Cura della respirazione disfunzionale |
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Il seguente trattato è un'estratto leggermente adattato della dispensa Terapie respiratorie. Questa fa parte di un corso in Materia medica popolare tenuto per l'ultima volta nel 2005 a Lugano. Si tratta dell'unità di studio MmP 10: Apparato respiratorio con i seguenti scritti:
Vengono trattati i seguenti temi:
Il trattamento (la cura) della respirazione disfunzionale consiste:
Una grande parte del trattamento è esercizio del cliente, così che il successo dipende soprattutto da lui. Il terapista ha un ruolo:
In dettaglio il lavoro consiste nelle seguenti tappe:
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La regolazione respiratoria nasale e i movimenti della muscolatura parietale toracica sono i due pilastri della correzione e del rinforzo respiratorio.
secondo Julius Parow
Hanno lo scopo di ripristinare il corretto funzionamento della muscolatura parietale toracica senza collaborazione di "ausiliari". Si tratta in particolare di esercizi isometrici:
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Come lavoro d'accompagnamento il terapista può (non deve) eseguire:
Con questi (anche solo i primi tre) esercizi si riesce a ripristinare, in settimane fino a mesi, le funzioni respiratorie del torace, a condizione che siano fattibili, cioè:
Appena è possibile l'esecuzione dei primi tre esercizi "gallo", "fisarmonica", "presenza" si inizia a fortificare il torace cantando, ronzando, gemendo, sospirando in ogni occasione socialmente accettabile. Non importano stonature e volume, basta che il portamento del torace sia corretto per il suono. Così ci si abitua di nuovo all'uso appropriato della voce per il linguaggio. Da solo in macchina si hanno tante possibilità di esercitarsi.
Per chi intende perfezionarsi, consiglio:
Una volta ripreso (anche solo timidamente) il regolare movimento respiratorio del torace e l'uso appropriato della voce, migliora a vista anche la struttura (e non solo toracica), perché c'è di nuovo un massaggio dall'interno ventiquattro ore su ventiquattro e la ginnastica dell'uso vocale come previsto dall'inventore. È molto efficace servirsi come terapista di questi meccanismi; anche rilevanti deformazioni toracico-spinali recedono (persino in persone anziane) con i mesi e gli anni.
secondo Julius Parow
La regolazione respiratoria ordinaria avviene nella stretta nasale e nella nasofaringe:
La respirazione ordinaria è quindi nasale. La respirazione orale è riservata alle espressioni vocali, inevitabile in sforzi fisici (come nella corsa) e sintomo di disfunzione o patologia respiratoria.
L'istruzione d'esercizio di una corretta regolazione respiratoria ordinaria:
In caso di difficoltà di regolazione respiratoria ci sono una gamma d'esercizi e "manipolazioni" per niente spettacolari ma di lavoro minuto che servono a ripristinare le funzioni regolari:
secondo Julius Parow
Quando il movimento toracico e la regolazione respiratoria sono ripristinati e coordinati si può proseguire a ripristinare la respirazione ordinaria normale tramite esercizi con lo scopo che diventi di nuovo automatica. Così è stato all'inizio dei nostri giorni e da qualche parte nel cervelletto il programma ci sarà ancora, solo che il nostro cliente ne usa un altro.
All'inizio questi esercizi richiedono tanta attenzione e concentrazione, rinforzandosi la muscolatura diventano sempre più facili fino a diventare automatismo. Naturalmente devono essere:
La tanto temuta (con tutte le ragioni iperventilazione in esercizi respiratori si evita con la semplice massima di mai usare più fiato di quello che l'organismo strettamente richiede (si prende). Respirazione "profonda" non è respirazione efficace.
Il movimento respiratorio toracico-diaframmale varia continuamente anche il volume addominale. La muscolatura lombo-addominale deve seguire elasticamente e passivamente questo spostamento e quindi sono superflui se non danneggianti degli esercizi di respirazione "ventrali". Nota bene che il movimento passivo-elastico si estende allo stesso modo sulle zone ventrali e sulle zone dei fianchi!
Il nostro stile di vita sedentario induce invece spesso un'accentuata lordosi lombale con i muscoli lombali ipercontratti, iperestesi gli addominali. Tutte e due queste fasce di muscoli troppo tese e poco capaci di cedere alle variazioni volumetriche della cava addominale. Non è una buona idea "rinforzare gli addominali" perché, oltre ad aumentare la pressione sulle vertebre lombali, incastra ancora di più il movimento respiratorio toracico. È molto meglio allentare e imparare a distendere tutta la muscolatura lomboaddominale. Senza distensione ventrale, specialmente della porzione sotto l'ombelico, diventa impossibile una regolare ispirazione.
Queste "deformazioni" non richiedono esercizi, salvo quelli distensivi, bensì la mano di un terapista che se ne intende di lavori posturali. Non è poi così difficile perché nel complesso del lavoro toracico si orienta facilmente la relativa posizione di torace e bacino (tramite la spina), estendendo i muscoli lombali e contraendo gli addominali, allentando tutti e due per riportarli al loro equilibrio di tono.
Tecnicamente è più proficuo riattivare il movimento passivo dei fianchi (Mm. Transversus abd., Quadratus lumb., Erector spinae) ed allentare il ventre (Mm. Rectus abd. Obliqui abdom.) che lavorare sulle vertebre lombali e sull'apertura toracica inferiore e anteriore.
Conviene invece spesso lavorare il bordo del bacino anteriore e l'apertura toracica inferiore posteriore per raggiungere più efficacemente il traguardo del riorientamento toracico-pelvico tramite la muscolatura lombo-addominale.
Solo in casi eccezionali di erronea "ginnastica respiratoria" o esercizi di Yoga mal controllati, traumi anestetici e operativi o accidentali, lunghi forti dolori toracici-addominali e altri sforzi che abbiano indotto perversioni movimentali, inizialmente bisogna indurre, o per esercizio o per lavoro manuale, una corretta coordinazione movimentale tra torace e cingolo pelvico.
La normalizzazione del movimento toracico e la giusta reazione passiva e distesa del cordone muscolare lombo-addominale con il susseguente riorientamento toracicopelvico, ripristina automaticamente il movimento funzionale del diaframma. Con la respirazione ordinaria nasale e la vocalizzazione come antagonisti e regolatori di questo movimento, acquista efficacia in poco tempo.
Esercizi diaframmali come "respirazione ventrale" coinvolgono attivamente muscolatura di portamento e adattamento e indeboliscono così la muscolatura respiratoria principale.
Dei lavori posturali ben fatti per "liberare il diaframma" si rivolgono ai movimenti intercostali e inducono solo indirettamente per reazione una risposta diaframmale. Chi conosce esattamente "la linea d'origine diaframmale" potrà riequilibrare e ricoordinare il movimento toracico-diaframmale in modo molto efficace.
Spesso sono "disinseriti" singoli areali di fibre muscolari diaframmatiche a causa di traumi fisici. L'abile "operatore manuale" li trova e li riattiva seguendo attentamente tutta la circonferenza di allacciamento diaframmatico tra xifoide e vertebra coinvolte.
Il "tono muscolare" influisce notevolmente sulla respirazione. Sia:
Questo è da valutare e considerare in pazienti tesi, carichi, esausti, esauriti ..., meglio toccare che ascoltare in questo contesto. Spesso si incontrano anche strane combinazioni di floscio e teso in diverse parti dell'apparato motorio. In opposizione all'opinione corrente che gli esercizi di distenzione possano fare solo bene, nel caso di un "esaurito-floscio" essi sono antiterapeutici.
Ammetto che la maggioranza, anche dei miei clienti, è ipertesa. L'esercizio più efficace in merito è:
Dopo diverso tempo s'impara così a distendersi bene anche in minor tempo e in altre posizioni.
Le tecniche distensive sono diventate un proficuo mercato e hanno senz'altro anche importanti funzioni sociali. Ma nessuna tecnica o suggestione è più efficace della sopra menzionata.
In disfunzioni o patologie della regolazione respiratoria ordinaria (stretta nasale, cupola nasofaringeale) il cliente respira con la bocca. Se non è possibile ripristinare con semplici trucchi e in tempo utile la respirazione nasale, bisogna ricorrere a una regolazione respiratoria ausiliaria: si sostituisce la resistenza naso-faringeale con una resistenza boccale:
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secondo Julius Parow
La respirazione rimane continuamente in stato di tensione e non trova mai pace. Provoca irritazione ai bronchi, polmoni mai lasciati in pace e induce attacchi nervosi. Il continuo "affollamento" dei polmoni facilita l'evoluzione di enfisemi.
Se il cliente non riesce a modificare l'abitudine deve imparare ad accompagnare ogni minimo sforzo (anche emotivo) con una leggera espirazione senza prendere fiato prima e senza abbassare il torace. Spesso riesce meglio se l'espirazione è accompagnata da un leggero sospiro senza pressione. Ci vuole pazienza, perché è fattibile solo dopo che il torace ha riacquistato la sua "grinta".
Lasciar correre il respiro e lasciarlo in pace si familiarizza bene con l'immaginazione di tenere sempre vuoti i polmoni a stomaco disteso e torace inferiore chiuso. La necessaria ventilazione si presenta automaticamente.
Irritazione della gola che sparisce a poco a poco con l'impiego della regolazione respiratoria corretta. Sparisce in fretta inspirando con le labbra aperte un millimetro e movimento "a fisarmonica" del torace; le coste si tengono larghe non "espirando" ma lasciando andare l'aria. Al paziente sembra strano il fatto di non espirare volutamente.
Nel tossire si tende a ritirare il ventre basso. Meglio sarebbe alzare lo sterno, ma questo è difficile per il principiante.
Per le correzioni vedi capitolo 2.8 "Formazione della voce". Dove non è possibile, inizialmente si consiglia:
secondo Julius Parow
L'applicazione degli esercizi per il torace e la regolazione respiratoria rinforza notevolmente e automaticamente la respirazione. Il massimo rigore lo si acquista cantando estensivamente, all'inizio sotto il controllo di un insegnante di canto. Anche i seguenti esercizi possono aiutare a rinforzare una respirazione ripristinata:
Meglio farsi controllare dall'esperto.
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secondo Julius Parow
La spina dorsale deve portare il torace e fissarlo in respirazione. Questo lavoro viene svolto soprattutto dai Mm. erectores spinae e serrati. Quando questi sono deboli influenzano anche il funzionamento respiratorio. Nella nostra cultura sedentaria è pressoché impossibile incontrare una spina dorsale in ordine, si trova ancora nei popoli che abitualmente portano i loro pesi sulla testa (che sarebbe già un ottimo esercizio, portarsi un libro sulla testa durante le attività giornaliere; avvolto in un asciugamano intorno al cranio). Per il resto consiglio esercizi per la schiena insegnati dalle varie scuole.
Applicando i principi e le tecniche di cui sopra si riesce:
È quasi sempre anche necessario eliminare esercizi respiratori controproducenti che suggeriscono uno dei seguenti elementi:
Respirare coscientemente significa anzitutto raccogliere l'aria con il naso e percepirla coscientemente con i sensi del tatto e dell'olfatto. Come il mangiare consiste nel masticare e gustare il nutrimento, il respiro consiste nel sentire e annusare l'aria. Come è privo di senso riempirsi al massimo lo stomaco e il ventre, è privo di senso riempirsi i polmoni e il torace con aria. Come alla digestione debole e ammalata serve poco cibo in piccole porzioni, all'apparato respiratorio leso serve una respirazione con poca aria. Respirare più di quanto l'organismo richiede è stancante e carica smisuratamente la circolazione. Anche gli esercizi saranno da eseguire lentamente e con meno aria possibile!
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