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Tutoria medicina popolare: Gruppo di lavoro corporeo

Obesità

P. Forster & B. Buser

 

Dipinto di Botero

 

August 29, 2007

Categorie: Fisiologia | Dietologia | Alimentazione

 

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Determinanti del peso

Peso, obesità e mortalità

Dati biometrici

Sesso, Età, Peso, Statura, Rc, BMI

Tabella Body mass index BMI

Relazione circonferenziale Rc

Indice di massa corporea BMI

Peso e valori culturali

Ideale occidentale contemporaneo

Superstizioni corrispondenti

Sensi di colpa coinvolti

Cui bono?

Comportamento medico

Peso e diete

Memoria del peso, cellule lipidiche

Regola del minimo determinante

Diete dimagranti

Consigli per mantenimento del peso

Fidarsi dell'appetito

Lasciarsi il tempo

Rispettare fatti fondamentali

Adattare lo stile di vita

Non nutrirsi ipercaloricamente

Attacci di fame e ipoglicemia

Densità calorica di alimentari e sazietà

Quantità di liquidi, bibite

Allegato 1: Nozioni sull'alimentazione

Proteine, Lipidi e Glucidi

Glucidi

Proteine

Lipidi

Sostanze essenziali e loro carenze

Allegato 2: Nozioni energetiche / caloriche

Allegato 3: BMI e mortalità

 

Regole per "obesi"

 

Indice degli immagini

Fig. 1: Dipinto di Botero

Fig. 2: Adipositas bei Kindern und Jugendlichen

Fig. 3: Determinanti del peso corporeo

Fig. 4: Circonferenza della vita

Fig. 5: Dati biometrici rilevanti per valutare il peso corporeo

Fig. 6: Esempio di dati biometrici per valutare il peso corporeo

Fig. 7: Tabella per rilevare l'indice di massa corporea BMI

Fig. 8: Circonferenza di fianchi e vita

Fig. 9: Valutazione dell'indice di massa corporea BMI

Fig. 10: Grafico di BMI in circolazione (molto dubbioso)

Fig. 11: Illustrazione di ideali di bellezza di statura in diverse culture e società

Fig. 12: Grafico dell'organizzazione mondiale per la salute sulla nutrizione mondiale

Fig. 13: Cellule lipidiche ben riempiite

Fig. 14: Contenuto in vitamine di diversi alimenti

Fig. 15: Progresso di cure dimagranti (sotto controllo medico e psicologico) per ca. 2 anni (secondo LANCET)

Fig. 16: Determinanti dell'appetito (secondo POLLMER)

Fig. 17: Esempio di un pasto caloricamente denso e uno medio denso

Fig. 18: Esempio di fabbisogno energetico (calorico) ripartito nei prinncipali gruppi di alimentari (lipidi, proteine, glucidi)

Fig. 19: Alimentazione basilare in diverse culture

Fig. 20: Composizione chimica di glucidi

Fig. 21: Composizione di alimenti in aminoacidi rilevanti (essenziali)

Fig. 22: Composizione di alimenti in acidi grassi

Fig. 23: Minerali rilevanti in alimenti

Fig. 24: Bilancio energetico umano

Fig. 25: Rate metabolica basilare (Basic metabolic rate BMR) in funzione di sesso e età (kCal/d)

Fig. 26: Mortalità femminile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età

Fig. 27: Mortalità maschile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età

 

 

Fig. 1: Adipositas bei Kindern und Jugendlichen

Fine ottobre ho letto un'articolo di Udo Pollmer: Ueber Gewicht (nella Weltwoche 42/05).

 E' uscito il suo nuovo libro: Pollmer Udo: Esst endlich normal, Piper 2005 (Indice).Si riferiva a un libro:

M. Wabitsch, J. Hebebrand, W. Kiess, K. Zwiauer (Hsgb.): Adipositas bei Kindern und Jugendlichen. Grundlagen und Klinik. Springer 2004, che di seguito ho letto con molta attenzione (Indice).

 

 

 


 

Determinanti del peso corporeo

Fattori determinanti che influenzano il peso corporeo umano :

- genetica: peso dei genitori

- anatomia e fisiologia individuale

- metabolismo individuale

- gestazione, peso alla nascita

- infezioni (p.es. l'adenovirus 36 e altri 6 micro organismi sono noti per creare adiposità)

- malattie e disfunzioni ormonali

- età

- ambiente psicosociale

- stile di vita

Fig. 2: Determinanti del peso corporeo


La maggiore incidenza sul peso è data dagli ormoni:

- in donne, un alto livello di estrogeni aumenta il peso,

- in uomini, un basso livello di testosteroni aumenta il peso

- alto livello di cortisoli aumenta il peso

- basso livello di ormone tiroidale aumenta il peso

- alto livello di adrenalina aumenta il peso

- basso livello di melatonina e serotonina aumentano il peso

- alto livello dell'ormone della crescita aumenta il peso

- glicemia e insulina alta aumentano il peso

Considerando che si può far fronte all'obesità unicamente con misure che rispettano questi dati di fatto, discuteremo le relative misure più o meno sensate nel capitolo "Consigli per il mantenimento del peso".

 


Peso, obesità e mortalità

Il tema è trattato enciclopediamente nel testo Peso corporeo umano.

 

Esistono pochi studi sulla correlazione statistica di mortalità e peso. Le uniche affidabili provengono da società di assicurazione vita. Questo è molto strano: la medicina moderna  punta sull'evidenza dei fatti, e in un discorso socialmente tanto importante si muove senza la loro conoscenza. 

Personalmente evito il termine "obeso", perché non è biologicamente definito. Uso il termine "adiposo"se l¹indice di massa corporea BMI (body mass index)è superiore a 36 per donne e 32 per uomini.

Fig. 3: Circonferenza della vita


Dati biometrici

I dati biometrici sono dati oggettivamente rilevabili che vengono statisticamente messi in relazione con altri dati. Nel contesto servono sei dati che sono poi trasformati in due indici di referenza.


Sesso, Età, Peso, Statura, Rc, BMI (IMC)

Sesso

Età

 

Circonferenza dei fianchi Cf

Circonferenza della vita Cv

Relazione circonferenziale

Rc = Cv / Cf

Peso corporeo Pc

Statura Ac

Indice di massa corporea

BMI = Pc / Ac2

Fig. 4: Dati biometrici rilevanti per valutare il peso corporeo

Esempio: Uomo 60 anni, Statura A 1.76 m, Peso Pc 80 kg, Circonferenza fianchi Cf 105 cm, Circonferenza vita Cv 107 cm:

Sesso

Età 60 anni

 

Cf = 105 cm

Cv = 107 cm

Rc = Cv / Cf = 107 / 105 = 1.02 = 102%

Pc = 80 kg

Ac = 1.76 m

BMI = Pc / Ac2 = 80 / 1.76*1.76 = 80 / 3.1 = 25.8

Fig. 5: Esempio di dati biometrici per vvalutare il peso corporeo

Con questi dati si riesce a stimare i  fattori  rischio derivanti dal peso corporeo, paragonando i valori individuali con valori statistici che mettono in relazione dati biometrici e mortalità.


Tabella Body mass index BMI (IMC Indice di massa corporea)

La seguente tabellina risparmia scomodi calcoli:

Fig. 6: Tabella per rilevare l'indice di massa corporea BMI


Relazione circonferenziale Rc

La relazione tra circonferenza del punto vita Cv e circonferenza dei fianchi è un dato approssimativo per stimare il grasso addominale, ritenuto un importante fattore rischio per malattie cardiovascolari.

Fig. 7: Circonferenza di fianchi e vita

La figura mostra una donna con una relazione della circonferenza di ca. 0.7 (70%). Senza grandi misure si vede che non c¹è presenza  di grasso addominale, di conseguenza nessun rischio  causato dal peso corporeo.

Le donne lamentano spesso il fatto di avere le "cosce grasse". Dovrebbero invece ringraziare l'inventore che ha disposto  riserve per periodi  ³di carestia² in un posto assolutamente  esente da rischi.

 

Diversa è la situazione per l'uomo se la relazione della circonferenza è di ca. 102 %. Sopra i 100%  aumenta lentamente  il rischio di malattie cardiovascolari.

Per valutare bene questa referenza, ci vuole un minimo di occhio clinico: la circonferenza della vita  aumenta anche in gravidanza e con la flatulenza.

Non è invece correlato con il peso corporeo, in quanto persone troppo magre come persone in soprappeso  possono avere una relazione della circonferenza sopra i 100%. Questa relazione non è solo più semplice da applicare rispetto l'indice di massa corporea, ma è anche molto più affidabile come segno diagnostico!

Finché la relazione della circonferenza è minore di 1, indipendentemente dal BMI alto, il rischio di mortalità proveniente dal peso è minimo. Personalmente non controllo neanche il BMI, se a occhio noto che la circonferenza dei fianchi è maggiore di quella della vita.

Se invece la relazione della circonferenza è notevolmente maggiore di 1, approfondisco cautamente la faccenda, anche se il BMI è entro i limiti della minima mortalità.

 

Prima di controllare il BMI e dargli troppa importanza, valutare la relazione della circonferenza*

 


Indice di massa corporea BMI (IMC)

Fino a dieci anni fa, come indice diagnostico, i medici usavano la formula di Broca: il "peso ideale" è dato dall'altezza corporea in cm, meno 100  meno 10%. Per l'uomo dall'esempio menzionato prima il peso ideale risulterebbe 68 kg: (176 cm – 100 = 76 kg – 7.6 kg) Questo corrisponderebbe a un BMI di ca 21:( 68 kg / 1.76 * 1.76 m2 ) e per un sessantenne è nettamente a rischio:

 

Fig. 8: Valutazione dell'indice di massa corporea BMI

Dal grafico si deduce  che per un maschio sessantenne il rischio minimo è dato da un BMI tra 23 e 28, media ca. a 26.

Questo significa che un uomo di sessant'anni, alto 1.76 può pesare  ca. tra 70 e 87 kg (1.76 * 1.76 = 3.1 * BMI) senza aumentato rischio né per malattie degenerative, né per malattie cardiovascolari. L¹ importante è  che la  relazione della circonferenza non sia molto superiore al 100%.

Un indicatore di questa portata (media +- 10% per gli uomini) non è che sia molto discriminante. Quindi non capisco l'importanza che gli si attribuisce. Ma come tutti devo vivere anch'io con certe realtà più sociali che biologiche.

Tra i medici, la valutazione del BMI è aleatoria. Si riscontrano valori generalizzati per età e sesso che abbinano BMI 20 come"ideale", BMI 22 come "normale" e BMI > 26 come "obeso". Da quale fonte prendono questi valori è un grande mistero. Non ho mai visto uno studio epidemiologico decente che confermi questi dati. Comunque ci sono i salutisti delle tabelle  che definiscono un "normopeso" indipendentemente da sesso, età e mortalità tra BMI 18.5 e 25.

 

Esempio di una tipica tabella spostata di ca. 3 punti BMI (IMC Indice massa corporea) per gli uomini risp. Di 7 punti per le donne:

Fig. 9: Grafico di BMI in circolazione (molto dubbioso)

Personalmente mi ritengo un terapista con l'obiettivo di minimizzare la mortalità dei miei clienti. Non intraprendo assolutamente niente, se i valori per la relazione della circonferenza e per il BMI sono fuori limite di rischio e mi dedico a problemi salutari che denotano l¹esigenza di essere trattati.


 

Peso e valori culturali

Il peso come valore culturale varia e varia molto secondo la cultura.

          

          

Fig. 10: Illustrazione dii ideali di bellezza di statura in diverse culture e società


Ideale occidentale contemporaneo

Tra i valori della nostra cultura occidentale contemporanea e benestante ce ne sono due di primordiale importanza: non si deve puzzare e bisogna essere snelli.


Superstizioni corrispondenti

Essere snelli . Diete e sport rendono snelli. Snello è sano.


Sensi di colpa coinvolti

Troppo, troppo grasso, troppo dolce, troppo salato, ...

Si crede più in questi ideali ascetici che alla risurrezione di Cristo e persino più della credenza in Dio (80%).


Cui bono?

ovvero chi ne trae vantaggio:

* corsi e raccomandazioni di dimagrimento

* cure dietetiche

* medicamenti e rimedi dimagranti

* giornalisti di riviste per la donna

* medici ansiogeni

* missionari e paranoici di ogni provenienza


Comportamento medico

È difficile come medico  far fronte a degli ideali sociali, perché la medicina stessa è a metà culturale e   biologica. E bisognerebbe astenersi da questo perché è il compito di politici, missionari e terroristi. Ma ci si può rifiutare di curare una malattia che non è malattia: questo dovrebbe essere l¹esigenza di ogni medico in buona fede.



 

Peso e diete

Il tema è trattato enciclopediamente nel testo Peso corporeo umano.

 

Le diete rappresentano uno strumento medico ³tagliente². Chi non si fida di gusto, appetito e voglia di alimentarsi ma di concetti dietetici, corre gravi rischi di malnutrizione con conseguenti disturbi metabolici difficili da identificare.

Di solito il medico prescrive diete  per mitigare disturbi metabolici ben definiti (p.es. renali). Non consiglio a nessuno, di seguire delle diete (o di consigliarle) senza approfondite conoscenze metaboliche, perché si rischiano lesioni anche gravi e irrimediabili. È come prescrivere medicamenti senza conoscenza di effetti, indicazioni e controindicazioni.

Usare un rimedio (la dieta è un rimedio) nel tentativo di raggiungere un ideale estetico (diminuire di peso) può essere tollerato se lo si fa per propria ignoranza. Ma se lo si prescrive a terzi questo è eticamente deprecabile.

Fig. 11: Grafico dell'organizzazione mondiale per la salute sulla nutrizione mondiale



 

Memoria del peso, cellule lipidiche

Ogni organismo umano è dotato di un certo numero di cellule lipidiche. Queste possono svuotarsi per coprire il fabbisogno energetico in periodi magri e riempirsi come riserva in periodi grassi. In carestie e durante cure dimagranti, quando le cellule lipidiche sono quasi vuote, l¹organismo percepisce  il fatto come se  le cellule fossero in sottonumero. Procede quindi a proliferarne delle nuove in previsione di tempi ancora peggiori. E quando la situazione si normalizza, le riempie tutte, anche quelle formate da ultimo e il peso chiaramente aumenta.

Questo è menzionato come "memoria del peso" oppure  "peso referenza" e illustra  come le diete  dimagranti in ultima analisi portano all'effetto contrario.

Fig. 12: Cellule lipidiche ben riempite

Evitare che subentri lo stimolo della  fame

La fame duratura aumenta il peso di referenza dell'organismo.


Regola del minimo determinante

Per sopravvivere l'organismo umano ha bisogno di ca. 50 sostanze essenziali  in dosi differenziate. Certe a chili (p.es. l'acqua) altre a milionesimi di grammi (p.es. selenio). L'organismo è in grado di farsi delle scorte energetiche in forma di grasso, ma anche di altre sostanze, per giorni e mesi.

Quando una sostanza  scarseggia , ci viene voglia di mangiare certi alimenti  che ne contengono rilevanti dosi. Può capitare che a furia di soddisfare questo bisogno, assumiamo in esubero altre sostanze energeticamente rilevanti che non riusciamo a bruciare con conseguente aumento di  peso, perché il sovrappiù energetico viene trasformato e immagazzinato come grasso.

Sotto questo aspetto tutte le diete restrittive e le regole del "malsano" sono rischiose perché escludono  sostanze necessarie delle quali non conosciamo nemmeno il nome.

Un esempio è dato dall¹ uovo: contiene in dosi rilevanti più di 40 delle 50 sostanze essenziali ma  l'argomento del ³troppo colesterolo contenuto in esso² ha fatto sì che il suo consumo diminuisse  con conseguente carenze nutrizionali (ca. la metà degli ospedalizzati soffrivano di malnutrizione). Nel frattempo è stato dimostrato che il colesterolo consumato non influisce minimamente sul colesterolo nel sangue.

 

Fig. 13: Contenuto in vitamine di diversi alimenti

Un simile destino hanno avuto burro, cioccolato, formaggi, salumi, insaccati e altri alimentari preziosi. Sono stati sostituiti da pasti prefabbricati molto scarsi in sostanze essenziali.

I primi colpevoli di questa situazione sono i prevenzionisti e salutisti. Si illudono di sapere (meglio del nostro appetito) cosa sia "sano" o meno. Ma cosa ha bisogno un organismo in una determinata situazione lo sa solo lui; se non fosse così la razza umana, senza professori, dietisti,  salutisti e prevenzionisti non sarebbe sopravissuta fino ad oggi.

Il secondo colpevole in questo contesto è costituito dall¹industria alimentare che mette in commercio  pasti confezionati. Pasti talmente poveri di contenuti, assumendo i quali  vengono certamente a mancare alcune sostanze (delle ca. 50 in totale). Per sopperire a questa mancanza e coprire il fabbisogno minimo della sostanza che scarseggia si arriva a consumare più "calorie" di quanto il corpo riesce a smaltire.

 

Limitare il più possibile l¹assunzione di pasti industrializzati.

Evitare le regole nutritive dei salutisti.

 

Per motivo di costi,i pasti industriali sono molto scarsi in diverse delle 50 sostanze alimentari essenziali. Idem per alimentari "sani", non per costo, ma per scelta. Uova, salumeria e formaggi grassi contengono sostanze che non sono contenute in modo sufficiente negli alimenti salutistici.

Ambedue portano a deficienze alimentari che non ti rendono mai sazi. Lo stimolo della fame perdura finché tutte le 50 sostanze hanno raggiunto un livello soddisfacente. Più c¹è scarsità di sostanze essenziali, più aumenta la probabilità di assumere calorie di troppo.

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Vitamine in alimenti

 


Diete dimagranti

Le diete dimagranti a lungo termine non servono a niente.  Lo dimostra uno studio menzionato nel rinomatissimo giornale medico Lancet (Peer Reviewed):

Fig. 14: Progresso di cure dimagranti (sotto controllo medico e psicologico) per ca. 2 anni (secondo LANCET)

Anzi, si nota che dopo ca. 2 anni, il peso è leggermente (ca. 2%) aumentato. Questo grazie ai meccanismi di "memoria del peso", che in periodi di "carestia" fanno proliferare le cellule lipidiche:esse diminuiscono di volume, ma aumentano di numero.

Sotto questo aspetto, qualsiasi cura dimagrante è antiterapeutica per definizione, perché a lungo andare fa aumentare il peso. Ed è forse per questo che chi ha seguito molte cure dimagranti potrebbe diventare veramente obeso (BMI > 36 per le donne e 32 per gli uomini).

In questa ottica è contro l'etica medica suggerire, proporre o prescrivere diete dimagranti, qualunque esse siano. Al massimo si può proporre delle misure per mantenere l¹attuale peso. Andando avanti con gli anni, questo abbassa il rischio, visto che la referenza di peso con gli anni aumenta.

 

Non seguire mai delle diete dimagranti

Perché aumentano il peso di referenza! Vedi anche "Memoria del peso ... "



 

Consigli per il mantenimento del peso

 

Fidarsi dell'appetito, della voglia e del gusto momentaneo

e non di concetti dietetici. L'inventore non ha previsto né professori ne giornaliste per alimentarsi! Mia nonna disse: mai mangiare senza appetito, e, se puoi, sempre quando ne hai.

 

Appetito: decide la pancia

Fig. 15: Determinanti dell'appetito (secondo POLLMER)

L'immagine tenta di illustrare le complesse interazioni che determinano l'alimentazione. Si basa su degli studi dell'istituto Europeo per l'alimentazione: Udo Pollmer.


Prendersi tutto il tempo necessario per gustare quello che si mangia

Chi non ha tempo non mangia finché lo trova!

La sensazione di sazietà richiede un certo tempo. Chi mangia in modo affrettato e solo dei cibi con alta concentrazione energetica, rischia di mangiare oltre le proprie necessità.

 


Rispettare fatti fondamentali individuali

I seguenti fatti sono stati dimostrati da un ampio studio epidemiologico germanico:

* il matrimonio e i figli rovinano la figura

* la mancanza di sonno fa crescere i fianchi

* guardare la televisione più di un'ora al giorno fa aumentare il peso

* la luce al neon e gli schermi PC non a cristalli liquidi idem

* ansia, disperazione, logorio emozionale e altre forme di stress cronico fanno aumentare i chili; meno, la mancanza di sforzi fisici e l'alimentazione "malsana" smisurata.

Vi sembreranno strane queste considerazioni e infatti e al primo sguardo lo sono. Se vi ricordate però l'inizio di questa tutoria, diventa abbastanza logico: in tutte queste vicende sono coinvolti  degli ormoni che a tasso elevato aumentano il peso tramite complessi meccanismi. Pro memoria:

- in donne, un alto livello di estrogeni aumenta il peso

- in uomini, un basso livello di testosteroni aumenta il peso

- alto livello di cortisoli aumenta il peso

- basso livello di ormone tiroidale aumenta il peso

- alto livello di adrenalina aumenta il peso

- basso livello di melatonina e serotonina aumentano il peso

- alto livello dell'ormone della crescita aumenta il peso

- glicemia e insulina alta aumentano il peso

Tentate di scoprire nessi tra ormoni e fatti che fanno ingrassare! E poi tentate di immaginarvi delle strategie da adottare che potrebbero migliorare la situazione!

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

* Gestione ormonale, endocrina

* Patologia dello stress


Adattare lo stile di vita

Lo stile di vita non si può sempre modificare come si vuole.  I coinvolgimenti sociali ed economici sono molto forti. Ma qualcosa possiamo fare per mantenere il nostro peso.

* Imparare delle tecniche antistress e di distensione

* Dormire secondo il sonno

* Guardare la televisione non più di un'ora al giorno

* Liberarsi dov'è possibile da situazioni ansiose, anche se a costo di grandi sforzi

* Sostituire (dov'è possibile) le lampade al neon con altre

* Sostituire (dov'è possibile) schermi oscillanti con schermi a cristalli liquidi

* Camminare 20 minuti al giorno a polso elevato

Queste misure servono più di tutti gli sforzi alimentari.

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

* Patologia dello stress


Non nutrirsi in modo ipercalorico

Si aumenta di peso solo se ci si alimenta in modo ipercalorico per un lungo periodo e non si consuma maggior energia di quanto si spende. Ma come si fa a capire se si mangia  in modo adatto al dispendio calorico?

Nessuno lo sa. E non si può calcolare, perché sia la composizione del cibo sia l'elaborazione energetica sono troppo complesse per essere determinate  con esattezza.

Per fortuna, l'inventore ci ha fornito di uno strumento infallibile: l'appetito. E da questo fatto proviene l'antica regola alimentare: mai mangiare senza appetito e sempre quando lo si ha!

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Regole dietetiche

Vedi anche   Allegato 2: Nozioni energetiche / caloriche


 

Evitare ipoglicemia e attacchi di fame

 

Chi soffre di attacchi di fame, molto probabilmente soffre di ipoglicemia regolatoria. È abbastanza facile  rimediare assumendo alimenti a basso indice glicemico e con l'aggiunta di cromo, zinco e manganese, riccamente contenuti nel lievito medicinale.

 

Vedi  Metabolismo dei glucidi


Rispettare densità calorica e sazietà

Chi si nutre prevalentemente di panini, inganna la propria sensazione di sazietà: ci vuole un certo lasso di tempo perché si faccia sentire. La inganna pure chi si nutre prevalentemente di verdura perché la sensazione di sazietà svanisce presto. Assaporare con calma  pasti tradizionali completi evita sia l'uno  che l'altro inconveniente.

La densità calorica è definita per kCal / grammo.A livello calorico un pasto può essere  ricco o carente secondo la sua composizione

Esempio:

 

gr

KCal/%

kCal

 

gr

KCal/%

kCal

Patate fritte

300

115

345

Patate fritte

300

115

345

Bistecca

120

130

156

Bistecca

120

130

156

Coca Cola

300

45

135

Birra

300

44

132

Cafè

30

 

25

Cafè

30

 

25

 

 

 

 

Insalata

100

 

30

 

 

 

 

Verdura

200

24

48

Totale

750

 

661

Totale

1'050

 

736

Densità calorica = 661/750*100 =  88 kCal/100gr

Densità calorica = 736/1'050*100 = 70 kCal/100gr

Sicuramente sazia di più e a tempo più lungo il piatto a destra. E probabilmente si è anche sazio prima di aver mangiato tutto, perché si impiega più tempo per mangiarlo.

Fig. 16: Esempio di un pasto caloricamente denso e uno medio denso


Quantità di liquidi, bibite

È diventato di moda  consigliare a tutti di bere smisuratamente. Questo può essere pericoloso. Un cibo ben fatto contiene almeno 2/3 di acqua. Se si consuma anche frutta e verdura (90% di acqua) e si beve ogni tanto un caffè e un bicchiere di vino ai pasti, non si avrà sete e quindi nessun motivo di bere ulteriormente.

Chi beve smisuratamente, corre il rischio di disturbare seriamente il proprio equilibrio idro-elettrolitico. Se proprio non si vuole fare a meno di bere si aggiunga almeno un cucchiaio da tè di sale da cucina.

Fra l'altro, le bibite addolcite hanno una grande concentrazione calorica e non saziano né a breve né a lungo termine. Inoltre causano sbalzi di glicemia che in persone afflitte da ipoglicemia regolatoria, creano dopo ca. 1/2 ora una leggera ipoglicemia con attacco di fame. Per mantenere il proprio peso sono quindi più rischiose del cioccolato (concentrazione alta), che perlomeno contiene abbastanza grassi per saziare a lungo,  quasi tutta la gamma di minerali e diverse vitamine.

 



 

Allegato 1: Nozioni sull'alimentazione

Il tema è trattato enciclopedicamente nel testo Fabbisono sostanziale umano

L'alimentazione umana è tutt'altro che un fatto puramente energetico (calorico). Oltre alle quattro sostanze "di massa": acqua, proteine, lipidi, glucidi richiede l¹assunzione di ca 46 sostanze essenziali che portano a seri sfasamenti metabolici se sono carenti: degli aminoacidi delle proteine, la metà sono essenziali (ca. 10). Si aggiungono diversi acidi grassi essenziali, ca. una dozzina di vitamine (A, D, E, K, C e la gamma dei B) più una dozzina di minerali (p.es. sodio, potassio, cloro, ferro, iodio, ... ).

Riguardo le sostanze di massa, l'uomo necessita al minimo di:

* Proteine ca. 1 gr / kg di peso corporeo (ca. 4 kCal/kg)

* Lipidi (oli e grassi) di ca. 1 gr / kg (ca. 9 kCal/kg)

* Glucidi ca. 120 gr indipendentemente del peso corporeo (ca. 450 kCal)

* Acqua ca. 1 gr / kCal "bruciata" (0 kCal)

Il resto del fabbisogno calorico può essere coperto sia con proteine, sia con lipidi, sia con glucidi, ma anche con alcool (6 kCal/gr) e acidi organici (2 kCal/gr).

Qual'è il fabbisogno calorico?  Tra 20 a ca. 60 kCal / kg di peso corporeo (1:3). Dipende maggiormente dallo sforzo fisico, dalla temperatura ambientale , dal metabolismo della tiroide, ma anche da altri fattori. È completamente impossibile stimarlo in modo affidabile. Diamo comunque un orientamento  in merito  nel seguente esempio.

 

Esempio: Uomo 80 kg, modesti sforzi fisici (cammina un'ora al giorno), lavora in ambiente climatizzato, metabolismo tiroidale normale. Stimato fabbisogno calorico giornaliero ca. 27 kCal/kg di peso corporeo.

Sost.

Fabbis.

Peso

Quant.

specif.

Energia
Energia

Quant.

Proteine

1 gr *

80 kg =

80 gr *

4 kCal/gr =

320 kCal

 

 

Lipidi

1 gr *

80 kg =

80 gr *

9 kCal/gr =

720 kCal

 

 

Glucidi

120 gr *

1=

120 gr *

4 kCal/gr =

480 kCal

1'520 kCal

 

Fabbisogno**

27 kCal/kg *

80 kg =

 

 

 

2160 kCal

 

Fabbisogno aggiuntivo energetico (proteine, lipidi, glucidi, alcol, acidi organici)

640 kCal

 

Acqua min.

1 gr/kCal *

 

 

 

2'160 kCal =

 

2.2 litri*

* Maggiormente contenuto nel cibo

** Per il fabbisogno energetico sono partito con la formula di Harris – Benedict

Per uomini: BMRm = 66,5 + (13,8 * peso kg) + (5 * statura cm) – (6,8 * età anni).

Per donne: BMRf = 655,1 + (9,6 * peso kg) + (1,9 * statura cm) – (4,7 * età anni).

BMRm = 66.5 + (13.8*80) + (5*176) – (6.8*60) = 1650 kCal/dì = 21 kCal/kg. Per  il fabbisogno di sforzi ho aggiunto 6 kCal/kg. La stima del fabbisogno risulta 27 kCal/kg&dì * 80 kg = 2160 kCal/dì.

Fig. 17: Esempio di fabbisogno energetico (calorico) ripartito nei prinncipali gruppi di alimentari (lipidi, proteine, glucidi)

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Nozioni dietetiche MmP 13

 


Proteine, Lipidi e Glucidi

Sono le sostanze di massa che abbiamo bisogno per la continua ricostruzione dell'organismo. Gli "scarti" di queste sostanze (e altre) servono per la fornitura dell'energia necessaria ai processi metabolici e ai movimenti.

Gli aminoacidi nelle proteine servono a scopi strutturali e funzionali. Lipidi e glucidi hanno anche loro scopi strutturali e funzionali, ma anzitutto servono a scopi energetici. Per processi metabolici sono trasformabili gli uni negli altri. In tempi grassi, dei glucidi sono trasformati in lipidi di  scorta, mentre in tempi magri vengono svuotati i magazzini dei grassi di scorta, trasformati in glucidi e poi "bruciati" come fonte di energia.

 

Fig. 18: Alimentazione basilare in diverse culture

 

Questo è possibile grazie alla versatilità metabolica dell'organismo umano che non trova difficoltà nel sostituire glucidi e lipidi (non essenziali) a vicenda. Negli ultimi anni si sono accese controversie tra dietisti che optano per un "minimo di lipidi" (low-fat) e quelli che optano per un "minimo di glucidi" (low-sugar). Talvolta la diatriba è simile  per intensità ad una guerra religiosa. Per fortuna non è questione di vita o morte ; lo testimoniano gli esempi sopra citati.

Sotto aspetti medici c'è da notare una semplice regola:

* chi consuma esageratamente glucidi è a rischio di diabete mellito II

* chi consuma esageratamente lipidi è a rischio di chetosi

* chi consuma esageratamente proteine è a rischio di gotta

Non sono evidentemente "esagerate" le dosi riportate nell'immagine sopra (se no, tutti i giapponesi soffrirebbero di gotta e di diabete e tutti i masai e eschimesi di chetosi ma mai di gotta e di diabete).

Per il medico possono invece essere utili indicatori: non consiglierà a un diabetico di nutrirsi prevalentemente con glucidi, ma piuttosto con grassi e proteine.

In contrasto alle superstizioni popolari riguardante il peso corporeo, esso non dipende dal  mangiare più grassi, più proteine o più glucidi. Dipende unicamente dalla relazione tra energia consumata ed energia spesa; in altre parole dalla quantità calorica che si consuma.

Certo che i lipidi contengono il doppio di energia per unità di peso dei glucidi e delle proteine. In compenso saziano molto di più, più a lungo e senza sbalzi di glicemia.

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Metabolismo dei lipidi

 



 

Glucidi

Sui glucidi esistono tantissime superstizioni. Esistono vari tipi rilevanti per l'alimentazione umana:

* amidi

* composti di lunghe catene di glucosio (uno zucchero, monosaccaride)

* zuccheri

* da cucina e di canna: saccarosio (composto di una molecola di glucosio e fruttosio

* lattosio (composto da una molecola di galattosio e di glucosio)

* maltosio (composto da due molecole di glucosio)

* glucosio (destrosio)

* fruttosio

* galattosio

* ribosio

(monozuccheri assorbibili dall'intestino tenue senza ulteriore decomposizione enzimatica)

 

Assorbimento di glucosio, fruttosio, ribosio ed ev. galattosio (tolleranza al lattosio)

  Parete intestinale

Glucosio (glu)

Fruttosio (fru)

Galattosio (gal)

Ribosio (rib)

  Decomposizione enzimatica intestinale in monosaccharidi

Sacharosio (glu & fru)

Maltosio (glu & glu)

Lattosio (gal & glu)

 

Š...

Ammido (... glu & glu & glu ... )

Fig. 19: Composizione chimica di glucidi

I glucidi si distinguono per diverse proprietà metaboliche:

Il glucosio aumenta la glicemia (glucosio nel sangue) in poco tempo, mentre gli altri monosaccharidi lo fanno molto meno e molto più lentamente. La preparazione del cibo gioca un grande ruolo in questo fatto.

Secondo la velocità e la misura di aumento della glicemia, si distinguono diversi alimenti secondo il loro indice glicemico. È importante per diabetici e chi soffre di ipoglicemia regolatoria.

Il glucosio si definiva con un indice glicemico di 100 (%). Lo zucchero da cucina ha un indice di ca.

La qualità di glucidi non incide minimamente sul peso: dispongono tutti di un'energia di 4 kCal/gr.

Il discorso cambia con i surrogati dello zucchero, che hanno un forte gusto dolciastro ma sono privi di energia: l'organismo con un gusto dolciastro riceve il segnale di elaborazione di glucidi e produce insulina. Se poi non arrivano zuccheri, vengono eliminati quelli che occorrono nel sangue: si va in ipoglicemia e si sviluppano forti attacchi di fame.

Ai tempi si aggiungeva l'assugrine al pasto dei maiali: il loro appetito aumentava e ingrossavano più in fretta. Oggi si aggiungono ai prodottti "light".

Non usare surrogati di zucchero

Assugrine e altri surrogati di zucchero, contenuti anche in prodotti "light".


Proteine

Le proteine sono complesse catene di  20 aminoacidi, delle quali ca. la metà sono essenziali. Servono per la continua ricostruzione dei tessuti, di enzimi e di certi ormoni. L'uomo necessita al minimo 1 gr/kg di peso corporeo di proteine al  giorno. Se mancano, iniziano processi degenerativi, specialmente nei tessuti connettivi.

Le proteine sono maggiormente contenute in tessuti animali (pesce, volatili, carne, ... ), in prodotti animali (uova, latte, latticini, formaggi). Riguardo i vegetali, sono le leguminose (piselli, fagioli, lenticchie, ... ) che ne contengono in maggior quantità. Ma anche le graminacee (pasta, pane) contengono  proteine in misura di ca il 10% del loro peso a secco. Frutta, verdura e altri ortaggi non ne contengono rilevanti dosi.

 

Fig. 20: Composizione di alimenti in aminoacidi rilevanti (essenziali)

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Proteine alimentari

Aminoacidi essenziali in alimentari


Lipidi

I lipidi sono oli e grassi animali e vegetali, composti da catene di ca. 30 diversi acidi grassi, dei quali ca. 5 sono essenziali. Servono per la continua ricostruzione di tessuto adiposo funzionale, per diversi processi metabolici e per la maggior parte di ormoni. L'uomo  necessita di ca. 1 gr/kg di peso corporeo al giorno. Se vengono a mancare, cominciano processi degenerativi specialmente  a livello di tegumenti (pelle, capelli, unghie), sindromi di ipovitaminosi (liposolubili A, D, E, K) e seri disturbi ormonali.

I lipidi sono contenuti in certi semi e specialmente  in nocispeci vegetali (olive, girasole, noci, noccioline, cacao, soia e altre leguminose ... ), in prodotti animali (burro, uova, latte, formaggi) e in tessuti animali; pochi nella muscolatura, molti in strati sottocutanei (strutto) e di tessuto connettivo lasso; aumentano  in organi interni. Frutta, verdura e ortaggi non contengono lipidi in dosi rilevanti.

Ci sono diatribe tra  promotori di grassi animali e oli vegetali, che si basano anzitutto su superstizioni e ignoranza. Come è dimostrato dal grafico, le composizioni di oli e di grassi non è molto diverso tra loro.

 

Fig. 21: Composizione di alimenti in acidi grassi

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Acidi grassi in lipidi alimentari

Trasporto di lipidi e lipidemie


Sostanze essenziali e loro carenze

Oltre agli aminoacidi e agli acidi grassi, anche le vitamine e  i minerali sono sostanze essenziali.

Le vitamine si trovano in prodotti sia animali che vegetali, ma non le stesse. Uova, carni e prodotti lattici contengono in media più vitamine dei prodotti vegetali, ai quali mancano le vitamine  A, D, B3 e B12. (vedi anche "Regola del minimo determinante"). Ai prodotti animali manca invece solo la vitamina C. E' una superstizione popolare divulgata che frutta, verdura e ortaggi contengano tante vitamine. In realtà, della dozzina di vitamine necessarie, contengono in abbondanza solo la C, la K e l¹ acido folico.

Il discorso è simile riguardo i minerali: la frutta non ne contiene; ortaggi, graminacee e noci ne contengono certi e altri meno, così vale anche per i prodotti animali. Perlopiù sono carenti in sodio e cloro ma si può ovviare al fatto aggiungendo sale da cucina. Il minerale più a rischio di carenza per chi vive nelle nostre regioni  è il calcio, perché manca nel terreno. Chi non tollera prodotti lattici dovrebbe porre rimedio bevendo acqua minerale calcarea.

Fig. 22: Minerali rilevanti in alimenti

 

È difficile sia per vegetariani che per accaniti carnivori  soddisfare le esigenze minerali e vitaminiche dell'organismo. Le mancanze di anche solo un elemento (sono complessivamente ca. due dozzine) può disturbare processi rigenerativi, ormonali, immunitari come pure l'equilibrio idro-elettrolitico. E non è facile  decifrare cosa crea i diffusi sintomi.

Consumare preferibilmente alimenti di stagione, della propria regione e prodotti con un criterio di qualità

Così è facile senza lunghe analisi alimentari di nutrirsi in modo completo con tutte le 50 sostanze essenziali per l'uomo

Mangiare  variato

 

Scritti in merito si trovano sotto le seguenti voci:

Minerali in alimenti



 

Allegato 2: Nozioni energetiche

Il tema è trattato enciclopediamente nel testo Fabbisogno energetico umano.

 

Tutti gli apostoli delle diete dimagranti vedono l'alimentazione prevalentemente sotto aspetti calorici (energetici). A parte le fatali conseguenze di un riduzionismo del genere, il discorso energetico è ridicolo, perché i dati concreti individuali non sono rilevabili per due motivi:

* Il fabbisogno energetico metabolico di base individuale non è determinabile. Dipende di troppi fattori connessi al metabolismo individuale per essere misurato  in modo sufficientemente affidabile.

* Il fabbisogno energetico durante uno sforzo non è determinabile. Non solo perché in una giornata ci sono fasi con diversi sforzi, ma anche per il semplice fatto che ognuno usa il proprio organismo con variabile economicità.

* Il contenuto energetico rilevante di alimenti che serve al metabolismo umano è difficilmente misurabile. Inoltre la composizione di alimenti è energeticamente talmente variabile, che è impensabile  determinare valori per una normale alimentazione anche di pochi giorni.

* Non si sa bene quanto, dell'alimento, viene metabolizzato energeticamente e quanta energia lascia il corpo con le feci. Esistono poche misure in merito.

Le seguenti immagini danni un'idea della complessità metabolo – energetica.

Il primo raggruppa i fattori più rilevanti sul bilancio energetico umano.

Fig. 23: Bilancio energetico umano

 

Il secondo, in forma di esempio, da un'idea sulle variazioni della rate metabolica basale BMR, differenziato per sesso ed età:

Fig. 24: Rate metabolica basilare (Basic metabolic rate BMR) in funzione di sesso e età (kCal/d)

Si nota che la differenza delle medie statistiche tra uomini e donne è del 10 ... 15% e  con la differenza di età (tra 20 e 70 anni) ancora del 15%. Poi la statistica stessa indica che la metà delle persone è sopra e l'altra metà sotto. Di quanto, non sono riuscito a trovare esattamente, ma stimo almeno per un 10%.

E questo solo per i dati del metabolismo basale, quindi assolutamente fermo in un ambiente di ca. 20o C. Figuriamoci le approssimazioni per lo sforzo fisico, il contenuto di alimenti e il rendimento metabolico (energia nelle feci).

Non riesco a immaginarmi, in quale università i professori di dietetica abbiano fatto i loro studi. Scientificamente seri non possono essere chiamati finché vanno avanti a insegnare sciocchezze del genere.

 

Non consultare mai tabelle caloriche

La vita è troppo bella per guastarla rompendosi le scatole con inutili calcoli di calorie

Chi ha bisogno di un professore per nutrirsi, soffre di una malattia mentale.



 

Allegato 3: BMI e mortalità

I seguenti grafici illustrano la relazione tra mortalità e sesso, età e BMI. Si nota che:

* C'è un ambito di minima mortalità abbastanza vasto

* Riguardo le donne, questo ambito è maggiore rispetto agli uomini

* L'ambito si sposta con l'età

* Il sottopeso incide molto di più sulla mortalità che il sovrapeso

 

Fig. 25: Mortalità femminile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età

 

Fig. 26: Mortalità maschile in funzione di Indice di massa corporea BMI ed età

 

La vita è troppo bella per rompersi le scattole con calcoli finti di calorie.

 


 

Regole per "obesi"

 

Prima di controllare il BMI e dargli troppa importanza, valutare la relazione della circonferenza*

 Evitare che subentri lo stimolo della  fame

Limitare il più possibile l¹assunzione di pasti industrializzati

Evitare le regole nutritive dei salutisti

Non seguire mai delle diete dimagranti

Fidarsi dell'appetito, della voglia e del gusto momentaneo

Prendersi tutto il tempo necessario per gustare quello che si mangia

Rispettare i fatti fondamentali individuali*

Genetica, anatomia e fisiologia, metabolismo, gestazione, nascita, infezioni, disfunzioni ormonali, età, matrimonio, figli, ambiente psicosociale, disturbi psichici (mentali, emotivi, d'istinto e di pulsioni)

Adattare lo stile di vita*

Distress cronico, sonno, televisione, ansie, lampade al neon, schermi oscillanti, movimento

Non nutrirsi in modo ipercalorico*

Evitare ipoglicemia* e attacchi di fame

Rispettare densità calorica* e sazietà

Evitare l¹assunzione di bibite dolci

Non usare surrogati di zucchero*

Consumare preferibilmente alimenti di stagione, della propria regione e prodotti con un criterio di qualità

Mangiare  variato

Non consultare mai tabelle caloriche

La vita è troppo bella per guastarla rompendosi le scatole con inutili calcoli di calorie


* vedi sopra

Download "Regole ... "  .pdf


Pagine correlate

Peso corporeo umano

 

Fabbisogno energetico umano

Fabbisogno sostanziale umano

Nozioni dietetiche MmP 13

Modulo d'inchiesta dati alimentari

Dietetica elementare

Tabella orientativa: composizione di alimenti

Dietetica metabolica

Tabella: Dati alimentari principali

Psicoterapia alimentare

Tabella generale INRAN

Regole dietetiche

Tabella: Minerali in alimenti

Patologia dello stress

Tabella: Vitamine in alimenti

Gestione ormonale, endocrina

Tabella: Acidi grassi in alimenti

Metabolismo dei lipidi

Tabella: Aminoacidi in proteine alimentari

Trasporto di lipidi e lipidemie

Tabella: Additivi alimentari (E-numeri)

 

Daniela Rüegg curavit

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