Medicina popolare

per autodidatti

 

 

ottobre 16, 2005


Indice della pagina

 

1.0 Introduzione

       1.1 Respiro autonomo e controllato

       1.2 Condizioni di respirazione autonoma

       1.3 Respiro come strumento

       1.4 Scopi di respirazione controllata

 

2.0 Respirazione funzionale

       2.1 Basi anatomiche e fisiologiche

       2.2 Movimento respiratorio

       2.3 Portamento e respirazione ≥ordinaria≤

       2.4 Respirazione durante sforzi fisici

       2.5 Rendimento respiratorio

       2.6 Forma respiratoria e scambio di gas

       2.7 Regolazione respiratoria

2.8 Formazione del suono

       2.9 Ginnastica naturale respiratoria

 

3.0 Respirazione disfunzionale

       3.1 Errori movimentali del tronco

       3.2 Impedimento del diaframma

       3.3 Errori movimentali addominali

       3.4 Errori movimentali polmonari

       3.5 Errori di regolazione respiratoria

       3.6 Cause per la respirazione disfunzionale

       3.7 Sviluppo della respirazione disfunzionale

 

4.0 Trattamento della respirazione disfunzionale

       4.1 Generale

       4.2 Esercizi toracici

       4.3 Regolazione respiratoria

       4.4 Esercizi di respirazione ordinaria

       4.5 Eliminazione di errori respiratori

       4.6 Rinforzo della respirazione

       4.7 Correzione della spina dorsale

       4.8 Obiettivi e successi

 

MN 4.10

Terapie respiratorie

 

© Peter Forster

Bianca Buser

 

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Pagine correlate: Apparato respiratorio MmP 10

5.0 Respirazione patologica

       5.1 Dilatazione polmonare (enfisema)

       5.2 Asma bronchiale

 

6.0 Trattamento delle patologie respiratorie

       6.1 Dilatazioni polmonari (enfisemi)

       6.2 Bronchiestasie

       6.3 Tubercolosi polmonare

       6.4 Silicosi

       6.5 Operazioni toraciche

       6.6 Cicatrici pleuriche

       6.7 Asma bronchiale

6.8  Altre patologie trattabili con la terapia respiratoria

 

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... , quando gli amanti nel bacio sincronizzano il loro respiro ...  (Montherland)

 

Indice MN 4.10 Terapie respiratorie

 

1.0 Introduzione

       1.1 Respiro autonomo e controllato

       1.2 Condizioni di respirazione autonoma

              1.2.1   Attivit‡

              1.2.2   Sforzo

              1.2.3   Condizioni fisiche esterne e interne

              1.2.4   Emozioni e le loro espressioni respiratorie

              1.2.5   Espressione di condizioni vegetative

              1.2.6   Abitudini respiratorie

       1.3 Respiro come strumento

              1.3.1   Controllo del respiro

              1.3.2   Allenamento e abitudini respiratorie

              1.3.3   Impiego fisiologico e ideologico

       1.4 Scopi di respirazione controllata

              1.4.1   Perfezionamento di attivit‡

              1.4.2   Controllo di emozioni

              1.4.3   Manipolazione di funzioni vegetative

              1.4.4   Terapie respiratorie

                         1.4.4.1   Terapia di disfunzioni e patologie respiratorie

                         1.4.4.2   Terapie alternative respiratorie

                                       1.4.4.2.1 Terapie respiratorie di Schmitt, D¸rckheim, Olschewski, ...

                                       1.4.4.2.2 Prana Yoga

                                       1.4.4.2.3 Meditazione

                                       1.4.4.2.4 Training autogeno, metodo di distensione progressiva muscolare Jacobson

                                       1.4.4.2.5 Terapie processuali

                                       1.4.4.2.6 Rebirthing, regressione

              1.4.5   Usurpazioni ideologiche

                         1.4.5.1   Adetti e ≥maestri≤

                         1.4.5.2   Effetti

2.0 Respirazione funzionale

       2.1 Basi anatomiche e fisiologiche

              2.1.1   Diaframma

              2.1.2   Muscolatura respiratoria toracica

              2.1.3   Idee sui movimenti respiratori

                         2.1.3.1   Modelli fisioterapeutici

                         2.1.3.2   Modello del Netter

                         2.1.3.3   Modello di Parow

       2.2 Movimento respiratorio

              2.2.1   Modello di meccanica respiratoria

              2.2.2   Ruolo dinamico dei polmoni

              2.2.3   Ispirazione afonica

              2.2.4   Espirazione afonica

              2.2.5   Respirazione nasale e orale

              2.2.6   Squilibri e superstizioni respiratori

       2.3 Portamento e respirazione ≥ordinaria≤

              2.3.1   Coinvolgimento della ≥muscolatura ausiliaria≤

              2.3.2   Postura e respirazione

              2.3.3   Lavoro corporeo posturale respiratorio

       2.4 Respirazione durante sforzi fisici

       2.5 Rendimento respiratorio

       2.6 Forma respiratoria e scambio di gas

       2.7 Regolazione respiratoria

       2.8 Formazione del suono

              2.8.1   Regolazione respiratoria nel suono

              2.8.2   Tratti superiori respiratori

              2.8.3   Fonazione e laringe/corde vocali

              2.8.4   Sonorizzazione e faringe

              2.8.5   Vocalizzazione/articolazione

                         2.8.5.1   Cavit‡ nasale, muscolatura mimica

                         2.8.5.2   Cavit‡ boccale, lingua, labbra, mandibola

       2.9 Ginnastica naturale respiratoria

              2.9.1   Gemito

              2.9.2   Sospiro

              2.9.3   Sbadiglio

              2.9.4   Sorriso

              2.9.5   Soffiare e zufolare

              2.9.6   Starnutire

              2.9.7   Tossire

3.0 Respirazione disfunzionale

       3.1 Errori movimentali del tronco

       3.2 Impedimento del diaframma

       3.3 Errori movimentali addominali

       3.4 Errori movimentali polmonari

       3.5 Errori di regolazione respiratoria

       3.6 Cause per la respirazione disfunzionale

              3.6.1   Deformazioni spinali/toraciche

              3.6.2   Rigidit‡ muscolari lombo-addominali

              3.6.3   Abitudini di abbigliamento

              3.6.4   Debolezze di muscolatura toracica

              3.6.5   Malattie nasali

              3.6.6 Traumi fisici e psichici

              3.6.7   Tensioni muscolari e abitudini respiratorie emotive/psichiche

              3.6.8   Disturbi vocali

       3.7 Sviluppo della respirazione disfunzionale

              3.7.1   Respirazione pressata

 

4.0 Trattamento della respirazione disfunzionale

       4.1 Generale

              4.1.1   Massime per il lavoro respiratorio

       4.2 Esercizi toracici

       4.3 Regolazione respiratoria

       4.4 Esercizi di respirazione ordinaria

              4.4.1   Muscolatura lombo-addominale

              4.4.2   Diaframma

              4.4.3   Distensione generale

              4.4.4   Regolazione respiratoria ausiliaria

       4.5 Eliminazione di errori respiratori

              4.5.1   Trattenimento respiratorio

              4.5.2   Tosse

              4.5.3   Disturbi vocali

       4.6 Rinforzo della respirazione

       4.7 Correzione della spina dorsale

       4.8 Obiettivi e successi

5.0 Respirazione patologica

       5.1 Dilatazione polmonare (enfisema)

              5.1.1   Sviluppo della dilatazione

                         5.1.1.1   Respirazione pressata continua

                         5.1.1.2   Movimenti toracici paradossali

                         5.1.1.3   Attacchi di asma a causa della dilatazione polmonare

       5.2 Asma bronchiale

              5.2.1   Malattie asmatiche

              5.2.2   Asma spastico-nervosa

              5.2.3   Asma allergica-eczematosa

              5.2.4   Nervosismo e asma

              5.2.5   Asma e ipersensibilit‡ emotiva ansiosa

              5.2.6   Asma catarrale

              5.2.7   Evoluzione dellπasma

6.0 Trattamento delle patologie respiratorie

       6.1 Dilatazioni polmonari (enfisemi)

              6.1.1   Respirazione pressata negli enfisemi

              6.1.2   Movimenti toracici paradossali

              6.1.3   Prevenzione di enfisemi, bronchiti croniche

       6.2 Bronchiestasie

       6.3 Tubercolosi polmonare

       6.4 Silicosi

       6.5 Operazioni toraciche

       6.6 Cicatrici pleuriche

       6.7 Asma bronchiale

              6.7.1   Cedimento della parete addominale

              6.7.2   Stimolazione del diaframma

              6.7.3   Disinserimento della respirazione pressata

              6.7.4   Diminuzione di attacchi

              6.7.5   Trattamenti sintomatici

       6.8 Altre patologie trattabili con la terapia respiratoria funzionale

 


1.0 Introduzione

Ho deciso di essere esplicito in questa dispensa per i seguenti motivi:

- Un naturopata dovrebbe intendersi di una funzione elementare come il respiro.

- Sul mercato alternativo girano le pi˘ diffuse idee in merito e spesso le loro applicazioni sono antiterapeutiche.

- Nella letteratura medica esiste poco di fondato, e di conseguenza anche le tecniche paramediche sono spesso basate pi˘ su delle credenze che su dei fatti.

- Lπopera di Julius PAROW che malauguratamente esiste solo in tedesco fornisce delle basi pulite e plausibili, sia teoriche che tecniche, applicabili anche dal terapista.

 

Nellπintroduzione vengono trattati i seguenti temi:

       1.1 Respiro autonomo e controllato

       1.2 Condizioni di respirazione autonoma

       1.3 Respiro come strumento

       1.4 Scopi di respirazione controllata

 

 

1.1 Respiro autonomo e controllato

Lπinventore ha previsto che il respiro funzioni automaticamente, nÈ controllato nÈ imposto dalla volont‡. Lo dimostrano dei fatti come il sonno, lo svenimento, la narcosi, la limitata capacit‡ di trattenere il fiato e che per fortuna la maggior parte di noi, durante il giorno, ha meglio da fare che controllare e guidare il proprio respiro.

 

Dπaltra parte siamo capaci di controllare e guidare il respiro entro certi limiti. Questa grazia Ë sfruttabile come strumento per diversi scopi ed Ë comunemente applicata nelle umane capacit‡ di linguaggio e canto.

 

1.2 Condizioni di respirazione autonoma

Ci sono tanti tipi di respirazione autonoma che dipendono dallπattivit‡, dallo sforzo, dalle condizioni fisiche, dallπemozione e da condizioni vegetative nonchÈ da abitudini respiratorie.

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              1.2.1   Attivit‡

              1.2.2   Sforzo

              1.2.3   Condizioni fisiche esterne e interne

              1.2.4   Emozioni e le loro espressioni respiratorie

              1.2.5   Espressione di condizioni vegetative

              1.2.6   Abitudini respiratorie

 

1.2.1   Attivit‡

Nelle attivit‡ contano i movimenti corporei, la voce e la lingua:

- I movimenti corporei in senso lato, spaziano dal nuoto, la corsa, le attivit‡ artigianali, i movimenti spontanei quotidiani, la passeggiata, fino al riposo, al sonno e al sogno.

- Lingua e voce interessano in modo particolare attivit‡ come la recitazione, il canto e lπesercizio di strumenti a fiato.

 

1.2.2   Sforzo

Lo sforzo delle attivit‡ (anche del respiro, dei movimenti cardiaci e peristaltici) richiede pi˘ o meno aria secondo:

- il fabbisogno reale e

- lπimpiego economico dei movimenti respiratori stessi (maggior effetto a minimo sforzo).

 

1.2.3   Condizioni fisiche esterne e interne

Le condizioni fisiche.

- Esterne come temperatura, umidit‡, inquinamento, odori, ä

- e il funzionamento individuale dellπapparato respiratorio

- fino alle patologie respiratorie di naso, gola, trachea, bronchi, polmoni, pleura e muscolatura respiratoria) sono altrettanto determinanti per il respiro.

 

 

 

1.2.4   Emozioni e le loro espressioni respiratorie

Lπemozione.

- Uno spavento ci toglie il fiato.

- Un grande sospiro Ë liberatorio.

- Lπattesa rende il respiro corto e piatto,

- o calmo e profondo in mezzo alla sfida dellπopera dimenticandosi di sÈ stesso.

- Non si esprime esclusivamente con il portamento, la gestualit‡ e la mimica ma anche con il pianto, i sospiri, i singhiozzi, i gemiti ..., ci fa ridere e urlare fino a tipici meccanismi respiratori dπemergenza come nellπisterismo, o nel panico, (≥mortificato≤, ≥rimanere di stucco≤) ä

 

1.2.5   Espressione di condizioni vegetative

Delle condizioni vegetative si esprimono in movimenti come lo sbadiglio, lo starnuto, la tosse, il raschio (pulirsi la gola), il vomito, lπimpulso di strozzamento, il singhiozzo, il rutto, il russare ä

Anche altre condizioni vegetative inconscie e coscienti (dolore, prurito, solletico, ä) cambiano la respirazione.

 

1.2.6   Abitudini respiratorie

Le abitudini respiratorie vengono impostate con lungo esercizio di forme respiratorie relate a determinate attivit‡.

- Volute e coscienti nellπallenamento o

- inconsce per via di:

- innumerevoli ripetizioni spontanee o

- di traumi o frustrazioni subiti.

 

1.3 Respiro come strumento

Vengono trattati i seguenti temi:

              1.3.1   Controllo del respiro

              1.3.2   Allenamento e abitudini respiratorie

              1.3.3   Impiego fisiologico e ideologico

 

1.3.1   Controllo del respiro

Lπinventore ci ha regalato la grazia di sfruttare il respiro come strumento, di poter controllarlo per determinati scopi consci o inconsci. Il pi˘ noto Ë lπuso della voce.

 

1.3.2   Allenamento e abitudini respiratorie

Il controllo del respiro come strumento permette di allenarlo (coscientemente o incoscientemente), instaurando (o modificando) automatismi comodi o utili per certe circostanze.

 

1.3.3   Impiego fisiologico e ideologico

Come di solito ci si pone la domanda sullπuso dello strumento:

- Che gli scopi o gli automatismi siano fisiologicamente economici.

- Indipendentemente da quali effetti collaterali fisici e psichici essi abbiano.

- Che siano relazionalmente e socialmente sostenibili o scusabili.

- Insomma, che venga usato in modo saggio, spensierato o come se dovessimo, ancora una volta, correggere lπinventore, visto che pare abbia sbagliato proprio tutto.

 

1.4 Scopi di respirazione controllata

I principali scopi dellπuso del respiro come strumento sono il perfezionamento di determinate attivit‡, il controllo di emozioni (e le loro espressioni), la manipolazione di funzioni vegetative, tentativi terapeutici e lπusurpazione ideologica di funzioni corporee e mentali tramite il respiro.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

              1.4.1   Perfezionamento di attivit‡

              1.4.2   Controllo di emozioni

              1.4.3   Manipolazione di funzioni vegetative

              1.4.4   Terapie respiratorie

              1.4.5   Usurpazioni ideologiche

                         1.4.5.1   Adetti e ≥maestri≤

                         1.4.5.2   Effetti

 

1.4.1   Perfezionamento di attivit‡

Il perfezionamento di determinate attivit‡ Ë un fattore comune della cultura umana, lo fa lπartigiano per economizzare gli sforzi del suo mestiere, il nuotatore di competizione, il cantante lirico e il trombonista e parte della loro bravura dipende proprio da quanto riescono ad automatizzare, coordinare, sincronizzare, controllare il loro respiro.

 

1.4.2   Controllo di emozioni

Il controllo di emozioni e delle loro espressioni si basa sulla semplice esperienza umana individuale. Si puÚ indirettamente riuscire a domare certe emozioni tramite il respiro fino al punto di poter modificare degli stati dπanimo. Chi da bambino non ha fatto lπesperienza di sopprimere dolori psichici trattenendo il fiato e facendo pressione sullπaddome, chi non ha mai trattenuto le lacrime, il singhiozzo, lo starnuto o lo sbadiglio come espressioni vegetative o emotive socialmente malviste?

 

1.4.3   Manipolazione di funzioni vegetative

La manipolazione di funzioni vegetative, tramite il respiro, puÚ essere legata:

- Pi˘ verso scopi emotivi spontanei come ai dolori. Il dentista ti fa respirare attraverso il naso per minimizzare lπimpulso di strozzamento.

- Pi˘ verso obiettivi generalizzati negli esercizi di respirazione distensivi (p.es. Training autogeno, rilassamento muscolare progressivo Jacobson, distensione respiratoria).

- O pi˘ verso obiettivi specifici fisiologici e psichici come in certe scuole di Prana Yoga e nelle terapie respiratorie occidentali. Meglio tener presente che si tratta qui di una specie di medicazione con precise indicazioni e controindicazioni, effetti collaterali e non desiderati che sono taglienti e si trovano meglio nelle mani dellπesperto.

 

1.4.4   Terapie respiratorie

Da tempi remoti e in tutte le culture mediche si usa il respiro a scopo terapeutico e ciÚ Ë rimasto specialmente nelle tradizioni orientali. Anche la medicina occidentale si serve di questo strumento sia clinicamente sia in modo complementare e alternativo.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

                         1.4.4.1   Terapia di disfunzioni e patologie respiratorie

                         1.4.4.2   Terapie alternative respiratorie

 

 

1.4.4.1   Terapia di disfunzioni e patologie respiratorie

La possibilit‡ di allenamento respiratorio permette di:

- Ripristinare funzioni respiratorie lese come avviene negli ospedali p.es. dopo gli infarti polmonari.

- ≥Correggere≤ delle irregolarit‡ posturali e anatomiche e movimentali come lo tentano spesso i fisioterapisti.

- Curare disfunzioni e patologie legate allπapparato respiratorio dal naso fino ai muscoli respiratori principali e ausiliari come viene proposto della medicina complementare.

 

Come terapista corporeo, personalmente utilizzo ampiamente il respiro del cliente:

- Lavoro nel ritmo del suo respiro.

- Seguo i micromovimenti respiratori ed, eventualmente, li amplifico.

- Ma non li induco mai, nÈ li ≥correggo≤ attivamente.

- Uso molto raramente ≥esercizi respiratori≤, salvo in casi patologici (PAROW).

 

1.4.4.2   Terapie alternative respiratorie

La respirazione Ë un processo vitale. Funziona automaticamente. In certi limiti Ë anche controllabile ed influenzabile. Su questo fatto si basano delle tecniche respiratorie coscienti, che spesso sono pi˘ ideologiche che fisiologiche.

Molti terapisti che lavorano con il tocco dedicano una grande attenzione alla respirazione sia conscia sia inconscia: adattando il loro respiro al ritmo del cliente, riattivando la muscolatura respiratoria non attiva, dando istruzioni di respiro ä Altre terapie usano il respiro cosciente per scopi spirituali o per il sostegno di esercizi fisici (Prana e Hatha Yoga), ancora altri per raggiungere degli stati muscolari o emotivi alterati.

 

Lπaltro argomento Ë la qualit‡ dellπaria stessa in una certa regione. Nel secolo scorso esistevano delle cliniche in alta montagna per la cura della tubercolosi che sparirono o vennero trasformate con la quasi scomparsa della malattia. Chiss‡ quando riprender‡ la tradizione visto lπaumento delle malattie respiratorie.

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

                                       1.4.4.2.1 Terapie respiratorie di Schmitt, D¸rckheim, Olschewski, ...

                                       1.4.4.2.2 Prana Yoga

                                       1.4.4.2.3 Meditazione

                                       1.4.4.2.4 Training autogeno, metodo di distensione progressiva muscolare Jacobson

                                       1.4.4.2.5 Terapie processuali

                                       1.4.4.2.6 Rebirthing, regressione

 

1.4.4.2.1    Terapie respiratorie di Schmitt, D¸rckheim, Olschewski, ä

Serie di esercizi respiratori con scopi prevalentemente distensivi.

 

1.4.4.2.2    Prana Yoga

Una parte del Hatha Yoga della tradizione spirituale indiana.

Prana => fiato, tradotto anche come energia vitale, forza vitale, ä

Yoga => giogo, tradotto anche come disciplina, guida, controllo, ä

Hatha => fisico, tradotto anche come corpo, organismo, movimento, posizione, ...

Il Prana Yoga insegna la respirazione cosciente spesso sincronizzata con esercizi fisici per raggiungere effetti fisiologici ed emotivi. Il mio insegnante in merito KERNEŒZ pi˘ di trentπanni fa mπinsegnÚ le seguenti massime per lπapplicazione medica:

- Lπesercizio respiratorio va trattato come un medicamento, applicato in modo discriminatorio valutando il minor male secondo indicazioni e controindicazioni, effetto ed effetto collaterale.

- Quando il medicamento diventa unπabitudine, danneggia.

 

1.4.4.2.3    Meditazione

Spesso respirazione cosciente connessa con determinate posizioni ed immaginazioni per raggiungere stati di coscienza alterati.

 

1.4.4.2.4    Training autogeno, metodo di distensione progressiva muscolare Jacobson

Una buona parte di questo metodo consiste nella respirazione cosciente ≥indirizzata≤ per raggiungere stati di distensione muscolare ed emotiva.

 

 

1.4.4.2.5    Terapie processuali

Tante terapie processuali basandosi su REICH, MINDELL, ä usano il respiro come strumento.

 

1.4.4.2.6    Rebirthing, regressione

Respirazione cosciente forzata per raggiungere una iperventilazione con degli stati di coscienza alterati.

 

1.4.5   Usurpazioni ideologiche

Lπusurpazione ideologica di funzioni corporee tramite il respiro si basa su due idee fondamentali:

- Che lπinventore comunque abbia sbagliato, obbligandoci a vivere in qualcosa di cosÏ profano come un corpo;

- e quindi bisogna farlo funzionare secondo i nostri trascendentali concetti spirituali.

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

- Adetti e ≥maestri≤.

- Effetti.

 

1.4.5.1   Adetti e ≥maestri≤

- Gli addetti pi˘ ignoranti di questo stampo si riconoscono quando tentano di insegnare come si respira ≥giustamente≤.

- I ≥maestri≤ di questo genere fanno fare delle complicatissime teorie respiratorie (che hanno contro di sÈ solo la realt‡ anatomica e fisiologica) e una vera ≥farmacia≤ di esercizi (ma senza spiegare gli effetti, le indicazioni e le controindicazioni).

 

1.4.5.2   Effetti

Sembra un divertimento come un altro ma non lo Ë pi˘ quando come terapista si tocca il torace di un discepolo di questa disciplina dopo qualche anno:

- Quasi tutti sono riusciti a disinserire il movimento della muscolatura respiratoria principale.

- Impiegando nel movimento quella ausiliaria che sarebbe prevista per la tenuta delle forze respiratorie.

Si accusano, in seguito, i pi˘ diversi sintomi neurovegetativi, motori, digestivi e cardiocircolatori.

 

2.0 Respirazione funzionale

Vengono trattati i seguenti temi:

       2.1 Basi anatomiche e fisiologiche

       2.2 Movimento respiratorio

       2.3 Portamento e respirazione ≥ordinaria≤

       2.4 Respirazione durante sforzi fisici

       2.5 Rendimento respiratorio

       2.6 Forma respiratoria e scambio di gas

       2.7 Regolazione respiratoria

2.8 Formazione del suono

       2.9 Ginnastica naturale respiratoria

 

 

2.1 Basi anatomiche e fisiologiche

Il movimento respiratorio Ë:

- lπespansione e la compressione dei polmoni tramite la pleura, un movimento perfettamente passivo, provocato da movimento e forze sincronizzate di muscoli principali e ausiliari di ispirazione ed espirazione.

 

Il seguente ritratto di un plastinato di Von Hagens rende lπidea della disposizione degli organi toracici e addominali coinvolti. Visto che si tratta di un cadavere, il diaframma Ë completamente atonico, cosa che non succede in un essere vivente.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

              2.1.1   Diaframma

              2.1.2   Muscolatura respiratoria toracica

              2.1.3   Idee sui movimenti respiratori

 

 

 

2.1.1 Il diaframma

Il diaframma Ë il muscolo principale del movimento respiratorio. Il seguente dipinto del NETTER fa vedere particolarmente bene le ≥sospensioni≤ posteriori legamentose tra vertebre lombari L1...L4 e la punta della 12a vertebra. Lateralmente e anteriormente il diaframma Ë fissato alle parti cartilaginose interne delle ultime sei coste.

La contrazione del diaframma lo appiattisce ed esercita delle forze verso lπinterno (centripete):

- Sulle vertebre lombari L1äL4 (trazione ventro-craniale).

- Sulle parti anteriori delle coste 6ä12 e quindi sulle loro giunture costovertebrali (rotazione caudale).

- Sul processo xifoideo dello sterno (trazione craniale).

 

 

Queste forze devono essere compensate maggiormente (non raffigurate sul dipinto):

- Dalla muscolatura toracica (specialmente la parte intrinseca).

- Dalla muscolatura dellπerector trunchi tra le vertebre C7 e L4, fascia muscolare posturale (di tenuta) per ecellenza.

 

 

2.1.2   Muscolatura respiratoria toracica

Il seguente dipinto del NETTER (torace interno ventrale ed esterno dorsale) d‡ unπidea della muscolatura toracica capace della formazione attiva del torace e compensatoria alle forze esercitate dal diaframma:

- Le fasce muscolari diaframmali che appiattiscono la campana diaframmale longitudinalmente.

- I muscoli intercostali interni ed esterni che creano delle forze trasversali aprendo la campana toracica e che si oppongono alle forze centripete del diaframma.

 

Il movimento toracico Ë controbilanciato dai muscoli con prevalenti funzioni di tenuta posturale:

- Ventralmente (verso lo sterno) dai muscoli transversi toracali e

- dorsalmente dai muscoli serrati, levatores costarum e transversospinalis in competizione con lπerector spinae con la primordiale funzione di mantenere la postura longitudinale.

 

In direzione craniale il torace Ë tenuto in posizione (appeso) dalla muscolatura (posturale) collare profonda e dai muscoli scaleni e sternocleidomastoidei alla spina cervicale e al cranio.

 

Lπappiattimento del diaframma guadagna volume nella cavit‡ toracica a scapito della cavit‡ ventrale-pelvica; gli organi si spostano e richiedono volume. Questo Ë regolato dalla muscolatura lombo-ventrale dove:

- In direzione trasversale i muscoli obliqui e il transversus abdominis regolano il volume (per tenuta e movimento). - In direzione longitudinale i muscoli rectus abdominis, quadratus lumborum e la relativa porzione dellπerector trunchi competono nel mantenimento posturale.

 

Si noti anche ≥lπintreccio≤ delle origini del diaframma con il muscolo transversus abdominis sulle parti cartilaginose delle sei coste inferiori e la fissazione del diaframma al processo xifoideo.

 

P.S.: I muscoli serrati posteriori fanno parte dellπapparato che affranca il torace alla spina dorsale e sono ≥posturali≤. Il loro impiego come ≥movimentali respiratori≤ crea serie deformazioni sia spinali sia toracici.

 

2.1.3   Idee su movimenti respiratori

Vengono trattati i seguenti argomenti:

                         2.1.3.1   Modelli fisioterapeutici

                         2.1.3.2   Modello del Netter

                         2.1.3.3   Modello di Parow

 

 

2.1.3.1   Modelli fisioterapeutici

La classificazione della muscolatura respiratoria secondo gli abituali libri dei fisioterapisti Ë ca. la seguente:

Muscoli ispiratori:

- Principali:

- *Diaframma.

- *Levatores costarum.

- *Intercostales externi.

- *Intercostales interni ventriculari.

- Ausiliari:

- Scaleni.

- Sternocleidomastoidei.

- Trapezius.

- Serratus anterior e posterior superior.

- Pectoralis major e minor.

- Latissimus dorsi.

- Estensori della spina dorsale toracica.

- Subclavius.

Muscoli espiratori:

- Principali:

- Addominali:

- Obliquus internus e externus.

- Rectus abdominis.

- Transversus abdominis.

- Toracici:

- Intercostales interni dorsales.

- Transversus toracis.

- Ausiliari:

- Latissimus dorsi.

- Serratus posterior inferior.

- Quadratus lumborum.

- Iliocostalis lumborum.

 

Lπelenco rende forse lπidea della complessit‡ di movimento e forze/controforze respiratorie ma Ë anche fonte di notevoli confusioni:

- *I muscoli indicati con un asterisco sono gli unici muscoli di movimento in una respirazione distesa ed efficace.

- Tutti gli altri servono ≥solo≤ come muscoli posturali ≥ dπaffrancamento e seguono ≥elasticamente≤ il movimento respiratorio toracico. In questo senso tutti i muscoli dellπorganismo seguono il ritmo respiratorio in modo che:

- Aumentano di tono in fase di ispirazione e trattenimento del fiato.

- Perdono di tono in espirazione e durante la pausa respiratoria.

- Sforzando la muscolatura ≥posturale≤ respiratoria:

- ≥Muscoli ausiliari espiratori≤.

- ≥Muscoli ausiliari ispiratori≤.

Si impedisce e col tempo si blocca il movimento fisiologico respiratorio primordiale: quello del diaframma e della ≥campana toracica≤.

- Concentrarsi sulla muscolatura respiratoria Ë limitativo perchÈ la ≥guida del respiro≤ nei tratti respiratori e ≥la formazione del suono≤ sono altrettanto importanti per il processo respiratorio.

 

Che proprio la fisioterapia come grande arte terapeutica con accento sullπapparato motorio e i muscoli non faccia distinzione netta tra funzioni posturali, portanti, tenenti e funzioni movimentali, per non parlare poi delle finezze di muscoli ipercontratti e iperestesi e di variazione di tono, non mπispira una grande fiducia in quanto concerne il loro lavoro terapeutico respiratorio.

 

 

2.1.3.2   Modello del Netter

Il NETTER nel suo favoloso atlante dπanatomia distingue in:

- Muscolatura principale e accessoria dπispirazione ed espirazione ≥calma≤ e ≥attiva≤.

Il modello mi sembra molto migliore di quelli confusionari fisioterapeutici, ma:

- Mi Ë oscuro il senso dellπespirazione ≥attiva≤, che secondo me significa ≥forzata≤.

Essendo medico naturalista non riesco ad immaginarmi un campo dπimpiego previsto dallπinventore per dei giochetti dπesercizio del genere. Saranno divertenti ma non ≥naturali≤ salvo forse in un attacco di starnuto o di tosse.

- » ambigua la presentazione dellπ≥ispirazione ausiliaria≤: se Ë intesa come ≥posturale, di tenuta≤ mancano tanti altri muscoli con il medesimo compito, se Ë intesa come ≥movimentale≤ Ë unπabitudine deformante la postura e con altre del genere farebbe buona figura solo in un libro di patologia respiratoria.

 

2.1.3.3   Modello di Parow

*PAROW, Julius: Funktionelle Atmungstherapie; HAUG

 

*Dr. med. Julius Parow studiÚ nel 1953 i principi anatomici-funzionali della respirazione, basandosi prevalentemente su degli studi di malattie asmatiche.

Le sue teorie vennero verificate nel 1958 dal reparto di ricerca polmonare della clinica medica universitaria di Colonia e pubblicate nel 1959 e 1963. Nel 1966 ha trattato lπevoluzione di deformazioni toraciche e la loro cura, tramite degli esercizi della muscolatura toracica-costale.

 

Nellπepilogo alla quinta edizione 1988 scrisse:

≥ä la delimitazione verso i diversi sistemi curativi respiratori Ë superflua:

- A coloro che arricchivano i propri dogmi con della magia, la schiettezza scientifica e le restrizioni della terapia respiratoria funzionale non saranno gradite ä

- Per chi sπimpegna invece seriamente, la monografia fornisce le basi per conoscenze esatte ed un lavoro sensato≤.

PAROW, dapprima con lπosservazione dellπatto respiratorio ≥naturale≤, forzato, alterato e patologico, poi con lo studio di anatomia (costruzione) e fisiologia (funzionamento) dellπapparato respiratorio e infine con complicati esperimenti e conferme per misurazioni ha sviluppato tra 1953 e 1963 un modello respiratorio razionale, plausibile e applicabile.

 

 

 

2.2 Il movimento respiratorio

Eseguendo regolarmente terapie corporee per le quali la conoscenza di movimenti e tensioni respiratorie Ë elementare e non avendo trovato un testo sintetico sul ramo mi sono deciso a trattare il tema in modo che possa essere usato come strumento di studio a scopi pratici.

 

Per un atto respiratorio ≥economico≤ (massimo effetto a minimo sforzo) si capisce intuitivamente che conviene:

- Innanzitutto una perfetta collaborazione sincronizzata e tarata di forze e movimenti.

- Diaframmatici.

- Toracici.

- Contro le forze elastiche centripete del tessuto connettivo e della muscolatura liscia dei polmoni,

- e le resistenze di flusso arioso in ambedue le direzioni (ispirazione ed espirazione).

- Nei tratti respiratori inferiori (bronchioli, bronchi, trachea)

- e superiori (laringe con corde vocali, strette orofarigeali, deviazione nasofaringeale, stretta nasale).

- Appese e tenute dinamicamente (ma non mosse) dalla muscolatura di spalle, collo, cingolo scapolo-clavicolare.

- Compensate volumetricamente e tenute posturalmente (ma non ≥rinforzate≤) dalla muscolatura ventro-lombale.

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              2.2.1   Modello di meccanica respiratoria

              2.2.2   Ruolo dinamico dei polmoni

              2.2.3   Ispirazione afonica

              2.2.4   Espirazione afonica

              2.2.5   Respirazione nasale e orale

              2.2.6   Squilibri e superstizioni respiratori

 

2.2.1   Modello di meccanica respiratoria

Lπunit‡ funzionale di movimento respiratorio si puÚ immaginare come una ≥doppia campana≤ dove la campana diaframmatica Ë ≥incastrata≤ nella campana toracica.

Contraendosi (ispirazione):

- Il diaframma si appiattisce e aumenta il volume toracico, mentre per la forza esercitata sulla sua origine (tutto intorno allπinterno dellπapertura toracica inferiore) tende a chiudere questπultima.

- La muscolatura costale invece, contraendosi a sua volta, esercita controforze in maniera che si apre anche la ≥campana toracica≤ aumentando a sua volta il volume toracico.

 

Software: Microsoft Office

 

 

2.2.2   Il ruolo dinamico dei polmoni

Lπidea vigente Ë che i polmoni abbiano un ruolo completamente passivo nel movimento respiratorio. Questa immagine Ë limitativa, come dimostra bene la patologia del pneumotorace: i polmoni implodono quando vengono a mancare le controforze esterne (toraciche e diaframmali) che, tramite la pleura, li dilata contro la loro elasticit‡ interna. Esercitano una forza elastica continua contro le forze muscolari centrifughe di torace e diaframma.

In pi˘ pare anche (come dimostrano delle radiografie durante delle fonazioni) che la loro muscolatura liscia intrinseca sia capace di aumentare questa forza elastica centripeta capace di formare dei suoni, in contrasto con una respirazione afonica.

 

2.2.3   Lπispirazione afonica

Lπaumento volumetrico toracico in ispirazione avviene:

- Tramite la forza adesiva della pleura che viene trasmessa ai polmoni che ≥di natura≤ con la loro elasticit‡ tessutale tendono a ≥implodere≤ (come si vede nella patologia del pneumotorace).

- La forza espansiva del torace, essendo pi˘ forte della tendenza contrattiva dei polmoni li espande, tirando al loro interno dellπaria proveniente dai bronchi, trachea e vie respiratorie superiori (faringe, laringe naso e bocca).

- Il flusso di aria nei ristretti canali respiratori per meccanismi di ≥attritto di flusso≤ oppongono unπulteriore resistenza alle forze toracico-diaframmali dellπispirazione.

 

2.2.4   Lπespirazione afonica

La diminuzione volumetrica toracica in espirazione avviene semplicemente:

- Per rilasciamento muscolare toracico-diaframmale.

- In quanto, le forze contrattive (elastiche tessutali polmonari) opposte riportano torace e diaframma nella loro posizione ≥distesa≤.

- Che questo non avvenga ≥a scatto≤ Ë impedito dalla ≥resistenza di flusso≤ dellπaria uscente nei ristretti canali respiratori.

 

 

2.2.5   Respirazione nasale e orale

Durante la respirazione nasale, la lingua chiude la buca orale verso i tratti respiratori nasali appoggiandosi sul palato molle allπaltezza delle tonsille palatine. Quando la lingua si stacca, la respirazione diventa orale perchÈ la resistenza al flusso arioso della stretta nasale Ë maggiore di quella della buca orale.

 

» quindi pi˘ economica la respirazione orale (stesso effetto con meno sforzo) come lo dimostrano gli esempi di sforzi fisici o di persone con tratti respiratori inferiori ostrutti o spastici (asma). Come abitudine, nelle persone sane e a lungo andare non Ë comunque conveniente, perchÈ si atrofizza leggermente la muscolatura movimentale e con questo la capacit‡ respiratoria. Di solito questa raccomandazione si motiva con la funzione del naso di scaldare e umidificare lπaria ispirata e il deposito di particelle sulle mucose nasali (bella consolazione per chi soffre di sinusite cronica!).

 

2.2.6   Squilibri e superstizioni respiratori

Nel lavoro sul corpo si notano spesso squilibri tra capacit‡ diframmatiche e toraciche:

- Se il diaframma Ë pi˘ potente del torace: restrizione dellπapertura toracica inferiore.

- Se la muscolatura toracica Ë pi˘ potente della diaframmale: apertura toracica inferiore ≥ad ala≤.

 

In pi˘ le capacit‡ dei vari gruppi muscolari toracici sono molto diverse tra di loro. Si trovano ≥disinseriti≤, spastici, sovraespansi, superattivi e passivi con relative deformazioni del tessuto connettivo circostante e tipiche irregolarit‡ di movimento e forma su tutta la superficie toracica, indotte da traumi, abitudini, protezione da disturbi, disagi, dolori . ≥Gobbo cardiaco e gastrico≤ sono solo due esempi di adattamento toracico a condizioni organiche.

 

Lo stesso vale per fasce di fibre muscolari del diaframma dove spesso si notano rilevanti differenze tra destra e sinistra, posteriore e anteriore, deducibili da movimenti e tensioni lungo il percorso dellπorigine del diaframma:

- Processo xifoideo.

- Porzione cartilaginosa dalla settima costa in gi˘.

- Punta della 12a costa.

- Processo trasversale della vertebra L2.

- Vertebre L2 ä L4.

Altri squilibri, spesso combinati con i sovramenzionati, concernono lπimpiego della cosiddetta ≥muscolatura respiratoria ausiliaria≤:

- Muscolatura di portamento di spalle e collo e cingolo scapolo-clavicolare: viene utilizzata per movimenti longitudinali toracici respiratori con lπeffetto che si atrofizzano e disinseriscono le toraciche superiori.

- Muscolatura di portamento e sostegno toracico-lombare: viene utilizzata per movimenti longitudinali o trasversali oltre alle necessit‡ di spostamento volumetrico intestinale con vari effetti sul funzionamento toracico-diaframmale.

 

Si noti in questo contesto che, contro la convinzione della maggioranza dei terapisti e professori del ramo, non Ë coinvolto alcun movimento longitudinale del torace (in una respirazione ≥naturale≤, economica, non forzata) come si puÚ osservare benissimo nella respirazione delle bestie e dei piccoli bambini e come lo confermano le verifiche e misurazioni di laboratorio del PAROW. Lπunico movimento longitudinale a questo punto Ë quello diframmale. Solo questo fatto dimostra lπassurdit‡ di tante superstizioni e raccomandazioni di apostoli del ≥respiro giusto≤, ≥respiro profondo≤, ≥respiro ventrale≤, e cosÏ via.

 

2.3 Portamento e respirazione ≥ordinaria≤

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              2.3.1   Coinvolgimento della ≥muscolatura ausiliaria≤

              2.3.2   Postura e respirazione

              2.3.3   Lavoro corporeo posturale respiratorio

 

 

2.3.1   Coinvolgimento della ≥muscolatura ausiliaria≤

Il movimento toracico-diaframmale come sopra descritto ha degli effetti ≥collaterali≤ che incidono notevolmente sulla postura o allπinverso la postura induce caratteristiche respiratorie:

 

- Lπappiattimento del diaframma in ispirazione guadagna volume toracico a scapito del volume addominale che effettua movimenti e forze di compensazione specialmente della muscolatura lombo-addominale verso il bacino; in espirazione gli effetti si capovolgono e tornano ≥in distesa≤.

 

- La sospensione della doppia campana respiratoria.

- Del diaframma a: spina dorsale lombare, proc. xifoideo dello sterno, parti cartilaginose delle sei coste inferiori.

- Del torace a: spina dorsale, muscolatura nuca-collare, muscolatura lombo-addominale in ispirazione trasmette ed esercita delle forze notevoli sulla spina dorsale, la testa, il cingolo scapolo-clavicolare e il bacino che devono essere compensate ≥posturalmente≤ e effettuano cosÏ anche movimenti compensatori; in espirazione gli effetti si capovolgono e tornano ≥in distesa≤.

 

- Pi˘ in l‡ e per compensazione tutte queste forze e micromovimenti si propagano anche nelle estremit‡ in modo, che un attento tocco ovunque sul corpo sano rivela dei micromovimenti nel ritmo del respiro, un continuo aumento di tono tessutale in ispirazione e di rilascio in espirazione.

 

La cosiddetta ≥muscolatura respiratoria ausiliaria≤ idealmente non crea una respirazione ausiliaria, ma compensa in modo geniale ed economico il movimento respiratorio toracodiaframmale in modo da adattare la postura alle condizioni volumetriche e tensionali in ispirazione per tornare in espirazione allo stato distensivo. A me sembra un sacrilegio voler impiegare questi muscoli ≥per sostenere, migliorare, facilitare, aiutare, ...≤ la respirazione (come se lπinventore avesse sbagliato il concetto) e terapeuticamente perverso cercare di sviluppare i muscoli chiamati ≥ausiliari≤ invece di ripristinare le capacit‡ principali e di, eventualmente, adattare ad esse lπattivit‡ dei muscoli posturali.

 

Di seguito lo schizzo del PAROW in merito con il suo commento:

- Inspirazione: ampliamento del volume toracico tramite tensione e abbassamento del diaframma e allargamento dellπapertura toracica inferiore.

- Espirazione: contrazione polmonare (per elasticit‡ polmonare) con rialzo del diaframma e restrizione dellπapertura toracica inferiore per via della muscolatura lombo-addominale.

 

Qui non sono dπaccordo con PAROW, perchÈ semplicemente e passivamente gli organi addominali tornano nello spazio liberato dal diaframma. La muscolatura addominale puÚ anche perdere di tono, basta che mantenga la postura in equilibrio con quella lombare.

 

 

 

2.3.2   Postura  e respirazione

PAROW mostra nello schizzo seguente un esempio divulgato dπinterdipendenza posturale- respiratoria. Si noti:

- La depressione toracica superiore-anteriore e in compenso la lordosi cervicale con tenuta ≥a tartaruga≤ della testa e la cifosi della spina toracica, immaginabile la distorsione del cingolo scapolo-clavicolare in avanti con relativa tenuta bracciale poco economica.

- La restrizione lombolaterale (distanza torace-bacino) con lordosi lombare e tenuta ≥a oca≤ del bacino e in compenso la muscolatura ventrale (Mm. transversus, rectus, obliqui) iperestesa; immaginabile la tenuta di cosce e gambe poco economica.

 

Il commento del PAROW:

Portamento spina dorsale, torace, ventre e cingolo pelvico.

a) Normale: postura e tensione longitudinale intatta.

b) Difettoso: postura e tensione longitudinale lesa.

 

 

2.3.3   Lavoro corporeo posturale respiratorio

Questi casi richiedono dei lunghi lavori corporei posturali sia da parte del terapista sia da parte del cliente, che consistono soprattutto nel:

- Ripristinare un adeguato tono muscolare longitudinale, equilibrato tra lπanteriore iperesteso e il posteriore ipercontratto.

- Apertura toracica superiore anteriore con elevazione dello sterno e distorsione posteriore del cingolo scapolo-clavicolare.

- Liberazione delle vie respiratorie inferiori e superiori.

- Riequilibrio della posizione relativa tra torace e cingolo pelvico.

- Riattamento delle articolazioni superiori e inferiori alle ripristinate condizioni di tronco, testa e cingoli.

 

I sopraelencati lavori non rispecchiano una sequenza operativa, si lavora di solito durante un trattamento su tutte le funzioni anche se spesso una di loro determina lπaccento lavorativo.

 

 

Da notare anche che il lavoro posturale non Ë mai forzato, ma propone al corpo solo delle alternative al portamento attuale che il corpo deve realizzare poi e da solo tra le sedute. Anche la ≥collaborazione imposta≤ dal cliente di solito danneggia, perchÈ ripete negli esercizi fisici vecchie abitudini. PuÚ perÚ partecipare con pochissimi esercizi ben scelti di voce e respiro a crearsi nuove abitudini.

 

prima                                           dopo

 

2.4 Respirazione durante sforzi fisici

Come esempio di respirazione sotto sforzo, il PAROW scelse un dipinto dellπantica Grecia e lo commentÚ come segue:

Respirazione di corridori:

a)       Espirato, ventre represso.

b e c) Inspirato, ventre sporgente.

Portamento e posizione toracica invariata corrispondente a una respirazione ≥normale≤.

 

PAROW sostiene che una respirazione ≥forzata≤ non abbia dei movimenti concettualmente diversi da una respirazione distesa (che lui chiama ≥normale≤) a eccezione che a un certo punto la respirazione diventa ≥orale≤.

 

a                                                b                                  c

 

 

2.5 Rendimento respiratorio

La funzione della respirazione Ë lo scambio di gas necessario per il metabolismo energetico dellπorganismo. Una bella parte della necessaria energia viene usata per il lavoro respiratorio. Lπimpiego economico della muscolatura respiratoria Ë quindi primordiale per il rendimento respiratorio.

 

PAROW ha dimostrato, e misurato in un suo studio, che lπimpiego della muscolatura ausiliaria per il movimento respiratorio Ë assolutamente inefficace in quanto richiede ca. il 30% in pi˘ dπaria per gli stessi compiti ≥non-respiratori≤. Questo significa anche che dei criteri come volume respiratorio o estensione toracica dicono poco sul rendimento respiratorio che Ë lπunico criterio razionale per valutarli.

 

2.6 Forma respiratoria e scambio di gas

Lo scambio di gas tra polmoni e sangue dipende principalmente:

- Dalla superficie respiratoria: che evidentemente Ë maggiore a torace aperto e diminuisce con la chiusura toracica come p.es. nellπespirazione forzata).

- Dalla microcircolazione, che a sua volta dipende dalla pressione allπinterno del polmone in quanto:

- una sovrapressione, come p.es. in espirazione forzata o peggio ancora pressata, ≥schiaccia≤ i capillari e diminuisce la circolazione e quindi lo scambio di gas;

- mentre una leggera sottopressione (come p.es. la formazione di un tono) li apre, aumenta la circolazione e quindi lo scambio di gas. » noto p.es. che cantando si usa meno aria del solito, malgrado lo sforzo. Anche la pausa respiratoria dopo unπespirazione (non forzata) a torace aperto sostiene lo scambio perchÈ la superficie Ë grande e la pressione zero.

Lπidea che un movimento respiratorio esteso possa migliorare in modo rilevante lo scambio di gas Ë erronea perchÈ:

- Il paragone tra scambio di aria e volume polmonare insegna che nelle parti inferiori delle vie respiratorie lo scambio non avviene per ventilazione, ma per diffusione di gas. Negli alveoli lπaria Ë pressochÈ stagnante.

- La compressione toracica, in espirazione estesa, diminuisce a lunghe tratte la superficie di scambio.

- La sovrapressione dellπespirazione estesa negli alveoli diminuisce il diametro dei capillari e quindi lo scambio.

 

2.7 Regolazione respiratoria

In respirazione normale e distesa, la stretta del naso e la deviazione sulla cupola della gola:

- esercitano una resistenza nel flusso respiratorio opposta alle forze polmonari e

- formano il flusso arioso in modo che diventi laminare (senza vortici).

 

La resistenza ≥antagonista≤ Ë importante per il continuo esercizio del diaframma. Una respirazione abituale con la bocca, pone molto meno resistenza al flusso respiratorio ed Ë spesso esercitata da persone a respiro debole. Lπabitudine indebolisce a lungo andare il muscolo diaframmatico e i toracici coinvolti.

 

La stretta nasale (il passaggio delle ali nasali allπosso nasale), oltre alle funzioni di resistenza e formazione laminare del getto arioso, ha anche importanti funzioni olfattive (annusare, fiutare). Nella polmonite e nella nefrite si nota il tipico sintomo delle ali nasali aperte, una misura dellπorganismo per diminuire la resistenza alle forze diaframmatiche e per ridurre il dolore. Una muscolatura facciale mimica tesa deforma spesso la stretta nasale; fa parte di terapie respiratorie da correggere, in un primo momento, Ë spesso utile tirare leggermente la punta del naso.

 

 

I portatori di occhiali respirano spesso con la bocca, perchÈ gli occhiali che appoggiano malamente sulla stretta nasale aumentano troppo la resistenza.

 

Sul mercato esistono dei cerotti che aprono la stretta nasale, vengono applicati da russatori e sportivi per evidenti motivi.

 

Una scorretta formazione del flusso arioso o per via di respirazione boccale o per posizione della cupola della gola muscolarmente tesa, lo rende turbulento e irrita spesso le corde vocali.

Nello schizzo, PAROW commenta: ≥Naso come ≥antagonista≤ della muscolatura inspiratoria (diaframma, muscoli toracici) e della forza espiratoria del polmone.≤

 

 

2.8 Formazione del suono

Da quando ci passÚ lπimpulso di ridere e di cantare, aumentarono gli enfisemi polmonari e lπasma bronchiale (PAROW).

 

In una terapia respiratoria non devono mancare la risata (il ballo del respiro) nÈ il canto (la sua ginnastica). Gli operatori del ramo dovrebbero quindi avere delle relative conoscenze che sono reperibili meglio da attori e cantanti che da medici e insegnanti di Yoga. Da parte mia, mi sono occupato di sintetizzare gli elementi teorici.

 

Il suono come espressione sociale umana nel linguaggio e nel canto coinvolge lπapparato motorio respiratorio in tutte le sue sfumature. Diagnosticamente lπintenditore riesce a dedurre parecchio in merito, ascoltando attentamente una persona parlare, concentrandosi sul suono e non sul contenuto di quello che dice.

 

 

Il suono viene formato dalle corde vocali (nella laringe) che dal flusso dπaria vengono fatte vibrare. Lπacutezza del suono Ë determinata dalla loro lunghezza e tensione, il volume ≥emesso≤ in parte dal volume di aria che passa attraverso le corde e in gran parte dalla risonanza diaframmale e nelle cavit‡ delle vie respiratorie sovrastanti alle corde vocali; cavit‡ faringeale, nasale e boccale, e le loro relative tensioni muscolari parietali e apertura della mandibola, formano, in parte, il volume e le vocali con i loro timbri. Lπarticolazione Ë fatta di movimenti e posizioni di labbra e lingua verso denti, gengive, palato duro e molle, e faringe.

 

Durante questo processo devono collaborare in modo coordinato ma indipendente uno dallπaltro:

- Il deflusso respiratorio in equilibrio tra forze elastiche del polmone e muscolatura respiratoria principale e ausiliaria.

- La fonizzazione tramite le corde vocali (acutezza e intensit‡).

- La sonorizzazione per risonanza nelle cavit‡ laringeali/faringeali.

- La vocalizzazione/articolazione di vocali/consonanti tramite il gioco di lingua, labbra, denti, gengive, palato duro e molle, formando la cavit‡ boccale in collaborazione con la posizione della mandibola e della cavit‡ nasale parzialmente formabile dalla muscolatura mimica.

 

Sono evidenti le correlazioni tra questi quattro gruppi funzionali sonori di collaborazione e di coordinazione in maggior parte automatici sui diversi livelli:

- Riflessivi come sbadiglio, starnuto, sospiro, gemito, sorriso.

- Formati in prima infanzia come lingua e vocalizzazione.

- Formati in discipline vocali come attori, cantanti, strumentisti a fiato.

- Accidentali per traumi fisici o psichici o frustrazioni/gratificazioni (taglia il fiato, fa male, non osi alzare la voce, ä).

- Abitudinali per ruolo, rango, professione (ufficiale, prete, insegnante, venditore, ä).

- Deformati per autoimmagini e ideologie (una vera femmina respira col ventre, il maschio galletto a petto alzato, ä).

 

Dagli esempi risulta intuitivamente che oltre a disfunzioni e patologie dei quattro gruppi funzionali (respirazione, fonazione, sonorizzazione e vocalizzazione) anche la loro collaborazione e la coordinazione Ë impedita, soprattutto per motivi di socializzazione. Ma questo significa anche una fortuna terapeutica perchÈ permette la terapia di disfunzioni respiratorie/vocali con ca. il seguente concetto:

- Tornando alle basi di riflessi sonori e di formazione vocale infantile con relativi esercizi si riesce spesso a riattivare ≥vecchi programmi cerebrali≤ pi˘ potenti delle convenzioni sociali mentre,

- traumi subiti, frustrazioni e deformazioni organiche sono normalmente accessibili a un cauto e sensato lavoro corporeo da parte del terapista.

- La parola in questo contesto serve per motivare sempre di nuovo il cliente a proseguire il suo viaggio verso una respirazione pi˘ economica, ma Ë assolutamente antiterapeutico suggerirgli di controllare coscientemente il suo respiro o la sua voce: Ë stata proprio questa illusione che spesso lπha portato al suo disagio.

Le patologie respiratorie come enfisemi polmonari, bronchite cronica, bronchiestasie, silicosi, interventi toracici, malattie pleuriche, asma bronchiale, deformazioni toraciche, certe malattie nasali, circolazione, addominali, sindrome del Roemheld sono trattabili con gli stessi principi terapeutici almeno con scopi palliativi o ≥frenanti≤ con la differenza che sono da aggiungere eventualmente dei rimedi e/o delle misure comportamentali e dietetiche specifiche.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

              2.8.1   Regolazione respiratoria nel suono

              2.8.2   Tratti superiori respiratori

              2.8.3   Fonazione e laringe/corde vocali

              2.8.4   Sonorizzazione e faringe

              2.8.5   Vocalizzazione/articolazione

 

2.8.1   Regolazione respiratoria nel suono

Il controllo respiratorio durante la fonazione Ë diverso dalla respirazione ≥afonica≤:

- Minimo, costante e lento deflusso arioso regolato dalla forza elastica polmonare.

- Il diaframma ≥accompagna≤ il movimento polmonare, compensando la deviazione volumetrica toracica per controllato cedimento ≥teso≤ mentre,

- la muscolatura toracica mantiene la tensione trasversale e diaframmatica.

- La porzione alta (ca. le prime sei coste) mantiene lπapertura e la tensione trasversale a sterno rialzato.

- La porzione bassa (attaccamento del diaframma) allπinizio del suono sembra quasi un poπ alato mentre a suono trascorso si chiude leggermente (per compensazione volumetrica), ma mantiene la tensione per non lasciar diventare flaccido il diaframma.

- La muscolatura lombo-addominale compensa la deviazione volumetrica addominale e affranca lπequilibrio di forze tra diaframma e torace. La muscolatura, tenendo una certa tensione, segue la diminuzione del volume addominale (a spese di quello toracico).

 

 

Lπispirazione durante il canto o la recitazione Ë orale, ≥a scatto≤ e brevissima come si nota anche nelle persone con logorrea (che chiacchierano senza apparentemente prendere mai fiato).

 

Il PAROW commenta il suo schizzo: ≥Il suono≤. Dinamica della regolazione di aria e pressione. Tensione di tutta la muscolatura respiratoria (sostegno del suono). Coordinazione dei polmoni e intercapedine vocale.≤

 

 

2.8.2   Tratti superiori respiratori

Il dipinto di NETTER mostra i tratti superiori in dettaglio: a lingua distesa la respirazione Ë orale. Immaginandosi appoggiata la lingua contro il palato molle si puÚ intuire il flusso arioso con la resistenza della stretta nasale alla deviazione naso-faringeale ... orofaringeale fino alla laringe con lπapparato vocale.

 

2.8.3   Fonazione e laringe/corde vocali

Le corde vocali sono azionate e tese da otto paia e un singolo muscolo durante la fonazione. Lπavvicinamento delle corde vocali le fa vibrare nel flusso arioso che trapassa, la loro lunghezza e tensione altera la frequenza di vibrazione e quindi lπacutezza del suono, la forza ariosa determina assieme con lπampiezza dellπintercapedine lπintensit‡ (amplitudo) dellπoscillazione e quindi lπintensit‡ del suono.

 

Come dimostra la voce di bravi cantanti, un suono curato richiede pochissima aria perchÈ puÚ essere tenuto molto a lungo. Infatti anche la fisica ci insegna che il mantenimento di unπoscillazione in corso richiede poca energia in confronto allπattacco.

Non viene a mancare lπaria emettendo un suono anche a lungo tempo, perchÈ a torace aperto e quindi superficie polmonare grande funziona benissimo lo scambio di gas nei polmoni anche in fase di espirazione.

 

Durante la normale respirazione afonica i muscoli intrinsechi laringeali sono distesi e lπintercapedine vocale Ë aperta.

 

 

2.8.4   Sonorizzazione e faringe

La faringe e in parte la laringe, per meccanismi di risonanza, ≥amplificano≤ e formano il suono dandogli i suoi molteplici timbri variabili e caratteristici; allπincirca come la cassa di risonanza di un violino, non solo amplifica la vibrazione della corda trasmessa dal ponticello, ma aggiunge anche delle ≥armoniche≤ (multipli della vibrazione basale) composte in un determinato modo. A differenza del corpo sonoro di un qualsiasi strumento musicale relativamente fisso, le condizioni risonative del costrutto laringe/faringe, sono ampiamente variabili nella dimensione, forma e tensione tramite una complessa muscolatura coinvolta. Per chi intende approfondire questo tema, consiglio lo studio del NETTER ed esperimenti con la propria voce.

Come guida di relativo studio in breve il seguente:

 

Laringe, osso ioideo e lingua, sono una costruzione altamente complessa, appesa al cranio e alla mandibola, intelaiata verso lo sterno e le spalle e connessa con la faringe.

 

Alla laringe Ë appesa caudalmente la trachea e, come a un breve tubo, bronchi e polmoni. Allπinterno della laringe si trova lπapparato di fonazione appena descritto. Tramite lπosso ioideo, la laringe Ë longitudinalmente spostabile, prevalentemente per funzioni di deglutizione, ma anche per motivi di fonazione e vocalizzazione. Posteriormente Ë intelaiata verso la faringe.

 

La faringe (oro- e nasofaringe) Ë una cavit‡ bislunga estesa posteriormente a laringe, cavit‡ orale e cavit‡ nasale. In direzione ventrale Ë pi˘ aperta, in basso allπaltezza dellπepiglottide verso la laringe, sopra si estende verso la cavit‡ boccale e in alto con il suo ≥tetto≤ verso la cavit‡ nasale. Le sue pareti sono formate da fasce muscolari toroidali e leggermente oblique in modo che la faringe diventi restringibile, raccorciabile e spostabile nonchÈ adattabile di tensione parietale. Tutto questo, fra lπaltro, per impostare le pi˘ svariate condizioni di risonanza per le espressioni vocali e la formazione dei ≥getti≤ dπaria ispirati ed espirati. I muscoli faringeali sono appesi alla base del cranio, mascella e mandibola e intelaiati con la lingua posteriore, la laringe e lπosso ioideo, in maniera che sono in grado di collaborare miracolosamente nella formazione dei timbri della voce umana.

 

 

 

2.8.5   Vocalizzazione/articolazione

Il suono:

- Generato dalle corde vocali per frizione del flusso arioso e

- formato dalla risonanza faringeale a un determinato timbro,

- raggiunge sottoforma di vibrazione dπaria,

- le cavit‡ nasali (tramite la nasofaringe) e

- la cavit‡ orale (tramite lπorofaringe),

- direzionato dalla ≥spalla linguale≤ pi˘ verso lπuna o lπaltra.

 

Le cavit‡ nasali e boccali ≥amplificano≤ e formano ulteriormente il suono e lo ≥strutturano≤, trasformandolo in voce umana:

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

                         2.8.5.1   Cavit‡ nasale, muscolatura mimica

                         2.8.5.2   Cavit‡ boccale, lingua, labbra, mandibola

 

2.8.5.1   Cavit‡ nasale, muscolatura mimica

La cavit‡ nasale Ë impiegata:

- Nella formazione di fonemi nasali frequenti in lingue come il francese. Questo avviene quando il collo della lingua chiude parzialmente lπorofaringe e la vibrazione sonora viene trasformata maggiormente dalla cavit‡ nasale.

- » perÚ anche caratteristica nella voce di persone che abitualmente tengono alta la spalla della lingua o tengono la bocca poco aperta per ipertensione della muscolatura mascello-mandibolare. Tutte e due queste abitudini spesso sono legate a stati emotivi caratteristici.

- Il contrario avviene a naso tappato che disinserisce la risonanza nasale o in casi di sinusite o polipi nasali che diminuiscono il volume della cavit‡ nasale e dimostrano che influsso puÚ avere la risonanza nasale sulla caratteristica vocale di una persona.

 

A prima vista si direbbe che la cavit‡ nasale non Ë formabile salvo che chirurgicamente.

Ma non Ë cosÏ: la muscolatura mimica influisce notevolmente e non solo sullπampiezza della stretta nasale. Sembra strano, ma fa parte di una terapia manuale respiratoria, di allentare la muscolatura mimica e ≥sfilacciare≤ la punta del naso.

 

2.8.5.2   Cavit‡ boccale, lingua, labbra, mandibola

Lπampiezza della cavit‡ boccale Ë regolabile in larga misura dallπapertura della mandibola e dalla posizione e formazione della lingua.

La mandibola si apre, quando si distende la muscolatura di masticazione. Stringere i denti non Ë altro che ipertensione della muscolatura di masticazione, spesso legata a caratteristici stati dπanimo. Lπapertura della bocca durante il canto o la recitazione aumenta il volume della voce come lo fa un megafono.

 

La collaborazione delle labbra, guance (muscolatura mimica) e della lingua permette una quantit‡ di forme della buca orale usata a generare le vocali (vocalizzazione). Le principali vocali, mal rappresentate con le lettere:

- a, ‰, Ë, e, È, i, o, ˆ, u, ¸,

(perchÈ nelle lingue parlate ci sono innumerevoli sfumature e nelle persone parlanti ancora pi˘ caratteristiche).

 

Lπingegnosa collaborazione delle labbra, dei denti, della lingua, del palato duro, palato molle, ulula e le strette naso- e orofaringeali genera le consonanti che, in alternanza con delle vocali, creano delle interminabili sequenze di fonemi e sillabe che chiamiamo canto, linguaggio, recitazione, ä

 

 

 

Riconosciamo minime sfumature di formazione di consonanti, nelle lingue a noi pi˘ vicine:

- Esplosivi acuti o addolciti come p, b, t., d, g, q (palatale o gutturale).

- Frizionanti come v, f, s, sc.

- Combinati esplosivi/frizionanti come pf, ts, c, ch, kh , qh, x, z (palatale o gutturale).

- Aspirati come h (palatale o gutturale).

- Vibrati come r (molle o gutturale).

- ≥Suonanti≤ come l, m, n, w.

- ≥Attacchi≤ per i quali nelle nostre lingue non abbiamo annotazioni ma sono importanti p.es. nelle lingue semite.

Le lettere usate per indicare le consonanti sono ancora pi˘ imprecise che quelle delle vocali, perchÈ la loro pronuncia dipende della lingua usata. A chi intende farsi una cultura sui fonemi, consiglio lo studio del sanscrito con un bravo maestro tradizionale, perchÈ insegnano i fonemi in modo sistematico anche se non completo.

Riconosciamo delle sequenze fonemiche caratteristiche della specie umana nel balbettare di un cosacco ubriaco come nellπarte di una cantante lirica cinese, nel ricordo dei sussurri della mamma ansiosa e delle grida di un pap‡ arrabbiato, nella retorica del politico come nella logorrea disinvolta di una paziente maniacale, nel dolore di chi porta un lutto come nelle intimit‡ verbali di una persona amata.

 

» un peccato terapeutico primordiale dedicare pi˘ attenzione, cura e riflessioni al significato delle parole di un cliente che alla sua voce umana che ci insegna tanto delle sue virt˘ e debolezze, delle sue glorie e ansie, delle sue paure e speranze e che ci indica spesso direttamente lπapproccio terapeutico corporeo.

 

Come si fa? Ascoltare attentamente e pazientemente per un poπ di tempo la voce del cliente come se parlasse il cinese, quindi senza registrare quello che dice.

 

2.9 Ginnastica naturale respiratoria

La ginnastica naturale del respiro consiste in particolare nel non sopprimere le pulsazioni vegetative ed emotive che coinvolgono lπapparato respiratorio e sonoro. Si puÚ anche abituarsi a provocarle ed eseguirle volutamente, il che Ë non solo efficace ma anche pi˘ soddisfacente degli esercizi ≥imposti≤.

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              2.9.1   Gemito

              2.9.2   Sospiro

              2.9.3   Sbadiglio

              2.9.4   Sorriso

              2.9.5   Soffiare e zufolare

              2.9.6   Starnutire

              2.9.7   Tossire

 

 

2.9.1   Gemito

Tensione dellπapparato respiratorio come per qualsiasi suono con leggero arresto, corde vocali aperte o pressochÈ chiuse ma non tirate. Lasciare il respiro come in un sussurro ma a torace aperto.

Serve alla dilatazione dellπapparato toracico per normalizzare le sue tensioni interne.

 

2.9.2   Sospiro

Espirazione veloce e intensa per naso o per bocca a gola aperta e senza restringere il petto.

Serve a scaricare la muscolatura respiratoria e i polmoni quando involontariamente la pressione pettorale Ë aumentata e strapazza polmoni e circolazione.

 

2.9.3   Sbadiglio

Combinazione di gemito, leggero arresto respiratorio e sospiro:

- Ispirazione relativamente profonda con una piccola resistenza nella faringe come ≥ch≤.

- Tensione massima della muscolatura respiratoria con arresto respiratorio senza pressione (anche i polmoni vanno in tensione come prima di un suono).

- Espirazione con un sospiro con distensione toracica e diaframmale alla fine.

 

» un vero stiramento di tutto lπapparato respiratorio per riattivare la muscolatura e la circolazione.

 

2.9.4   Sorriso

Il sorriso Ë il rapido alternare tra suono ed espirazione, tra tensione e rilascio. Come il canto Ë la ginnastica della respirazione, il sorriso Ë il suo ballo per tenerla elastica. Il suono si sente come in una buona vocalizzazione in alto della faringe.

 

2.9.5   Soffiare e zufolare

Espirazione controllata e lenta con posizioni toraciche come nel canto. Immaginarsi di usare solamente ≥lπaria nella testa≤ e mantenere la tensione trasversale toracica con sterno rialzato. Ottimo esercizio per la muscolatura toracica. Suonare il flauto dolce o quello traverso ha simili effetti respiratori.

 

2.9.6   Starnutire

Ispirazione forzata con susseguente espirazione forzata diaframmale a scatto e tratti respiratori superiori contratti. Solo dopo si distende anche il torace. Molto liberatorio per un diaframma impedito, ma non consigliabile in caso di patologie polmonari (sovrapressione) o cardiache (botta circolatoria). Come pulsione vegetativa serve a pulire le mucose dei tratti superiori respiratori con un deciso getto dπaria.

 

2.9.7   Tossire

Espirazione forzata diaframmale/toracica a scatto con tratti respiratori inferiori contratti.

Come pulsione vegetativa serve a pulire le mucose dei tratti inferiori respiratori con un deciso getto dπaria. Non consigliabile come esercizio a causa di inutile sovrapressione polmonare e botta circolatoria. Frequente tosse ≥pressata≤ e la susseguente disfunzione respiratoria Ë una delle maggiori cause della dilatazione polmonare (enfisemi).

 

3.0 Respirazione disfunzionale

La foto mostra una accentuata respirazione disfunzionale che si incontra frequentemente e si chiama per sbaglio spesso ≥respirazione profonda≤.

Vengono trattati i seguenti temi:

       3.1 Errori movimentali del tronco

       3.2 Impedimento del diaframma

       3.3 Errori movimentali addominali

       3.4 Errori movimentali polmonari

       3.5 Errori di regolazione respiratoria

       3.6 Cause per la respirazione disfunzionale

       3.7 Sviluppo della respirazione disfunzionale

 

 

3.1 Errori movimentali del tronco

Cominciano con la mancanza di tensione trasversale del torace che impedisce lπefficacia del movimento diaframmale e la capacit‡ respiratoria. Lπorganismo tenta di compensarla impiegando:

- La muscolatura del cingolo scapolo-clavicolare.

- La muscolatura posturale collare.

- La muscolatura posturale dorsale.

Tirando il torace in direzione craniale in ispirazione.

 

Comincia con lπimpiego del M. pectoralis minor, si propaga per M. pectoralis major, muscoli delle spalle e della nuca e il serratus post. sup. e coinvolge presto anche la spina toracica che si erige in inspirazione (alza le coste davanti) come i pettorali la tirano in direzione del cranio.

 

Lπespirazione consiste nel lasciar cadere o tirare gi˘ il torace in avanti tramite lπarrotondamento della spina toracica ed eventualmente la muscolatura addominale.

Gi‡ lπinizio di questa disfunzione si riconosce bene per un movimento verticale delle clavicole verso il cranio in inspirazione. Pi˘ tardi si nota anche lπelevazione dello sterno e delle spalle.

 

Questo tipo di respirazione disfunzionale Ë molto divulgato senza apparenti svantaggi o disagi, come in altri contesti si incontrano tanti deboli di piedi e di spina dorsale.

 

movimento respiratorio                                              movimento respiratorio

toracico normale;                                                        toracico disfunzionale

........... inspirazione                                                     _________ espirazione

 

 

3.2 Impedimento del diaframma

Spesso lπimpedimento diaframmatico Ë una diretta conseguenza della disfunzione respiratoria toracica; il rialzo dellπorigine del diaframma agisce in direzione opposta al movimento longitudinale del diaframma e diminuisce lπestensione longitudinale dei polmoni. In terapia si parla spesso di diaframma rialzato o represso senza specificare e differenziare ulteriormente.

Bisogna invece farlo, perchÈ lπapproccio terapeutico Ë diverso per i vari casi di dislocazione, disestensione e distonia.

 

 

Dislocazione

Si puÚ riferire alla posizione del diaframma nel tronco ed Ë rialzato quando il torace Ë rialzato per la muscolatura cranio-spinale ipercontratta con una muscolatura lombo-addominale iperestesa mentre Ë abbassato per lo squilibrio opposto. Si tratta di una dislocazione diaframmale. Lπapproccio terapeutico in questi casi sar‡ prevalentemente di tipo ≥posturale≤ e movimentale-respiratorio.

 

Disestensione

Si puÚ riferire alla differenza dπinarcamento della cupola diaframmale in espirazione e inspirazione e quindi allπipo- o iperestensione verticale diaframmale durante la respirazione. Tutte e due le disestensioni possono essere combinate con le due dislocazioni di prima. Lπapproccio terapeutico in questo caso sar‡ prevalentemente ≥respiratorio≤.

 

Distonia

Si puÚ intendere nel senso di ≥tono≤ (tensione) diaframmale tra ispirazione ed espirazione e puÚ diventare ipotonico (ptosi diaframmale con cupola abbassata spesso nel seno di una ptosi generale) oppure la cupola puÚ essere elevata per organi addominali gonfiati (come stomaco pieno o eccessi di gas intestinali). Anche queste due forme si trovano combinate con le variazioni delle disfunzioni sopra menzionate. Lπapproccio terapeutico sar‡ in questo caso prevalentemente sistemico (si lavora sulle cause).

 

3.3 Errori movimentali addominali

La muscolatura ≥tubolare≤ lombo-addominale deve compensare il cambiamento volumetrico addominale durante la respirazione. Si riconoscono meglio squilibri del genere in espirazione quando il cedimento ≥soffice≤ della parete ventrale termina prima della fase di espirazione (o manca completamente). In stadi avanzati il movimento della parete ventrale puÚ persino capovolgersi in un movimento ventrale ≥paradossale≤, frutto di eccessiva compensazione spinale di movimenti respiratori primari. Anche i fianchi non seguono pi˘ il movimento respiratorio.

 

La parete ventrale puÚ diventare parecchio tesa in espirazione nel tentativo di porgere resistenza alla pressione interna, salvo in casi di progredito deperimento respiratorio quando la parete toracica Ë diventata cosÏ debole che gli organi interni riescono a dilatarla. Questa condizione non Ë molto rara.

 

3.4 Errori movimentali polmonari

La somma di tutti gli errori movimentali respiratori si ripercuote sui movimenti dei polmoni (e si propaga sui tratti respiratori) perchÈ seguono passivamente le variazioni della cavit‡ toracica.

 

In espirazione errata:

- Invece di raccorciarsi longitudinalmente i polmoni vengono schiacciati dal ventrale al dorsale (sagittale) e nel medesimo tempo spostati leggermente in direzione caudale.

- Lo schiacciamento polmonare sagittale (ca. 1/3 dello spessore) preme anche sui bronchi e diminuisce il loro lumen (mentre in espirazione ≥normale≤ hanno piuttosto la tendenza a dilatarsi), questo non solo pesa sullo scambio arioso ma sfavorisce (per aumentata resistenza di flusso) anche la pressione intratoracica (gi‡ sfavorita dai movimenti errati).

- Lo schiacciamento sagittale deprime notevolmente gli alveoli e i capillari, ulteriore motivo perchÈ una respirazione disfunzionale diminuisce in modo rilevante la capacit‡ primaria dei polmoni, lo scambio di gas.

- Bronchi, trachea e laringe vengono ≥strappati≤ caudalmente e i bronchi per questo motivo ulteriormente ristretti propagandosi la tensione tramite la trachea fino alla laringe, lπintercapedine vocale si chiude per riflesso e aumenta ulteriormente la resistenza di flusso arioso.

 

 

Il PAROW commenta cosÏ il suo schizzo:

Svantaggi di disfunzioni respiratorie per i polmoni:

a) ispirazione a spina eretta e torace portante (normale)

b) espirazione a spina eretta (normale)

c) espirazione con cedimento spinale e depressione toracica

d) espirazione con flessione spinale

tratteggiato: espirazione normale

 

3.5 Errori di regolazione respiratoria

In concomitanza con disfunzioni movimentali respiratorie si incontrano quasi sempre anche delle aberrazioni di guida del flusso respiratorio:

- Dilatazione della stretta nasale per ipertensione di muscolatura delle guance fino allπaprirsi delle ali nasali in ispirazione.

- La faringe diventa cosÏ lπimbuto della guida del flusso e si deforma in modo che il getto arioso diventa turbulento e rende sensibile la gola e il soggetto afflitto da raffreddore.

- Fino allo sviluppo di una respirazione ≥pressata≤ quando di riflesso le corde vocali si chiudono e si sente un rumore respiratorio in gola.

- Si notano dei casi dove la resistenza dellπintercapedine vocale al getto arioso fa spostare la laringe col respiro.

 

Naturalmente anche la formazione del suono Ë impedita in caso di disfunzioni respiratorie: - Mancante ≥tenuta sonora≤ (restrizione invece di dilatazione toracica) rovina il suono.

- Mobilit‡ impedita di laringe e corde vocali e mancante flessibilit‡ della faringe rende incerta la fonazione e la sonorizzazione.

- La vocalizzazione con la bocca perde di volume e portata, se sono impedite le funzioni a monte.

 

Fremito, sospiro, sbadiglio e sorriso sono altrettanto impediti e perdono il loro valore come esercizi naturali, quando sono generati da restrizione e aumento di pressione toracica; diventano uno strapazzo per respirazione e circolazione specie per enfisematici. Idem per il soffio e il fischio.

 

3.6 Cause della respirazione disfunzionale

La base per una regolare respirazione puÚ andare persa per diversi motivi.

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              3.6.1   Deformazioni spinali/toraciche

              3.6.2   Rigidit‡ muscolari lombo-addominali

              3.6.3   Abitudini di abbigliamento

              3.6.4   Debolezze di muscolatura toracica

              3.6.5   Malattie nasali

              3.6.6  Traumi fisici e psichici

              3.6.7   Tensioni muscolari e abitudini respiratorie emotive/psichiche

              3.6.8   Disturbi vocali

 

 

3.6.1  Deformazioni spinali/toracali

La forma della spina toracica determina la posizione delle coste e di conseguenza lo sviluppo della muscolatura parietale toracica, la posizione del diaframma e il movimento basilare respiratorio. Disfunzioni e deformazioni in questo contesto si determinano a vicenda. Come terapista devo aggiungere che Ë spesso pi˘ promettente usare le coste come ≥leve≤ contro la deformazione spinale che viceversa, impiegando ampiamente il respiro stesso come massaggiatore 24-ore su 24.

 

Alle disfunzioni e deformazioni spino-toracali, lπorganismo (e tante volte anche terapisti, insegnanti ginnici e apostoli del respiro controllato-forzato) rispondono con movimenti compensatori delle muscolature scapolo-clavicolari e lombo-addominali il che a lungo peggiora la situazione.

 

La causa di questa situazione Ë che lπinventore non aveva previsto le sedie. Queste provocano danni sin dai primi anni scolastici perchÈ in questa posizione la spina perde la sua tensione longitudinale, perchÈ non pi˘ sostenuta da bacino e gambe. Il deperimento della tensione longitudinale Ë seguito pari passo dalla perdita di tensione trasversale toracica e con questo di capacit‡ respiratoria.

 

Naturalmente anche malattie (come Morbo di Scheuermann in adolescenza) o traumi spinali/toracici senza adeguate terapie possono causare questi effetti.

 

3.6.2   Rigidit‡ muscolari lombo-addominali

Debolezze respiratorie possono risultare:

- Da compensazioni di deformazioni spino-toracici.

- Da gravidanze.

- Da malattie e operazioni addominali.

Gi‡ il fatto di rimanere sdraiati nel letto per parecchio tempo lede la muscolatura per normale distrofia. Dπaltronde si incontrano tante persone con squilibri muscolari tra Mm. ventrali e lombali, che impediscono ≥lπaccompagnamento disteso≤ dei movimenti respiratori toracali.

 

3.6.3   Abitudini dπabbigliamento

Le nostre abitudini occidentali dπabbigliamento sono probabilmente la principale causa per le divulgate disfunzioni respiratorie nei nostri ambienti; cinture, reggiseno, cravatte ed elastici stretti delle mutande impediscono parecchio il libero gioco dei movimenti respiratori e favoriscono lπimpiego di muscolatura respiratoria ausiliaria al posto della principale.

 

3.6.4   Debolezze di muscolatura toracica

Operazioni, traumi e malattie toraciche inducono lπindebolirsi della relativa muscolatura specialmente perchÈ lπorganismo si protegge dal dolore, eseguendo il meno possibile movimenti dolenti e sostituendoli con la muscolatura compensatoria. Chiunque si sia gi‡ ferito le costole sa bene di che cosa sto parlando.

 

3.6.5   Malattie nasali

Malattie nasali inducono spesso la respirazione orale abitudinaria che a lungo, in mancanza di resistenza, indebolisce la muscolatura respiratoria, specie diaframmatica.

 

 

3.6.6   Traumi fisici e psichici

Lπorganismo si protegge dai dolori. Tenendo in considerazione le rindondanze motorie e la sua creativit‡ e inventiva ha tantissime possibilit‡ di reagire a eventi come colpi, ferite, incidenti e anche a situazioni durature scomode, esaurienti ecc. Molto spesso, avendo trovato un ≥nuovo equilibrio≤ (anche se meno economico) non ha nessuna voglia di tornare alle vecchie abitudini (associate con dolori e disagi). Cadute e colpi che ≥ci tagliano il fiato≤, ferite di coste e sternali, operazioni al torace lasciano spesso segni duraturi respiratori. Ogni tanto si nota anche che dopo delle narcosi la coordinazione della muscolatura respiratoria non Ë pi˘ ripristinata correttamente.

 

3.6.7   Tensioni muscolari e abitudini respiratorie emotive/psichiche

Alcune emozioni possono disturbare la respirazione in molteplici modi come:

- Muscolatura addominale tesa che impedisce il lavoro del diaframma in maniera tale da non abbassare la cupola diaframmatica, ma di elevare il torace.

- Muscolatura mimica tesa che disturba il corretto funzionamento della stretta nasale.

- Tensioni di muscoli linguali, mandibola e collo anteriore che disturbano la posizione e la funzione di laringe e faringe.

 

3.6.8   Disturbi vocali

- Lπuso abitudinario non appropriato della voce come il linguaggio pressato o quello sottovoce.

- Tutte le lesioni vocali sono errori funzionali dellπuso muscolare; gli stessi muscoli usati per la respirazione e per la vocalizzazione.

 

3.7 Sviluppo della respirazione disfunzionale

Una respirazione disfunzionale si nota poco in riposo o sotto poco sforzo, ma peggiora con il progressivo indebolirsi della muscolatura respiratoria. Dopo il sostegno dei muscoli pettorali, assistono anche quelli lombo-addominali e quelli delle spalle, deformando a gobbo la spina dorsale toracica con movimenti anacronistici.

              3.7.1   Respirazione pressata

 

3.7.1   Respirazione pressata

Succede ogni tanto spontaneamente alzando dei pesi, normalmente a fiato trattenuto. Lo stadio finale catastrofico Ë raggiunto, quando invece di uscire quasi senza pressione, il fiato viene pressato fuori dalla muscolatura toracica contro la resistenza dellπintercapedine vocale chiusa come si nota spesso in caso di enfisemi.

 

4.0 Trattamento della respirazione disfunzionale

KERNEŒZ mi ha insegnato il significato del ritmo, la profondit‡ e le pause respiratorie.

 

REICH ha descritto in modo esemplare (anche se molto breve) nel suo saggio ≥Die Funktion des

Organismus≤ movimenti e tensioni respiratorie in tutto il corpo come caratteristica di organismi e le loro minime aberrazioni come legate a emozioni recenti o passate. La loro conoscenza Ë di grande aiuto nel lavoro pratico corporeo perchÈ:

- Fa scoprire molteplici micromovimenti respiratori inconsci paradossali.

- Permette di ripristinare i micromovimenti ≥naturali≤ adattando direzione, ritmo di tocco e striscio in ogni momento alle necessit‡.

 

PAROW ha chiarito il meccanismo dinamico della respirazione, specie lπinterdipendenza tra il movimento e la ≥tenuta≤, forze e controforze, e propone delle misure terapeutiche razionali.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

       4.1 Generale

       4.2 Esercizi toracici

       4.3 Regolazione respiratoria

       4.4 Esercizi di respirazione ordinaria

       4.5 Eliminazione di errori respiratori

       4.6 Rinforzo della respirazione

       4.7 Correzione della spina dorsale

       4.8 Obiettivi e successi

 

 

4.1 Generalit‡

Il trattamento della respirazione disfunzionale consiste:

- In correzioni verso una respirazione ≥normale≤.

- Rinforzo della respirazione in modo che diventi di nuovo sufficiente per affrontare anche sforzi straordinari come per esempio restrizioni bronchiali spastiche.

 

Una grande parte del trattamento Ë esercizio del cliente, cosÏ che il successo dipende soprattutto da lui. Il terapista ha un ruolo:

- Nellπinsegnamento di esercizi semplici e facilmente applicabili ovunque adatti a degli errori respiratori specifici.

- Nel lavoro sul corpo che apre dei blocchi, stimola la muscolatura principale ai movimenti previsti e riporta la muscolatura ausiliaria al suo naturale ruolo di portamento, sostegno e adattamento alle forze e ai movimenti.

- Nella continua motivazione del cliente a proseguire il suo lavoro.

 

In dettaglio il lavoro consiste nelle seguenti tappe:

1) Correzione dei movimenti e rinforzo della muscolatura della parete toracica tramite esercizio e stimolazione muscolare.

2) Correzione della regolazione respiratoria in naso e faringe tramite esercizio e allentamento di muscolatura facciale e faringeale.

3) Esercizio della corretta respirazione normale fino allπabitudine, contemporaneamente con esercizio sorvegliato.

4) Eliminazione di errori respiratori individuali con dimostrazione e inibizione.

5) Rinforzo della respirazione fino al punto che soddisfa anche esigenze di sforzo straordinario con esercizio specialmente di canto e recitazione.

6) In parallelo lavoro corporeo posturale specialmente spina, torace, cingolo scapolo-clavicolare, singolo pelvico e muscolatura lombo-addominale.

              4.1.1   Massime per il lavoro respiratorio

 

4.1.1   Massime per il lavoro respiratorio

a) Minimo impegno con il massimo effetto.

Respiro soffice calmo e piatto. Il consiglio di ≥respirare profondamente≤ sarebbe lo stesso come indicare a un gastritico di mangiare smisuratamente. Singoli respiri profondi si presentano automaticamente come pulsioni in sospiri, sbadigli, ...

 

b) Il respiro Ë automatico e non controllato dalla volont‡.

Eccezioni sono esercizi di allenamento per ripristinare gli automatismi di una respirazione normale. Nel lavoro sul corpo si invoglia il cliente a lasciar respirare il corpo come vuole e a non sopprimere delle pulsioni respiratorie. Molti clienti hanno seri problemi in merito perchÈ fanno fatica ad abbandonare il controllo in presenza del terapista.

 

c) Il movimento respiratorio viene eseguito dalla muscolatura parietale toracica e diaframmatica.

Tutti gli altri movimenti e ≥ausiliari≤ hanno solo funzioni di portamento e dπadattamento.

Esercizi per gli ≥ausiliari≤ saranno divertenti e utili a chiss‡ quali scopi, ma sono respiratoriamente antiterapeutici perchÈ indeboliscono le funzioni principali respiratorie.

d) Si respira finchÈ Ë possibile con il naso.

La stretta nasale e la deviazione alla cupola nasofaringeale Ë lπantagonista della muscolatura primaria respiratoria e la tiene in esercizio. La corretta regolazione respiratoria coordina movimenti e tensioni.

 

 

4.2 Esercizi toracici

Hanno lo scopo di ripristinare il corretto funzionamento della muscolatura parietale toracica senza collaborazione di ≥ausiliari≤. Si tratta in particolare di esercizi isometrici:

a) Tenere largo e tondo solo il torace superiore senza impiegare la muscolatura delle spalle e del collo mentre si va avanti a respirare in modo soffice, calmo e piano. Il resto si lascia andare ≥da sÈ≤ (esercizio ≥gallo≤).

 

b) Leggero movimento di tutto il torace in direzione orizzontale (a fisarmonica) mentre si va avanti a respirare in modo soffice, calmo e piano. Il resto si lascia andare ≥da sÈ≤. Si impiega solo la muscolatura parietale toracica senza alcun impiego degli ≥ausiliari≤ (spalle, collo, addominali, serratus inferior); se viene impiegato il M.serratus inferior si ritrae leggermente il torace superiore in ispirazione (esercizio fisarmonica≤).

 

c) Tenere largo tutto il torace mentre si va avanti a respirare in modo soffice, calmo e piano.

Il resto si lascia andare ≥da sÈ≤.

Sπimpiega poco la muscolatura parietale toracica e un poπ di pi˘ il diaframma, mentre non vengono impiegati gli ≥ausiliari≤.

 

Come lavoro dπaccompagnamento il terapista puÚ eseguire:

- Breve e tenero ≥sfilacciamento≤ delle coste come se si volesse allargare per un attimo il torace. Nel lavoro sul corpo per questa tecnica si usa spesso un fazzoletto per poter tenere meglio.

- Eventualmente lavoro corporeo respiratorio: appoggiare le mani sul torace ≥chiuderle≤ (espirazione) e aprirle (ispirazione) nel ritmo del respiro con un minimo di forza (sotto la soglia di percezione cosciente del cliente; tocco ≥a piuma≤). Chi non lo sa fare bene Ë meglio che lo tralasci, ogni essere mosso evita il muoversi ed Ë antiterapeutico perchÈ indebolisce la muscolatura invece di rinforzarla. Si tratta invece di ≥invogliare≤ i muscoli parietali toracici a muoversi da soli automaticamente ventiquattro ore al giorno.

 

Con questi (anche solo i primi tre) esercizi si riesce a ripristinare, in settimane fino a mesi, le funzioni respiratorie del torace, a condizione che siano fattibili, cioË:

- Se la muscolatura lombo-addominale incastra il movimento toracico orizzontale inferiore: si noti che possono incastrare sia muscoli ipercontratti sia iperestesi, come p.es. in accentuate lordosi lombali:

ipercontratti i lombali, iperestesi gli addominali, tutti e due troppo tesi e poco capaci di cedere alle variazioni volumetriche della cavit‡ addominale. Non Ë una buona idea ≥rinforzare gli addominali≤ perchÈ oltre ad aumentare la pressione sulle vertebre lombari, incastra ancora di pi˘ il movimento respiratorio toracico. » meglio allentare i lombari.

- Se la muscolatura toracica stessa Ë ipertesa e non permette quindi movimenti:

torace iperteso spesso in persone con serie difficolt‡ di calma e serenit‡, sempre allπattacco.

- Se il cingolo scapolo-clavicolare Ë sovrasviluppato:

come in tanti sportivi e artigiani. Il lavoro manuale forzato impedisce, disinserisce e atrofizza la muscolatura parietale toracica superiore.

In questi casi bisogna prima liberare le parti impedenti tramite il lavoro corporeo posturale almeno fino al punto che gli ordinari movimenti respiratori non siano pi˘ bloccati.

 

Appena Ë possibile lπesecuzione dei primi tre esercizi ≥gallo≤, ≥fisarmonica≤, ≥presenza≤ si inizia a fortificare il torace cantando, ronzando, gemendo, sospirando in ogni occasione socialmente accettabile. Non importano stonature e volume, basta che il portamento del torace sia corretto per il suono. CosÏ ci si abitua di nuovo allπuso appropriato della voce per il linguaggio. Da solo in macchina si hanno tante possibilit‡ di esercitarsi.

Per chi intende perfezionarsi, consiglio libro e cassette COBLENZER, HORST: Erfolgreich

sprechen; Oesterreichischer Bundesverlag, Wien. ISBN3-215-06547-9 e ISBN 3-215-06548-7 e/o lezioni di canto o recitazione da un bravo maestro. Ai fedeli consiglio la frequente partecipazione a messa cantata e litanie.

 

Una volta ripreso (anche solo timidamente) il regolare movimento respiratorio del torace e lπuso appropriato della voce, migliora a vista anche la struttura (e non solo toracica), perchÈ cπË di nuovo un massaggio dallπinterno ventiquattro ore su ventiquattro e la ginnastica dellπuso vocale come previsto dallπinventore. » molto efficace servirsi come terapista di questi meccanismi; anche rilevanti deformazioni toracico-spinali recedono (persino in persone anziane) con i mesi e gli anni.

 

 

4.3 Regolazione respiratoria

La regolazione respiratoria ordinaria avviene nella stretta nasale e nella nasofaringe:

- La loro resistenza Ë antagonistica a diaframma e muscolatura parietale toracica e tiene in allenamento questi muscoli.

- Formano un getto arioso laminare che disturba meno le corde vocali.

La respirazione ordinaria Ë quindi nasale.

 

La respirazione orale Ë riservata alle espressioni vocali, inevitabile in specifici sforzi fisici (come nella corsa) e sintomo di disfunzione o patologia respiratoria.

 

Lπistruzione dπesercizio di una corretta regolazione respiratoria ordinaria:

a) Labbra aperte un millimetro per evitare tensioni facciali.

b) Lingua sdraiata distesa in bocca un millimetro dietro i denti.

c) Respiro con leggero rumore nella stretta nasale, ≥risonanza in testa≤ e leggero rumore sulla deviazione della cupola nasofaringeale.

 

In caso di difficolt‡ di regolazione respiratoria ci sono una gamma dπesercizi e ≥manipolazioni≤ per niente spettacolari ma di lavoro minuto che servono a ripristinare le funzioni regolari:

- Naso e stretta nasale: tirare con mano leggera la pelle sopra e intorno al naso in direzione caudale.

- Collaborazione della cupola nasofaringeale: leggero ronfamento ≥dietro il naso≤, schioccare, e ≥pronuncia di ≥ch≤ in inspirazione.

- Allentare ed esercitare la muscolatura facciale/nasale tramite massaggio e esercizi di smorfia.

 

- Esercizi di movimento, agilit‡ e distensione della lingua aiutano anche la muscolatura tra lingua e faringe.

- Esercizi di movimento, agilit‡ in tutte le direzioni e di distensione (lasciar pendere) della mandibola.

- Esercizi per distensione e abilitazione faringeale: distendere lingua e mandibola; alzare la radice della lingua contro il velo palatale e verso la cupola nasofaringeale, tenendo passivi il resto della lingua, la mandibola e le labbra.

 

La regolazione respiratoria nasale e i movimenti della muscolatura parietale toracica sono i due pilastri della correzione e del rinforzo respiratorio.

 

4.4 Esercizi di respirazione ordinaria

Quando il movimento toracico e la regolazione respiratoria sono ripristinati e coordinati si puÚ proseguire a ripristinare la respirazione ordinaria normale tramite esercizi con lo scopo che diventi di nuovo automatica. CosÏ Ë stato allπinizio dei nostri giorni e da qualche parte nel cervelletto il programma ci sar‡ ancora, solo che il nostro cliente ne usa un altro.

 

Allπinizio questi esercizi richiedono tanta attenzione e concentrazione, rinforzandosi la muscolatura diventano sempre pi˘ facili fino a diventare automatismo. Naturalmente devono essere:

- Imparati precisamente, perchÈ si automatizzano anche eventuali errori.

- Esercitati intensamente, perchÈ solo lunghi esercizi sostituiscono vecchie abitudini con nuove.

 

La tanto temuta (con tutte le ragioni iperventilazione in esercizi respiratori si evita con la semplice massima di mai usare pi˘ fiato di quello che lπorganismo strettamente richiede (si prende). Respirazione ≥profonda≤ non Ë respirazione efficace.

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              4.4.1   Muscolatura lombo-addominale

              4.4.2   Diaframma

              4.4.3   Distensione generale

              4.4.4   Regolazione respiratoria ausiliaria

 

 

4.4.1   Muscolatura lombo-addominale

Il movimento respiratorio toracico-diaframmale varia continuamente anche il volume addominale. La muscolatura lombo-addominale deve seguire elasticamente e passivamente questo spostamento e quindi sono superflui se non danneggianti degli esercizi di respirazione ≥ventrali≤. Nota bene che il movimento passivo-elastico si estende allo stesso modo sulle zone ventrali e sulle zone dei fianchi!

 

Il nostro stile di vita sedentario induce invece spesso unπaccentuata lordosi lombale con i muscoli lombali ipercontratti, iperestesi gli addominali. Tutte e due queste fasce di muscoli troppo tese e poco capaci di cedere alle variazioni volumetriche della cava addominale. Non Ë una buona idea ≥rinforzare gli addominali≤ perchÈ, oltre ad aumentare la pressione sulle vertebre lombali, incastra ancora di pi˘ il movimento respiratorio toracico. » molto meglio allentare e imparare a distendere tutta la muscolatura lomboaddominale. Senza distensione ventrale, specialmente della porzione sotto lπombelico, diventa impossibile una regolare ispirazione.

 

Queste ≥deformazioni≤ non richiedono esercizi, salvo quelli distensivi, bensÏ la mano di un terapista che se ne intende di lavori posturali. Non Ë poi cosÏ difficile perchÈ nel complesso del lavoro toracico si orienta facilmente la relativa posizione di torace e bacino (tramite la spina), estendendo i muscoli lombali e contraendo gli addominali, allentando tutti e due per riportarli al loro equilibrio di tono.

 

Tecnicamente Ë pi˘ proficuo riattivare il movimento passivo dei fianchi (Mm. Transversus abd., Quadratus lumb., Erector spinae) ed allentare il ventre (Mm. Rectus abd. Obliqui abdom.) che lavorare sulle vertebre lombali e sullπapertura toracica inferiore e anteriore.

Conviene invece spesso lavorare il bordo del bacino anteriore e lπapertura toracica inferiore posteriore per raggiungere pi˘ efficacemente il traguardo del riorientamento toracico-pelvico tramite la muscolatura lombo-addominale.

 

Solo in casi eccezionali di erronea ≥ginnastica respiratoria≤ o esercizi di Yoga mal controllati, traumi anestetici e operativi o accidentali, lunghi forti dolori toracici-addominali e altri sforzi che abbiano indotto perversioni movimentali, inizialmente bisogna indurre, o per esercizio o per lavoro manuale, una corretta coordinazione movimentale tra torace e cingolo pelvico.

 

4.4.2   Diaframma

La normalizzazione del movimento toracico e la giusta reazione passiva e distesa del cordone muscolare lombo-addominale con il susseguente riorientamento toracicopelvico, ripristina automaticamente il movimento funzionale del diaframma. Con la respirazione ordinaria nasale e la vocalizzazione come antagonisti e regolatori di questo movimento, acquista efficacia in poco tempo.

 

Esercizi diaframmali come ≥respirazione ventrale≤ coinvolgono attivamente muscolatura di portamento e adattamento e indeboliscono cosÏ la muscolatura respiratoria principale.

 

Dei lavori posturali ben fatti per ≥liberare il diaframma≤ si rivolgono ai movimenti intercostali e inducono solo indirettamente per reazione una risposta diaframmale. Chi conosce esattamente ≥la linea dπorigine diaframmale≤ potr‡ riequilibrare e ricoordinare il movimento toracico-diaframmale in modo molto efficace.

Spesso sono ≥disinseriti≤ singoli areali di fibre muscolari diaframmatiche a causa di traumi fisici. Lπabile ≥operatore manuale≤ li trova e li riattiva seguendo attentamente tutta la circonferenza di allacciamento diaframmatico tra xifoide e vertebra coinvolte.

 

4.4.3   Distensione generale

Il ≥tono muscolare≤ influisce notevolmente sulla respirazione. Sia:

- un tono troppo alto ≥teso≤ impedisce il libero movimento respiratorio, sia

- un tono troppo basso ≥floscio≤ fa ≥aggrinzire≤ i polmoni.

Questo Ë da valutare e considerare in pazienti tesi, carichi, esausti, esauriti ..., meglio toccare che ascoltare in questo contesto. Spesso si incontrano anche strane combinazioni di floscio e teso in diverse parti dellπapparato motorio. In opposizione allπopinione corrente che gli esercizi di distenzione possano fare solo bene, nel caso di un ≥esaurito-floscio≤ essi sono antiterapeutici.

 

 

Ammetto che la maggioranza, anche dei miei clienti, Ë ipertesa. Lπesercizio pi˘ efficace in merito Ë:

- Distendere la respirazione con diversi ≥sospiri≤ senza pressione (lasciar uscire il fiato) con le labbra appuntite.

- Sdraiarsi nella posizione pi˘ comoda possibile e stare assolutamente fermo, senza il minimo movimento, immaginandosi di appoggiare sempre pi˘ pesantemente sul materassino (lettino).

Dopo diverso tempo sπimpara cosÏ a distendersi bene anche in minor tempo e in altre posizioni.

 

Le tecniche distensive sono diventate un proficuo mercato e hanno senzπaltro anche importanti funzioni sociali. Ma nessuna tecnica o suggestione Ë pi˘ efficace della sopra menzionata.

 

4.4.4   Regolazione respiratoria ausiliaria

In disfunzioni o patologie della regolazione respiratoria ordinaria (stretta nasale, cupola nasofaringeale) il cliente respira con la bocca. Se non Ë possibile ripristinare con semplici trucchi e in tempo utile la respirazione nasale, bisogna ricorrere a una regolazione respiratoria ausiliaria: si sostituisce la resistenza naso-faringeale con una resistenza boccale.

- Inspirazione ed espirazione su ≥f≤, ≥s≤, ≥ch≤ o ≥kch≤ cosa va meglio per il cliente.

Pro memoria: diaframma e muscoli toracici parietali necessitano di una resistenza antagonista per tenersi o mettersi in ≥forma≤.

 

» controproducente vocalizzare il suono, perchÈ ≥trattiene≤ il fiato invece di ≥lasciarlo andare≤.

 

4.5 Eliminazione degli errori respiratori

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              4.5.1   Trattenimento respiratorio

              4.5.2   Tosse

              4.5.3   Disturbi vocali

 

4.5.1   Trattenimento respiratorio

La respirazione rimane continuamente in stato di tensione e non trova mai pace.

Provoca irritazione ai bronchi, polmoni mai lasciati in pace e induce attacchi nervosi.

Il continuo ≥affollamento≤ dei polmoni facilita lπevoluzione di enfisemi.

 

Se il cliente non riesce a modificare lπabitudine deve imparare ad accompagnare ogni minimo sforzo (anche emotivo) con una leggera espirazione senza prendere fiato prima e senza abbassare il torace. Spesso riesce meglio se lπespirazione Ë accompagnata da un leggero sospiro senza pressione. Ci vuole pazienza, perchÈ Ë fattibile solo dopo che il torace ha riacquistato la sua ≥grinta≤.

 

Lasciar correre il respiro e lasciarlo in pace si familiarizza bene con lπimmaginazione di tenere sempre vuoti i polmoni a stomaco disteso e torace inferiore chiuso. La necessaria ventilazione si presenta automaticamente.

 

4.5.2   Tosse

Irritazione della gola che sparisce a poco a poco con lπimpiego della regolazione respiratoria corretta. Sparisce in fretta inspirando con le labbra aperte un millimetro e movimento ≥a fisarmonica≤ del torace; le coste si tengono larghe non ≥espirando≤ ma lasciando andare lπaria. Al paziente sembra strano il fatto di non espirare volutamente.

 

Nel tossire si tende a ritirare il ventre basso. Meglio sarebbe alzare lo sterno, ma questo Ë difficile per il principiante.

 

4.5.3   Disturbi vocali

Per le correzioni vedi capitolo 2.8 ≥Formazione della voce≤. Dove non Ë possibile, inizialmente si consiglia:

- Di parlare piuttosto a voce bassa e polmoni poco riempiti.

- Di espirare un pochettino prima di attaccare la voce e ripeterlo spesso anche durante la relazione.

- Parlare il pi˘ distesi possibile con la volont‡ di consumare il meno aria possibile.

 

4.6 Rinforzo della respirazione

Lπapplicazione degli esercizi per il torace e la regolazione respiratoria rinforza notevolmente e automaticamente la respirazione. Il massimo rigore lo si acquista cantando estensivamente, allπinizio sotto il controllo di un insegnante di canto. Anche i seguenti esercizi possono aiutare a rinforzare una respirazione ripristinata:

- ≥Tirare su≤ con il naso (quello che si proibisce ai bambini) a muscolatura mimica distesa.

- Allargare energicamente la vita (tutta, non solo la parte anteriore; identico al sostegno respiratorio nel canto); serve solo se il resto del torace rimane immobile e la spina sta ferma.

Meglio farsi controllare dallπesperto.

- Per evitare ogni pressione, lπespirazione si fa a bocca leggermente e gola completamente aperta, lingua distesa sul fondo della bocca.

 

 

4.7 Correzione della spina dorsale

La spina dorsale deve portare il torace e fissarlo in respirazione. Questo lavoro viene svolto soprattutto dai Mm. erectores spinae e serrati. Quando questi sono deboli influenzano anche il funzionamento respiratorio. Nella nostra cultura sedentaria Ë pressochÈ impossibile incontrare una spina dorsale in ordine, si trova ancora nei popoli che abitualmente portano i loro pesi sulla testa (che sarebbe gi‡ un ottimo esercizio, portarsi un libro sulla testa durante le attivit‡ giornaliere; avvolto in un asciugamano intorno al cranio). Per il resto consiglio esercizi per la schiena insegnati dalle varie scuole.

 

4.8 Obiettivi e successi

Applicando i principi e le tecniche di cui sopra si riesce:

- A far diventare automatica la meccanica respiratoria ordinaria.

- A rinforzare sufficientemente la muscolatura respiratoria al punto di poter reggere anche sforzi elevati come restrizioni bronchiali in spasmi e catarri e durante la tosse.

- A riformare lπapparato respiratorio.

- A ripristinare lπelasticit‡ e il vigore polmonare e a ≥normalizzare≤ il volume polmonare.

- Ad eliminare errori respiratori che inducevano al deperimento respiratorio.

 

» quasi sempre anche necessario eliminare esercizi respiratori controproducenti che suggeriscono uno dei seguenti elementi:

- Espirazione forzata.

- Collaborazione respiratoria del dorso.

- Repressione del torace in espirazione.

- Collaborazione forzata della muscolatura lombo-addominale.

- Collaborazione della muscolatura scapolo-clavicolare e collare.

- Forzata ≥presa di fiato≤.

- Trattenimento del respiro.

 

Respirare coscientemente significa anzitutto raccogliere lπaria con il naso e percepirla coscientemente con i sensi del tatto e dellπolfatto. Come il mangiare consiste nel masticare e gustare il nutrimento, il respiro consiste nel sentire e annusare lπaria. Come Ë privo di senso riempirsi al massimo lo stomaco e il ventre, Ë privo di senso riempirsi i polmoni e il torace con aria. Come alla digestione debole e ammalata serve poco cibo in piccole porzioni, allπapparato respiratorio leso serve una respirazione con poca aria. Respirare pi˘ di quanto lπorganismo richiede Ë stancante e carica smisuratamente la circolazione. Anche gli esercizi saranno da eseguire lentamente e con meno aria possibile!

 

5.0 Respirazione patologica

La patogenesi della respirazione patologica:

- Errori respiratori funzionali (e quindi ≥lπesercizio automatico≤ diminuito) riducono il rendimento respiratorio.

- La funzione errata sostituisce progressivamente la funzione normale e la indebolisce ulteriormente.

- Errori funzionali si amplificano a vicenda e diventano brutte abitudini respiratorie.

- Alle esigenze respiratorie aumentate, il sistema risponde con aumentato impegno (non redditizio; forza al posto di tecnica), di Mm. ≥ausiliari respiratori≤.

 

FinchÈ questo meccanismo funziona, lπinsufficienza dellπapparato Ë compensata, anche se in modo poco economico.

- PoichÈ il rapporto tra impegno e risultato Ë scarso, ciÚ porta a impegni sempre pi˘ frequenti ma contemporaneamente sempre minori, cosÏ si raggiunge il limite e si deve sforzare notevolmente.

- Questo aumenta gli errori funzionali e presto o tardi si arriva al cedimento (Ë un vero circolo vizioso) e allo scompenso respiratorio.

- Inizialmente Ë passeggero e sparisce con il diminuire dellπimpegno.

In questo stadio si presenta come ≥debolezza≤ respiratoria.

 

 

- Sovraccarico, mal funzione e frequente cedimento si amplificano a vicenda fino al punto che:

- ledono il lavoro quotidiano e diventa cosÏ malattia.

- Proseguendo per lo stesso circolo vizioso si arriva al punto che non si coprono pi˘ le esigenze biologiche di riposo e diventa malattia ≥inesorabile≤.

 

Simile alle debolezze cardiache e dellπapparato motorio la decompensazione comincia al momento in cui lπefficacia ridotta del sistema si scontra con esigenze superiori ad essa. La differenza Ë che la diminuita resa dellπapparato respiratorio Ë nella maggior parte dei casi causata da errori e da ≥brutte abitudini≤ funzionali respiratorie, che, a loro volta sono sotto lπinfluenza della volont‡ individuale e quindi possono essere corrette prevalentemente con esercizi.

 

Una carica respiratoria aumentata sπincontra:

- In sforzi fisici.

- Gonfiore mucotico per processi allergici o infiammatori delle vie respiratorie e malattie acute o croniche dellπapparato respiratorio (aumenta esigenze, diminuisce resa).

- ≥Strozzamento≤ muscolare di vie respiratorie per motivi emotivi e psichici.

- Funzioni errate faringeali in tosse e vocalizzazione.

 

I primi attacchi di ≥sindrome asmatica≤ si incontrano spesso in ≥deboli respiratori≤ (con respirazione compensata) sotto carico come detto sopra, specie durante una banale bronchite infettiva acuta.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

       5.1 Dilatazione polmonare (enfisema)

       5.2 Asma bronchiale

 

5.1 Dilatazione polmonare (enfisema)

Nella dilatazione polmonare (enfisema) i polmoni rimangono riempiti ed espansi anche dopo lπespirazione. Sono coinvolti due processi:

- Trattenimento di fiato ed espirazione ≥pressata≤ (come in tosse frequente) che formano una pressione allπinterno dei polmoni combinati con

- mancante vigore della muscolatura toracica parietale che non resiste alla pressione interna.

Il polmone pressato dallπinterno per ≥brutte abitudini≤ respiratorie si comporta come la vescica di un pallone che gonfia un involucro troppo debole per resistere. Tutte e due gli elementi sono caratteristici di una respirazione errata.

 

Il parere comune medico Ë che la ≥tosse pressata≤ Ë allπorigine di dilatazione polmonare. Altrettanto influente Ë invece il cedimento della muscolatura addominale-toracica: finchÈ Ë vigorosa, resiste anche alla tosse. Una debolezza muscolare addominale puÚ essere innata, causata da gravidanza o operazioni o far parte di deperimento della muscolatura toracica o spinale.

 

Spesso si nota una dilatazione polmonare prima per il rigonfiamento ventrale con abbassamento toracico durante un colpo di tosse. I muscoli non tengono pi˘ in forma lπapertura toracica inferiore, perciÚ si apre la curvatura costale e man mano il torace inferiore. In questi casi il processo Ë spesso accompagnato da disturbi come prolassi, ernie addominali e pelviche. Con il tempo, le viscere e con loro diaframma e polmoni si abbassano sempre di pi˘ nella cavit‡ ventrale sovraespansa, spinte da ogni colpo di tosse. Una spina dorsale indebolita accentua questa progressione.

 

In altri casi pi˘ rari cede dapprima il torace superiore posteriore. Cedono Mm. erettori della spina e i serrati superiori deboli. CiÚ permette al tronco di cadere in avanti e di contrarsi. Il risultato Ë il dorso rotondo (gobbo).

 

Queste forme di dilatazione polmonare (volumen pulmonum auctum) possono ripristinarsi se i fattori provocatori vengono eliminati (tosse canina, bronchite/tosse cronica, asma). Pi˘ a lungo perÚ anche il tessuto polmonare perde prima di elasticit‡ e poi si altera (enfisema anatomico) in maniera ritenuta ≥irreparabile≤. Forme lievi non sono rare in persone anziane e non creano problemi sotto modeste cariche fisiche.

 

Vengono trattati i seguenti temi:

              5.1.1   Sviluppo della dilatazione

 

 

5.1.1   Sviluppo della dilatazione

Se una dilatazione polmonare regredisce, rimane o progredisce dipende:

- Dallπeliminazione della prima causa (pressione intrapolmonare).

- Ripristino della meccanica respiratoria.

 

» chiaro che lπinfezione, lπirritazione, la tosse, lπattacco asmatico si combatte e la medicina moderna ha fatto enormi progressi in merito. » gi‡ meno scontato che si modifichino le correlate abitudini errate di regolazione respiratoria (trattenimento del fiato, della respirazione e tosse pressata) e sembra non sia per niente chiara la necessit‡ di ripristinare il vigore muscolare trasversale leso in torace, lombi e addome come nella spina dorsale. Questo spiega anche perchÈ, pur avendo curato le cause nel migliore dei modi, trascurando perÚ i fattori meccanici, la situazione dilatativa sia peggiorata.

 

A lungo andare, perÚ, il tessuto polmonare perde prima di elasticit‡ e poi si altera (enfisema anatomico) in maniera ritenuta ≥irreparabile≤. Pare che (a parte lesioni interne di alveoli) il processo duri pi˘ a lungo del pensato e che in parte sia ripristinabile anche questo trattandosi di tessuto vivo con grandi capacit‡ di rinnovamento.

 

Se la dilatazione polmonare progredisce, lπorganismo tenta di aiutarsi con:

                         5.1.1.1   Respirazione pressata continua

                         5.1.1.2   Movimenti toracici paradossali

                         5.1.1.3   Attacchi di asma a causa della dilatazione polmonare

 

Questi peggiorano la situazione fino al punto di attacchi ≥asmatici enfisematici≤.

 

5.1.1.1   Respirazione pressata continua

Quando la resa respiratoria si avvicina alla decompensazione, la respirazione pressata diventa frequente: la muscolatura ausiliaria lombo-addominale e dorsale si impegna a sostituire lπincapacit‡ di quella principale. Questo restringe fra lπaltro la stretta della glottide, peggiorando drammaticamente la regolazione respiratoria. La spina dorsale Ë notevolmente coinvolta, in modo che invece di ≥affrancare il torace≤, si muove con ogni respiro.

 

5.1.1.2   Movimenti toracici paradossali

Quando crolla completamente il vigore muscolare trasversale, il torace inferiore in ispirazione si restringe, perchÈ il diaframma tira verso lπinterno lπapertura ≥atonica≤.

 

5.1.1.3   Attacchi di asma causati da dilatazione polmonare

Quando la resa respiratoria Ë arrivata al punto che basta ancora solo per lo stato di riposo, anche un minimo sforzo fisico o impedimento respiratorio fa crollare il sistema e si manifesta come attacco asmatico. » da distinguere bene dallπasma autentica perchÈ i medicamenti spasmolitici usati per questπultima non servono e caricano inutilmente la circolazione.

 

5.2 Asma bronchiale

Asma bronchiale ≥autentica≤ o ≥genuina≤ si chiama la decompensazione, il crollo respiratorio in attacchi spontanei.

 

Il carico respiratorio aumentato consiste nella costrizione dei bronchi che aumenta la resistenza respiratoria e rende pi˘ laboriosa lπispirazione. FinchÈ la capacit‡ muscolare respiratoria Ë sufficiente ed efficace per superare la resistenza, la costrizione bronchiale non provoca un attacco. Anche qui (come nella dilatazione polmonare) si tratta di uno squilibrio tra carica respiratoria e resa muscolare e bisogna considerare terapeuticamente sia la diminuzione della carica sia lπaumento della resa muscolare.

 

La costrizione bronchiale puÚ avere diversi motivi:

- Per spasmi nervosi dei loro muscoli toroidali (molto rilevante).

- Per rigonfiamento allergico della mucosa (rilevante).

- Per gonfiore infiammatorio e secrezione smisurata di catarro bronchiale (meno rilevante).

I primi due meccanismi sono spesso correlati e non facili da distinguere. Il terzo sπincontra anche isolato e senza alcuna partecipazione dei primi. Si trova spesso nei bambini afflitti da infezioni delle vie respiratorie e muscolarmente deboli.

 

Quando il diaframma non riesce pi˘ a superare la resistenza (per sovraccarico o stanchezza), i muscoli ausiliari di cingolo scapolo-clavicolare, collo e dorso gi‡ usati scorrettamente aiutano, tirando in su il torace in inspirazione. La conseguenza Ë la pressione toracica in espirazione, impiegando anche la muscolatura ventrale e la gravit‡. Lπesteso impiego della muscolatura ausiliaria per la respirazione durante un attacco, indebolisce ancor di pi˘ la gi‡ debole muscolatura principale toracica-parietale e il circolo vizioso si chiude.

 

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              5.2.1   Malattie asmatiche

              5.2.2   Asma spastico-nervosa

              5.2.3   Asma allergica-eczematosa

              5.2.4   Nervosismo e asma

              5.2.5   Asma e ipersensibilit‡ emotiva ansiosa

              5.2.6   Asma catarrale

              5.2.7   Evoluzione dellπasma

 

 

5.2.1 Malattie asmatiche

Gruppo di malattie con al centro la sindrome asmatica: decompensazione respiratoria, quando una respirazione disfunzionale (con diminuita resa) cede sotto un carico respiratorio.

 

Il fabbisogno dπossigeno dellπorganismo aumenta sÏ il lavoro respiratorio ma basato su disfunzioni respiratorie, questo lavoro consuma pi˘ ossigeno di quello che aggiunge alla circolazione. La sindrome asmatica Ë una respirazione forzata inefficace.

 

Le cause di un ≥attacco asmatico≤ sono:

- Sforzi fisici generali che aumentano il fabbisogno di ossigeno.

- Impedimenti delle vie respiratorie che aumentano lo sforzo respiratorio stesso.

 

5.2.2   Asma spastico-nervosa

Lo spasmo neurovegetativo contrae la muscolatura toroidale bronchiale in misura che solo una respirazione efficace riesce a superare lπaumentata resistenza, una respirazione anche leggermente disfunzionale non ce la fa pi˘ e risponde con un attacco asmatico.

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Pare che si tratti di unπiperreattivit‡ neurovegetativa che si manifesta anche nel comportamento e portamento della persona ipercarica e spasmotendente a livello emotivo caratterizzato come ≥ansiosa ipertensione difensiva≤. Ha senzπaltro una forte componente ≥socio-psico-somatica≤ nel senso di circolo vizioso ma non come causa-effetto. La dimostrazione Ë che lπapproccio somatico (imparare a diminuire la tensione polmonare con esercizi di regolazione respiratoria) Ë spesso pi˘ efficace di tentativi ≥psicologici≤ (per influenzare il sistema neurovegetativo tramite ragionamenti e simili).

 

Considerando, oltre ai meccanismi neurovegetativi, anche quelli regolativi, ormonali, immunitari e di regolazione basale si porta forse il discorso ancora di pi˘ verso una visione olistica. Per la classificazione ≥spastico-nervoso≤ Ë da ritenere che funzionano spesso in questa forma dei medicamenti spasmolitici.

 

5.2.3   Asma allergica-eczematosa

Si tratta di una specie di ≥orticaria≤ o ≥eczema≤ della mucosa bronchiale, eventualmente con ipersecrezioni, che gonfia le mucosa dei bronchi. Il loro diametro diminuisce e aumenta la resistenza. Se sono coinvolte anche delle irritazioni, per riflesso possono anche aggiungersi contrazioni muscolari bronchiali.

 

Il resto delle reazioni Ë simile allπasma spastico-nervosa anche se di solito i sintomi sono un poπ meno pesanti. Visto che anche eczemi e orticarie hanno una forte componente neurovegetativa, ormonale, immunitaria e di regolazione basale, non cπË da meravigliarsi se ogni tanto sono difficili da distinguere. Per la classificazione ≥allergico-eczematosa≤ Ë da ritenere che spesso funzionano misure antiallergiche e di regolazione basale.

 

 

5.2.4   Nervosismo e asma

Deregolazione della coordinazione nervosa, disfunzione dellπapparato motorio respiratorio e deformazione pneumo-toracica sono concatenate in un circuito chiuso: la deregolazione chiama la disfunzione e la instaura dopo tante ripetizioni, la disfunzione chiama la deformazione e la instaura dopo innumerevoli ripetizioni, la deformazione chiama la deregolazione (subito) e la deregolazione la disfunzione (presto) e cosÏ via.

 

Il ≥circolo grazioso≤ sarebbe quindi: regolazione-funzionalizzazione-riformazione.

 

Visto che la coordinazione nervosa dei meccanismi respiratori ha una forte componente emotiva e inoltre fino a un certo punto Ë controllabile dalla volont‡, sono evidenti i nessi tra psiche e apparato motorio sia come soggetto sia come oggetto. Dπaltro canto non Ë un senso unico: lπesperienza insegna che il miglioramento funzionale respiratorio calma sia gli stati emotivi che quelli asmatici. Psicoterapie ben fatte possono essere accompagnate da una terapia respiratoria come supporto; da sole non riescono a ripristinare le disfunzioni e deformazioni dellπapparato motorio.

 

5.2.5   Asma e ipersensibilit‡ emotiva ansiosa

A livello terapeutico alla componente somatica Ë contrapposta quella ≥culturale-sociale≤. Siamo continuamente costretti a equilibrare le due componenti con enormi complicazioni emotive, comportamentali e pulsazioni.

 

Nel classico paziente dπasma spastica si nota raramente serenit‡, caratteristica opposta per definizione allo stato ≥nervino-spastico≤. In terapia bisogna tener conto della ≥caratteristica asmatica≤ non solo come approccio terapeutico ma anche per evitare comportamenti ≥terapeutici≤ che nutrano il meccanismo psicosomatico dellπasmatico. Con il rischio di generalizzare troppo, ma per motivi didattici, oso ≥caratterizzare≤ un aspetto rilevante per asma di tipo spastico allergico:

La sovraccarica nervosa dellπasmatico Ë la reazione inconscia di un animo ipersensibile a unπautorit‡/≥responsabilit‡≤/dovere che teme di non reggere e dalla quale si sente sopraffatto. Come il corpo anche lπanima tenta di rispondere alla carica con la forza. Spesso questo meccanismo viene instaurato nella prima infanzia tra madre-figlio o padre-figlia che non permettono lo sviluppo del bambino ma ≥lo formano a loro immagine≤.

Questa immagine Ë ancorata fortemente nellπinconscio e tanti non riescono mai a liberarsene.

Se questo meccanismo infine si esprime in asma spastica dipende:

- Dalla robustezza dellπanima del colpito; la sua caricabilit‡ e il limite del crollo dove si manifesta in ipertensione ansiosa e continua prontezza di difesa.

- Dalla costituzione e predisposizione allergica e dal funzionamento dellπapparato respiratorio.

- Dalle condizioni attuali sia di carica emotiva autoritaria sia di carica respiratoria/ allergica.

 

La tensione ansiosa dellπasmatico Ë un serio problema pratico per le terapie funzionali respiratorie che consistono in tanto esercizio. Questo richiede responsabilit‡ propria, la condizione per avere successo e rende difficile lπallenamento di movimenti automatici ≥giocosi≤ che sono il contrario del ≥dovere obbligatorio giusto e costretto≤ dellπasmatico. Lπapproccio del terapista a questa problematica, la trasmissione del ≥piacevole e utile≤ pi˘ che del ≥giusto≤ e la motivazione (mai tramite autorit‡, perchÈ Ë gi‡ leso in merito), sono elementi altrettanto incisivi per lπesito quanto le capacit‡ teoriche e tecniche del terapista.

 

 

 

5.2.6   Asma catarrale

Si distingue nettamente dalle altre due forme non solo per il fatto che si esprime in forme pi˘ blande, ma anche per il fatto che colpisce spesso chi da bambino era astenico, debole di costituzione e/o afflitto da frequenti malattie catarrali. La resistenza respiratoria per via di secreti catarrali e la frequente tosse in una costituzione debole inducono presto delle disfunzioni respiratorie che possono evolversi fino allπasma.

Anche deformazioni toraciche, continue irritazioni dellπapparato respiratorio (come la bronchite cronica dei fumatori che non si muovono mai senza necessit‡) e delle patologie come enfisemi possono arrivare a questo punto.

 

5.2.7   Evoluzione dellπasma

Visto che lπasma e la dilatazione polmonare sorgono dalle stesse disfunzioni respiratorie, lπevoluzione dellπasma segue le orme dellπenfisema e viceversa. somatico sociale comportamenti pulsazioni emozioni

 

6.0 Trattamento delle patologie respiratorie

In seguito vengono trattati i seguenti temi:

       6.1 Dilatazioni polmonari (enfisemi)

       6.2 Bronchiestasie

       6.3 Tubercolosi polmonare

       6.4 Silicosi

       6.5 Operazioni toraciche

       6.6 Cicatrici pleuriche

       6.7 Asma bronchiale

6.8  Altre patologie trattabili con la terapia respiratoria funzionale

 

6.1 Dilatazioni polmonari (enfisemi)

In caso di una respirazione debole: nessun esercizio respiratorio camminando, con lπeccezione della fase di rinforzo con lπausilio della voce. La respirazione sana sopporta tanto, ma non necessita di esercizi.

 

Si eseguono le seguenti tappe proseguendo alla prossima solo se sono stati raggiunti gli obiettivi della precedente. Non correre, non sforzare, controllare cautamente perchÈ si tratta di ripristinare automatismi senza errori.

 

- Esercizi basilari di respirazione ordinaria:

- Respirazione nasale provvisoriamente corretta o regolazione provvisoria orale.

- Possibilmente tenere vuoti o lasciarsi svuotare i polmoni.

- Posizionamento del torace favorevole, passando man mano in posizione seduta e poi eretta.

- Correzioni toraciche e spinali.

- Correzioni della tosse.

- Eliminazione del sovrariempimento polmonare in ogni attivit‡: espirare un poπ con ogni sforzo (da esercitare p.es. facendo le scale).

 

       - Ripristinare la respirazione nasale automatica.

- Regolazione respiratoria.

- Trattamento della muscolatura mimica.

- Esercizi della mascella, lingua, faringe.

 

- Esercitare la respirazione orale corretta (per necessit‡ degli sforzi che in una respirazione e/o circolazione lesa consistono gi‡ nel passeggiare).

 

- Conseguente applicazione della respirazione ordinaria con lπidea di respirare il minimo possibile e di tener vuoti i polmoni.

 

- Rinforzo della respirazione se possibile con lπuso del suono.

 

In seguito vengono trattati i seguenti argomenti:

              6.1.1   Respirazione pressata negli enfisemi

              6.1.2   Movimenti toracici paradossali

              6.1.3   Prevenzione di enfisemi, bronchiti croniche

 

 

6.1.1   Respirazione pressata negli enfisemi

Per prima cosa bisogna disinserire la stretta faringeale tramite la regolazione ausiliaria con rumore su ≥sc≤ o ≥khuff≤ in espirazione, lasciando ≥implodere≤ il torace. Dopo si puÚ proseguire con qualsiasi regolazione ausiliaria. Quando questa tecnica Ë domata in posizione eretta si puÚ attaccare con il programma per i semplici enfisemi, iniziando perÚ ogni esercizio come sopradescritto, fino a che diventa abitudine di evitare sovraffollamento, soprapressione e trattenimento dei polmoni e del fiato.

 

6.1.2   Movimenti toracici paradossali

Da eliminare con degli esercizi controllati e guidati dal movimento dellπapertura toracica inferiore contro lπimpulso spontaneo, inizialmente pi˘ ampi del necessario e con la tendenza a distendere il torace e a riportarlo nella forma prevista dallπinventore. Se va meglio lπesercizio in espirazione o in ispirazione Ë da provare. Inizialmente si esercita da seduti, poi eretti, applicando la regolazione respiratoria ausiliaria sopra menzionata per respirazione pressata. Poi si attacca con il programma per gli enfisemi. Con terapie manuali (ritmate sulla respirazione) si riesce spesso a normalizzare questa disfunzione senza la consapevolezza del cliente.

 

6.1.3   Prevenzione di enfisemi, bronchiti croniche

Essendo gli stessi errori respiratori che portano a bronchite cronica e a enfisemi, si trattano allo stesso modo. Preventivamente Ë poco impegnativo:

- Correzione della tosse.

- Normalizzazione della respirazione raggiungibile spesso con pochi esercizi di rinforzamento toracico e regolazione respiratoria.

- Calmare i polmoni tenendoli vuoti e distesi.

 

6.2 Bronchiestasi

Non possono essere guarite con la correzione respiratoria, ma si riesce a ridurre la loro estensione, la quantit‡ secretoria e i disagi. Oltre al programma per gli enfisemi si cura specialmente:

- Lo svuotamento dei polmoni.

- La formazione del torace rafforzando la muscolatura toracica parietale.

- Il trattamento della spina dorsale.

 

6.3 Tubercolosi polmonare

Lasciar in pace i polmoni perchÈ sono gi‡ lesi. Ogni respirazione forzata e movimento toracico sono assolutamente da evitare. Solo se sono coinvolti rilevanti errori respiratori si tenta di sfruttare meglio lπaria con cauti esercizi ≥statici≤ (non di movimentazione), per la respirazione pressata si puÚ correggere la regolazione respiratoria.

 

6.4 Silicosi

Lπesperienza dimostra che la lesione Ë un criterio e lo sfruttamento del rimanente un altro.

Ristabilendo una respirazione ordinaria corretta si raggiungono notevoli risultati in questo senso. Il programma di cura Ë quello descritto sotto ≥enfisemi≤.

 

 

6.5 Operazioni toraciche

Le operazioni al torace come:

- Polmonari con resezione ed ev. toracoplastica.

- Cardiache con apertura dello sterno.

- Di mammella con ev. resezioni muscolari.

Causano come minimo delle perdite di tensione muscolare toracica parietale che assieme con ev. resezioni muscolari e misure plastiche cambiano notevolmente la meccanica respiratoria.

La resezione polmonare crea inoltre delle condizioni volumetriche cambiate.

 

» evidente che secondo il tipo dellπintervento la respirazione puÚ subire gravi modifiche per:

- Distrofie muscolari.

- Seguenti deformazioni toracico-spinali.

- Deformazioni bronchiali.

Si nota spesso che anche tanto tempo dopo un tale intervento si presentano sintomi di insufficienza respiratoria, spesso di carattere asmatico, perchÈ la respirazione del colpito Ë forzata grazie ad abitudini respiratorie nefaste.

 

Il trattamento di riabilitazione e ricostituzione respiratoria dopo traumi toracici Ë identico al programma descritto sotto ≥enfisemi≤ con delle restrizioni importanti:

- Non disturbare la guarigione tessutale con premura, impazienza, sforzi : il tessuto connettivo impiega pi˘ di un anno per ricostruirsi completamente.

- Tutti gli esercizi vanno eseguiti in modo particolarmente dolce.

Le seguenti indicazioni possono servire:

- Al centro si trova lπallenamento della muscolatura toracica parietale con esercizi isometrici, il diaframma riprende automaticamente tono con questi esercizi.

- Trattamento della spina dorsale per ripristinarne completamente la fermezza e quando Ë possibile anche la geometria.

- La regolazione respiratoria avviene inizialmente con la minima resistenza inspiratoria: p.es. esercizio come ≥sorseggiare lπacqua dalla mano≤, dopo con un dito appoggiato sulle labbra leggermente aperte, solo poi i normali esercizi di regolazione respiratoria fino a raggiungere lπordinaria respirazione nasale.

 

6.6 Cicatrici pleuriche

I disturbi respiratori provenienti da cicatrici pleuriche sono ben curabili:

- Esercizi di respirazione ordinaria.

- Un paio di sospiri ogni tanto senza sforzare.

- Migliorare la motilit‡ toracica con esercizio di ≥fisarmonica≤ specialmente sulla parte colpita.

- Esercizi di regolazione respiratoria corretta, ev. allπinizio ausiliaria.

 

6.7 Asma bronchiale

- In una prima tappa si tratta di ripristinare una respirazione ordinaria come descritto per la dilatazione polmonare.

- Punto centrale sono gli esercizi per distendere e tener vuoti i polmoni tramite la distensione ventrale e ≥non espirare≤ ma ≥lasciar uscire≤ il fiato.

- Questo alleggerisce i sintomi ma non basta per lπasma spastica: ci vogliono esercizi per il rinforzo del torace.

- Raggiunto questo, si riesce sempre pi˘ facilmente a reggere gli attacchi, anche perchÈ la migliorata regolazione respiratoria toglie tanta irritazione dai bronchi e li rende pi˘ resistenti agli spasmi.

 

In un attacco asmatico sono importanti due massime:

- Spina vertebrale dritta per non ≥schiacciare≤ i polmoni.

- Liberare il diaframma tramite distensione ventrale.

- Impiegare il meno possibile la muscolatura scapolo-clavicolare.

 

Questo si puÚ raggiungere in diverse posizioni:

- Sdraiati ventre in gi˘ (mani sotto il mento o sotto la faccia).

- Posizione ginocchia-gomiti ad angolo acuto.

- Seduti con dorso appoggiato.

- Seduti ≥a sella≤ con testa e mani sullo schienale.

- Seduti a tavola con gomiti appoggiati e mento nelle mani.

Tutte queste posizioni facilitano la distensione ventrale e con ciÚ quelle del diaframma. » da evitare lπusuale appoggio con le mani (per impiegare meglio la muscolatura di spalle e collo) per non sostenere un errore cardinale di respirazione.

In seguito vengono trattati i seguenti argomenti:

              6.7.1   Cedimento della parete addominale

              6.7.2   Stimolazione del diaframma

              6.7.3   Disinserimento della respirazione pressata

              6.7.4   Diminuzione di attacchi

              6.7.5   Trattamenti sintomatici

 

 

6.7.1   Cedimento della parete addominale

Un primo passo importante durante un attacco Ë il cedimento della muscolatura della vita; Ë impossibile una corretta ispirazione a muscolatura ventro-lombale tesa. Questo riesce meglio sdraiati sul ventre. Nella posizione seduta, in compenso, aiuta la gravit‡ che fa scendere lπintestino, ma impedisce la posizione lombale e spesso tirano le spalle ed il collo. La posizione ginocchia-gomito ha i vantaggi dei due.

 

6.7.2   Stimolazione del diaframma

Aumentando la resistenza inspiratoria si provoca il diaframma a tirare di pi˘: si inspira e si espira formando una lieve resistenza con le labbra ≥f...≤ con la punta della lingua ≥s...≤ o con la gola ≥ch...≤ tentando di distendere lingua, faringe e laringe. Il rumore in inspirazione puÚ essere abbastanza acuto, in espirazione Ë importante ≥non espirare≤ ma lasciar sfuggire il fiato quasi senza rumore.

 

6.7.3   Disinserimento della respirazione pressata

Ogni espirazione attiva Ë un errore cardinale. Ci vuole invece tanto esercizio per non farlo, se deve funzionare anche durante un attacco:

- ≥Lasciar sfuggire≤ il fiato lentamente senza alcuna pressione di torace o ventre, distenderli.

- Non respirare profondamente, ma soltanto quanto ne richiede il corpo.

- La resistenza provvisoria con le labbra di ≥fä≤ con la punta della lingua ≥sä≤ o con la gola ≥ch...≤ sposta la stretta respiratoria dalle corde vocali e le libera spesso dallo spasmo.

- Immaginarsi di muovere lπaria solo ≥in testa≤ dietro la stretta provvisoria tenendo il tronco quieto e disteso.

 

6.7.4   Diminuzione di attacchi

Questo trattamento di attacchi inizialmente Ë solo possibile con un massimo di concentrazione in un ambiente indisturbato e possibilmente guidato dal terapista. Col tempo si riesce da soli e diventa sempre pi˘ breve e facile, fino al punto che diventa possibile in ogni posizione e senza interrompere lπattuale attivit‡. Non disturba pi˘ di quel tanto (come se fosse un catarro di un non asmatico). Con la coscienza di saper domare lπattacco asmatico sparisce anche il panico previsionale e gli spasmi aggiunti dallπimpotenza.

 

6.7.5   Trattamenti sintomatici

Lπobiettivo a lungo Ë di poter gestire lπasma senza medicamenti. Se e quando un paziente volesse raggiungere questo obiettivo sono affari suoi. Obbligare Ë sempre controproducente, ma in particolare con un asmatico sensibil e suggestibile Ë del tutto negativo.

 

6.8 Altre patologie trattabili con la terapia respiratoria funzionale

La descritta terapia respiratoria funzionale si presta come supporto o ricostituente a una gamma di altre patologie come per il trattamento di:

- Deformazioni toraciche.

- Malattie del naso.

- Malattie cardiovascolari.

- Malattie degli organi addominali.

- Sindrome del Roemheld.

Per dettagli consiglio di consultare lπopera di PAROW.

 

Il testo stampato (quaderno A5) Ë reperibile presso: LASER: Mario Santoro     dtp@laser-fd.ch


Impressum

 

Relatore 

Peter Forster, medico naturista NVS, docente di ≥Materia medica Popolare≤ e terapista di tecniche corporee.  

Bianca Buser, terapista di tecniche corporee, terapia ortomolecolare, aromaterapia e fitoterapia applicata.

 

Testo a cura di  

Benedetta Ceresa, linfodrenaggio manuale e terapia dellπedema, terapia ortomolecolare e metodi naturali.

 

Responsabile corso 

Bianca Buser  6953 Lugaggia, Svizzera   Tel. & Fax: + 41 91 943  57  93   E-mail: bianca.buser@bluewin.ch

 

Segretariato 

Sabrina Bettosini (raggiungibile dalle ore 14.00)   +41 79  423  82  71   

 

Impaginazione e stampa:

Laser - Fondazione Diamante - Lugano    

 

Anatomia & Fisiologia, 2 a Edizione   ©2003 by P. Forster e B. Buser   Fr. 14.-

 


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