Medicina popolare

per autodidatti

 

 

ottobre 20, 2005

 

Indice della pagina

 

1 Metabolismo energetico umano

 

2 Metabolismo di glucidi

2.1 Flusso delle sostanze

2.2 Flusso  delle sostanze nelle cellule

2.3 Produzione energetica a riposo e sotto sforzo

2.4 La regolazione del flusso del glucosio

2.5 Dinamica della regolazione  della  glicemia

 

3 Patologie  del metabolismo del glucosio

3.1 Diabete I giovanile

3.2 Diabete II di senescenza

3.3 Ipoglicemia regolatoria


Pagine correlate: Metabolismo MmP 12

Diabete mellito II DT 2.3

Indice glicemico di alimenti

 

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MmP 12.3a

Metabolismo dei glucidi

(metabolismo energetico)

 

© Peter Forster

Bianca Buser

 

 

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1 Il metabolismo energetico umano

Il metabolismo energetico umano si basa sia sul

* catabolismo (scomposizione) di acido grasso C 16:0 che sul

* catabolismo del glucosio C6H12O6

i quali vengono ossidati (con O2) in acqua( H2O) e anidride carbonica ( CO2).

 

In condizioni di ridotto sforzo fisico prevale la scomposizione di glucosio nei mitocondri, in condizioni di elevato sforzo fisico la scomposizione di acido grasso nei lisosomi  delle cellule dell'organismo.

 

 

Sia l'acido grasso che il glucosio sono sintetizzati nel metabolismo intermediario delle cellule. Essi non provengono direttamente dalla digestione di determinati alimenti. Glucosio e acidi grassi, come anche glucosio e altri zuccheri, possono essere trasformati a vicenda da specifici enzimi. Gli aminoacidi, invece, possono essere trasformati in glucosio ma non viceversa.

Questo va fatto in continuazione e ovunque nell'organismo (nei mitocondri cellulari), a dipendenza delle necessità dei metabolismi strutturali, funzionali ed energetici.

La distribuzione di tutte le sostanze viene fatta  per mezzo della circolazione sanguigna.

 

La concentrazione momentanea di glucosio nel sangue si chiama glicemia e si misura (secondo la nazione) in mmol/l (millimol  per litro) oppure in mg/dl (milligrammi  per decilitro). E' di particolare interesse, perché concentrazioni troppo alte (iperglicemia) o troppo basse (ipoglicemia) sono patologiche: Diabetes mellitus, Ipoglicemia regolatoria.

 

Tutte le sostanze basilari per il metabolismo (strutturale, funzionale, energetico) provengono dalla nutrizione, mentre  l'ossigeno è fornito dalla respirazione. Delle ca. 50 sostanze indispensabili, quelle che interessano questo contesto di metabolismo energetico, riguardano i lipidi e i glucidi.

Le proteine sono usate anche per scopi energetici, ma solo quando non servono più ad altro o quando c'è seria mancanza di glucosio e acidi grassi.

 

 

2 Metabolismo di glucidi

Nel metabolismo dei glucidi, più che i processi biochimici dettagliati, ci interessano: 

* Il flusso delle sostanze con le stazioni di trasformazione

* Le implicazioni energetiche

* I circuiti regolativi

2.1 Flusso delle sostanze

2.2 Flusso  delle sostanze nelle cellule

2.3 Produzione energetica a riposo e sotto sforzo

2.4 La regolazione del flusso del glucosio

2.5 Dinamica della regolazione  della  glicemia

 

 

2.1 Flusso delle sostanze

Dal punto di vista alimentare queste sostanze riguardano i carboidrati digeribili, resi tali in quanto nell'intestino si trovano degli enzimi atti a scomporli in zuccheri assimilabili: essenzialmente glucosio, fruttosio, ribosio e galattosio.

 

Negli alimenti, i carboidrati digeribili sono legati maggiormente sotto forma di:

* Amidi: lunghe catene di molecole di glucosio

* Zucchero da cucina: doppie molecole formate ciascuna da una molecola di fruttosio ed una di glucosio

* Malto: doppi legami di glucosio

* Destrosio: altro nome per glucosio

* Fruttosio: reperibile in tutti negozi e parzialmente in frutta

* Lattosio: in latte e in globuli omeopatici

 

Gli amidi, in cucina vengono scomposti in catene corte. Più tardi nell'intestino, in fruttosio e glucosio. Solo in questo modo essi sono assimilabili.

Per la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) è fondamentale sia la composizione dei carboidrati negli alimenti, sia i tempi di scomposizione in glucosio e fruttosio assimilabile. Questo si descrive con l'indice glicemico, una misura che valuta la velocità di assorbimento e la trasformazione in glucosio.

 

Dopo l'assorbimento del glucosio e di altri zuccheri assimilabili, questi passano nel flusso ematico. Da notare, che solo il glucosio determina la glicemia e non gli altri zuccheri.

 

 

 

Quasi tutte le cellule dell'organismo sono dotate di "saracinesche" che servono a regolare l'entrata di glucosio nelle cellule. Se la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) è alta, si aprono le (moltissime)  saracinesche e il glucosio entra nelle cellule. Il contrario fa abbassare la glicemia.

 

 

2.2 Flusso delle sostanze nelle cellule

Ogni cellula dispone di diversi aggregati (organuli) per le innumerevoli trasformazioni materiali dei diversi metabolismi (strutturali, funzionali, energetici). Riguardo il metabolismo energetico le più importanti sono:

* i mitocondri per la trasformazione di glucosio

* i lisosomi per la trasformazione di acidi grassi in energia e sostanze scomponibili nei mitocondri.

* delle "vacuole" per immagazzinare glucosio in forma non solubile (glicogene)

* delle "vacuole" per immagazzinare acidi grassi.

 

Tra di loro e in loro avvengono molteplici processi di trasformazione biochimica.Osserveremo   i principali, atti a produrre energia chimica, meccanica e termica.

 

 

 

A dipendenza del momentaneo fabbisogno cellulare in energia, i mitocondri scompongono glucosio e  lisosomi in  acido grasso, con l'aiuto di ossigeno in acqua e anidride carbonica. Per l'energia chimica e termica e la basilare energia meccanica (circolazione, peristalsi e respiro) lavorano prevalentemente i mitocondri, per mezzo del glucosio. In sforzi fisici perdurati nel tempo, la scomposizione di acidi grassi in lisosomi, come fonte energetica, viene accentuata..

 

Per tamponare la discontinuità tra approvvigionamento e consumo, le cellule dispongono di piccoli magazzini sia per il glucosio (glicogene, una forma insolubile di glucosio) sia per acidi grassi C 16:0.

 

Inoltre, a medio termine, la cellula può trasformare glucosio in altri zuccheri o acidi grassi e

viceversa: sempre secondo il fabbisogno del momento. Nel caso in cui la concentrazione di glucosio o di altri zuccheri all'interno aumenta, la cellula, altruisticamente, li esporta.

 

 

2.3 Produzione energetica a riposo e sotto sforzo fisico

Come accennato sopra, la produzione energetica varia parecchio, a dipendenza dello sforzo fisico.

 

La produzione energetica basale  avviene  prevalentemente nei mitocondri tramite la trasformazione del glucosio. Questo è determinato da due fattori:

* se il polso è inferiore a (220 ­ età) * 0.5

* se c'è per caso un alto livello di ormone di crescita in circolazione

 

Ambedue stimolano i processi biochimici  per la produzione del  glucosio necessario (e non di acidi grassi). Visto che la quantità consumata è piccola (corrispondente a ca. 20 kCal/kg), se non ci sono impedimenti patologici, questo avviene facilmente.

 

Esempio: Ho 60 anni. Sotto che polso lavora prevalentemente "a glucosio" la mia centrale energetica?

220 ­ 60 = 160 * 0.5 = 80. Fino a polso 80!

 

Se aumenta la spesa energetica, man mano cambia il modo di produzione energetica: il lisosomi  cominciano a scomporre acidi grassi ad alta resa meccanica e calorica. I processi biochimici cambiano per mettere a disposizione acidi grassi e l'esportazione di glucosio viene fermata. Anche un ormone, la adiponectina promuove questo meccanismo.

 

Esempio: Ho 60 anni. Sopra che polso lavora prevalentemente a ²acidi grassi" la mia centrale energetica?

220 ­ 60 = 160 * 0.6 = 96. A partire a polso 100 all'incirca!

 

Ogni tanto, guardando la mia pancia di riserva, mi controllo. Camminando conto il polso (dita alla carotide) per 10 secondi e accelero il passo finché ho al minimo 10 battiti in 6 secondi (polso 100).

Non vado mai oltre, perché non ho nessun allenamento, soffro di ipertensione per cui sono stato consigliato da un cardiologo ad agire così.

 

La seguente tabella e il grafico ( per persone sane) mostra senza dover fare calcoli i vari rapporti:

 

 

Nota: Persone non allenate e / o con patologia cardiovascolare non dovrebbero mai superare un polso corrispondente a 70% senza consenso del cardiologo. Altrimenti rischiano lesioni fisiche.

 

Il seguente grafico mostra approssimativamente quale sia il consumo di glucosio e di acidi grassi come "combustibili" in diversi sforzi fisici (percentuale elencata sopra). Ad uno sforzo del 60% si nota che la spesa relativa di glucosio è  pari alla spesa di acidi grassi.

 

 

 

Il seguente schizzo illustra il metabolismo cellulare durante sforzi minimi e moderati: 

 

2.4 La regolazione del flusso del glucosio

La regolazione (informatica) del flusso di glucosio e di altri zuccheri e acidi grassi, nella discontinuità tra approvvigionamento alimentare e spesa energetica, è molto complessa.

 

Il flusso del glucosio è di particolare interesse  per il seguente motivo:

* cellule nervose e

* eritrociti (globuli rossi del sangue)

non sono in grado di usare acidi grassi come "combustibile": funzionano solo ³a glucosio².

 

Questo ha enormi conseguenze. I magazzini di glicogene sono limitati e presto esauriti. Quindi ci deve essere continuamente una certa concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia), per garantire un funzionamento ininterrotto della gestione nervosa e della respirazione (gli eritrociti trasportano l'ossigeno). Se questi due non sono garantiti (ipoglicemia),  dopo poco tempo vengono a meno le funzioni principali della vita.

 

D'altra parte, elevate concentrazioni di glucosio nel sangue (iperglicemia) sono tossiche e creano simili  sintomi come per l'ipoglicemia. Stati duraturi di lieve iperglicemia non creano sintomi immediati (non ci si accorge) ma a lungo ledono i capillari e gli organi che dipendono molto dalla microcircolazione.

Quindi ci vuole una regolazione veloce che però non faccia troppi sbalzi  in su e in giù. L'inventore ha fatto un apparato regolatore abbastanza sofisticato basato su delle "saracinesche" regolabili situate nella membrana di ogni cellula.

 

 Grossomodo funziona così:

* L'apertura delle saracinesche viene regolata da un ormone chiamato insulina

* La chiusura delle saracinesche viene regolata da un ormone chiamato glucagone

* Velocità e sbalzi tra apertura e chiusura sono regolati da un ormone chiamato somatostatina

Tutti i tre gli ormoni sono prodotti nelle isole del pancreas e distribuiti tramite il sangue.

 

A dipendenza del tasso glicemico il pancreas produce i tre ormoni menzionati sopra e li manda in circolazione. Raggiunte le saracinesche queste vengono aperte (insulina) o chiuse (glucagone), di più o di meno secondo il livello della somatostatina.

L'entrata di glucosio nella cellula ne abbassa la concentrazione nel sangue. Viene misurata una glicemia minore di prima e il pancreas adatta la produzione, e così via.

 

 

 

In realtà la storia è un po¹ più complessa in quanto ci sono tanti altri fattori che influiscono, a monte, la produzione dei tre ormoni. Lo schizzo seguente da un' idea di quali altri fattori sono coinvolti in questi meccanismi.

 

 

 

Ormone tiroidale

prodotto dalla tiroide per la regolazione generale del metabolismo energetico.

Secretina

Ormone prodotto dallo stomaco per avviare la digestione (vagotonia).

Catecolamine

Ormoni prodotti maggiormente dai surreni (adrenalina, noradrenalina) per preparare l'organismo allo stato di allerta (simpatotonia).

Cortisole

Ormone prodotto dai surreni; antiinfiammatorio, ormone per preparare l'organismo allo stato di allerta (simpatotonia).

Ormone di crescita

prodotto dall'ipofisi in stato di riposo, sonno (vagotonia).

Adiponectina

Ormone prodotto da cellule lipidiche che stimola l'uso di acidi grassi come combustibile.

 

2.5 Dinamica della regolazione della glicemia

Il seguente grafico illustra un percorso di glicemia nel tempo.

 

Esempio

* Da un valore a digiuno di 5.8, dopo un pasto, la glicemia sale rapidamente a ca. 6.6 fino a raggiungere l ¹apice di ca. 7.4. Questo perché il glucosio contenuto nel pasto viene assorbito ed entra nel sangue.

 

* Con l¹aumento glicemico riscontrato, il pancreas libera i suoi ormoni, (in maggior misura insulina) che va in circolazione e raggiunge i ricettori, i quali reagiscono aprendo le saracinesche.

 

* Il glucosio entra nelle cellule (esce dal sangue) e la glicemia diminuisce al di sotto del   valore a digiuno.

 

* Il pancreas si rende conto e interrompe la produzione di insulina, stimolando quella di glucagone. Le saracinesche si chiudono.

 

* Poiché circola ancora glucosio rallentato dal cibo, la glicemia si alza e dopo qualche adattamento si normalizza.

 

* La somatostatina durante questo periodo evita  che le saracinesche si aprano e si chiudano troppo.

 

 

 

 

3 Patologie del metabolismo del glucosio

Le due patologie più frequenti del metabolismo del glucosio sono:

* Il diabete

* L'ipoglicemia regolatoria.

 

Si distinguono grossomodo due tipi diversi che riguardano la patogenesi e la cura del diabete

* il diabete I o diabete giovanile

* il diabete II o diabete di senescenza

3.1 Diabete I

3.2 Diabete II

3.3 Ipoglicemia regolatoria

3.1 Diabete I o diabete giovanile

Il diabete giovanile si caratterizza per il fatto che le cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina smettono di produrre quest¹ultima. I motivi riguardano determinati  meccanismi autoimmunitari che distruggono queste cellule, o malattie virali combattute in modo anomalo dalle cellule immunitarie (confondono il virus con le cellule pancreatiche).

 

Fino a pochi decenni fa, in assenza di insulina iniettabile, (l'unica sostanza fino oggi nota a poter aprire le saracinesche per il glucosio nelle cellule), il diabete era letale.   Malauguratamente l'insulina non la si può ingerire perché è una proteina e nel tratto digestivo verrebbe scomposta in aminoacidi.

 

L¹impegno del diabetico è di adattare il più esattamente possibile il  dosaggio di insulina alla dieta, per non creare sbalzi glicemici pericolosi.

 

* Per potersi regolare è importante che il malato  conosca le basi del metabolismo del glucosio.

 

* Sono indispensabili meticolose istruzioni sulle abitudini nutrizionali e sulle modalità d'uso di insulina "veloce" e "ritardata".

- Per evitare delle acidosi chetoniche, occorrono come minimo dai 100 ai 150gr al giorno tra zuccheri e amidi  (corrispondenti a 400 ... 600 kCal di carboidrati).

- È possibile diminuire l¹insulina se il restante fabbisogno calorico è coperto da oli, grassi e proteine.

 

* Frequenti piccoli pasti diminuiscono gli sbalzi glicemici. Si può raggiungere questo risultato anche scegliendo pasti maggiormente composti da alimenti con basso indice glicemico, p.es. fruttosio al posto di zucchero da cucina, più pasta che pane e così via (vedi tabelle).

 

* Sostanze come cromo, vitamina B3, zinco e manganese, tramite la stimolazione della produzione di somatostatina, aumentano la ³tolleranza al glucosio². Queste sostanze si trovano in abbondanza nel lievito medicinale.

 

* Particolare attenzione è da dedicare alla prevenzione dei classici effetti collaterali del diabete che sono essenzialmente problemi  microcircolatori alle estremità, problemi nervosi, ai reni e agli occhi.

 

* Non fare esperimenti con ciarlatanerie a base di tè di cornetti, cannella, peperoncino fino a spaziare nella vodka; tutte ³stronzate² atte (si fa per dire) a "migliorare il diabete". Esperimenti di questo tipo possono essere letali.

 

3.2 Diabete II di senescenza

Diversamente dal diabete I, nel diabete II, la produzione insulinica è normale, se non addirittura esagerata. Ma le saracinesche non reagiscono più bene ai segnali. Spesso in età avanzata diminuisce anche la quantità di ricettori (saracinesche). E' evidente che  in questi casi l'insulina non serve (addirittura danneggia).

 

* La cura inizia con un regime alimentare più o meno come descritto sopra.

* Servono particolarmente specifici integratori alimentari (Cr, Vit.B3, Zn, Mn p.es. contenuti in lievito medicinale)  e naturalmente

* la prevenzioni ai danni collaterali e l¹astensione a qualsiasi strano esperimento.

 

Molte volte tutto questo è sufficiente per tenere  la glicemia entro limiti accettabili.

 

Se ciò non dovesse bastare, sono utili farmaci come:

* Inibitori di assorbimento di carboidrati

* "Biguanidi" che oltre ad inibire l¹assorbimento, frenano la produzione epatica di glicogene e aumentano la resa del glucosio nelle cellule

* Sulfonylurea che stimola la produzione insulinica. Questo è indicato solo in rari casi, perché di solito porta ad un rapido esaurimento delle cellule insulinaproducenti. Di seguito è indicato l'uso di insulina come nel diabete I.

 

 

3.3 Ipoglicemia regolatoria

Secondo i medici è una forma rara, secondo noi è abbastanza divulgata e non diagnosticamente riconosciuta. Ma è bene che i diabetici (specialmente di tipo I), conoscano l¹argomento, per essere al corrente del pericolo delle ipoglicemie causate da errate dosi o da errate applicazioni di insulina "rapida" e "rallentata". E poi illustra molto bene una dinamica (evolutiva nel tempo) ipersensibile del metabolismo dei glucidi.

 

Il meccanismo è lo stesso come spiegato sopra con due differenze

* La reazione arriva tardi, oltre il livello 8

* In compenso, è molto violenta e le saracinesche si aprono al massimo

 

Questo non causa solo sbalzi smisurati ma anche un¹ altalena di susseguenti ammortamenti tra iper- e ipoglicemie. L¹ ingerire spuntini con alti indici glicemici  tiene in moto l'oscillazione fatale.

 

Si ipotizza  che vi sia una debole produzione di somatostatina che non riesce ad ammortizzare bene il gioco tra insulina e glucagone.

 

 

 

Daniela Rüegg curavit

Carmen Vaucher  de la Croix curavit


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