisici². (Dettagli vedi capitoli ³Esiti Š²).

 

In base a questa esperienza e come praticante terapista è diventato importante poter distinguere la genesi della gotta di un determinato cliente:

- Per non stigmatizzare con pregiudizi ³caratteriali² gli uni.

- Per essere preparato a effetti collaterali, socialmente pesanti per l¹ambiente, degli altri.

 

Forse è semplicemente sbagliato voler distinguere perchè in realtà non c¹è distinzione, come lascia dubitare un meccanismo metabolico (asse: trattenimento acido urico <> treonina <> glicina <> eccitazione maniacale). E così è anche inutile fissarsi su un determinato approccio finché non si riesce a valutare l¹importanza delle componenti e mettere il peso su quello prevalente. In questo senso è inteso il seguente discorso: Come si fa a distinguere una ³genesi² prevalentemente somatica (biomedica) da una prevalentemente ³psicosiociale²?

 

Per rilevare questo mi servo dei seguenti criteri:

- L¹anamnesi rivela inclinazione verso altri disagi ³neurovegetativi² o di sospetta origine psicosomatica come asma, emicranie, nevralgie, coliche, disturbi gastrointestinali, depressioni, lombalgite Š

 

- L¹inchiesta personale/sociale rivela tipici ruoli sociali di dirigenza intellettuale con scarse doti di responsabilità relazionale (a scapito del ruolo sociale) e altri elementi comportamentali del genere.

 

- L¹osservazione e il dialogo fanno sospettare rilevanti sintomi narcisistici e/o isterici; ma è difficile valutare perché l¹evento acuto può sia amplificare sia smorzare questo elemento.

 

- La distinzione mi è spesso difficile, perché non si tratta di una delimitazione netta, ma di prevalenze dove facilmente si può incorrere in errore.

 

- Personalmente (e in caso di dubbio) preferisco un primo approccio ³biomedico² e tengo di mira l¹evoluzione ³psicosociale² per poter correggere il tiro, se necessario.

 

 

2.2 Approccio psicoterapeutico

La medicina psicosomatica tiene in considerazione il punto di vista ³biomedico² ma aggiunge altri elementi (multifattoriale). Oltre al trattamento acuto biomedico, l¹approccio della medicina psicosomatica consiste in una psicoterapia. Uno psicosomatico di stesura prevalentemente psicoterapeutica proporrà forse una psicoterapia con forti accenti sociali/relazionali, che accompagnano le cure ³biomediche². Egli parte ammettendo a priori un nesso tra gotta e una struttura psichica ³caratteristica², determinata da elementi come:

- Disposizione biologica innata e/o acquisita (metabolismo dell¹urea e acido urico).

- Sviluppo infantile di personalità gravemente disturbata, prevalentemente di tipo narcisistico/isterico (problemi di autostima, rilevanti sensi di inferiorità e dubbi su sé stesso), spesso frutto di traumi infantili come smisurate punizioni, deprivazione sociale, paure esistenziali, incertezze e abitudini alla diffidenza dalle quali si difende spesso con elementi megalomani (autoimmagine grandiosa), caratteristiche decisamente espansive, disinvoltura relazionale, autocontrollo ³maniacale² e spesso fobie di piccoli animali.

- Compensazione comportamentale con atteggiamenti di prepotenza, ambizioni prevalenti, forte volontà di sopravvivenza e volontà ferrea, testardaggine, smisurato senso del dovere, lunaticità e irascibilità.

 

L¹ambiguità tra personalità disturbata, difesa e compensazione comportamentale è un equilibrio instabile che tende a crollare nelle fasi di seri conflitti acuti.

Manifestandosi nelle forme della malattia socialmente accettata (la gotta impedisce fra l¹altro la fuga) salva l¹equilibrio ambiguo (guadagno della malattia) e permette di rivolgere l¹attenzione, la concentrazione e le imprese sul disagio fisico, mantenendo l¹integrità di sensi, valori e atteggiamenti contrastanti.

 

Klussmann ha dimostrato con ampi esempi questo meccanismo in personaggi storici (sovrani), mentre la ricerca attuale rivela che la gotta colpisce prevalentemente delle persone con compiti dirigenziali intellettuali, attivi, dinamici, orientati alla resa, sovraccarichi, dominanti con scarso senso di responsabilità per il prossimo (le paure sembravano scostate): professori, studenti universitari, manager, Š

 

La mia critica è la critica di tutte queste distinzioni:

- È la struttura psichica della persona a indurre la gotta?

- È la gotta (come disposizione metabolica) a indurre la struttura psichica della persona?

La domanda in fondo non mi interessa tanto, perchè come terapista sono chiamato a curarla.

              2.2.1   Esempio storico

 

2.2.1   Esempio storico

Come si cura una persona da questo disturbo. Otto von Bismarck (1815Š1898), ³cancelliere di ferro² dell¹impero prussiano e noto ³gottoso psicosomatico² ha definito bene l¹approccio terapeutico dicendo del suo ultimo medico di corpo Schweninger, che era stato l¹unico ad osare di metterlo in riga e aveva avuto successo, mentre tutti i medici precedenti avevano fallito, malgrado Bismarck gli avesse suggerito che cosa fare. Schweninger, più di cento anni fa, aveva pochi strumenti ³biomedici² per curare la ³patologia² di Bismarck che consisteva in:

- gotta, asma, emicranie, nevralgie, coliche, disturbi gastrointestinali, depressioni, lombalgite del cancelliere.

- Sembra che Schweninger era un bravissimo medico e che riuscì a capire i meccanismi del funzionamento psicosomatico di questo suo paziente ³eroico e piagnucoloso² ma potente e pericoloso sia per la reputazione che per l¹esistenza del medico stesso.

- Sembra che egli avesse trovato proprio in questi meccanismi l¹aggancio per rendere i sintomi (fisici e psichici) meno devastanti per il suo paziente, sé stesso e l¹ambiente politico europeo.

- Non si sa come abbia fatto, perché da bravo medico, fedele al giuramento di Ippocrate, egli non parlò mai né scriss riguardo alla cura dei suoi clienti.

- Per me era anche un grande medico perché riusciva a trattare il potente Bismarck con più potere di lui come d¹altro canto trattava, con umiltà, gli umiliati miserabili di Berlino.

 

L¹esempio serve ad illustrare le difficoltà di cura di un tipico cliente ³gottoso psicosociale², ma il comportamento e la relazione terapeutica di Schweninger e Bismarck, non sono né un programma né una ricetta, perché noi non siamo Schweninger e il nostro cliente non è Bismarck. L¹esempio illustra solo una possibilità e offre una vaga idea delle capacità mediche, umane, relazionali e sociali richieste dalla cura.

 

2.3 Approccio biomedico

Per la ³biomedicina² la gotta si presenta così:

- Iperuremia (tasso elevato di acido urico nel sangue).

- Depositi salini di acidi urici in articolazioni, borse, organi (spec. reni) e derma (tofi gottosi).

- Attacchi acuti (normalmente articolazione basale dell¹alluce) molto dolorosi che impediscono il movimento, i quali, se non trattati possono diventare cronici, innestarsi negli organi colpiti, e, come complicazioni, aprirsi, creare tumori, causare invalidità e, in casi molto gravi, anche la morte.

Sarebbe quindi da irresponsabili non frenare almeno le conseguenze metaboliche/patologiche, se non quelle psichiche.

              2.3.1   Medicina e naturopatia ³classica²

              2.3.2   Medicina ³oligoterapeutica²

              2.3.3   Esiti di trattamento in genesi somatiche

              2.3.4   Esiti di trattamento in genesi psicosociali

 

 

2.3.1   Medicina e naturopatia ³classica²

- Attacchi acuti: trattati con derivati di colchicina (canonico e naturopatico).

- Predisposizione alla malattia e disturbo latente.

- Trattamento con allopurine, in medicina canonica oppure con Hb. avenae rec.,

Fol. betullae, urticae, Š in naturopatia.

- Correzione della dieta (diminuzione o eliminazione di frattaglie, frutti di mare, pesce, carne rossa, formaggio).

Si notano spesso relativi eccessi dietetici in pazienti coinvolti.

 

2.3.2   Medicina ³oligoterapeutica²

Si occupa specialmente di fattori metabolici e di ³micronutrienti², un aspetto non da trascurare in un disturbo metabolico come la gotta.

 

Partendo da conoscenze metaboliche riguardanti l¹acido urico, un praticante di medicina ortomolecolare farebbe le seguenti riflessioni:

- nel metabolismo dell¹acido urico (importantissimo per la rigenerazione di tessuti e un potente antiossidante ³naturale²) hanno un ruolo centrale:

1. La treonina, un amminoacido essenziale che viene trasformato nell¹organismo, fra l¹altro, in glicina.

2. La vitamina C.

3. Il molibdeno.

 

- Il molibdeno è piuttosto co-responsabile per una ordinata produzione di acido urico; molto probabilmente non è importante per la gotta, che è caratterizzata o da troppa produzione o da troppo poca escrezione.

 

- La treonina è un amminoacido essenziale che:

- Dopo la trasformazione in glicina raggiunge il cervello rapidamente.

- Ha effetti sedativi e attenuanti specie in stati maniacali, d¹irascibilità e di paure.

- La glicina è un amminoacido non essenziale (sintetizzabile dalla treonina):

- Che stimola l¹escrezione di acido urico tramite i reni e abassa così l¹uremia.

- Arriva lentamente anche nel cervello, dove ha gli effetti descritti della treonina, ma lenti e minori.

- Alte dosi di vitamina C stimolano anche l¹escrezione di acido urico e abbassano quindi l¹uremia.

 

Come primo approccio (ipotetico, perché, se l¹oligoterapista è bravo, oltre alla gotta guarda anche altri elementi della sua anamnesi (p.es. stato di Vit. D se disturbi renali, Š) egli proporrà:

- ca. 2 grammi di vitamina C al giorno, ripartita in piccole dosi sulla giornata (non la sera)

- 1Š4 grammi di treonina in 3 dosi prima dei pasti e/o

- 1Š10 grammi di glicina in una o due dosi prima dei pasti

secondo i sintomi che il cliente dimostra: ³maniacali² (treonina) o più ³gottosi² (glicina).

 

Darà dei consigli circa la dieta, come un medico accademico o naturalista, e in più indicherà alimenti ricchi di treonina (soia, lenticchie, trota, pecora, pollo, arachidi, gemme di frumento, ricotta, semi di girasole, uova crude).

 

 

2.3.3   Esiti di trattamento in genesi somatiche

A livello pratico anzitutto è da tener presente che non ogni paziente con sintomi di gotta è un ritratto del sovraesposto ³dirigente caratteriale psichico²:

- La debolezza biologica metabolica può essere sufficientemente rilevante per far scattare un attacco.

 

- Mentre gli elementi psicosociali possono rivelarsi di minore o minima importanza.

 

- In questo caso sicuramente sarà abbastanza promettente una terapia ³biomedica² (sia canonica sia naturopatica sia ortomolecolare).

 

- Secondo la mia esperienza con un trattamento ³biomedico² spariscono spesso anche lievi sintomi narcisistici e isterici (il che per me è indice, che la psicosomatica non è a senso unico o causa-effetto, ma circolo vizioso).

 

2.3.4   Esiti di trattamento in genesi psicosociale

Sarà forse più frustrante l¹esperienza terapeutica nel caso in cui prevalgano elementi psicosociali:

- o le difese ³somatizzanti² sono così forti che la terapia non ³attacca² o essa non viene seguita. Voi passate come terapisti incapaci e il cliente se ne cerca un altro, più bravo;

- o la terapia attacca e butta il cliente in stati d¹animo piagnucolosi, autocompassionevoli, fino a una serie di crisi di autostima alternate ad attacchi di megalomania, irascibilità e prepotenza insopportabili per l¹ambiente sociale e da ultimo socialmente devastanti per il cliente:

- è improbabile che il terapista venga responsabilizzato per questo, perché il nesso non è evidente per una persona non istruita e, data la separazione di compiti nel settore sanitario, con i nuovi malanni il cliente frequenterà un altro terapista (o andrà in una clinica psichiatrica).

- Se non vi sentite di fare un lavoro approfondito, vi accontentate di questa situazione e aspettate che il cliente torni ogni tanto per farsi curare un attacco acuto di gotta, diventando così ancora più insopportabile per i suoi dipendenti.

 

2.4 Relativizzazione dell¹esempio

L¹esempio della gotta è preciso, con delle informazioni specifiche su meccanismi e nessi plausibili.

 

Il limite dell¹esempio è che non va generalizzato per altri disturbi di tipo psicosomatico. Altrimenti si rischia di creare dei bei disastri del tipo ³medicina ottima per malattia sbagliata².

 

Quindi asma, emicrania, nevralgie, coliche, depressioni, lombalgite e altri disturbi di sospettata genesi ³psicosociale² hanno come base:

- Altre predisposizioni biologiche e debolezze metaboliche, ormonali, Š

- Tutt¹altri meccanismi di traumi infantili (o meno).

- Tutt¹altri disturbi di sviluppo di personalità nel contrasto biologico-sociologico.

- Con altre forme di espressione dell¹ambivalenza.

- Con difese tutte diverse per mantenere l¹equilibrio labile dell¹ambivalenza.

- Altri tipi di compensazione comportamentale.

- E infine altre manifestazioni corporee e comunicative.

Che sarebbero tutti da chiarire per il singolo caso e da integrare in un quadro plausibile, come fa il criminalista con i suoi indizi, deduzioni, testimoni, dimostrazioni, Š

 

Per la maggior parte dei disturbi psicosomatici non abbiamo fonti valide come per l¹esempio della gotta. Ma neppure Schweninger le aveva eppure è riuscito, grazie alle sue capacità emotive, cognitive e vegetative, con un misurato, lungo e faticoso processo di percezione, valutazione e comportamento terapeutico. In questo contesto è meno importante il ³sapere enciclopedico² per non dire nozionistico.

 

 

3.0 Nozioni di discipline correlate alla psicosomatica:

Sono dell¹avviso che dovrebbero fare parte integrante della formazione di naturopati (e anche di altri medici) un¹introduzione alla sociologia, alla psicologia in generale nonché ³un¹infarinatura² di psicopatologia e di psicoterapia ³verbale².

 

Malauguratamente i programmi di formazione abituali non lo prevedono e perciò neanche questo corso, che si basa su programmi abituali.

 

Per quanto concerne la psicologia in genere esiste un¹ampia offerta di libri, corsi serali e di educazione pubblica. Invito vivamente ogni partecipante a questo corso ad istruirsi almeno superficialmente in merito.

 

Per quanto concerne gli elementi di:

- sociologia,

- psicopatologia e psicoterapia,

ci si trova davanti al solito problema della scarsità di testi che si rivolgono a noi naturopati, mentre una formazione completa richiederebbe troppo tempo e soldi e non sarebbe nemmeno necessaria.

 

Vi propongo di leggere il seguente testo:

Invito alla psicologia,

di Alessandro Antonietti,

ISBN  88-430-1973-2

 

Per quanto concerne la terapie ortomolecolari:

Il termine ³ortomelocolare² venne introdotto da Linus Pauling (premio Nobel): ³Šmedicina ortomolecolare è il mantenimento di una buona salute e il trattamento delle malattie tramite il cambiamento di concentrazione di sostanze che si trovano per natura nell¹organismo e gli sono necessarieŠ².

 

Gli studi di Pauling e dei suoi seguaci e successori - specialmente del dott. Pfeiffer - hanno rilevato che molti disturbi ³psichici² hanno anche una dimensione ³materiale², metabolica e fisiologica che è accessibile p.es. tramite ³micronutrienti². Questo è un campo altamente interessante per noi naturopati e medici naturalisti. Malauguratamente i testi sono rari, mal distribuiti e prevalentemente in inglese.

 

In merito a questo tema sono previsti dei Seminari. Chi fosse interessato può rivolgersi al nostro segretariato.

 

I testi di riferimento riguardante questi temi sono i fascicoli:

PTO 1    Elementi psicopatologia

PTO 2    Elementi di terapia ortomolecolare

PTO  3: Psicopatologia

PTO 4: Terapia ortomolecolare per frequenti disturbi psichici

disponibili pure presso il nostro segretariato.

 


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