Medicina popolare

per autodidatti

 

 

luglio 27, 2005


Indice della pagina

 

1.0 Prefazione

 

2.0 Mercato sanitario

 

3.0 Clientela naturopatica

 

4.0 Posizione della naturopatia sul mercato

 

5.0 L¹impresa sanitaria naturopatica

 

6.0 Marketing naturopatico

 

7.0 ³La creazione di un¹azienda nel Cantone Ticino²

 

8.0 Esercizio di uno studio naturopatico

 

MN 3.4

Nozioni imprenditoriali

 

© Peter Forster

Bianca Buser

 

Pagine correlate: MmP 4.4

MmP 4

 

 

 


1.0 Prefazione

       Ho una visione sociale della mia professione di medico naturalista e terapista come risposta alla situazione insoddisfacente nel settore della sanità:

       € Aumentare la competenza sanitaria individuale, specialmente delle mamme, per affrontare delle malattie banali e piccoli disagi e ferite:

       - in modo di scaricare la sanità e i servizi pubblici dai relativi costi sanitari altissimi distribuiti in modo solidale tra noi tutti.

       - Divulgare così l¹esperienza pratica della cura umana.

       Per le nostre nonne era ancora una conoscenza ovvia. È una perdita culturale non sapersi più arrangiare in questi piccoli disagi della vita.

       € Rinforzare notevolmente le professioni di ³artigianato medico², l¹uso di parola, rimedio e tocco come strumenti terapeutici da parte di professionisti ³artigianali² come terapisti, naturopati e medici naturali:

       - A portata di mano di tutti a prezzi modici.

       - Per la consultazione e la cura intensa di tempo per disagi che non richiedono necessariamente uno studio universitario e investimenti rilevanti in attrezzature diagnostiche.

       - Indipendenti da strutture mediche pubbliche e private e da mediatori di mercato come le casse malati; una sorta di ³medici scalzi² di una nazione moderna, industrializzata e ricca.

       Nella mia regione di provenienza (Svizzera orientale) questa tradizione, era ancora divulgata durante la mia infanzia nelle figure dell¹infermiera e levatrice di paese e nel curatore; in Germania è tuttora una rispettata professione quella dell¹²Heilpraktiker².

       € Ridurre l¹apparato sanitario pubblico a modernissime strutture e infrastrutture efficacissime per eventi clinici e ambulatori, acuti e cronici che richiedono l¹intervento di universitari, specialisti e relativi mezzi intensi di capitale e di formazione.

       € Lasciare il resto a cliniche, professori, correttori del mondo, Š a titolo privato auto regolandosi con i loro clienti

       Con questo spirito ho redatto il seguente testo.

 

2.0 Mercato sanitario

       Il mercato sanitario Svizzero è stimato a una cifra d¹affari di 42 miliardi di franchi annui, corrispondente a fr. 7¹000.- annui pro capite o fr. 580.- mensili pro capite. Per una famiglia di quattro persone corrisponde a fr. 28¹000.- annui o fr. 2¹320.- mensili.

       Vengono  trattati i seguenti temi:

2.1 Volume di mercato

2.2 Domanda e offerta sanitaria

 

 

2.1 Volume di mercato

       Di questo ammontare ca. 16 miliardi (fr. 2¹700.- p.c.a. / fr. 225.- p.c.m.) sono obbligatoriamente assicurati tramite le casse malati (obbligatori diretti) o provengono da federazione, cantone o comune tramite tasse e imposte (obblighi indiretti). Per una famiglia di quattro persone corrisponde a fr. 11¹000.- annui o fr. 900.- mensili. Questa cifra è ritenuta politicamente e socialmente indispensabile per un approvvigionamento sanitario base di una popolazione industrializzata ricca come la Svizzera. Questa parte è regolamentata nella ³nuova legge malattie e infortuni² federale, che funziona secondo criteri di solidarietà sociale (contributo equo per tutti che deve coprire i differenti costi di ognuno). Le casse malati in pratica li gestiscono in base alla legge. Sia le prestazioni sia i diritti e obblighi materiali e ideali dei partecipanti (pazienti, casse, strutture e operatori sanitari), sono dettagliatamente regolati. De facto si tratta di un¹assicurazione sociale anche se gestita concorrenzialmente da molteplici imprese private. In questo contesto le casse malati sono ³gestori di beni pubblici².

       I restanti 26 miliardi (fr. 4¹300.- p.c.a. / fr. 360.- p.c.m.) sono spesi o privatamente o tramite le casse malati supplementari e private. Per una famiglia di quattro persone corrisponde a fr. 17¹000.- annui o fr. 1¹400.- mensili. Questo settore non è particolarmente regolato; fanno stato i codici delle obbligazioni e penale nonché prescrizioni sull¹esercizio di professioni sanitarie e le leggi sui medicamenti. Ma, con la nuova legge malattie e infortuni, questo settore è completamente staccato dalla parte obbligatoria ed è diventato mercato libero accessibile a ognuno.

 

2.2 Domanda e offerta sanitaria

       Nella mia infanzia (anni cinquanta) il mercato sanitario consisteva:

       - Nel medico del paese vicino per malattie e infortuni rilevanti.

       - Ospedale nella città vicina per le operazioni.

       - Levatrice, infermiera e curatore di paese per i casi meno critici acuti e le malattie croniche.

       - Per casi un po¹ più difficili o cronici ci si rivolgeva ad un naturopata nel vicino Cantone Appenzello.

       - Si sapeva anche di qualcuno, che era stato in una casa di cura per parecchio tempo per riabilitazione e di un altro che aveva passato parecchio tempo in un sanatorio.

       - Le ferite, danni e malanni quotidiani e banali, erano curate e medicate da mamme e nonne e non necessariamente dalle proprie, perché fra le donne c¹era parecchia consultazione e assistenza.

       Per problemi sociali, relazionali, emotivi e spirituali serviva:

       - Il manicomio in una cittadina vicina per isolare i matti che non potevano stare a casa.

       - Il prete fungeva da psicologo.

       - Come psicoterapista una qualche donna matura alla quale si chiedeva consiglio o gli amici con i quali si dibatteva dei fatti comportamentali, ma tutto questo era ritenuto più sociale che sanitario.

 

       Gli anziani vivevano autonomi finché ci riuscivano, spesso assistiti da una figlia celibe o, nella famiglia, da un figlio. Se questo non era (più) possibile passavano il resto dei loro giorni nella casa per gli anziani comunale. Questo, ancora meno era ritenuto una faccenda sanitaria e spesso era un peso per ambo le parti, ammorbidito solo dallo spirito di cristianità e dal rispetto per i genitori.

       Sembra idilliaco a leggerlo così, ma non lo era. Per i fortunati, potenti, autonomi, benestanti e bravi era abbastanza soddisfacente, per i deboli, dipendenti, impotenti, poveri e sfortunati era un giornaliero terrore di dover fare i conti con la grazia degli altri, specie se quelli mettevano in atto la loro arroganza e disponevano di scarse doti morali.

       Per forza di condizioni economiche, una grande parte di tutto questo era basato sull¹idea della raternità. Nella misura in cui la fraternità fu sostituita dalle assicurazioni sociali, queste strutture vennero modificate a favore dei meno fortunati e dei disgraziati nei tempi cattivi. Perché si tratta di un mercato molto potente e in forte crescita (per via dell¹evoluzione economica), oggi sono cambiate radicalmente le strutture socio-economiche in merito. Abbiamo perso di vista, quasi completamente, il fatto che tutto questo è finanziato esclusivamente dai soldi di noi tutti che avanzano dalle necessità esistenziali. Almeno il legislatore ha dei criteri chiari: il consenso sociale praticato circa malattie e infortuni si limita espressis verbis alle cure che ristabiliscono la capacità di autosufficienza e di abilità lavorativa. Per tutto il resto è responsabile il singolo cittadino a proprie spese e con proprie competenze.

       Vengono trattati i seguenti temi:

              2.2.1   Domanda sanitaria

              2.2.2   Offerta sanitaria

              2.2.3   Casse malati (mediatori di mercato)

 

2.2.1   Domanda sanitaria

           Utente di prestazioni sanitarie è tutta la popolazione Svizzera, ca. sei milioni di abitanti.

           Vengono trattati i seguenti argomenti:

                         2.2.1.1   Esigenze dei consumatori sanitari

                         2.2.1.2   Finanziamento di spese sanitarie

                         2.2.1.3   Aspettative sanitarie della clientela

 

 

2.2.1.1   Esigenze dei consumatori sanitari

              I consumatori di prestazioni ³sanitarie² pretendono che sia retribuito tutto quello che secondo il loro parere:

              - Potrebbe diminuire i loro disagi quotidiani (acuti e cronici).

              - Potrebbe prevenire futuri disagi (prevenzione).

              - Potrebbe ripristinare conseguenze di disagi passati (riabilitazione) siano questi disagi motivati biologicamente, emotivamente o socialmente.

              Esigono inoltre:

              - Di mantenere e migliorare le capacità vitali (igiene, dietetica, tenersi in forma, svaghi fisici, psichici, spirituali).

              - Formazione sociale, assistenza, custodia, tutela, cultura, manutenzione, amministrazione delle più varie sfaccettature di una vita ricca, comoda e annoiata.

              - Raggiungere la vita eterna prima della morte.

              - In piena capacità fisica, mentale e sociale.

-        Preferibilmente non a proprie spese.

 

2.2.1.2   Finanziamento di spese sanitarie

              È fuori discussione che tutto questo è auspicabile per tante persone, ma che sia retribuito da soldi pubblici (di noi tutti in modo solidale) non è mai stato deciso democraticamente. Ricordo di nuovo che il patto sociale di solidarietà si riferisce a cure che ristabiliscono la capacità di autosufficienza e di abilità lavorativa. Il consumo di altro a spese pubbliche è semplicemente parassitario e asociale.

              Il legislatore prevede di garantire a tutti un approvvigionamento base medicosanitario degno di una nazione moderna, ricca e industrializzata. I relativi diritti sulle prestazioni, sono meticolosamente descritti nella nuova legge malattia e infortuni. È obbligatoria l¹ammissione a una cassa malati. A chi dispone di un reddito sotto un certo limite, il relativo contributo viene restituito dal comune.

              Rimane la completa libertà di assicurarsi ulteriormente per prestazioni supplementari o per ³cura privata² a proprie spese o di consumare ulteriori servizi, prestazioni e prodotti ³sanitari² a proprie spese.

 

2.2.1.3   Aspettative sanitarie della clientela

              L¹utente si aspetta dalla ³sanitಠche lo porti da uno stato di disagio a uno di salute e che lo mantenga in questo stato:

              Disagi:                                   Agio (³salute²):

              - dolore*                                - benessere

              - lesioni*, impedimenti*       - autosufficienza*, capacità lavorativa*, integrazione

              - depressioni                         - voglia di vivere

              - ansia                                   - sicurezza

              - irrequietudine                     - successo

              - disperazione                       - progettualità

              - scombussolamento           - equilibrio interno tra eccitazione e rassegnazione

              - impotenza, dipendenza      - competenza, autonomia

              * dominio di sanità pubblica solidale.

              Un breve confronto dimostra che la sanità non vuole e non può creare queste trasformazioni. Al massimo può tentare di partecipare all¹assenza dei disagi.

              Ma le esigenze occulte vanno più in là: belli, snelli, dinamici e lucidi in eternità (dice il mio amico farmacista).

              È evidente che desideri, esigenze e domande di questo tipo provenienti inoltre da un pubblico benestante richiama un¹offerta spietata, perché di questa dolce torta tanti vogliono assicurarsi una fetta.

 

2.2.2   Offerta sanitaria

           Gli offerenti di servizi, prestazioni e prodotti che promettono la liberazione dai disagi e/o il benessere si servono dell¹altissimo prestigio sociale di valori come ³sano², ³salutare² e così via come mezzi propagandistici per vendere le loro attività. Non centra poi se sono professori universitari o guaritori da paese. La loro reputazione si basa comunque sulla superstiziosa stima sociale ³di chi toglie disagio e ti mette al tuo agio²; e chi di reputazione non ne ha, sfrutta la stima degli altri per vendere anche la sua attività.

           Vengono trattati i seguenti argomenti:

                         2.2.2.1   Definizioni e delimitazioni sanitarie

                         2.2.2.2   Definizioni e delimitazioni ³naturopatiche²

                         2.2.2.3   Imposture d¹etichetta e successo economico

                         2.2.2.4   Discorsi di comportamenti parassitari

                         2.2.2.5   Sanitocrazia

                         2.2.2.6   Terapisti dipendenti dalle casse

                         2.2.2.7   Liberi terapisti e naturopati

 

 

2.2.2.1   Definizioni e delimitazioni sanitarie

              Le delimitazioni tra:

              - sanitario acuto e cronico (autosufficienza, capacità lavorativa),

              - terapeutico acuto e cronico (liberazione di disagi, aumento delle capacità, diminuzione dei limiti),

              - riabilitativo (ripristinare delle capacità),

              - preventivo (evitare disagi),

              - conservatore (manutenzione di capacità),

              - (in-)formativo (istruzione per autocura),

              - consultivo (dialogo comportamentistico),

              - evolutivo (divulgazione di idee, concetti, Š spirituali, esoterici, filosofici per l¹autorealizzazione), si trovano vaghi e confusi in un grande stagno di qualunquismo, trattandosi poi di argomenti biologici, emotivi, psichici, relazionali, sociali, spirituali, Š rende indecifrabile il miscuglio. È evidente che in un essere umano è da rispettare tutto questo, ma sommato sotto il criterio di ³sanità, cura, terapia² serve solo a coloro che pescano in questo scuro stagno.

              Essendo in senso vasto collegato un po¹ tutto con ³la salute² anche offerte per igiene, estetica, fitness, wellness, dietetica come d¹altronde servizi consultivi spirituali, esoterici, new age, psicologici e così via, anche operatori di questi mestieri vengono annoverati tra i ³terapisti².

 

2.2.2.2   Definizioni e delimitazioni ³naturopatiche²

              Come medico naturalista e terapista mi distanzio da queste interpretazioni perché l¹accento del mio lavoro è indirizzato direttamente a:

              - Autosufficienza e capacità lavorativa.

              - Liberazione di disagi che impediscono questa autosufficienza.

              - Aumento di capacità elementari vitali.

              - Diminuzione di limitazioni esistenziali biologiche.

              - Ripristino di abilità vitali in un contesto biopsicosociale.

              Tutto il resto farà anche parte del mio lavoro ma in secondo piano e nel contesto del quadro cui sopra.

 

              Parlando di seguito di ³terapista² mi riferisco a questo concetto professionale ed escludo attività riferite prevalentemente ad altri obiettivi.

 

2.2.2.3   Imposture d¹etichetta e successo economico

              Come illustrazione un esempio.

              Anni fa mi fece visita una futura collega terapista per consultarsi circa le attività ³terapeutiche² poiché voleva crearsi un¹attività indipendente nel ramo.

              Fra noi si svolse, più o meno, il seguente dialogo:

                        Io         Lei

              - ³Allora, tratti disturbi motori con massaggi, Š?²                           ³Mi fa schifo toccare certe persone!²

              - ³Almeno calmi i relativi dolori?²                                                      ³Non saprei come!²

- Quindi sei specializzata sulla digestione

  o la respirazione o la circolazione?²                                                ³Ritengo troppo rischioso curare gli organi!²

              - ³Allora tratti disturbi neurovegetativi di impiegati e artigiani?²      ³Non me ne intendo!²

              - ³Curi i disagi della senescenza?²                                                    ³Non mi ispirano troppo le persone vecchie!²

              - ³Allora ti dedichi ai bambini con i loro

                 disturbi di crescita e le allergie?²                                                    ³I bambini rompono!²

              - ³Fai bene a dedicarti alle casalinghe stressate e frustrate!²          ³Mi danno sui nervi!²

              - ³Quindi dai conforto alle ricche,

                 annoiate nevrotiche signore per bene!²                                           ³Che dio mi salvi!²

              - ³Rimangono emarginati e alternativi con i loro

                 molteplici disagi complessi?²                                                          ³Cosa mi proponi, non hanno mai soldi!²

 

 

              Rimasi perplesso: ³Allora vuoi curare i sani, belli, spiritosi benestanti che non rompono più di quel tanto. Scusami, ma pensavo che fosti terapista!² ³Sono terapista e mi farò la mia clientela!². Aveva ragione; lo è diventata e se lo scrive anche sul suo biglietto da visita. Ha notevole successo materiale e di reputazione e anche se abbiamo dei concetti diversissimi mi ha insegnato i criteri del suo successo:

              - Il cliente deve essere sano (capacità lavorativa, autosufficienza), solvibile e almeno un po¹ simpatico.

              - Torna molto utile la sua paura di non essere all¹altezza, di invecchiare, di ammalarsi, di morire; queste condizioni non devi assolutamente tentare di modificarle, se lo fai, va a tue spese e li perdi, perché vanno dallo psicoterapista.

              - Un po¹ di paranoia, misantropia, ipocondria, megalomania e superstizione aiuta anche, basta tenerle sotto controllo al punto che il soggetto non diventi troppo asociale (perdi il cliente che va dallo psichiatra).

              - Si deve sentire valutato per le sue doti e non preso sul serio nei suoi ³danni e malanni² quotidiani del suo ambiente sociale. Anche questa condizione è meglio (per te) mantenerla.

              - Ascolti bene le sue ultime scoperte e fai una ³diagnosi² al massimo semplificata (ogni volta un¹altra), preferibilmente una che attualmente è di moda in televisione.

              - Proponi come cura degli esercizi che non esegue (tanto sono noiosi e/o impegnativi) ma che gli dimostrano che è o colpa sua o di un inconveniente o avversario (a seconda del caso) se non guarisce. Vanno bene anche rimedi innocui, solo che si può colpevolizzare meno il cliente, meglio sono quelli del tipo che danno i primi effetti solo a lungo termine.

              - Così perpetui il suo disagio (per niente esistenziale poi), lo fai resistente a terapie (non avvenute), lo rendi dipendente del tuo servizio.

              - Bastano pochi clienti fedeli ben scelti di questo genere e ti sei fatto un¹assicurazione vita.

 

2.2.2.4   Discorsi di comportamenti parassitari

              Inizialmente ero scioccato da un approccio così cinico, ma forse era solo invidia da parte mia e mi sono reso conto che tanti medici non fanno altro e che le relazioni private altrui (anche se terapeutiche) non sono cavoli miei. Ognuno è libero di scegliersi il suo terapista e il suo cliente e di stabilire il rapporto da avere con lui (anche economico). Il discorso morale non regge se tutti e due sono adulti, vaccinati e responsabili delle loro mosse.

              L¹unica cosa che non mi andava in realtà, era che una cassa malati finanziasse con soldi pubblici (anche miei) questi (per me strani) rapporti. Ma questo problema a livello naturopatico è quasi completamente risolto con l¹applicazione della nuova legge che tali prestazioni non include più nelle tariffe obbligatorie e quindi non si tratta più di soldi ³miei² (che sono assicurato in comune).

              A livello di medici approvati invece non è risolto per niente: chissà quanti rapporti ³terapeutici² del genere sono sostenuti in un mercato dove per 270 persone c¹è un medico, e tutti vogliono vivere e bene. Il rischio che proprio i medici di scarsa capacità si impadroniscono di questo tipo di clientela a spese pubbliche (e anche mie) è abbastanza elevato. E non saprei come possa essere controllato.

 

2.2.2.5   Sanitocrazia

              Tradizionalmente l¹offerta sul mercato sanitario è (o era) organizzata sul modello delle corporazioni medioevali e congiunta ad accordi con le casse malati e a leggi sanitarie restrittive si è formata una sanitocrazia di carattere monopolistico da parte dell¹offerta e una mentalità di tutto dovuto da parte degli utenti. Questo causava non solo un¹esplosione di spese sanitarie ma anche un gonfiamento di offerta a tutti i livelli: professionisti, strutture, attrezzature, materiali, medicamenti, Š

              Momentaneamente ci troviamo a un punto in cui non possiamo più permetterci queste spese sanitarie (o solo alcuni e gli altri non intendono pagare per questi). Naturalmente sono tutti coinvolti: offerenti di prestazioni, servizi e prodotti sanitari e si battono disperatamente per recuperare i loro privilegi precedentemente raggiunti a spese della comunità.

 

 

2.2.2.6   Terapisti ³dipendenti dalle casse²

              Per i miei colleghi abituati a collaborare con le casse malati prevedo un futuro arido:

              - Le casse malati modificheranno le condizioni di ammissione sotto la pressione dei costi. Questo andrà a scapito dei deboli partecipanti, cioè paramedico, naturopata, terapista fino a livelli irragiungibili o di modesti contributi che coprono a malapena gli elevati costi. Inoltre, ognuno sarà in concorrenza con il collega ³libero professionista² che non ha questi aggravi.

              - I clienti del tipo ³tutto dovuto² (che poi non guariscono mai ed erano come ³assicurazione vita²), o non sono disposti a pagare privatamente o non se lo possono più permettere.

              - L¹altra clientela è poi più critica e sa valutare molto bene, se la cura vale i soldi pagati di propria tasca.

              - Il passaggio dal ³terapista dipendente dalla cassa² al libero professionista è difficile perché si tratta di un¹altra clientela da trattare diversamente e spesso già ³piazzata² presso altri liberi terapisti, visto che si tratta di relazioni terapeutiche di grande fiducia e rapporti umani che non sono trasferibili a volontà da una persona all¹altra.

 

2.2.2.7   Liberi terapisti e naturopati

              Per me, come naturopata e terapista, è evidente che non devo preoccuparmi dei 16 miliardi obbligatori, per questa torta ci sono oltre alle troppe restrizioni anche troppi offerenti che si battono per una loro fetta insistendo su strutture inefficaci e prezzi smisurati. Invece per i 26 miliardi di potenziale di mercato ³ausiliario² sono abbastanza vantaggiato:

              - Organizzandomi bene non dipendo della sanitocrazia ma posso collaborare a necessità con il miglior offerente fornitore di prestazioni, servizi e prodotti e anche lui è fuori dalle restrizioni monopolistiche.

              - Non ho da temere che ogni diversa cassa malati mi detti annualmente legge e condizioni dispotiche che possono mettere in pericolo la mia esistenza professionale.

              - Non avendo l¹amministrazione che la sanitocrazia e le casse malati richiedono mi risparmio tanti costi e altri impegni del genere.

              - Non dovendomi attenere a tariffe o altri patti monopolizzanti posso adattare la mia attività con flessibilità alle esigenze della mia clientela.

              - Tutto questo e altro mi garantisce vantaggi imprenditoriali che i partecipanti alla sanitocrazia non possono avere e che influiscono notevolmente sulla relazione tra prestazione, prezzo e qualità della mia opera.

 

2.2.3   Casse malati (mediatori di mercato)

           Le casse malati come imprese assicurative hanno da una parte l¹onere di gestire i 16 miliardi di assicurazione obbligatoria, e con questi non fanno grandi affari, visto che c¹è da una parte una regolamentazione dettagliata e dall¹altra parte una gran concorrenza tra loro. Devono quindi tentare per forza di assicurarsi una fetta rilevante dei restanti 26 miliardi con tutti i mezzi di marketing di un¹assicurazione moderna.

           Hanno la difficoltà che non si tratta più dell¹esigenza base indispensabile sanitaria ma di lusso sanitario. E quale persona sana di mente assicura il diritto sul lusso: se se lo può permettere, non deve assicuralo, e in caso contrario, non avrà i soldi neanche per i premi, visto che in questo settore i conti dovranno tornare per tutti. Inoltre le casse si sono alleate ai fornitori sanitari più cari (partecipanti alla sanitocrazia) e con il potere finanziario che hanno comunque dalla gestione dei soldi della parte obbligatoria dettano legge ai loro alleati produttori di prestazioni sanitarie (operatori medici, paramedici, farmacisti, strutture sanitarie). L¹unica categoria, veramente fuori e libera, è quella dei dentisti.

           Personalmente non comprerei azioni di una simile impresa e meno ancora mi metterei alle dipendenze di un simile padrone: meglio fallire per i propri errori.

           Per l¹informazione del cliente nonché per la nostra distinzione naturopatica sul mercato della sanità, è dovere di un naturopata conoscere a fondo il funzionamento, la struttura e i punti deboli e forti dell¹attuale organizzazione delle casse malati e sulla legge assicurazione malattie. Un testo esauriente e affidabile è:

           Krankenversicherung; Beobachter-Buchverlag; Zürich 1998

           Malauguratamente il testo è reperibile solo in tedesco.

 

3.0 Clientela naturopatica

       Il terapista che dispone di più o meno strumenti operativi, li applica naturalmente in modo individuale, adattandosi alla clientela che ha, e agli obiettivi ³terapeutici² che si pongono lui e la sua clientela:

       3.1 a)     ³Lifestile² (moda)

       3.2 b)     ³Fitness² (essere in forma)

       3.3 c)     ³Wellness² (benessere)

       3.4 d)     Fasi di riorientamento

       3.5 e)     Disturbi psicosomatici acuti

       3.6 f)      Malattie e impedimenti acuti

       3.7 g)     Malattie croniche e degenerative

       3.8 h)     Sollievo in situazioni ³disperate²

 

 

L¹elenco rende nota la diversità di obiettivi, approcci, esigenze e desideri. Sarà improbabile che un terapista abbia una clientela che comprende tutta la gamma. È anche razionale pensare che non esista un metodo (strumento) unico per soddisfare tutte queste esigenze.

       Personalmente ho una maggioranza di clienti del settore g) ³Malattie croniche e degenerative² e pochi del settore d) ³Fasi di riorientamento², e) ³Disturbi psicosomatici² e h) ³Situazioni disperate².

       Dei primi tre settori ³Lifestile, Fitness, Wellness² non me ne occupo perché mi mancano strumenti e voglia, e nel settore f) ³Malattie e impedimenti acuti² sono una frana, anche se ho imparato tecnicamente come fare.

       I primi tre settori (lifestile, fitness, wellness) secondo i miei criteri non sono ³terapie². Sono socialmente rilevanti nella nostra cultura, un grande mercato e un ricco e importante campo d¹impiego per chi vuol praticare in quest¹ambito. Ma non dovrebbe chiamarsi ³terapia² perché non tratta ³ammalati², anche se spesso si incontrano sintomi sociali, psichici e anche somatici tra i clienti coinvolti.

 

       I due settori seguenti (fasi di riorientamento e disturbi psicosomatici acuti) si rivolgono prevalentemente a una clientela con disturbi che Freud ha descritto in modo geniale nel suo saggio ³Il disagio nella cultura² e Grossarth-Maticek ha classificato bene nei tipici meccanismi comportamentistici.

       Mostrano spesso dei sintomi neurovegetativi, ma secondo i miei criteri sono piuttosto soggetti di socio- e psicoterapie che di naturopatia e di terapie corporee.

       Naturopatia e terapie corporee (o manuali) si rivolgono prevalentemente a clienti degli ultimi tre settori.

       Questo non vuol dire che siano esclusi elementi sociali, relazionali, emotivi; anzi, ma l¹esperienza mi insegna che è più frequente la depressione per via di stati ormonali instabili, la disperazione per via di continui dolori reumatici e stati di panico per traumi subiti che viceversa.

 

3.1 a)     ³Lifestile² (moda)

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se fa piuttosto lavoro di ³lifestile² per i ricchi annoiati e belli perché è di moda o prevalentemente ³estetica² per motivi di gusto, voglia, svago o divertimento. Questa fetta di mercato è dominata da clienti della media borghesia giovane e di mezza età (più donne che uomini) relativamente benestante. Richiede uno studio in zona adatta, formazione impressionante di tanti diplomi, arredamenti decenti ma cari e asettici, strumenti e attrezzature moderne e atteggiamenti distanziati. Conviene tenersi continuamente informato su cosa è ³in², specialmente nel settore sanitario.

 

3.2 b)    ³Fitness² (essere in forma)

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se fa lavoro di ³fitness² per i dilettanti sportivi e altre persone che intendono così affrontare meglio una vita ³combattiva². La clientela è giovane lavorativa e sportiva (quasi equa tra uomini e donne). Lo studio deve essere moderno e chic, strumenti e attrezzature di ultimo grido e gli atteggiamenti sportivi, diretti, aperti e cordiali.

 

3.3 c)     ³Wellness² (benessere)

           L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se fa piuttosto lavoro di ³wellness² per chi intende trattare bene il suo corpo in senso preventivo augurandosi di star bene fino alla morte e di soffrire meno possibile o per chi ha un tale terrore della vecchiaia e della morte che cerca di far tutto giusto per essere più sano. La clientela è normalmente di mezza età, più donne che uomini, anche coppie di piccola e media borghesia, quadri medi e indipendenti di istruzione superiore.

           Studio e arredamento devono essere solidi e asettici. La formazione basata sull¹esperienza e/o la tradizione, con spiccate capacità di ragionamento medico-tecnico, strumenti e attrezzature funzionali e gli atteggiamenti di educazione e di buone maniere. Niente di alternativo!

 

3.4 d)    Fasi di riorientamento

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se accompagna fasi transitorie nella vita del cliente spesso legate anche a cambiamenti neurovegetativi, emotivi, relazionali sociali e spirituali. Questa clientela può essere di qualsiasi provenienza.

              - Si tratta maggiormente di donne intorno all¹età della menopausa, spesso con figli che si staccano dalla famiglia e che vogliono dare un¹altra direzione alla loro vita o cercano nuovi campi di attività o intendono realizzare dei lati che hanno sognato da tanto ma erano impediti fin¹ora a causa dei loro impegni famigliari.

              - Sempre di più si tratta anche di donne che subiscono crisi relazionali per il pensionamento del loro marito o perché annoia con i capricci della sua seconda primavera.

              - Ogni tanto sono anche adolescenti con i loro tipici problemi, spinti dalla madre.

              - Quasi tutti cercano una dimensione ³spirituale² molto vaga. Arrivate all¹ultimo terzo di una vita materialmente garantita, amano immaginarsi contemplative, serene, ponderate, armoniose, Šsolo che mancano loro dei modelli e il saper fare. Vogliono curarsi e trattarsi bene.

              Lo studio e l¹arredamento per questi clienti deve essere accogliente, caldo e famigliare. La formazione è meno importante a loro ma richiedono esperienza di vita e naturale autorità morale, etica e spirituale. Si sentono molto attratti da filosofie esotiche e da movimenti alternativi, basta che non abbiano niente di socialmente estremo (mette in pericolo la loro sicurezza materiale così duramente raggiunta).

 

 

3.5 e)     Disturbi psicosomatici acuti

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se ha una clientela con cronici problemi emotivi, relazionali, sociali e relativi sintomi somatici. Possono essere di ³atteggiamento²:

              - Pacifico-positivo-inibito o bloccato (tendenzialmente afflitto da neoplasmi).

              - Scontroso-negativo-irritato o ambivalente (tendenzialmente afflitto da patologie cardiovascolari).

              - Egocentrico-maniacale o depressivo (tendenzialmente afflitto da reazioni psicotiche con patologie neurocardicache o isolazione-depressione con diverse patologie somatiche).

              - Razionale-antiemozionale-impassibile o disinibito (tendenzialmente afflitto da psicosi endogene in forme maniacali o depressive con patologie somatiche di diverso tipo).

              - Narcistico-diffidente-irascibile o sovversivo (tendenzialmente afflitto da poli-tossicodipendenza e aggressione aperta o occulta e patologie gastriche e dermiche).

              Comune a tutti loro è:

              - che sono incapaci a crearsi autonomamente delle situazioni, condizioni e relazioni nelle quali stanno bene e che possono godere e

              - che sono altrettanto incapaci di evitare o troncare delle situazioni, condizioni e relazioni che li fanno star male.

              Finché gli altri stanno più o meno al loro gioco (situazione compensata) riescono a gestirlo con tanti trucchi, compromessi e scostamenti, cognizione selettiva e giustificazioni, quando diventa troppo (fase decompensata), crolla l¹autoregolazione e si istaurano sintomi acuti psichici, sociali e relazionali abbastanza pesanti. La tendenza è di ³somatizzare² lo stress cronico della fase compensata sull¹organo o il sistema debole del loro organismo.

              Questa clientela si trova in tutta la popolazione, anche se la cronificazione (disturbi somatici cronici) si evolve solo dalla mezza età fino alla senescenza e sono o erano normalmente in psicoterapie. Al naturopata si rivolgono soprattutto le donne. Lo studio e l¹arredamento come anche la formazione del terapista sono a loro avviso di secondaria importanza. Richiede da parte del terapista parecchia conoscenza psicoterapeutica per non lasciarsi coinvolgere nei loro abituali giochi relazionali inconsci. La terapia può basarsi prevalentemente o sul tocco o sulla parola o sul rimedio, ma normalmente richiede una combinazione sensata dei tre almeno in fase acuta.

 

3.6 f)     Malattie e impedimenti acuti

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se si è più concentrato su una clientela con ³impedimenti acuti² che intendono essere ³riparati efficacemente² al più presto possibile senza approfondire le cause.

              In questo gruppo si tratta di una clientela con recidive di disturbi dell¹apparato motorio o di altri organi. Questo settore è piuttosto complementare o sostitutivo al medico di condotta di una volta: il cliente si fa curare da ³minori danni e malanni² e ogni tanto si fa un ³controllo² o una ³spolverata².

              La clientela è composta per lo più da impiegati, artigiani e operai con relazioni abbastanza ³biologiche² verso il loro organismo e un acuto buon senso per la vita e l¹economia. Si trovano bene in uno studio ³famigliare², né alternativo, né chic né troppo asettico né troppo caro. Dal terapista pretendono che sia un bravo artigiano con solide conoscenze mediche.

 

3.7 g)    Malattie croniche e degenerative

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se tratta una clientela con malattie croniche e degenerative prevalentemente dell¹apparato motorio ma anche di altri organi. Spesso si tratta di una clientela:

              - del tipo e) ³disturbi psicosomatici² che è riuscita abbastanza bene a gestire un atteggiamento ³frustrante² senza lampanti disturbi psichici per lungo tempo fino alla cronificazione di relativi disturbi somatici.

 

              - Altre volte simili sintomi sono causati da fattori costituzionali o

              - da disturbi metabolici subclinici o

              - da abitudini di vita che creano tali disturbi, ma normalmente si tratta di una combinazione di tutti questi fattori. Normalmente sono clienti angosciati e scoraggiati, se non rassegnati, da tentativi sanitari precedenti senza esito. Si tratta per lo più di donne sopra una certa età che non pretendono un gran che di arredamento e diplomi ma la capacità terapeutica di calmare i dolori e mitigare impedimenti e quella umana di prenderle sul serio e di dar loro una progettualità.

 

 

3.8 h)    Sollievo in situazioni ³disperate²

              L¹operatore sanitario avrà questo tipo di clientela, se si dedica di dar sollievo (anche se solo palliativo) a chi soffre di ³brutti danni e malanni² o impedimenti. È una clientela eterogenea che ha bisogno di dedica perché colpita dal destino con brutte prognosi e ogni tanto anche di isolamento sociale, vicini più impacciati di loro e spesso anche disagi fisici. È un compito nobile per un terapista, fare anche questo lavoro (almeno ogni tanto), per non dimenticarsi che, alla fine di tutti i nostri sforzi, c¹è questa situazione. Meglio prepararsi, professionalmente e umanamente, prima che capiti all¹improvviso.

 

4.0 Posizione della naturopatia sul mercato

       Vengono trattati i seguenti temi:

       4.1 Paragoni tra Ticino e altri paesi

       4.2 Posizione  del singolo naturopata

       4.3 Errori da principianti e brutte abitudini

 

4.1 Paragoni tra Ticino e altri paesi

       Nella Svizzera italiana, la nostra professione ha poca tradizione, contrariamente a certi cantoni della Svizzera interna e specialmente alla Germania, dove la professione di ³Heilpraktiker² (naturopata, medico empirico, guaritore, esperto di guarigione) fa parte della ³sanitಠriconosciuta come professione indipendente, con relative formazioni, esami e approvazioni sin dall¹inizio del Œ900. I naturopati tedeschi servono una clientela più o meno del seguente tipo:

       - Persone scettiche verso consultazioni di ³universitari² per i banali danni e malanni quotidiani.

       - Tradizionalisti, che si fidano più del medico naturalista che dell¹universitario e che trovano esagerato l¹impiego di tanti mezzi, per disturbi che la nonna curava con strumenti casalinghi.

       - Persone che cercano consultazioni igieniche, dietetiche, preventive, complementari e alternative alle proposte abituali dall¹esperto di guarigione empirico, perché intendono loro stessi condurre una vita ³sana² e meno rischiosa.

       - Persone frustrate dall¹esercizio medico abituale, specializzato e privo di dedizione (per via dei costi e degli orari).

       - Persone resistenti ad altre terapie, specialmente con disturbi e malattie croniche e disturbi socio-psicosomatici.

       - Persone con un quadro della vita ³magico² che cercano in fondo la fata turchina che li libera di colpo da tutti i loro disagi.

       - Persone affette da malattie con ³brutte prognosi² che si aspettano sollievo o guarigione dal curatore alternativo

       Tanto per dare un¹idea di come potrebbero essere delle pretese sociali.

 

       Fino agli anni ¹50, gli ³Heilpraktiker² erano un po¹ i figli poveri della medicina. Questa reputazione in Germania, è cambiata parecchio negli ultimi vent¹anni in quanto:

       - La competenza dell¹²Heilpraktiker² è notevolmente aumentata grazie al facilitato accesso (non universitario) alla materia medica e relativi strumenti, aggeggi e rimedi.

       - I costi sanitari sono diventati un grosso peso sociale, non da ultimo sostenuto da una specializzazione medica, da esigenze amministrative e da diminuita dedica al cliente, in assoluto contrasto alle pretese del ³consumatore sanitario².

       - Sempre più medici devono dividersi una clientela stagnante che esprime delle esigenze abbastanza diverse dall¹offerta medica.

       - Il potere finanziario delle assicurazioni sociali sostiene delle cure economiche ed efficienti, indipendentemente da chi li esegue.

       - Un ramo della medicina universitaria basata sull¹evidenza (empirico) ha guadagnato terreno e mitiga parecchio i vecchi confronti tra empirismo e ideologia medica.

       Tutto questo a lungo significherà una concorrenza in questo settore tra medici universitari e medici naturali (finché non si formano eventuali delimitazioni). Se ci sarà collaborazione (ed esiste tutt¹oggi), tali deliminazioni saranno indispensabili.

       Dove si troverà il nostro settore in Ticino e in una futura Europa è difficile da prevedere. Dipenderà soprattutto dalla nostra capacità terapeutica con le relative prestazioni, servizi e rimedi, dall¹esito (anche economico) delle nostre cure e dalla capacità di soddisfare le esigenze della nostra clientela e di rispondere alle loro aspettative.

 

 

4.2 Posizione del singolo naturopata

       Per il singolo naturopata è importante posizionarsi sul mercato con:

       - Programma (diagnostico,consultativo, terapeutico, preventivo, igienico, Š).

       - Concernente frequenti disturbi (motori, nervosi, circolatori, metabolici, ormonali, Š).

       - Rivolto ad un pubblico definito (bambini, adolescenti, lavoratori, anziani).

       - Di determinati giri sociali (docenti, impiegati di stato, casalinghe, pensionati, artigiani, impiegati d¹ufficio, Š).

       - In secondo tempo, con un¹offerta chiara di prestazioni, servizi e rimedi, previsioni in tempo e soldi e obiettivi terapeutici.

 

4.3 Errori da principianti e brutte abitudini

       I principianti in materia, sbagliano quasi sempre mettendo in rilievo le loro capacità tecniche e di formazione. Se questo interessa qualcuno, allora solo in un secondo o terzo tempo:

       - Il cliente ha mal di testa o mal di schiena e si aspetta un professionista che sappia mitigare i suoi dolori. Gli interessa quale sia il suo impegno in tempo e soldi.

       - In secondo luogo gli interessa che il terapista parli il suo linguaggio, rispetti (non necessariamente divida) il suo approccio al mondo e alla vita nonché il suo disturbo, lo metta a suo agio, guadagni la sua fiducia per parlare di cose sue e lasciarsi toccare, e che ispiri l¹aspettativa che possa aiutarlo.

       - Solo in terzo luogo, più a titolo di curiosità, forse si vuol informare con quali strumenti, rimedi e servizi il terapista intende affrontare il suo disagio e che competenza possa avere in merito.

       Il secondo errore del principiante in merito è di offrire troppe prestazioni e servizi nella comprensibile premura di coprire una ³grande fetta di mercato² con un vasto pubblico di potenziali clienti: non ispira fiducia professionale, anzi. È meglio concentrarsi e avere (a sorpresa del cliente) ancora alcune frecce in faretra. Più tardi, e a controllo di successo, si può sempre ampliare.

       Una brutta abitudine (proveniente da scuole esoteriche, di New Age, spirituali, Š) è quella di mescolare ³terapie² di gruppo e individuali, esercizi, insegnamento, formazione spirituale e così via.

       - La relazione terapeutica (integrante) è fondamentalmente diversa da una relazione didattica (differenziante).

 

       - Il lavoro di gruppo (basato su posizioni, ruoli, Š sociali) è estremamente contrastante al lavoro individuale (basato su fatti biologici e situazioni psichiche bilaterali e individuali).

       - Essendo ³un paziente² per definizione uno che non sa gestire bene dei contrasti (li subisce più o meno pazientemente), è antiterapeutico sottometterlo a bagni alternati e confonderlo e stressarlo ancora di più, non è così che si cura (forse si insegna così o si diventa guru).

       - Capisco (perché la tentazione ogni tanto è anche mia) che un nuovo istruito addetto all¹arte, voglia colmare il proprio entusiasmo convincendo il resto del mondo delle sue scoperte; ma non è una buona idea terapeutica (anche se una umanamente simpatica debolezza): si risponda alle domande che pone il cliente e non a quelle non chieste (consiglio imperativo  di mia nonna). Per questa esigenza si cerchi un altro foro e un altro pubblico.

 

5.0 L¹impresa sanitaria naturopatica

       Vengono trattati i seguenti temi:

       5.1 Definizione dell¹impresa sanitaria

       5.2 Strumenti dell¹impresa

       5.3 Modello relazionale-funzionale

       5.4 Coinvolgimenti e relazioni

       5.5 Compiti, responsabilità e competenze

 

 

5.1 Definizione dell¹impresa sanitaria

       ³Un¹impresa è un costrutto sociale con lo scopo di produrre dei beni² (definizione degli studenti di economia).

       Un¹azienda sanitaria:

       - nasce, innanzitutto, come risposta a delle esigenze ³di salute² di un pubblico,

       - offre dei servizi sanitari che tenta di svolgere in modo economico,

       - rispettando le norme dettate dalle autorità, in un mercato sanitario di offerenti e acquirenti.

       Al centro delle attività si trovano quelle di servizio sanitario qualunque siano. Per svolgere

       questo, necessitano attività di esercizio dall¹organizzazione fino alla contabilità.

 

5.2 Strumenti dell¹impresa

       Per le sue attività (di servizio e di esercizio) un¹impresa si serve dei seguenti strumenti:

       - Capitali investiti in proprio o in affitto.

       - Materiali usati per il servizio e l¹esercizio.

       - Lavoro di servizio e di esercizio.

       - Organizzazione di servizio e di esercizio.

 

5.3 Modello relazionale-funzionale

       Ciò richiede, fra l¹altro, molteplici relazioni formali ed informali tra tutte le parti coinvolte. Le relazioni vengono regolate (organizzate), al fine di poter arrivare a soddisfare i principi economici.

       L¹attività dell¹impresa sanitaria è basata principalmente sulle relazioni fra le persone e istituzioni che svolgono varie funzioni nell¹ambito seguente:

 

5.4 Coinvolgimenti e relazioni

       Le funzioni aziendali richiedono relazioni tra tutte le persone, gli enti e le imprese coinvolti:

       € Clienti e collaboratori della società.

       € Fornitori e collaboratori della società.

       € Autorità regionali, statali e collaboratori della società.

       € Associazioni professionali e collaboratori della società.

       € Ev. casse malati e collaboratori della società.

       € Ev. altre imprese sanitarie e collaboratori della società.

       € Ev. servizi esterni per funzioni specializzate come la pulizia, la contabilità, Š

       Molto spesso un¹impresa sanitaria naturopatica consiste in una singola persona e forse dei servizi esterni o di un qualche ³volontario² (come membri di famiglia, amici, Š). Questo sembra al principiante di facilitare le cose sotto aspetti di costi e di organizzazione. In realtà è abbastanza esigente e forse neanche tanto economico: approvvigionamento, ³marketing² e amministrazione richiedono tanto tempo di esercizio e relazionale a scapito del servizio. D¹altronde l¹impiego di collaboratori e servizi esterni richiede un maggiore grado organizzativo.

 

5.5 Compiti, responsabilità e competenze

       (di titolare e collaboratori)

       Se un¹impresa sanitaria consiste in più di una persona, i compiti dei singoli dipendenti sono stabiliti tramite contratti di lavoro, mansionari, procedure e specifici mandati a termine:

       € Con lo scopo che tutte le attività mirino ad un alto livello di produttività e redditività di merce e relativi servizi, rispettando le regole sociali.

       € Con il principio che ogni compito richiede competenze specifiche e strumenti per eseguirlo autonomamente, assumendone la relativa responsabilità.

       Tenendo in considerazione la complessità di relazioni e la molteplicità di:

       € Attività operative di servizio e di esercizio (di concetto, pianificazione, realizzazione, controllo di persone, mezzi, materiali, finanze).

       € Attività dispositive di servizio e di esercizio (programmi, ordini, controlli di impiego persone, mezzi, materiali, finanze, tempi).

       € Attività gestionali di servizio e di esercizio (previsione, coordinazione, decisioni, controlli concernenti persone, enti, progetti, finanze, prodotti e servizi).

       È necessario che vi siano non solo chiare strutture organizzative, ma anche che tutti i collaboratori ne siano a conoscenza. Può sembrare esagerato per ³un¹azienda di quattro gatti² ma non lo è, proprio perché ciascuno di loro svolge diversi compiti e si evitano tanti disguidi e costi chiarendo concretamente e una volta per tutte queste faccende.

 

6.0 Marketing naturopatico

       Consiglio a tutti coloro che intendono iniziare un¹attività indipendente (pur piccola che sia) di farsi i seguenti ragionamenti e di annotarli. Fanno parte di un ³business plan² che raggruppa un po¹ le intenzioni imprenditoriali.

       È una nobile caratteristica umana di sostituire, pianificando così, il caso con l¹errore.

       Vengono trattati i seguenti temi:

       6.1 Condizioni personali

       6.2 Offerta terapeutica

       6.3 Clientela

       6.4 Acquisizione clienti

       6.5 Prima consultazione

       6.6 Stima dell¹impegno

       6.7 Finanziamento della cura

       6.8 ³Unique selling proposition²

       6.9 Propaganda naturopatica

 

 

6.1 Condizioni personali

       Vengono trattati i seguenti argomenti:

              6.1.1   Attività

              6.1.2   Metodi e procedimenti applicati

              6.1.3   Requisiti, competenze

 

6.1.1   Attività

           Sono da definire, per se stessi, le principali attività professionali (di lucro) con i loro impegni di tempo ed ev. di ricavi.

           Esempio:

           € Attività principale: naturopatia e lavoro corporeo ca. 200 ore mensili, parzialmente diviso con la mia collega Š:

           - Lavoro corporeo: ca. 150 ore mensili di ³massaggio².

           - Consultazioni mediche in generale e specifici ca. 30 ore mensili.

           - Elaborazione e prescrizione di medicazioni, regole igieniche e dietetiche, Š ca. 20 ore mensili.

           € Attività ausiliaria: insegnamento di materie naturopatiche ca. 80 ore mensili

           - Docente: corso ³materia medica per naturopati² e seminari su temi specifici ca. 10 ore mensili.

           - Preparazione di relativi testi ca. 70 ore mensili.

           Totale lavoro di ³servizio² (senza esercizio) ca. 280 ore mensili

 

6.1.2   Metodi e procedimenti applicati

           Sono da chiarire le intenzioni circa i metodi e procedimenti da applicare.

           Esempio:

           € Diagnostici:

           - Analisi di laboratorio, referti, Š di medici curanti e specialisti.

           - Indicazioni per ev. ulteriori chiarimenti medici.

           - Anamnesi, inchieste e dialoghi con il cliente.

           - Visita propria con semplici strumenti, test, ispezione e palpazione.

           € Terapeutici:

           - Consultazione e consigli comportamentali, igienici, dietetici.

 

       - Ogni tanto breve dialogo psicoterapeutico comportamentale.

           - Lavoro sul corpo: diversi metodi e ³massaggi² del tipo ³biomeccanica², posturale e riflessivi combinati spesso con aromaterapia.

           - Ogni tanto prescrizione di ³esercizi fisici, psichici, sociali e relazionali.²

 

           - Fitoterapia occidentale: prescrizione di prodotti o stesura di ricette magistrali* individuali.

           - Terapia ortomolecolare: prescrizione di prodotti ³microalimentari² o stesura di relative ricette magistrali* individuali.

           - Raramente applicazione di metodi devianti fisici (coppette, sanguisughe, Š).

           * Il termine ³magistrale² sta ad indicare una ricetta preparata individualmente.

 

 

6.1.3   Requisiti, competenze

           Sono da elencare le formazioni, tirocini ed esperienze che servono nel settore.

           Esempio:

           € Formazione teorica: autodidatta in anatomia, fisiologia, patologia, naturopatia, diverse tecniche di lavoro corporeo, fitoterapia, terapia ortomolecolare.

           € Formazione pratica: diversi corsi di lavoro sul corpo specialmente in ³Integrazione

           Posturale².

           € Tirocinio: lavoro sul corpo a tempo parziale (gratuito) durante 3 anni in uno studio di estetica e massaggio.

           € Legittimazione:

           - Esame come ³medico naturalista NVS²,

           - membro della ³Naturärztevereinigung Schweiz² e

           - membro del ³AKODH Arbeitskreis Onkologie Deutscher Heilpraktiker²

           € Formazione continua: seminari in diverse materie come attualmente in oncologia naturopatica, terapie ortomolecolari Š

 

6.2 Offerta terapeutica

       Serve parecchio inizialmente ragionare sui seguenti punti:

       - Cosa è il mio forte ³curativo².

       - Chi potrebbe averne bisogno: lista sintetizzata al massimo.

       - A che condizioni posso offrirlo che sia invitante per sperimentarlo: disponibilità, tempo, luogo, prestazione, prezzo, condizioni di pagamento, organizzazione dell¹agenda, Š

       Esempio:

       - Disturbi acuti e cronici dell¹apparato motorio.

       - Disturbi circolatori, metabolici, ormonali e menopausali.

       - Disturbi immunologici di tipo allergico e autoimmunitario.

       - Disturbi neurovegetativi e psichici.

       - Malattie recidive infettive e neoplasmi.

       - Consultazione sporadica per minori problemi medici quotidiani.

 

6.3 Clientela

       È abbastanza importante inizialmente mirare una determinata clientela di destinazione. Servono i seguenti ragionamenti:

       - In che ³giro sociale² trovo questi miei potenziali clienti e quale di questi giri mi è socialmente ed emotivamente vicino.

       - In che luogo, tipo di studio e a quali orari si sentirebbero di subire delle terapie.

       - Di quanti clienti ho bisogno, quanti se ne trovano nella mia regione e da chi sono attualmente serviti?

       Esempio:

       - Impiegate d¹ufficio e docenti con dolori più o meno cronici di spina dorsale.

       - Casalinghe di mezza età con disturbi neurovegetativi e menopausali.

       - Pensionate con disturbi cronici geriatrici.

       - Ho bisogno di ca. 150 clienti nella regione di Locarno con trattamento, media di ca. 1.5 ore al mese.

 

6.4 Acquisizione clienti

       Il nostro mestiere è caratterizzato da una relazione terapeutica. Il cliente cerca una persona che lo guarisce dai suoi danni e malanni e dal suo disagio e guarda molto bene a chi rivolgersi.

       Normalmente chiede ai suoi amici e conoscenti.

       Molti colleghi giovani mi hanno chiesto per altri metodi di acquisizione di clienti ma non ho mai scoperto un altro efficace come la ³propaganda orale². Hanno fatto inserzioni, visitato delle fiere e così via, ma oltre a notevoli spese hanno combinato ben poco.

       La migliore propaganda è un cliente soddisfatto e si può fargli anche capire che si è grati a lui quando ci raccomanda ad altri. Lo farà forse nel suo giro, anche per questo è importante mirare a una clientela non troppo eterogenea, perché i problemi di un certo giro sono simili.

       La maggioranza dei clienti di naturopati sono donne e i pochi uomini arrivano di solito grazie alle loro mogli, compagne o amiche.

       Conviene riflettere bene sulle possibilità di acquisizione clienti concentrandosi sui seguenti ragionamenti:

       - Quali amici, colleghi, conoscenti sarebbero disposti a fare una discreta pubblicità per i miei servizi.

       - Chi di loro è ascoltato e credibile nel suo giro.

       - Come posso arrivare che mi faccia questo favore e che compenso posso offrire.

       - Š

 

 

6.5 Prima consultazione

       La prima consultazione di un cliente è importante per:

       - Informarlo sulle mie prestazioni, servizi, rimedi, condizioni ecc. e per rispondere alle sue domande.

       Così è in grado di valutarmi ed eventualmente cercarsi un altro terapista.

       Esempio: Quando sente la condizione che non lavoro con le casse malati, non è più interessato e mi saluta ³amici come prima².

       - Chiedere dei suoi danni e malanni e delle sue aspettative per valutare il mio interesse di curarlo e stimare le probabilità di riuscirci. Eventualmente gli indico un¹altra strada.

       Esempio: Mi dice che le è stato diagnosticato un tumore al seno con la proposta di operazione, chemioterapia e radioterapia, che lei però non intende accettare, perché una voce angelica le ha suggerito di farsi trattare alternativamente. A parte i discorsi seguenti, rifiuto di trattarla e la informo che le mie cure oncologiche naturopatiche non sono alternative ma complementari agli interventi oncologici clinici.

       - Se cliente e terapista sono d¹accordo di ³osare un tentativo² che rispetti, in linea di massima, le aspettative del cliente come la disponibilità del terapista, (eventualmente dopo un periodo di ripensamento da ambo le parti) proseguo con la parte ³diagnostica².

       - Tirate le mie conclusioni dal precedente colloquio, faccio una proposta circa l¹obiettivo, le procedure, le prestazioni, i servizi, i rimedi, l¹impegno grossolano in tempo, soldi e durata della cura (senza garanzia né promesse). Se il cliente è d¹accordo, comincio subito con il primo trattamento. Molto spesso mi riservo invece una seconda o terza consultazione/ trattamento per esprimermi dettagliatamente sull¹impegno.

 

6.6 Stima dell¹impegno

       Ritengo che sia leale verso il cliente fare delle stime approssimative per la cura. Dipendono molto dalla tariffa oraria, dall¹impegno consultativo e curativo per trattamenti terapeutici e rimedi, e questo è enormemente variabile secondo il terapista e i metodi applicati.

 

       Esempio 1: malattie croniche o disturbi funzionali duraturi

       - Tariffa oraria 40.- fr. (non lavorando con le casse malati ho tariffe pagabili anche dai meno benestanti).

       - Trattamenti: mensilmente ca. due ore a 40.- fr. => 80.- fr. per mese ca. 2.70 fr. per giorno per ca. due anni corrisponde a ca. 1¹000 fr. per anno, complessivo di ca. 2¹000.- fr.

       - Rimedi: tinture, pomate, sali minerali, vitamine, Š 2.- Š 4.- fr. per giorno => 60.- Š 120.- fr. per mese => 700.- Š 1¹400.- fr. per anno, complessivamente ca. 1¹400 Š 2¹800 fr.

       - Costi totali: ca. 4.70 Š 6.70 per giorno => 140.- Š 200.- fr. per mese => 1¹700.- Š 2¹400.- per anno, complessivamente 3¹400.- Š 4¹800.-

       Esempio 2: malattie e disturbi acuti

       - Tariffa oraria 40.- fr.

       - Trattamenti: da uno fino a quattro trattamenti di un¹ora a 40.- fr. => 40.- Š 160.- fr. Complessivi nell¹arco di due fino a otto settimane => 2.90 fr. per giorno.

       - Rimedi: tinture, pomate, sali minerali, vitamine, Š 10.- Š 20.- fr. per giorno => complessivamente 140.- Š 1¹200.- fr.

       - Costi totali: ca. 13.- Š 23.- fr. per giorno, complessivamente 180.- ... 1¹400.- fr.

 

 

6.7  Finanziamento della cura

       Il discorso sull¹impegno e sulla cura porta spesso a una discussione sulla sanità, medici, farmacisti, casse malati e simili. Non è direttamente terapeutico ma mi da l¹occasione di argomentare il mio punto di vista. Il filo del discorso è per esempio:

       - La prestazione terapeutica va comunque pagata dal cliente: o direttamente a me o indirettamente tramite i premi delle casse malati (quelle facoltative).

       - In base alle mie tariffe, è facilmente deducibile che da me riceve più prestazioni a minor prezzo che dal medico o terapista dipendente dalle casse.

       - Si rende conto che, pagandomi direttamente, risparmia costi amministrativi (da me e dalle casse), servizi che non lo interessano.

       - Si accorge anche che con l¹assicurazione facoltativa/aggiuntiva/complementare/privata:

       - o paga ³solidalmente² prestazioni non incluse nell¹assicurazione base (che non consuma)

       - o approfitta di prestazioni che altri pagano per lui facoltativamente

       - e che tutto questo non incide minimamente sui principi di rischio e di solidarietà dell¹assicurazione base.

       Normalmente non vuole né l¹uno né l¹altro.

       - Ragionato tutto questo, molto spesso si decide di disdire le assicurazioni aggiuntive, ausiliarie, complementari, facoltative e private; perché se si può permettere il premio, può anche mettere via i soldi per casi del genere e decidersi poi se impegnarli in tali cure.

       - Inoltre consiglio (se non è impiegato e se se lo può permettere) di aumentare la sua franchigia a 1¹500.- fr. il che abbassa ulteriormente notevolmente i suoi premi.

       Facendo bene tutti questi calcoli arrivano di solito alla conclusione, che i risparmi fatti in assicurazioni sanitarie coprono facilmente quello che spendono per me.

       Diversi clienti mi hanno confidato, che le spese per le mie cure (più efficaci secondo loro) erano minori dei 10% di partecipazione alle fatture mediche / farmaceutiche, di cure precedenti senza esito.

       Stimo che negli ultimi due anni abbiamo (in due terapisti) convinto ca. 100 clienti a modificare le loro assicurazioni in questo modo. In media sono riusciti ad abbassare i loro premi mensili da 600.- fr a 200.- fr. Vuol dire che si sono risparmiati in media 4¹800.- fr. di premi per un totale di 100 clienti quasi mezzo milione di franchi, dedotti come cifra d¹affari e capacità di guadagno agli assicuratori ³ausiliari². Anche se sembra poco, agli assicuratori farà male, perché abbiamo tolto a loro del volume di mercato in un ambiente dove persiste già la concorrenza di rimozione, in un modo poi contro il quale avranno poche risposte, perché nel contatto terapeutico sarò sempre più vicino io al mio cliente che loro.

 

6.8 Unique selling proposition

       Nelle dottrine di marketing moderno c¹è una centrale che si chiame ³unique selling proposition² (proposta esclusiva di vendita). Significa che si può vendere un prodotto o una prestazione, se si distingue almeno in una caratteristica esclusiva argomentabile da quelli concorrenziali.

       Il tema può essere trattato a due livelli:

       - Naturopatia nei confronti della medicina ³sanitaria².

       - Distinzione di naturopati tra loro.

       Naturopatia nei confronti della medicina ³sanitocratica²:

       - Non dovendomi attenere a codici, patti, procedure e amministrazioni della sanitocrazia sono in grado di offrire prestazioni più tagliate sulle esigenze e aspettative del mio cliente.

       - Posso farlo come indipendente a condizioni imbattibili rispetto alla sanitocrazia.

       - Il che fa risultare una relazione prestazione / prezzo attraente per il cliente.

       Essendo così in concorrenza alla sanitocrazia, faccio parecchio per non dovermi alleare (perché mi condizionerebbero grazie al loro potere di mercato), ma mi servo quanto possibile dei loro servizi che non sono in grado di fornire o nei quali sarei più mediocre di loro. In questo senso esiste una buona collaborazione con certi medici e farmacisti della quale approfittano entrambi le parti, perché non ci infiliamo a vicenda nel forte dell¹altro e lasciamo il guadagno a chi fornisce la prestazione.

       Come ³operatore naturopatico² non ci vogliono grandi scervellamenti per l¹esclusività della mia prestazione: sta nella mia persona. Il mio cliente non mi percepisce come esponente di una tecnica, apparecchiatura o prodotto (almeno spero) ma compra la mia prestazione in base ad un suo giudizio circa le mie capacità professionali e umane. È sbagliatissimo credere che si possa trasferire clientela tra metodi e terapisti, in ultimo ³il nostro prodotto² è il terapista stesso e per il mio cliente sono io, Peter Forster.

       Il mio cliente:

       - Deve essere convinto della mia competenza professionale (e poco importano diplomi e attestati). Se mi giudica un ignorante in materia ...

       - Deve rispettarmi nella mia indole come io ho da rispettare la sua visione del mondo e il suo disagio. Se mi prende per scemo, ... o se io voglio modificarlo ...

       - Fa parte del rispetto la dedizione e la concentrazione completa durante la terapia e la disponibilità entro i limiti pattuiti espressis verbis o tacitamente.

       - Deve essere pronto ad instaurare un rapporto terapeutico che è molto intimo e questo dipende soprattutto dalle mie capacità relazionali. Se lui non è disposto a dare del suo o io del mio, mancherà il successo per tutti e due.

       - Deve essere convinto, che il lume vale la candela (cosa difficile da valutare, se non paga di propria tasca la candela). Io anzitutto:

       - Nel primo incontro devo valutare la probabilità di un successo terapeutico e come definirlo.

       Se è scarsa per qualsiasi motivo devo rinunciare al trattamento nell¹interesse del richiedente come nel mio.

       - Devo riuscire nella cura, perché mi serve un cliente soddisfatto. (Questo non significa che curo la gente. Voltaire ha giustamente fatto notare che, ³... è compito del medico divertire bene il paziente durante il periodo che la natura impiega per guarirlo ...²): la reputazione mia dipende dai clienti soddisfatti e dalla reputazione dipende la mia clientela e quindi la mia impresa.

       - Farsi rispettare significa anche non entrare nei soliti giochetti relazionali (p.es. vittimismo e prepotenza, ...).

       - Gira tanto la ³dottrina² che per guarire sia necessaria empatia, amore e così via. Non ho questo genere di problema: io mi sento medico anzitutto, e se Hitler avesse dolori e mi chiedesse di curarlo e ci fosse una probabilità di miglioramento, lo tratterei, ma certo che non mi troverei in simpatia con un megalomane paranoico assassino. Probabilmente avrei compassione per lui, perché il suo ambiente l¹ha glorificato invece di curare la sua malattia mentale e certamente avrei il massimo rispetto del suo povero organismo tanto violentato, ma empatia o amore, che idea oscena!

 

 

       È evidente che questi ragionamenti non sono conformi a una ³mentalità d¹impiegato² né per gli addetti del ³pensiero positivo². Ma se deve funzionare a lungo il mio piccolo ³cronicario²(perché i clienti soddisfatti mi indicano ad altri) è grazie alla mia persona, al mio atteggiamento e alle mie capacità terapeutiche; non mi rimane granché di diverso. E se non mi sento di farlo così, devo cercarmi un posto sicuro come impiegato, forse in un centro sanitario.

 

6.9 Propaganda naturopatica

       Una vera e propria propaganda con i mass-media sul settore sanitario è obsoleta. Le regole e i codici delle relative associazioni professionali la escludono (vedi relative istruzioni nel materiale di documentazione).

      

       Tanto più importante è una presentazione pulita, semplice e sintetizzata su eventuali:

 

                                                                                                      vedi esempio seguente, punto:

       - moduli per lettere, ricevute, ...:                                                                              a), b), c)

       - biglietti da visita e per appuntamenti:                                                                    a), b), c)

       - insegne dello studio                                                                                          a), b), d), e)

       - diplomi fissati alla parete dello studio

       - foglio illustrativo con breve spiegazione delle cure applicate:                a), b), c), d), e)

       - ev. (a richiesta del cliente) breve curriculum terapeutico                        a), b), c), d), e)

 

       Per l¹impostazione di tali incarti può servire il seguente esempio. Personalmente lascerei via d) ed e) se non sul foglio illustrativo e nel curriculum, perché d) serve per l¹acquisizione che non avviene nel mio settore per via di incarti ma per raccomandazione personale ed e) mi puzza tanto di ³giustificazione² che non ho bisogno. Inoltre l¹esempio punto e) lascia mancare le tecniche diagnostiche (il medicamento è giusto, solo la malattia è sbagliata). Lascia del resto il sospetto di un conglomerato di tecniche aleatorie. Meglio non dire niente che creare sospetti (forse completamente infondati) del genere.

 

                                                                                         Esempio:

 

       a)    nome di terapista                                              Salvatore Curato

              ev. titolo, legittimazione approvazione            medico naturalista NVS

              ev. nome dello studio                                       Studio Sanintegro

       b)   ev. attività                                                          terapie corporee, naturopatia

       c)    recapito v.                                                         Budella 13, 6666-Scodinzolo

                                                                                         appuntamenti: 079 211 87 13

 

       d)   ev. specialità                                                     trattamento di:     stress, emicrania, insonnia depressioni,

                                                                                                                     disturbi psicosomatici, mal di schiena

       e)    ev. metodi, tecniche                                         aggiustamento base spinale, Breuss

                                                                                         terapie antidolorifiche

                                                                                         agopuntura

                                                                                         reiki, fiori di Bach

                                                                                         orientamento professionale

 

 

7.0 ³La creazione di un¹azienda nel Cantone Ticino²

       Questo è il titolo di un prontuario per operatori economici del dott. rer. pol. Adriano Cavadini, Consigliere nazionale e già direttore della Camera di Commercio dell¹industria e dell¹artigianato del Cantone Ticino, reperibile alla Camera di Commercio, corso Elvezia 16, 6901 Lugano.

       Consiglio vivamente a coloro che intendono iniziare un¹impresa del genere (e a quelli che l¹hanno già fatto) di studiare attentamente questo libro anche se è del 1990. Nel seguente capitolo mi riferisco soprattutto a questo testo.

       La popolazione residente in Ticino conta ca. 300¹000 anime delle quali ca. la metà lavorativamente attiva, e di queste ca. il 60% nei servizi (gli altri in industria, edilizia e agricoltura). Il reddito sociale cantonale è di ca. 8 miliardi di franchi con un reddito pro capite, in media di ca. 30¹000 fr. annui.

       Dati esaurienti, precisi e aggiornati sono rilevabili degli annuari statistici federali e cantonali (Ufficio cantonale di statistica).

       Vengono trattati i seguenti temi:

       7.1 Ditta individuale (società di una sola persona fisica)

       7.2 Norme per le professioni sanitarie

       7.3 Assicurazioni aziendali

       7.4 Redditi di indipendenti

       7.5 Progettazione di uno studio naturopatico

 

7.1 Ditta individuale (società di una sola persona fisica)

       Ogni persona con residenza nel cantone, cittadino svizzero o con permesso di lavoro può crearsi una ditta individuale senza ulteriori formalità. Quando la cifra d¹affari supera i 100'000 fr. annui, è obbligatoria l¹inserzione nel registro di commercio e di conseguenza una contabilità industriale. Di seguito le spiegazioni del dott. Cavadini:

 

       1. La scelta del tipo di società e della sede

       Una persona che desideri iniziare un¹attività indipendente nei settori industriale, commerciale o dei servizi, deve pure decidere quale forma giuridica dare alla sua iniziativa, tenendo naturalmente conto delle leggi o regolamenti esistenti in Svizzera e delle norme che disciplinano a livello federale o cantonale l¹esercizio di una determinata professione. Per la scelta della forma giuridica esistono diverse possibilità secondo che il nuovo imprenditore intenda agire direttamente quale persona fisica o in comunione con altre persone oppure indirettamente attraverso una per persona giuridica. Nelle spiegazioni seguenti faremo perciò una distinzione fra questi tre tipi di società.

 

       2. Il caso di una sola persona fisica (ditta individuale)

       Una persona fisica può esercitare un¹attività commerciale in qualità di unico titolare dell¹azienda. Egli crea così una ditta individuale, gestita con il suo nome e sotto l¹intera sua responsabilità. Per la fondazione non sono richieste formalità particolari; basta che l¹azienda venga aperta dal suo proprietario. Può però fondare unicamente una ditta individuale ed esercitarvi un¹attività lucrativa indipendente di regola solo una persona di nazionalità svizzera o uno straniero in possesso di un permesso di domicilio. Ritorneremo, al paragrafo II, 2. sulle condizioni richieste a una persona di nazionalità straniera per iniziare un¹attività indipendente. Per uno straniero in possesso di un permesso di dimora, di un permesso di lavoro come stagionale o frontaliere è pertanto esclusa la possibilità di lavorare in nome proprio.

       Con il nuovo diritto matrimoniale, entrato in vigore il 1. gennaio 1988, possono esercitare una professione o condurre un¹impresa di loro scelta.

 

 

       Ciascun coniuge deve tuttavia usare riguardo nei confronti dell¹altro e tenere conto del bene dell¹unione coniugale. Salvo speciali disposizioni legali (fideiussioni, contratti di vendita a rate e contratti di vendita a rate anticipate) ciascun coniuge può concludere liberamente negozi giuridici con l¹altro coniuge e con terzi.

Parecchie novità sono state introdotte nel sistema dei regimi dei beni fra coniugi e nel diritto successorio.

       In quest¹ultimo caso, la posizione del coniuge superstite è stata notevolmente rafforzata rispetto al passato. È opportuno quindi verificare questi aspetti, soprattutto quando nella famiglia esistono delle aziende. Infatti, il Codice civile dà determinate possibilità di attribuire a un coniuge i beni, rispettivamente i relativi redditi, destinati all¹esercizio di una professione o di un¹impresa. Ciò per evitare, ad esempio che l¹incremento di valore di questi beni aziendali aumenti automaticamente anche la quota parte dell¹altro coniuge, che magari del I¹azienda non si interessa in nessun modo.

       Sono aspetti estremamente importanti e delicati che giustificano un esame preliminare per porsi al riparo da spiacevoli situazioni in caso di separazione, divorzio o successione. Essi potrebbero persino mettere in gravi difficoltà la situazione finanziaria dell¹azienda qualora il coniuge che la gestisce si vedesse costretto a pagare all¹altro coniuge una parte dell¹incremento di valore dell¹azienda medesima, di regola investito e immobilizzato nei beni aziendali.

       Un giovane può mettersi in proprio quando ha l¹esercizio dei diritti civili, ossia è capace di discernimento, e se ha compiuto 20 anni. Da notare che il matrimonio rende maggiorenni. In taluni casi può essere ottenuta dall¹autorità di vigilanza sulle tutele l¹emancipazione, a condizione che l¹interessato abbia compiuto 18 anni e che inoltre egli, i suoi genitori e, se del caso, il tutore siano d¹accordo.

 

       Colui che esercita un¹attività individuale deve adoperare il suo cognome, con o senza nome. La donna sposata deve aggiungere al cognome la menzione ³signora² o almeno un nome per esteso (art. 945

       Codice delle obbligazioni). È preferibile aggiungere il tipo di attività.

       Alcuni esempi di ragione sociale:

       - Rossi, Impresa di pittura, Via delle Scuole, Lugano;

       - Bernardo Rossi, Impresa di pittura, Via delle Scuole, Lugano;

       - Signora Rossi, Articoli per bambini, Lungolago 58, Lugano;

       - Giovanna Rossi, Articoli per bambini, Lungolago 58, Lugano.

       Per una ditta individuale l¹iscrizione al Registro di commercio è facoltativa. Essa diventa però obbligatoria quando l¹introito annuo lordo supera i 100¹000.- franchi. Sulle particolarità e conseguenze dell¹iscrizione al Registro di commercio rinviamo il lettore al punto III.

 

7.2 Norme per le professioni sanitarie

       Vengono trattati i seguenti argomenti:

              7.2.1   Commercio di medicinali

              7.2.2   Altre attività legate alle professioni sanitarie

 

7.2.1   Commercio  di medicinali

           Il testo sottostante spiega le ordinazioni secondo il dott. Cavadini. Visto che la vendita di rimedi può essere una parte integrante del lavoro naturopatico (secondo la scelta dell¹imprenditore) è da notare:

           - La nuova legge sanitaria ticinese prevede la liberazione di certi medicamenti e rimedi per la vendita anche da parte di naturopati. Le disposizioni previste in dettaglio non mi sono ancora note.

           - Sarà difficile da proibire la vendita di camomilla e salvia per le tisane.

           - Sarà ancora più difficile di proibire la vendita di ³aggiunte alimentari².

           - È in corso una liberalizzazione del commercio di rimedi anche a livello federale.

 

           i) Il commercio di medicinali

           Con il commercio di medicinali si intendono la preparazione, la manipolazione, il tenere in deposito, l¹importazione, l¹esportazione, la confezione, la consegna e la vendita di medicamenti in dose e in forma di medicamento nonché delle specialità farmaceutiche e la pubblicità. La vendita e il commercio di medicamenti e delle specialità farmaceutiche sono riservate ai soli farmacisti nelle loro rispettive farmacie, salvo alcune eccezioni previste all¹art. 76 della legge sanitaria1).

           Il commercio di medicinali all¹ingrosso soggiace pure alla vigilanza del Dipartimento delle opere sociali e richiede una speciale autorizzazione (art. 86 e 87 della legge sanitaria)1).

 

           1) Cfr. Raccolta delle leggi vigenti del Cantone Ticino, volume 5, 185.

 

 

7.2.2   Altre attività legate alle professioni sanitarie

           La nuova legge sanitaria Ticinese prevede per la nostra categoria:

           - Di mantenere l¹attuale stato di ³guaritore².

           - Di aggiungere la professione di ³naturopata² con un esame cantonale e relativi obblighi e diritti di esercizio.

           È da aspettarsi che chi intende collaborare con le casse malati tenterà di farsi ³naturopata² (senza obbligo di retribuzione da parte delle casse malati), con la speranza di aumentare la sua clientela. Chi non intende a collaborare con loro, preferirà rimanere ³de iure guaritore² senza gli obblighi legali e amministrativi dei naturopati.

           Il testo del dott. Cavadini (1990):

 

           25. Altre attività legate alle professioni sanitarie

           (Levatrici, infermieri, logopedisti, rieducatori della psicomotricità, dietisti, odontotecnici, pedicure, estetisti).

           Tutte queste professioni sono considerate dalla legge sanitaria e possono perciò essere esercitate solo se la persona ha ottenuto l¹autorizzazione del Dipartimento cantonale competente, che viene rilasciata unicamente a chi è in possesso di determinati requisiti.

           Le norme sono contenute segnatamente dagli art. 53 a 61. Vi è poi anche una disposizione che si riferisce ai ³guaritori² (art. 63).

           Ricordiamo che vi sono un regolamento per l¹esercizio delle pedicure3), della professione d¹igienista dentaria4).

           Nel Cantone Ticino esistono alcune scuole per imparare diverse professioni sanitarie. Il lettore interessato troverà tutta questa documentazione nel volume 5 della Raccolta delle leggi vigenti del Cantone Ticino.

 

                     3) Cfr. Raccolta delle leggi vigenti del Cantone Ticino, volume 5, 206.

                     4) Cfr. Raccolta delle leggi vigenti del Cantone Ticino, volume 5, 206,a.

 

7.3 Assicurazioni aziendali

       Vengono trattati i seguenti argomenti:

              7.3.1   Assicurazioni delle persone nell¹azienda

              7.3.2   Assicurazioni patrimoniali e delle cose dell¹azienda

 

7.3.1   Assicurazioni delle persone nell¹azienda

Nel seguente riassunto il dott. Cavadini elenca la protezione contro rischi personali

per l¹indipendente e per i dipendenti (assicurazioni obbligatorie e facoltative). Una

bella parte di questi oneri in caso di dipendenti è pagata dal datore di lavoro. Nel caso

dell¹indipendente, paga, di propria tasca, tutto quest¹ultimo e questo è da prevedere

nei costi d¹esercizio.

 

 

 

7.3.2   Assicurazioni patrimoniali e delle cose dell¹azienda

           Fa parte di ragionamenti e decisioni imprenditoriali di stabilire l¹assicurazione o meno di rischi e coperture del patrimonio, del capo-azienda e delle cose dell¹azienda. Il dott. Cavadini li elenca come segue:

          

           Per la valutazione serve ragionare sul rischio, sulla copertura dei costi assicurativi e sulla possibilità propria di rispondere al rischio (cosa capita, se ...). I relativi costi fanno evidentemente parte dei costi di esercizio.

 

7.4 Redditi di indipendenti

       Il laico e principiante in materia fa spesso l¹errore di paragonare il reddito lordo di un indipendente con quello di un dipendente. È un errore fatale che porta al fallimento di innumerevoli imprese artigianali create da ex-dipendenti e rilasciano drammi personali e familiari di solito con mucchi di debiti mai più compensabili.

 

       Per fare un esempio: un lordo indipendente di coniugato di 75¹000 fr. annui (corrispondente a virtualmente 75¹000 / 12 = 6¹300.- fr. mensili) comporta:

       - ca. 7¹300.- fr di AVS, AI, IPG (non pagati da un datore di lavoro)

       - ca. 21¹000.- fr. di altre previdenze non pagate da un datore di lavoro)

       cioè corrisponde a un lordo di un dipendente di ca. 46¹700.- fr. diviso 13 (perché riceve di solito una tredicesima) virtualmente a ca. 3¹600.- di salario mensile di un dipendente.

 

 

       Facendo la relazione risulta paragonabile come disponibilità di acquisto il lordo di 3¹600.- fr. ³dipendenti² con uno di 6¹300.- fr. ³indipendenti². Vuol dire che:

       - un lordo da indipendente bisogna diminuirlo di ca. il 43% per paragonarlo con un lordo da dipendente,

       - o, al contrario, al lordo di un dipendente bisogna aggiungere ca. il 75% per arrivare all¹equivalente di un indipendente (i calcoli percentuali ingannano).

 

       In allegato la tabella del dott. Cavadini con dati più completi (da notare, per il paragone, che le imposte devono essere pagate da dipendenti e indipendenti):

 

 

 

 

 

7.5 Progettazione di uno studio naturopatico

       La progettazione è un¹anticipazione mentale sistematica e ordinata di un¹idea ritenuta realizzabile e formulata come concetto. Fornisce i dati che permettono:

       - Di valutare la fattibilità e la convenienza.

       - Gli elementi base per un¹eventuale realizzazione.

 

       Si tratta proprio di anticipazione mentale di tutti gli elementi importanti necessari per il funzionamento di un presunto studio naturopatico che richiede anzitutto la combinazione di fantasia e creativa con la capacità di consuntivamente quantificare tutti gli indicatori del sistema. I ragionamenti dei precedenti capitoli possono servire a questo lavoro, ma in ultimo ogni futuro naturopata ha da farsi questo lungo e faticoso lavoro a tavolino da solo.

 

       È venuta a mancare questa capacità imprenditoriale nella nostra società di impiegati. Ogni contadino mediovale analfabeta, per necessità esistenziali, lo faceva meglio di noi. È ora di ripristinare questa dote.

 

       Per non dover fare un corso accelerato di ³systems engineering² e di contabilità aziendale propongo la seguente procedura:

       - Analisi della domanda e dell¹offerta sul mercato regionale naturopatico allo scopo di scoprire delle ³nicchie di mercato² che sono esigenze di un gruppo di popolazione, qualitativamente e/o quantitativamente insoddisfatte (e probabilmente ben pagate).

       - Ricordo che si tratta di esigenze di clienti (p.es. far passare dolori cervicali e mal di testa tensionale a persone attive lavorando al computer) e non di offerte di tecniche (come p.es. ³offro shiatzu, medicina cinese e kinesiologia²).

       - Il principiante imprenditore fa spesso l¹errore di voler offrire un sacco di cose che secondo il suo parere interessano a tutti con la speranza di aver accesso ad un gran numero di persone. È sbagliato perché ³diluisce² le forze.

 

       Vengono trattati i seguenti argomenti:

              7.5.1   Rappresentazione di idee

              7.5.2   Analisi di idee (per realizzazione e esercizio)

              7.5.3   Valutazione di idee

              7.5.4   Ragionamenti economici

              7.5.5   Esempio Budget di ³fondazione²

              7.5.6   Esempio ragionamenti economici di ³fondazione²

 

 

7.5.1   Rappresentazione di idee

           Un¹idea nasce come un soffio e sparisce come tale, se non va formulata in modo di essere comunicata e analizzata. Sin dai tempi dei retori greci e romani si è conservato il seguente metodo (e sequenza di rappresentazioni):

           - Tema, situazione attuale.

           - Problemi esistenti, compiti da risolvere.

           - Traguardi, scopi da raggiungere

           - Condizioni, limiti da rispettare.

           - Idea da valutare.

 

           Per la fase creativa (di sviluppo) di idee si è dimostrato utile non trattarla come sequenza ma come sistema che rende visibile le interferenze dei criteri:

 

7.5.2   Analisi di idee (per realizzazione e esercizio)

           Chiariti una volta i criteri dell¹idea, se questa è ritenuta ³non tanto balorda², si prosegue alla sua analisi che consiste essenzialmente nei seguenti ragionamenti:

 

           Volendo concretizzare l¹idea:

 

Text Box: da cosa dipende?
cosa necessita?
su cosa incide?

 

                                       la realizzazione       l¹esercizio

 

 

 

 

 

 

       Anche la fase creativa (di sviluppo) è utile trattarla non in modo sequenziale, ma come sistema, per rendere visibile le interdipendenze. In questa fase si tratta di ragionare qualitativamente su influssi, condizioni e effetti di un sistema ancora ipotetico. Non vengono ancora fatte delle valutazioni quantitative, questo è riservato al prossimo passo.

 

 

7.5.3   Valutazione di idee

           Chiarite una volta qualitativamente le condizioni di realizzazione e di esercizio, e ritenuta l¹idea ancora valida, si prosegue alla valutazione quantitativa. In un primo tempo si fanno delle stime molto grossolane per non perdere tempo con dettagli di una ipotesi che forse si dimostrerà irrealizzabile e/o impraticabile.

 

 

           Il seguente modulo permette di raggruppare delle stime di impegni, costi e investimenti per la realizzazione e l¹esercizio di un progetto tipo ³creazione di un¹attività indipendente². Un¹idea non è quantitativamente valutabile, se non si riesce a stimare almeno approssimativamente i costi di investimento e di esercizio. Per le relative stime conviene trattare voce per voce separatamente e più in dettaglio (ma sempre a livello di stime grossolane) su un foglio e riportare il risultato nella scheda. A conclusione dell¹opera si dispone di una visione economica dell¹idea abbastanza affidabile, pronta per fare dei ragionamenti conclusivi come descritto in seguito.

 

           È buon uso imprenditoriale partire con gli investimenti ³duri² (da pagare) inizialmente in modo molto cauto e limitarsi all¹indispensabile, mentre sul proprio lavoro di realizzazione, non si risparmia e lo si fornisce nel tempo libero ³a rischio².

 

           Per le stime dell¹esercizio si calcolano le proprie ore ³a minimo fabbisogno esistenziale² (se rende, torna comunque come avanzo imprenditoriale, altrimenti è comunque perso).

 

           Si usa anche contrassegnare tutti i costi fissi (quelli che non dipendono della mole di lavoro come p.es. l¹affitto), con un asterisco a destra della voce nella colonna ³Esercizio², e si tenta di tenerli inizialmente minimi per diminuire il rischio.

 

 

7.5.4   Ragionamenti economici

           Per semplificare inizialmente le cose mi sono concentrato sul fattore lavoro/ore. Per chi intende anche fare commercio di prodotti, avrà da introdurre sotto la voce ³Investimenti: materiali e trasporto² la cifra che corrisponde allo stock di prodotti che intende tenere, e sotto la voce ³Esercizio: materiali e trasporti² il prezzo franco che ha pagato lui per la fornitura della merce che intende vendere per anno. Nei seguenti ragionamenti deve aggiungere alle relative voci di ³ricavi² (orari) quelli netti previsti per la merce intesa da vendere. Un altro metodo è di farsi delle schede separate per ³il commercio² che rendono più trasparenti e distinte la redditività di lavoro e quella di commercio. Le voci della seguente scheda sono discusse nei sottocapitoli e poi illustrate con un esempio.

 

           Vengono trattati i seguenti argomenti:

                         7.5.4.1   Ore incassabili, costi e tariffe orarie

                         7.5.4.2   Copertura dei costi

                         7.5.4.3   Ritorno sull¹investimento

                         7.5.4.4   Retribuzione imprenditoriale

                         7.5.4.5   Paragoni con salari di dipendenti

 

7.5.4.1   Ore incassabili, costi e tariffe orarie

       Inizialmente è difficile prevedere la mole di lavoro ³fatturabile² o meglio incassabile in un anno. Si tratta a livello d¹incasso, non delle ore realmente prestate, quindi normalmente solo di una buona parte di ore ³operative². È buon uso imprenditoriale di calcolare solo l¹80% delle stimate ore operative come incassabili, se sono di più, aumentano l¹avanzo imprenditoriale, se sono di meno, l¹impresa va presto in malora.

 

       Il costo orario si calcola dividendo il costo d¹esercizio per le ore incassabili in un anno. Si chiede anche, subito a questo livello, la ripartizione di costi fissi (somma di quelli contrassegnati con asterisco) e costi variabili sul costo d¹esercizio. Costi fissi oltre al 30% dei costi d¹esercizio sono da ritenere imprenditorialmente azzardati, perché sono rischiosissimi in caso che si abbassi la mole di lavoro. Si tenta di tenerli intorno ai 20%.

 

       La tariffa oraria evidentemente deve essere più alta del costo orario (già introdotto a minimo di esistenza) se no si fallisce in fretta. D¹altronde è la clientela a determinare le tariffe: se, a loro avviso, la prestazione non vale il prezzo o se la stessa prestazione possono averla a minor prezzo, non saranno più i tuoi clienti e la tua mole di lavoro si abbassa e aumentano i costi orari.

 

       Tra prezzo e costo (nel nostro caso tariffa oraria e costo orario di esercizio) esiste un classico circuito di regolazione (tramite clientela e mole di lavoro) che influisce sul vantaggio imprenditoriale. Il sistema è naturalmente aperto in quanto sia le condizioni di mercato sia le condizioni (e misure) imprenditoriali influiscono notevolmente.

 

       Se la mole di lavoro supera le capacità lavorative, si può aumentare il prezzo, mentre se diminuisce, l¹impegno lavorativo li dovrebbe abbassare (e prendere altre misure per diminuire proporzionalmente i costi o si intraprende un¹attività più redditizia) fino al punto in cui i prezzi non coprono più i costi e si chiude l¹impresa per liquidazione o fallimento.

 

 

 

       Tenendo conto di tutti questi fattori si decide per una tariffa oraria che presumibilmente:

       - è accettata dalla clientela,

       - garantisce una mole di lavoro sufficiente per coprire i costi d¹esercizio,

       - promette un vantaggio imprenditoriale per ammortizzare gli investimenti iniziali, permettere nuovi investimenti e un avanzo imprenditoriale.

 

 

 

7.5.4.2   Copertura dei costi

              Vale la pena di farsi anche un¹idea circa la copertura dei costi. Già precedentemente abbiamo notato che tenere bassi i costi fissi diminuisce il rischio imprenditoriale. Una volta stabilita una tariffa oraria, si fa il calcolo alla rovescia chiedendosi:

              - Con quante ore incassabili sono coperti i costi fissi (costi fissi diviso tariffa).

              - Con quante ore sono coperti anche i costi variabili e di esercizio completo.

              Per il controllo dell¹esercizio è altamente istruttivo rendersi conto di quando si ha lavorato per l¹affitto, il telefono e il riscaldamento, quando si ha raggiunto il minimo esistenziale e a partire da quando si lavora per il proprio vantaggio imprenditoriale.

 

7.5.4.3   Ritorno sull¹investimento

              Presumendo che i ricavi aziendali superino i costi d¹esercizio, la loro differenza è il vantaggio imprenditoriale (ricavi - costi d¹esercizio).

I

              l ritorno sull¹investimento (ROI => return on investment) è il lasso di tempo entro il quale il vantaggio imprenditoriale copre l¹investimento, calcolato come: investimento diviso vantaggio imprenditoriale. I manager industriali per investimenti di produzione ritengono ottimi dei ROI tra 2 ... 3 anni (che corrisponde a un ammortamento di 30 ... 50% annuo. Certi beni di capitale si consumano (come i computer) e devono essere sostituiti o curati con costi rilevanti, mentre altri (come i terreni) tendono ad aumentare di valore.

 

              Per il nostro scopo mi sembra importante rilevare che almeno il capitale investito inizialmente in contanti sia ricavabile. Prima di fare nuovi investimenti o di tirare fuori soldi come avanzo, è buon uso imprenditoriale ammortizzare gli investimenti iniziali.

 

 

7.5.4.4   Retribuzione imprenditoriale

              Nei primi anni normalmente la preoccupazione è di ammortizzare il capitale investito (meglio se è capitale proprio) e la retribuzione imprenditoriale corrisponde al costo di lavoro orario operativo ³minimo esistenziale² che è stato fissato in precedenza, moltiplicato per le ore effettive di incasso. Per questo periodo è meglio avere un po¹ di riserve private per poter affrontare eventuali imprevisti. Specialmente all¹inizio è spesso sbagliata la stima del minimo esistenziale in quanto gli oneri come imprenditore sono massicciamente superiori di quelli di un dipendente, come visto precedentemente.

 

7.5.4.5   Paragoni con salari di dipendenti

              Il paragone a livello di mensile si aggira intorno alla mensilità imprenditoriale diminuita di 20 ... 40%. Per una cifra d¹affari intorno ai 75¹000.- fr. si moltiplica il mensile imprenditoriale per 0.62 per arrivare ad un mensile paragonabile a quello di un dipendente. Questo perché non c¹è più un datore di lavoro che versa dei contributi rilevanti per assicurazioni sociali, malattie/infortuni, cassa pensione e paga vacanze, giorni feriali e spesso una tredicesima.

 

              A livello di paragone di salario orario, peggiora ancora il confronto, in quanto l¹indipendente lavora normalmente più ore per il suo mensile che il dipendente, d¹altronde ha la possibilità di farlo e nessuno gli rompe le scatole.

 

7.5.5   Esempio di un Budget di ³fondazione²

           Come esempio, ho scelto un budget per la creazione di uno studio terapeutico di una persona che ha già una certa clientela perché prevalentemente lavorava parecchio nel suo tempo libero come terapista e si è fatta una buona reputazione con tante richieste per lavoro sul corpo contro disturbi dell¹apparato motorio. Si trova nella situazione che deve dedicare pochissimo tempo alla famiglia e lavora ca. 80 ore al mese per una tariffa di 40.- fr. all¹ora, e questo le ha permesso di mettere da parte ca. 30¹000.-fr negli ultimi anni. Ha ca. 80 clienti che tratta ogni mese per ca. 1 ora. Non è più tanto soddisfatto del lavoro che esegue attualmente: gli pesa anche di lavorare 40 ore per settimana in industria, e altre 20 a casa nel tempo libero. Sua moglie lo sostiene nell¹iniziativa di farsi indipendente. D¹altronde si rende conto che si tratta di un passo rischioso, assentarsi dalla sua attuale professione alla sua età porta seri rischi di non poter più trovare lavoro se la faccenda va storta e come indipendente non può più godere le prestazioni della cassa disoccupazione. Malgrado questo, ha ragionato bene la situazione e arriva alle seguenti conclusioni:

           - Vista la richiesta, vuol aumentare il trattamento del singolo cliente da mediamente 1 ora al mese a mediamente 1.5 ore al mese.

           - Questo significa per mese, con la clientela esistente, 120 ore operative.

           - Intende arrivare a 2000 ore operative all¹anno che farebbe ca. 170 ore mensili.

           - Per questo avrebbe bisogno nuovi clienti (170/120 = 1.24 * 80 =114 -80 = 34): 34 nuovi.

           - Pensa di poterseli fare con la propaganda orale di clienti esistenti soddisfatti ed amici.

           - In più, dopo sondaggi dai suoi clienti abituali, pensa di poter aumentare la tariffa a 45.- fr. orari.

           Basandosi su queste stime, le esperienze già fatte e un po¹ di informazioni su affitti, arredamenti e attrezzature per uno studio, stila il seguente budget.

 

 

7.5.6   Esempio di ragionamenti economi di ³fondazione²

           Facendo i ragionamenti economici nota che il suo buon salario da impiegato raggiunge il doppio di quello imprenditoriale ³paragonato². Migliorerà la situazione dopo l¹ammortamento dell¹investimento ma dovrebbe praticamente raddoppiare la tariffa oraria a 90.- fr. per trovarsi pari al mensile paragonato. Non pensa che la sua attuale clientela sia disposta a pagarlo queste tariffe di propria tasca (lui non lavora con le casse malati).

 

           È un grattacapo per diversi mesi finché insieme alla moglie decidono di:

           - Ridurre le loro esigenze materiali.

           - Lavorare per qualcosa di più soddisfacente.

           - Accettare la sfida di una minore sicurezza materiale.

           - Sperando di sentirsi meno stressati e più sciolti anche nella loro relazione.

           Notano però subito l¹imbuto: la realizzazione del progetto costerebbe ca. 350 ore.

           Essendo già sopraffatto dagli 80 clienti, che non conviene perdere, non gli rimane il tempo di farlo, chiede alla sua brava moglie di partecipare con le sue forze e prevedono di dedicare le prossime grandi vacanze al ³progetto².

 

           Così l¹hanno fatto e il mio amico è diventato terapista/naturopata, lavora tantissimo ed è meno stressato che mai nella sua vita, e sua moglie lo sostiene con entusiasmo.

 

 

 

 

8.0 Esercizio di uno studio naturopatico

       Il seguente esempio d¹esercizio è proprio il mio di due anni fa, non per esibizionismo ma mi difendo meglio sul discorso delle mie proprie cose.

       Le cifre corrispondono abbastanza con la mia realtà, anche se l¹ispettore del fisco non mi crede e mi tassa maggiormente.

 

       Vengono trattati i seguenti temi:

       8.1 Esempio budget di esercizio

       8.2 Esempio di ragionamenti economici sull¹esercizio

 

 

8.1 Esempio Budget d¹esercizio

       Il seguente esempio dimostra un budget (previsione) per l¹anno 1998. Le attività sono:

       - Lavoro operativo nel proprio studio di Locarno, a Biasca 5 giorni al mese presso Stelio e a Lugaggia in collaborazione con Bianca 9 giorni al mese. A Lugano tengo due sere al mese un corso di naturopatia. Per il lavoro all¹esterno devo calcolare le spese della macchina.

       - Il lavoro operativo è dedicato maggiormente al lavoro sul corpo, poi consultazioni come medico naturalista e consulente per rimedi naturopatici. Come lavoro ³dispositivo² tengo in considerazione i viaggi in macchina. Amministrazione e gestione ho pochissimo; visto che non collaboro con le casse malati rimangono i lavori per le imposte e rare ricevute per clienti che lo desiderano nonché il budget e scarsi controlli economici dell¹operato.

       L¹agenda me la tengono mia moglie, Rosmarie, Stelio e Bianca.

       - Ho tante ore operative in un anno, visto che le liste d¹attesa dei clienti sono di parecchi mesi.

       - Le ore di preparazione e per tenere le relazioni naturopatiche sono incluse (non la stesura delle dispense che faccio di domenica come passatempo).

       - Come compensa imprenditoriale introduco il mio minimo esistenziale per le ore operative (le ore dispositive e gestionali non ne le conto imprenditorialmente), non avendo particolari obblighi e una brava moglie che guadagna anche qualcosina.

       - Non ho particolari assicurazioni e il poco che c¹è è incluso nel privato.

       - Visto che lavoro da parecchi anni nel mio proprio studio e il mio lavoro non comporta rilevanti investimenti, quest¹ultimi sono modici (quest¹anno con ca. 2000.- fr.)

 

8.2 Esempio di ragionamenti economici sull¹esercizio

       - Prevedo per quest¹anno 2¹540 ore ³incassabili² lavorando però un totale di quasi 3¹000 ore.

       - Risulta così un costo orario di 33.- fr. e una cifra d¹affari di 84¹000 fr. I costi fissi sono accettabili con ca. 14¹000.- fr. (17% corrispondente a 400 ore annue per coprirli).

       - Non volendo lavorare né con le casse malati né con i ricchi annoiati nevrotici (che oltre a condizionarmi mi caricano anche di lavori amministrativi che detesto) stabilisco una tariffa oraria modica di 35.- fr. in media, un po¹ diversa nei diversi posti di lavoro. Questo permette anche ai miei clienti non benestanti, di farsi curare (certi dicono che il mio trattamento costa loro meno della franchigia della cassa malati per il dottore e i suoi medicamenti).

       - Questo mi da un ³vantaggio imprenditoriale² di ca. 4¹600.- fr., con il quale riesco ad ammortizzare gli investimenti di ca. 2¹000.- fr. e mi rimangono come avanzo imprenditoriale ca. 2¹600.- fr.

       - Come ³lordo indipendente² prevedo quindi ca. 53¹000.- fr. corrispondente a un mensile di ca. 4¹500.- fr. - Paragonato con un ³lordo dipendente² corrisponde però a soli ca. 36¹000.- fr. annui o 2¹800.- fr. mensili, visto che ferie, vacanze, assicurazioni sociali, rischi di malattia e infortuni e altre previdenze sono tutti esclusivamente a mio carico.

       - Se calcolo anche le ore che devo lavorare per questi soldi (212 al mese), arrivo a un orario paragonato di 13.- fr. (forse perché sono nato il giorno tredici).

 

      

 

³E per questa miseria lavori tanto?² mi chiederete. Sì, e non desidero altro, perché a parte la mia tendenza a ideali francescani:

       - Mezzo milione di abitanti Svizzeri sono costretti a lavorare per meno di 3¹000 fr. mensili e mi sento in buona compagnia con quasi il 20% della popolazione attiva, a differenza di loro, io non sono costretto a farlo ma me lo sono scelto e non cambierei.

       - La soddisfazione, il benessere e la voglia, il successo, l¹autonomia e l¹equilibrio interno che mi da il mio mestiere e le relazioni umane con i miei clienti, sono molto più forti delle mie esigenze per una vaga sicurezza economica; non ho proprio meglio da fare che lavorare.

 

 


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