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Tutoria medicina popolare:
Gruppo di lavoro corporeo Obesità P. Forster & B. Buser |
Dipinto di Botero |
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August 29, 2007
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Indice della pagina
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Album
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Dati
biometrici
Sesso, Età,
Peso, Statura, Rc, BMI Ideale
occidentale contemporaneo Memoria del
peso, cellule lipidiche |
Consigli per mantenimento
del peso Non nutrirsi ipercaloricamente Densità calorica di alimentari e sazietà Allegato 1:
Nozioni sull'alimentazione Sostanze essenziali e loro carenze Allegato 2:
Nozioni energetiche / caloriche |
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Indice degli immagini Fig. 1: Dipinto di
Botero Fig. 2:
Adipositas bei Kindern und Jugendlichen Fig. 3:
Determinanti del peso corporeo Fig. 4:
Circonferenza della vita Fig. 5:
Dati biometrici rilevanti per valutare il peso corporeo Fig. 6:
Esempio di dati biometrici per valutare il peso corporeo Fig. 7:
Tabella per rilevare l'indice di massa corporea BMI Fig. 8:
Circonferenza di fianchi e vita Fig. 9:
Valutazione dell'indice di massa corporea BMI Fig. 10:
Grafico di BMI in circolazione (molto dubbioso) Fig. 11:
Illustrazione di ideali di bellezza di statura in diverse culture e società Fig. 12:
Grafico dell'organizzazione mondiale per la salute sulla nutrizione mondiale Fig. 13:
Cellule lipidiche ben riempiite Fig. 14:
Contenuto in vitamine di diversi alimenti Fig. 15:
Progresso di cure dimagranti (sotto controllo medico e psicologico) per ca. 2
anni (secondo LANCET) Fig. 16:
Determinanti dell'appetito (secondo POLLMER) Fig. 17:
Esempio di un pasto caloricamente denso e uno medio denso Fig. 18:
Esempio di fabbisogno energetico (calorico) ripartito nei prinncipali gruppi
di alimentari (lipidi, proteine, glucidi) Fig. 19:
Alimentazione basilare in diverse culture Fig. 20:
Composizione chimica di glucidi Fig. 21:
Composizione di alimenti in aminoacidi rilevanti (essenziali) Fig. 22:
Composizione di alimenti in acidi grassi Fig. 23:
Minerali rilevanti in alimenti Fig. 24:
Bilancio energetico umano Fig. 25:
Rate metabolica basilare (Basic metabolic rate BMR) in funzione di sesso e
età (kCal/d) Fig. 26:
Mortalità femminile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età Fig.
27: Mortalità maschile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età |
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Fig. 1:
Adipositas bei Kindern und Jugendlichen |
Fine ottobre ho letto un'articolo di Udo Pollmer: Ueber Gewicht (nella Weltwoche 42/05). E'
uscito il suo nuovo libro: Pollmer Udo: Esst endlich normal, Piper 2005 (Indice).Si riferiva a un libro: M. Wabitsch, J. Hebebrand, W. Kiess, K. Zwiauer
(Hsgb.): Adipositas bei Kindern und
Jugendlichen. Grundlagen und Klinik. Springer 2004, che di seguito
ho letto con molta attenzione (Indice). |
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Fattori determinanti che influenzano il peso corporeo umano :
- genetica: peso dei genitori
- anatomia e fisiologia individuale
- metabolismo individuale
- gestazione, peso alla nascita
- infezioni (p.es. l'adenovirus 36 e altri 6 micro organismi sono noti per creare adiposità)
- malattie e disfunzioni ormonali
- età
- ambiente psicosociale
- stile di vita
Fig. 2: Determinanti del peso corporeo
La maggiore incidenza sul peso è data dagli ormoni:
- in donne, un alto livello di estrogeni aumenta il peso,
- in uomini, un basso livello di testosteroni aumenta il peso
- alto livello di cortisoli aumenta il peso
- basso livello di ormone tiroidale aumenta il peso
- alto livello di adrenalina aumenta il peso
- basso livello di melatonina e serotonina aumentano il peso
- alto livello dell'ormone della crescita aumenta il peso
- glicemia e insulina alta aumentano il peso
Considerando che si può far fronte
all'obesità unicamente con misure che rispettano questi dati di fatto,
discuteremo le relative misure più o meno sensate nel capitolo "Consigli
per il mantenimento del peso".
Il tema è trattato
enciclopediamente nel testo Peso corporeo umano.
Esistono pochi studi sulla correlazione statistica di mortalità e peso. Le uniche affidabili provengono da società di assicurazione vita. Questo è molto strano: la medicina moderna punta sull'evidenza dei fatti, e in un discorso socialmente tanto importante si muove senza la loro conoscenza.
Personalmente evito il termine
"obeso", perché non è biologicamente definito. Uso il termine
"adiposo"se l¹indice di massa corporea BMI (body mass index)è
superiore a 36 per donne e 32 per uomini.
Fig. 3:
Circonferenza della vita
I dati biometrici sono dati oggettivamente rilevabili che vengono statisticamente messi in relazione con altri dati. Nel contesto servono sei dati che sono poi trasformati in due indici di referenza.
Sesso |
Età |
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Circonferenza dei fianchi Cf |
Circonferenza della vita Cv |
Relazione circonferenziale Rc = Cv /
Cf |
Peso corporeo Pc |
Statura Ac |
Indice di massa corporea BMI = Pc / Ac2 |
Fig. 4: Dati biometrici rilevanti per valutare il peso corporeo
Esempio: Uomo 60 anni, Statura A 1.76
m, Peso Pc 80 kg, Circonferenza fianchi Cf 105 cm,
Circonferenza vita Cv 107 cm:
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Fig. 5: Esempio di dati biometrici per vvalutare il peso corporeo
Con questi dati si riesce a stimare i fattori rischio derivanti dal peso corporeo, paragonando i valori
individuali con valori statistici che mettono in relazione dati biometrici e
mortalità.
La seguente tabellina risparmia scomodi calcoli:
Fig. 6: Tabella
per rilevare l'indice di massa corporea BMI
La relazione tra circonferenza del punto vita Cv e circonferenza dei fianchi è un dato approssimativo per stimare il grasso addominale, ritenuto un importante fattore rischio per malattie cardiovascolari.
Fig. 7:
Circonferenza di fianchi e vita
La
figura mostra una donna con una relazione della circonferenza di ca. 0.7
(70%). Senza grandi misure si vede che non c¹è presenza di grasso addominale, di conseguenza
nessun rischio causato dal peso
corporeo.
Le donne lamentano spesso il fatto di avere le
"cosce grasse". Dovrebbero invece ringraziare l'inventore che ha
disposto riserve per periodi ³di carestia² in un posto
assolutamente esente da rischi.
Diversa è la situazione per l'uomo se la relazione della circonferenza è di ca.
102 %. Sopra i 100% aumenta
lentamente il rischio di malattie
cardiovascolari.
Per
valutare bene questa referenza, ci vuole un minimo di occhio clinico: la
circonferenza della vita aumenta
anche in gravidanza e con la flatulenza.
Non è
invece correlato con il peso corporeo, in quanto persone troppo magre come
persone in soprappeso possono
avere una relazione della circonferenza sopra i 100%. Questa relazione non è
solo più semplice da applicare rispetto l'indice di massa corporea, ma è anche
molto più affidabile come segno diagnostico!
Finché
la relazione della circonferenza è minore di 1, indipendentemente dal BMI alto,
il rischio di mortalità proveniente dal peso è minimo. Personalmente non
controllo neanche il BMI, se a occhio noto che la circonferenza dei fianchi è
maggiore di quella della vita.
Se
invece la relazione della circonferenza è notevolmente maggiore di 1,
approfondisco cautamente la faccenda, anche se il BMI è entro i limiti della
minima mortalità.
Prima di controllare
il BMI e dargli troppa importanza, valutare la relazione della circonferenza*
Fino a dieci anni fa, come indice diagnostico, i medici usavano la formula di Broca: il "peso ideale" è dato dall'altezza corporea in cm, meno 100 meno 10%. Per l'uomo dall'esempio menzionato prima il peso ideale risulterebbe 68 kg: (176 cm – 100 = 76 kg – 7.6 kg) Questo corrisponderebbe a un BMI di ca 21:( 68 kg / 1.76 * 1.76 m2 ) e per un sessantenne è nettamente a rischio:
Fig. 8: Valutazione dell'indice di massa corporea BMI
Dal grafico si deduce che per un maschio sessantenne il rischio minimo è dato da un BMI tra 23 e 28, media ca. a 26.
Questo significa che un uomo di sessant'anni, alto 1.76 può pesare ca. tra 70 e 87 kg (1.76 * 1.76 = 3.1 * BMI) senza aumentato rischio né per malattie degenerative, né per malattie cardiovascolari. L¹ importante è che la relazione della circonferenza non sia molto superiore al 100%.
Un indicatore di questa portata (media +- 10% per gli uomini) non è che sia molto discriminante. Quindi non capisco l'importanza che gli si attribuisce. Ma come tutti devo vivere anch'io con certe realtà più sociali che biologiche.
Tra i medici, la valutazione del BMI è aleatoria. Si riscontrano valori generalizzati per età e sesso che abbinano BMI 20 come"ideale", BMI 22 come "normale" e BMI > 26 come "obeso". Da quale fonte prendono questi valori è un grande mistero. Non ho mai visto uno studio epidemiologico decente che confermi questi dati. Comunque ci sono i salutisti delle tabelle che definiscono un "normopeso" indipendentemente da sesso, età e mortalità tra BMI 18.5 e 25.
Esempio di una tipica tabella spostata di ca. 3 punti BMI (IMC Indice massa corporea) per gli uomini risp. Di 7 punti per le donne:
Fig. 9: Grafico di BMI in circolazione (molto dubbioso)
Personalmente mi ritengo un terapista con l'obiettivo di minimizzare la mortalità dei miei clienti. Non intraprendo assolutamente niente, se i valori per la relazione della circonferenza e per il BMI sono fuori limite di rischio e mi dedico a problemi salutari che denotano l¹esigenza di essere trattati.
Il peso come valore culturale varia e varia molto secondo la cultura.
Fig. 10: Illustrazione dii ideali di bellezza di statura in diverse culture e società
Essere snelli . Diete e sport rendono snelli. Snello è sano.
Troppo, troppo grasso, troppo dolce, troppo salato, ...
Si crede più in questi ideali ascetici che alla risurrezione di Cristo e persino più della credenza in Dio (80%).
ovvero chi ne trae vantaggio:
* corsi e raccomandazioni di dimagrimento
* cure dietetiche
* medicamenti e rimedi dimagranti
*
giornalisti di riviste per la donna
* medici ansiogeni
* missionari e paranoici di
ogni provenienza
È difficile come medico far fronte a degli ideali sociali, perché la medicina stessa è a metà culturale e biologica. E bisognerebbe astenersi da questo perché è il compito di politici, missionari e terroristi. Ma ci si può rifiutare di curare una malattia che non è malattia: questo dovrebbe essere l¹esigenza di ogni medico in buona fede.
Il tema è trattato
enciclopediamente nel testo Peso corporeo umano.
Le diete rappresentano uno strumento medico ³tagliente². Chi non si fida di gusto, appetito e voglia di alimentarsi ma di concetti dietetici, corre gravi rischi di malnutrizione con conseguenti disturbi metabolici difficili da identificare.
Di solito il medico prescrive diete per mitigare disturbi metabolici ben definiti (p.es. renali). Non consiglio a nessuno, di seguire delle diete (o di consigliarle) senza approfondite conoscenze metaboliche, perché si rischiano lesioni anche gravi e irrimediabili. È come prescrivere medicamenti senza conoscenza di effetti, indicazioni e controindicazioni.
Usare un rimedio (la dieta è un rimedio) nel tentativo di raggiungere un ideale estetico (diminuire di peso) può essere tollerato se lo si fa per propria ignoranza. Ma se lo si prescrive a terzi questo è eticamente deprecabile.
Fig. 11: Grafico
dell'organizzazione mondiale per la salute sulla nutrizione mondiale
Ogni organismo umano è dotato di un certo numero di cellule lipidiche. Queste possono svuotarsi per coprire il fabbisogno energetico in periodi magri e riempirsi come riserva in periodi grassi. In carestie e durante cure dimagranti, quando le cellule lipidiche sono quasi vuote, l¹organismo percepisce il fatto come se le cellule fossero in sottonumero. Procede quindi a proliferarne delle nuove in previsione di tempi ancora peggiori. E quando la situazione si normalizza, le riempie tutte, anche quelle formate da ultimo e il peso chiaramente aumenta.
Questo è menzionato come
"memoria del peso" oppure
"peso referenza" e illustra come le diete
dimagranti in ultima analisi portano all'effetto contrario.
Fig. 12: Cellule lipidiche ben riempite
Evitare che subentri
lo stimolo della fame
La fame duratura aumenta il peso di
referenza dell'organismo.
Per sopravvivere l'organismo umano ha bisogno di ca. 50 sostanze essenziali in dosi differenziate. Certe a chili (p.es. l'acqua) altre a milionesimi di grammi (p.es. selenio). L'organismo è in grado di farsi delle scorte energetiche in forma di grasso, ma anche di altre sostanze, per giorni e mesi.
Quando una sostanza scarseggia , ci viene voglia di mangiare certi alimenti che ne contengono rilevanti dosi. Può capitare che a furia di soddisfare questo bisogno, assumiamo in esubero altre sostanze energeticamente rilevanti che non riusciamo a bruciare con conseguente aumento di peso, perché il sovrappiù energetico viene trasformato e immagazzinato come grasso.
Sotto questo aspetto tutte le diete restrittive e le regole del "malsano" sono rischiose perché escludono sostanze necessarie delle quali non conosciamo nemmeno il nome.
Un esempio è dato dall¹ uovo: contiene in dosi rilevanti più di 40 delle 50 sostanze essenziali ma l'argomento del ³troppo colesterolo contenuto in esso² ha fatto sì che il suo consumo diminuisse con conseguente carenze nutrizionali (ca. la metà degli ospedalizzati soffrivano di malnutrizione). Nel frattempo è stato dimostrato che il colesterolo consumato non influisce minimamente sul colesterolo nel sangue.
Fig. 13:
Contenuto in vitamine di diversi alimenti
Un simile destino hanno avuto burro, cioccolato, formaggi, salumi, insaccati e altri alimentari preziosi. Sono stati sostituiti da pasti prefabbricati molto scarsi in sostanze essenziali.
I primi colpevoli di questa situazione sono i prevenzionisti e salutisti. Si illudono di sapere (meglio del nostro appetito) cosa sia "sano" o meno. Ma cosa ha bisogno un organismo in una determinata situazione lo sa solo lui; se non fosse così la razza umana, senza professori, dietisti, salutisti e prevenzionisti non sarebbe sopravissuta fino ad oggi.
Il secondo colpevole in questo contesto è costituito dall¹industria alimentare che mette in commercio pasti confezionati. Pasti talmente poveri di contenuti, assumendo i quali vengono certamente a mancare alcune sostanze (delle ca. 50 in totale). Per sopperire a questa mancanza e coprire il fabbisogno minimo della sostanza che scarseggia si arriva a consumare più "calorie" di quanto il corpo riesce a smaltire.
Limitare il più
possibile l¹assunzione di pasti industrializzati.
Evitare le regole
nutritive dei salutisti.
Per motivo di costi,i pasti industriali
sono molto scarsi in diverse delle 50 sostanze alimentari essenziali. Idem per
alimentari "sani", non per costo, ma per scelta. Uova, salumeria e
formaggi grassi contengono sostanze che non sono contenute in modo sufficiente
negli alimenti salutistici.
Ambedue portano a deficienze
alimentari che non ti rendono mai sazi. Lo stimolo della fame perdura finché
tutte le 50 sostanze hanno raggiunto un livello soddisfacente. Più c¹è scarsità
di sostanze essenziali, più aumenta la probabilità di assumere calorie di
troppo.
Scritti in merito si trovano sotto
le seguenti voci:
Le diete dimagranti a lungo termine non servono a niente. Lo dimostra uno studio menzionato nel rinomatissimo giornale medico Lancet (Peer Reviewed):
Fig. 14:
Progresso di cure dimagranti (sotto controllo medico e psicologico) per ca. 2
anni (secondo LANCET)
Anzi, si nota che dopo ca. 2 anni, il peso è leggermente (ca. 2%) aumentato. Questo grazie ai meccanismi di "memoria del peso", che in periodi di "carestia" fanno proliferare le cellule lipidiche:esse diminuiscono di volume, ma aumentano di numero.
Sotto questo aspetto, qualsiasi cura dimagrante è antiterapeutica per definizione, perché a lungo andare fa aumentare il peso. Ed è forse per questo che chi ha seguito molte cure dimagranti potrebbe diventare veramente obeso (BMI > 36 per le donne e 32 per gli uomini).
In questa ottica è contro l'etica medica suggerire, proporre o prescrivere diete dimagranti, qualunque esse siano. Al massimo si può proporre delle misure per mantenere l¹attuale peso. Andando avanti con gli anni, questo abbassa il rischio, visto che la referenza di peso con gli anni aumenta.
Non seguire mai
delle diete dimagranti
Perché aumentano il peso di referenza! Vedi anche "Memoria del peso ... "
e non di concetti dietetici. L'inventore non ha previsto né professori ne giornaliste per alimentarsi! Mia nonna disse: mai mangiare senza appetito, e, se puoi, sempre quando ne hai.
Appetito: decide la pancia
Fig. 15: Determinanti dell'appetito (secondo POLLMER)
L'immagine tenta di illustrare le complesse interazioni che determinano l'alimentazione. Si basa su degli studi dell'istituto Europeo per l'alimentazione: Udo Pollmer.
Chi non ha tempo non mangia finché lo trova!
La sensazione di sazietà richiede un certo tempo. Chi mangia in modo affrettato e solo dei cibi con alta concentrazione energetica, rischia di mangiare oltre le proprie necessità.
I seguenti fatti sono stati dimostrati da un ampio studio epidemiologico germanico:
* il matrimonio e i figli rovinano la figura
* la mancanza di sonno fa crescere i fianchi
* guardare la televisione più di un'ora al giorno fa aumentare il peso
* la luce al neon e gli schermi PC non a cristalli liquidi idem
* ansia, disperazione, logorio emozionale e altre forme di stress cronico fanno aumentare i chili; meno, la mancanza di sforzi fisici e l'alimentazione "malsana" smisurata.
Vi sembreranno strane queste considerazioni e infatti e al primo sguardo lo sono. Se vi ricordate però l'inizio di questa tutoria, diventa abbastanza logico: in tutte queste vicende sono coinvolti degli ormoni che a tasso elevato aumentano il peso tramite complessi meccanismi. Pro memoria:
- in donne, un alto livello di estrogeni aumenta il peso
- in uomini, un basso livello di testosteroni aumenta il peso
- alto livello di cortisoli aumenta il peso
- basso livello di ormone tiroidale aumenta il peso
- alto livello di adrenalina aumenta il peso
- basso livello di melatonina e serotonina aumentano il peso
- alto livello dell'ormone della crescita aumenta il peso
- glicemia e insulina alta aumentano il peso
Tentate di scoprire nessi tra ormoni e fatti che fanno ingrassare! E poi tentate di immaginarvi delle strategie da adottare che potrebbero migliorare la situazione!
Scritti
in merito si trovano sotto le seguenti voci:
* Gestione ormonale, endocrina
Lo stile di vita non si può sempre modificare come si vuole. I coinvolgimenti sociali ed economici sono molto forti. Ma qualcosa possiamo fare per mantenere il nostro peso.
* Imparare delle tecniche antistress e di distensione
* Dormire secondo il sonno
* Guardare la televisione non più di un'ora al giorno
* Liberarsi dov'è possibile da situazioni ansiose, anche se a costo di grandi sforzi
* Sostituire (dov'è possibile) le lampade al neon con altre
* Sostituire (dov'è possibile) schermi oscillanti con schermi a cristalli liquidi
* Camminare 20 minuti al giorno a polso elevato
Queste misure servono più di tutti gli sforzi alimentari.
Scritti
in merito si trovano sotto le seguenti voci:
Si aumenta di peso solo se ci si alimenta in modo ipercalorico per un lungo periodo e non si consuma maggior energia di quanto si spende. Ma come si fa a capire se si mangia in modo adatto al dispendio calorico?
Nessuno lo sa. E non si può calcolare, perché sia la composizione del cibo sia l'elaborazione energetica sono troppo complesse per essere determinate con esattezza.
Per fortuna, l'inventore ci ha fornito di uno strumento infallibile: l'appetito. E da questo fatto proviene l'antica regola alimentare: mai mangiare senza appetito e sempre quando lo si ha!
Scritti in merito si trovano sotto le seguenti
voci:
Vedi anche Allegato 2: Nozioni energetiche / caloriche
Chi soffre di attacchi di fame, molto probabilmente soffre di ipoglicemia regolatoria. È abbastanza facile rimediare assumendo alimenti a basso indice glicemico e con l'aggiunta di cromo, zinco e manganese, riccamente contenuti nel lievito medicinale.
Chi si nutre prevalentemente di panini, inganna la propria sensazione di sazietà: ci vuole un certo lasso di tempo perché si faccia sentire. La inganna pure chi si nutre prevalentemente di verdura perché la sensazione di sazietà svanisce presto. Assaporare con calma pasti tradizionali completi evita sia l'uno che l'altro inconveniente.
La densità calorica è definita per kCal / grammo.A livello calorico un pasto può essere ricco o carente secondo la sua composizione
Esempio: |
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gr |
KCal/% |
kCal |
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gr |
KCal/% |
kCal |
Patate fritte |
300 |
115 |
345 |
Patate fritte |
300 |
115 |
345 |
Bistecca |
120 |
130 |
156 |
Bistecca |
120 |
130 |
156 |
Coca Cola |
300 |
45 |
135 |
Birra |
300 |
44 |
132 |
Cafè |
30 |
|
25 |
Cafè |
30 |
|
25 |
|
|
|
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Insalata |
100 |
|
30 |
|
|
|
|
Verdura |
200 |
24 |
48 |
Totale |
750 |
|
661 |
Totale |
1'050 |
|
736 |
Densità
calorica = 661/750*100 = 88
kCal/100gr |
Densità
calorica = 736/1'050*100 = 70 kCal/100gr |
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Sicuramente sazia
di più e a tempo più lungo il piatto a destra. E probabilmente si è anche
sazio prima di aver mangiato tutto, perché si impiega più tempo per
mangiarlo. |
Fig. 16: Esempio di un pasto caloricamente denso e uno medio denso
È diventato di moda consigliare a tutti di bere smisuratamente. Questo può essere pericoloso. Un cibo ben fatto contiene almeno 2/3 di acqua. Se si consuma anche frutta e verdura (90% di acqua) e si beve ogni tanto un caffè e un bicchiere di vino ai pasti, non si avrà sete e quindi nessun motivo di bere ulteriormente.
Chi beve smisuratamente, corre il rischio di disturbare seriamente il proprio equilibrio idro-elettrolitico. Se proprio non si vuole fare a meno di bere si aggiunga almeno un cucchiaio da tè di sale da cucina.
Fra l'altro, le bibite addolcite hanno una grande concentrazione calorica e non saziano né a breve né a lungo termine. Inoltre causano sbalzi di glicemia che in persone afflitte da ipoglicemia regolatoria, creano dopo ca. 1/2 ora una leggera ipoglicemia con attacco di fame. Per mantenere il proprio peso sono quindi più rischiose del cioccolato (concentrazione alta), che perlomeno contiene abbastanza grassi per saziare a lungo, quasi tutta la gamma di minerali e diverse vitamine.
Il tema è trattato
enciclopedicamente nel testo Fabbisono
sostanziale umano
L'alimentazione umana è tutt'altro che un fatto puramente energetico (calorico). Oltre alle quattro sostanze "di massa": acqua, proteine, lipidi, glucidi richiede l¹assunzione di ca 46 sostanze essenziali che portano a seri sfasamenti metabolici se sono carenti: degli aminoacidi delle proteine, la metà sono essenziali (ca. 10). Si aggiungono diversi acidi grassi essenziali, ca. una dozzina di vitamine (A, D, E, K, C e la gamma dei B) più una dozzina di minerali (p.es. sodio, potassio, cloro, ferro, iodio, ... ).
Riguardo le sostanze di massa, l'uomo necessita al minimo di:
* Proteine ca. 1 gr / kg di peso corporeo (ca. 4 kCal/kg)
* Lipidi (oli e grassi) di ca. 1 gr / kg (ca. 9 kCal/kg)
* Glucidi ca. 120 gr indipendentemente del peso corporeo (ca. 450 kCal)
* Acqua ca. 1 gr / kCal "bruciata" (0 kCal)
Il resto del fabbisogno calorico può essere coperto sia con proteine, sia con lipidi, sia con glucidi, ma anche con alcool (6 kCal/gr) e acidi organici (2 kCal/gr).
Qual'è il fabbisogno
calorico? Tra 20 a ca. 60 kCal /
kg di peso corporeo (1:3). Dipende maggiormente dallo sforzo fisico, dalla
temperatura ambientale , dal metabolismo della tiroide, ma anche da altri
fattori. È completamente impossibile stimarlo in modo affidabile. Diamo
comunque un orientamento in merito nel seguente esempio.
Fig. 17: Esempio
di fabbisogno energetico (calorico) ripartito nei prinncipali gruppi di
alimentari (lipidi, proteine, glucidi)
Scritti in merito si trovano sotto le
seguenti voci:
Sono le sostanze di massa che abbiamo bisogno per la continua ricostruzione dell'organismo. Gli "scarti" di queste sostanze (e altre) servono per la fornitura dell'energia necessaria ai processi metabolici e ai movimenti.
Gli aminoacidi nelle proteine servono a scopi strutturali e funzionali. Lipidi e glucidi hanno anche loro scopi strutturali e funzionali, ma anzitutto servono a scopi energetici. Per processi metabolici sono trasformabili gli uni negli altri. In tempi grassi, dei glucidi sono trasformati in lipidi di scorta, mentre in tempi magri vengono svuotati i magazzini dei grassi di scorta, trasformati in glucidi e poi "bruciati" come fonte di energia.
Fig. 18: Alimentazione basilare in diverse culture
Questo
è possibile grazie alla versatilità metabolica dell'organismo umano che non
trova difficoltà nel sostituire glucidi e lipidi (non essenziali) a vicenda. Negli
ultimi anni si sono accese controversie tra dietisti che optano per un
"minimo di lipidi" (low-fat) e quelli che optano per un "minimo
di glucidi" (low-sugar). Talvolta la diatriba è simile per intensità ad una guerra religiosa.
Per fortuna non è questione di vita o morte ; lo testimoniano gli esempi sopra
citati.
Sotto
aspetti medici c'è da notare una semplice regola:
* chi
consuma esageratamente glucidi è a rischio di diabete mellito II
* chi
consuma esageratamente lipidi è a rischio di chetosi
* chi
consuma esageratamente proteine è a rischio di gotta
Non
sono evidentemente "esagerate" le dosi riportate nell'immagine sopra
(se no, tutti i giapponesi soffrirebbero di gotta e di diabete e tutti i masai
e eschimesi di chetosi ma mai di gotta e di diabete).
Per
il medico possono invece essere utili indicatori: non consiglierà a un
diabetico di nutrirsi prevalentemente con glucidi, ma piuttosto con grassi e
proteine.
In
contrasto alle superstizioni popolari riguardante il peso corporeo, esso non
dipende dal mangiare più grassi,
più proteine o più glucidi. Dipende unicamente dalla relazione tra energia
consumata ed energia spesa; in altre parole dalla quantità calorica che si
consuma.
Certo
che i lipidi contengono il doppio di energia per unità di peso dei glucidi e
delle proteine. In compenso saziano molto di più, più a lungo e senza sbalzi di
glicemia.
Scritti
in merito si trovano sotto le seguenti voci:
Sui glucidi esistono tantissime superstizioni. Esistono vari tipi rilevanti per l'alimentazione umana:
* amidi
* composti di lunghe catene di glucosio (uno
zucchero, monosaccaride)
* zuccheri
* da cucina e di canna: saccarosio (composto di
una molecola di glucosio e fruttosio
* lattosio (composto da una molecola di
galattosio e di glucosio)
* maltosio (composto da due molecole di
glucosio)
* glucosio (destrosio)
* fruttosio
* galattosio
* ribosio
(monozuccheri assorbibili dall'intestino tenue senza ulteriore
decomposizione enzimatica)
Assorbimento
di glucosio, fruttosio, ribosio ed ev. galattosio (tolleranza al lattosio) ⇪ Parete intestinale |
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Glucosio
(glu) |
Fruttosio
(fru) |
Galattosio
(gal) |
Ribosio
(rib) |
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⇪ Decomposizione enzimatica
intestinale in monosaccharidi |
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Sacharosio
(glu & fru) |
Maltosio
(glu & glu) |
Lattosio
(gal & glu) |
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Š |
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Ammido (... glu & glu & glu ... ) |
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Fig. 19: Composizione chimica di glucidi
I glucidi si distinguono per diverse proprietà metaboliche:
Il glucosio aumenta la glicemia (glucosio nel sangue) in poco tempo, mentre gli altri monosaccharidi lo fanno molto meno e molto più lentamente. La preparazione del cibo gioca un grande ruolo in questo fatto.
Secondo la velocità e la misura di aumento della glicemia, si distinguono diversi alimenti secondo il loro indice glicemico. È importante per diabetici e chi soffre di ipoglicemia regolatoria.
Il glucosio si definiva con un indice glicemico di 100 (%). Lo zucchero da cucina ha un indice di ca.
La qualità di glucidi non incide minimamente sul
peso: dispongono tutti di un'energia di 4 kCal/gr.
Il discorso cambia con i surrogati dello zucchero, che hanno un forte gusto dolciastro ma sono privi di
energia: l'organismo con un gusto dolciastro riceve il segnale di elaborazione
di glucidi e produce insulina. Se poi non arrivano zuccheri, vengono eliminati
quelli che occorrono nel sangue: si va in ipoglicemia e si sviluppano forti
attacchi di fame.
Ai tempi si
aggiungeva l'assugrine al pasto dei maiali: il loro appetito aumentava e
ingrossavano più in fretta. Oggi si aggiungono ai prodottti "light".
Assugrine e altri surrogati di zucchero, contenuti anche in prodotti "light".
Le proteine sono complesse catene di 20 aminoacidi, delle quali ca. la metà sono essenziali. Servono per la continua ricostruzione dei tessuti, di enzimi e di certi ormoni. L'uomo necessita al minimo 1 gr/kg di peso corporeo di proteine al giorno. Se mancano, iniziano processi degenerativi, specialmente nei tessuti connettivi.
Le proteine sono maggiormente contenute in tessuti animali (pesce, volatili, carne, ... ), in prodotti animali (uova, latte, latticini, formaggi). Riguardo i vegetali, sono le leguminose (piselli, fagioli, lenticchie, ... ) che ne contengono in maggior quantità. Ma anche le graminacee (pasta, pane) contengono proteine in misura di ca il 10% del loro peso a secco. Frutta, verdura e altri ortaggi non ne contengono rilevanti dosi.
Fig. 20: Composizione di alimenti in aminoacidi rilevanti (essenziali)
Scritti in merito si trovano sotto le seguenti
voci:
Aminoacidi essenziali in alimentari
I lipidi sono oli e grassi animali e vegetali, composti da catene di ca. 30 diversi acidi grassi, dei quali ca. 5 sono essenziali. Servono per la continua ricostruzione di tessuto adiposo funzionale, per diversi processi metabolici e per la maggior parte di ormoni. L'uomo necessita di ca. 1 gr/kg di peso corporeo al giorno. Se vengono a mancare, cominciano processi degenerativi specialmente a livello di tegumenti (pelle, capelli, unghie), sindromi di ipovitaminosi (liposolubili A, D, E, K) e seri disturbi ormonali.
I lipidi sono contenuti in certi semi e specialmente in nocispeci vegetali (olive, girasole, noci, noccioline, cacao, soia e altre leguminose ... ), in prodotti animali (burro, uova, latte, formaggi) e in tessuti animali; pochi nella muscolatura, molti in strati sottocutanei (strutto) e di tessuto connettivo lasso; aumentano in organi interni. Frutta, verdura e ortaggi non contengono lipidi in dosi rilevanti.
Ci sono diatribe tra promotori di grassi animali e oli vegetali, che si basano anzitutto su superstizioni e ignoranza. Come è dimostrato dal grafico, le composizioni di oli e di grassi non è molto diverso tra loro.
Fig. 21: Composizione di alimenti in acidi grassi
Scritti in
merito si trovano sotto le seguenti voci:
Acidi grassi in lipidi alimentari
Trasporto di lipidi e lipidemie
Oltre agli aminoacidi e agli acidi grassi, anche le vitamine e i minerali sono sostanze essenziali.
Le vitamine si trovano in prodotti sia animali che vegetali, ma non le stesse. Uova, carni e prodotti lattici contengono in media più vitamine dei prodotti vegetali, ai quali mancano le vitamine A, D, B3 e B12. (vedi anche "Regola del minimo determinante"). Ai prodotti animali manca invece solo la vitamina C. E' una superstizione popolare divulgata che frutta, verdura e ortaggi contengano tante vitamine. In realtà, della dozzina di vitamine necessarie, contengono in abbondanza solo la C, la K e l¹ acido folico.
Il discorso è simile riguardo i minerali: la frutta non ne contiene; ortaggi, graminacee e noci ne contengono certi e altri meno, così vale anche per i prodotti animali. Perlopiù sono carenti in sodio e cloro ma si può ovviare al fatto aggiungendo sale da cucina. Il minerale più a rischio di carenza per chi vive nelle nostre regioni è il calcio, perché manca nel terreno. Chi non tollera prodotti lattici dovrebbe porre rimedio bevendo acqua minerale calcarea.
Fig. 22: Minerali rilevanti in alimenti
È difficile sia per
vegetariani che per accaniti carnivori
soddisfare le esigenze minerali e vitaminiche dell'organismo. Le
mancanze di anche solo un elemento (sono complessivamente ca. due dozzine) può
disturbare processi rigenerativi, ormonali, immunitari come pure l'equilibrio
idro-elettrolitico. E non è facile
decifrare cosa crea i diffusi sintomi.
Così è facile senza lunghe analisi alimentari
di nutrirsi in modo completo con tutte le 50 sostanze essenziali per l'uomo
Mangiare
variato
Scritti in merito si trovano sotto
le seguenti voci:
Il tema è trattato
enciclopediamente nel testo Fabbisogno
energetico umano.
Tutti gli apostoli delle diete dimagranti vedono l'alimentazione prevalentemente sotto aspetti calorici (energetici). A parte le fatali conseguenze di un riduzionismo del genere, il discorso energetico è ridicolo, perché i dati concreti individuali non sono rilevabili per due motivi:
* Il fabbisogno energetico metabolico di base individuale non è determinabile. Dipende di troppi fattori connessi al metabolismo individuale per essere misurato in modo sufficientemente affidabile.
* Il fabbisogno energetico durante uno sforzo non è determinabile. Non solo perché in una giornata ci sono fasi con diversi sforzi, ma anche per il semplice fatto che ognuno usa il proprio organismo con variabile economicità.
* Il contenuto energetico rilevante di alimenti che serve al metabolismo umano è difficilmente misurabile. Inoltre la composizione di alimenti è energeticamente talmente variabile, che è impensabile determinare valori per una normale alimentazione anche di pochi giorni.
* Non si sa bene quanto, dell'alimento, viene metabolizzato energeticamente e quanta energia lascia il corpo con le feci. Esistono poche misure in merito.
Le seguenti immagini danni un'idea della complessità metabolo – energetica.
Il primo raggruppa i fattori più rilevanti sul bilancio energetico umano.
Fig. 23: Bilancio energetico umano
Il secondo, in forma di esempio, da un'idea sulle variazioni della rate metabolica basale BMR, differenziato per sesso ed età:
Fig. 24: Rate metabolica basilare (Basic metabolic rate BMR) in funzione di sesso e età (kCal/d)
Si nota che la differenza delle medie statistiche tra uomini e donne è del 10 ... 15% e con la differenza di età (tra 20 e 70 anni) ancora del 15%. Poi la statistica stessa indica che la metà delle persone è sopra e l'altra metà sotto. Di quanto, non sono riuscito a trovare esattamente, ma stimo almeno per un 10%.
E questo solo per i dati del metabolismo basale, quindi assolutamente fermo in un ambiente di ca. 20o C. Figuriamoci le approssimazioni per lo sforzo fisico, il contenuto di alimenti e il rendimento metabolico (energia nelle feci).
Non riesco a immaginarmi, in quale università i professori di dietetica abbiano fatto i loro studi. Scientificamente seri non possono essere chiamati finché vanno avanti a insegnare sciocchezze del genere.
Non consultare mai tabelle caloriche
Chi ha bisogno di un professore per nutrirsi,
soffre di una malattia mentale.
I
seguenti grafici illustrano la relazione tra mortalità e sesso, età e BMI. Si
nota che:
* C'è
un ambito di minima mortalità abbastanza vasto
*
Riguardo le donne, questo ambito è maggiore rispetto agli uomini
*
L'ambito si sposta con l'età
* Il
sottopeso incide molto di più sulla mortalità che il sovrapeso
Fig. 25: Mortalità femminile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età
Fig. 26: Mortalità maschile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età
Genetica, anatomia e fisiologia, metabolismo,
gestazione, nascita, infezioni, disfunzioni ormonali, età, matrimonio, figli,
ambiente psicosociale, disturbi psichici (mentali, emotivi, d'istinto e di
pulsioni)
Distress cronico, sonno, televisione, ansie,
lampade al neon, schermi oscillanti, movimento
La vita è troppo bella per guastarla rompendosi
le scatole con inutili calcoli di calorie
* vedi sopra
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Daniela Rüegg curavit |
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