Cerco di ricapitolare brevemente i meccanismi regolatori ormonali più importanti del sistema procreativo. Visto che si tratta di una materia molto complessa, e solo in parte nota, anche la rappresentazione è di conseguenza semplificata e incompleta.
Gli ormoni sono sostanze "messaggere" prodotte da cellule, distribuite grazie alla circolazione, decomposte (parzialmente) nel fegato ed espulse via reni-urina (altrimenti la concentrazione aumenterebbe continuamente).
Le singole cellule sono attrezzate di recettori per determinati ormoni e cambiano il loro funzionamento (inibizione, promozione) e la loro produzione in base a questi messaggi.
Non è tanto la composizione chimica ma la "forma molecolare" che determina l'impiego di una sostanza come "ormone" o "ormonesimile", proprio secondo l'immagine di chiave (ormone) e serratura (recettore della membrana cellulare) indipendentemente da quale materiale sia fatta "la chiave".
Ci sono delle "chiavi" che "tappano la serratura ma non riescono ad aprirla" (bloccanti).
Meglio non immaginarsi gli ormoni come sostanze definite ma come "sistemi di serratura" con funzioni per alcuni simili a "passepartout", altri come chiave per aprire solo poche porte: ci sono p.es. degli "estrogenici" che hanno un effetto sull'utero, mammelle e ovaie, mentre altri non toccano la mammella ma hanno regolari effetti sull'utero e ovaie.
Mentalmente si fallisce riflettendo su un singolo ormone isolato: in realtà si tratta di equilibri dinamici tra diversi ormoni che tengono in moto un determinato processo sistemico. Un esempio lampante sono gli interminabili discorsi sugli estrogeni in menopausa. Questo approccio è diventato limitativo in modo intellettualmente criminale: nel processo sono coinvolti molti più elementi senza i quali non si riesce a dedurre ipotesi corrispondenti alla realtà.
La differenza riguardo gli ormoni sessuali tra maschio e femmina non è qualitativa ma solo quantitativa, nel senso che i relativi organismi producono gli stessi ormoni anche se in quantitativi e in relazioni molto diversi gli uni dagli altri.
La produzione ormonale e i relativi equilibri relazionali sono processi periodici che pare abbiano un ritmo di ca. 28 giorni (in media statistica), corrispondente ca. alle fasi della luna.
Il seguente grafico riporta come ricapitolazione le variazioni ormonali femminili durante un ciclo:
Al termine delle mestruazioni i livelli di LH e FSH sono bassi e diminuiscono. Questo mantiene un minimo livello di gestageni mentre la concentrazione di estrogeni sale.
Fra il dodicesimo e il quattordicesimo giorno i livelli di LH e FSH aumentano "di picco" il che induce a un lento aumento dei gestageni sin dall'inizio del picco e un rapido abbassamento degli estrogeni sincrono all'abbassamento di LH.
In seguito i gestageni aumentano rapidamente mentre FSH e LH tornano lentamente ai livelli medi e gli estrogeni rimangono costanti.
Dopo il diciottesimo giorno ca. (se non c'è stata fecondazione) la FSH comincia a riprendere, i gestageni raggiungono il culmine ca. al ventunesimo giorno, mentre gli estrogeni raggiungono un secondo culmine ca. al ventiduesimo giorno per poi abbassarsi in sincronia con gli estrogeni.
Gli FSH invece aumentano continuamente fino all'inizio delle mestruazioni.
Come promemoria una tabellina delle fluttuazioni ormonali durante un ciclo mestruale:
Variazione di ormoni sessuali durante un ciclo mestruale
Amenorrea (mancante) e oligomenorrea (rara mestruazione) non sono malattie ma fanno parte di disturbi più ampi. Sono spesso accompagnate da mal di testa, depressione, obesità o sottopeso fino a reumatismo.
Emazie funzionali: post partum, post aborti, daapsella bursa pastoris miomi, menopausali.
Emazie irregolari mestruali:
Menorragie: mestruazione con lunghe emazie, ipermenorrea.
Metrorragie: emazie lunghe fuori ciclo.
Terapie: decongestive del piccolo bacino ed ev. regolatori ormonali.
Anzitutto sono da escludere dal ginecologo malattie neoplastiche.
Per le forme funzionali, rimedi efficaci conosciuti fin dai tempi remoti dalle levatrici sono, per casi gravi, Secale cornuto e, per meno gravi, Senecio, Ruta graveolens, Scoparia sarothamni, Poligonum hydropip. e Equisetum.
È molto conosciuta anche la Capsella bursa pastoris, ma incerta secondo il terreno di crescita e difficile da conservare.
Per le irregolarità mestruali con iperemazie (menorragie, metrorragie, ipermenorrea, polimenorrea) si usa Ruta, Scoparia, Poligonum, Equisetum, Senecio come stiptico, aggiungendo Agnus castus come regolatore di estrogeni.
Ovarite → delle ovaie; salpingite → delle tube; anessite → di ovaie/tube; vaginite → della vagina.
Infezioni genitali vedi anche PT 6.1.1
2.1 Ovarite, salpingite, anessite, vaginite
Infiammazione delle ovaie e/o delle tube uterine, spesso conseguente a infezione "saliente" dell'utero/vagina, ogni tanto anche via sangue/linfa.
Salpingite acuta
Sintomi
acuti: improvvisi dolori nel basso ventre, aumento di temperatura, nausea, costipazione (più rara diarrea), ipermenorrea, sensibilità tattile del basso ventre dx. e/o sin.
cronici: sensazione di pressione/pesantezza nel basso ventre, attacchi di febbre o temperature subfebbrili, sedimentazione aumentata.
Complicazioni:
Acute: infiammazioni colon/vescica; perforazioni.
Croniche: per via di impedimento di passaggio tubolare: sterilità, gravidanza extrauterina.
Terapie: immediatamente dal ginecologo che tratterà probabilmente con antibiotici. Complementare → capitolo "malattie infettive".
Tessuto epiteliale uterino (endometrio) in posti "non previsti dell'inventore". Durante la mestruazione si staccano anche loro e possono provocare dei serissimi disagi tipo dismenorrea, ipermenorrea ...
Terapia: ginecologo
Casi lievi come → "dismenorrea", "ipermenorrea" → ric. F1)... I).
Casi medio gravi: trattamento ormonale con l'obiettivo di sopprimere le mestruazioni.
Casi gravi: ectomia (dell'utero, ev. ovaie, tube).
Neoplasmi muscolari uterini benigni. La formazione è spesso connessa con un eccesso di produzione di estrogeni e cede in menopausa (anche lento "riassorbimento" del mioma/fibromioma).
Sintomi: spesso ipermenorrea e/o menorragia che può diventare emazia duratura con anemia secondaria.
Complicazioni: pressione su organi vicini come vescica (disturbi di minzione), colon (costipazione), osso sacro (dolori relativi).
Terapia: in casi gravi ectomia/raschiamento ed eventualmente terapie ormonali per ridurre la produzione di estrogeni. In casi lievi terapia complementare come → "emazie uterine". In terapia complementare si notano successi con enzimi del tipo WOBE MUGOS (tripsina, chimotripsina, papaina).
Di cervice o di corpo uterino (più raro, con prognosi migliore). Sintomi: nello stadio iniziale occulti o scarsi:
Striscio, il PAP-Test rivela i rischi, è da fare regolarmente e da trattare ev. in fase II o III come "papilloma".
Emazie uterine all'infuori delle mestruazioni (specialmente dopo i 40 anni e in menopausa), perdite ematiche acquose (spec. dopo coito e defecazione) anche in gocce va controllato dal ginecologo.
Sintomi nello stadio avanzato se il carcinoma invade organi vicini (vescica, uretere, retto, N. sciatico).
Morte spesso causata da uremia, per via dello strozzamento dell'uretere.
Terapia: oncologo, in fase di rischio come "papilloma" e in fase acuta anche con metodi complementari.
Ogni irregolarità / variazione nei controlli descritti di seguito va chiarita dal ginecologo.
3.3 Ispezione e palpazione mammaria
Controllo A)
Controllo seno A
Controllo delle assi orizzontali e verticali del capezzolo: variazione dall'ultima volta?
Controllo diversità dx. e sin.; variazione dall'ultima volta?
Retrazione della pelle del capezzolo?
Pelle ad "arancio"?
Controllo B)
Controllo seno B
Alzare le braccia: i capezzoli devono seguire il movimento e la simmetria rimane come A). Se un capezzolo rimane indietro: tessuto connettivo indurito: chiarire dal ginecologo!
Controllo C)
Controllo seno C
Palpazione mammelle: i noduli sono sospetti:
Noduli spostabili molli: probabilmente cisti.
Noduli spostabili consistenti: probabilmente fibromi e/o calcificazioni (mastopatie).
Noduli consistenti difficilmente spostabili: sospetto di carcinoma.
Specialmente sospettosi sono i noduli nuovi, crescenti, duri e non spostabili.
Controllo D)
Controllo seno D
Palpazione delle ghiandole linfatiche ascellari: controllo se ingrossate e dure.
3.4 Mammografia
Mammografia:
Calcificazione visibile nell'immagine in alto, un po' a destra della mediana.
Distribuzione
percentuale di carcinomi mammari
3.5 Mastodinia / mastalgia
Sensazione premestruale di tensione / crescita delle mammelle spesso con dolori diffusi o localizzati (mastalgia).
Causa: edemi per via di un sospettato squilibrio ormonale di estrogeni/progesterone.
Neoplasma maligno di ca. 6% delle donne tra i 45?70 anni.
Sintomi:
In primis: nodulo unilaterale nella mammella, spesso consistente, "verrucoso", difficilmente spostabile. In 3 su 4 casi senza dolore.
Progredito: capezzoli secernenti, edemi locali, retrosione dei capezzoli, retrosioni dermiche, pelle "ad arancio", ulcerazioni.
Metastasi: prima nei nodi linfatici regionali, poi in quelli ascellari, più tardi nella spina dorsale, bacino, fegato, polmone, pleura, ovaie.
Terapia:
Oncologo.
Complementare → capitolo "oncologia".
Prevenzione:
La terapia ortomolecolare impiega dosi terapeutiche di Vitamine A (10'000 U.I.) oppure di Betacarotene (15 mg), vitamina C (0.5...1 gr), vitamina E 200 mg) e selenio (200 mcg) come micronutrienti preventivi per donne a rischio.
Abbassamento dell'utero e della vagina fino al prolasso (la vagina fuoriesce dalla vulva) e prolasso totale (utero in vagina capovolta fuoriesce dalla vulva).
Causa:
Spesso insufficienza della muscolatura pelvica e/o dell'apparato di sospensione dell'utero p.es. per via dei parti o in seguito a debolezza del tessuto connettivo.
Sintomi:
Sensazione di pressione, disturbi di minzione (sotto stress), disturbi di defecazione.
Terapie:
Ginnastica pelvica specializzata.
In casi gravi plastica vaginale.
Tonificanti pelvici/tessuto connettivo come equiseto e achillea millefolii.