Un'attimo; → Le conduco sulla pagina GoogleDrive.
Non dovesse funzionare clicca → qui ←



Tecniche lavorative naturopatiche

Medicina popolare

per autodidatti

 

 

luglio 25, 2005


 

Indice della pagina

 

1.0 Anamnesi

 

2.0 Visita corporea

2.1 Tecniche

2.2 Procedure

 

3.0 Prelevare sangue

3.1 Prelevare sangue capillare

3.2 Prelevare del sangue venoso

 

4.0 Tecniche di iniezione

4.1 Iniezione intravenosa (i.v.)

4.2 Iniezione intramuscolare (i.m.)

4.3 Iniezione sottocutanea (s.c.)

4.4 Iniezione intracutanea (i.c.)

MN 3.2

Tecniche lavorative

 

 

© Peter Forster

   Bianca Buser

 

 

MmP 3.3


Le tecniche lavorative del naturopata e del medico naturalista si imparano durante il ³tirocinio², perché sono dei lavori artigianali.

Le basi nozionistiche e teoriche s¹imparano preliminarmente. Di seguito alcune di loro sono presentate a livello nozionistico come è necessario per certi esami. Ci sono diverse istituzioni che offrono parzialmente corsi del genere, in parte i samaritani, in parte le scuole di naturopatia come la NVS (Associazione medici naturalisti Svizzeri).

Oltre alle tecniche lavorative menzionate in questo testo ci sono innumerevoli tecniche lavorative specializzate, in parte elencate nel fascicolo separato ³Metodi terapeutici alternativi². Poche tra quelle più divulgate sono presentate in questo corso teorico ³Materia medica per naturopati² a titolo nozionistico.

Per quasi tutte esistono delle scuole specializzate che offrono l¹adeguata formazione.

 


1.0 Anamnesi

Essendo l¹anamnesi e la rispettiva documentazione una parte importante del lavoro naturopatico, a questo tema è dedicata una lezione a parte: ³MN 3.3 Anamnesi e documentazione².

 

2.0 Visita corporea

Secondo la specializzazione del naturopata la visita corporea può essere più o meno rilevante. Le medicine orientali si servono di tecniche di visita completamente diverse (come diagnosi del polso e della lingua, tramite i meridiani e gli agopunti, Š), perché dispongono di basi mediche diverse da quella dell¹anatomia e della fisiologia occidentali.

La visita corporea richiede tanto esercizio ed esperienza oltre a notevoli conoscenze anatomiche e fisiologiche. Per i medici di una volta era una ³conditio sine qua non² del loro lavoro e non pochi giovani medici di condotta si ricordano delle doti artigianali di un tempo e le riutilizzano.

Clinicamente, la visita viene sempre di più sostituita da tecniche apparative e di laboratorio. È un peccato, perché la visita corporea e l¹analisi non si sostituiscono a vicenda ma si potrebbero completare.

Anche in naturopatia si constata una tendenza in aumento delle ³diagnosi apparative² tramite dei test che prevalentemente si basano su delle tecniche risonative. Specialmente i principianti si illudono che tali investimenti sostituiscano le loro mancanti conoscenze in anatomia, fisiologia e patologia e che possano fornire delle diagnosi ³sicure². È una grande illusione: la diagnosi medica era, è e sarà un atto criminalistico:

- Si vede solo ciò che si conosce (meno si conosce, meno si vede, selettività di percezione).

- Si nota cosa trova posto in un contesto sospetto (selettività di cognizione).

- Si trova solo ciò che si cerca (limitazione e generalizzazione).

- Il giudizio rovina la conoscenza (inibizione della riflessione).

- Induzione, deduzione ed esclusione per logica, evidenza e ragionamento sono gli strumenti intellettuali principali.

Mi spieghi qualcuno come una qualsiasi apparecchiatura possa sostituire questo lavoro!

Per chi intende imparare seriamente questo artigianato lo deve imparare bene. Ci sono delle scuole serie naturopatiche che offrono dei corsi pratici per chi dispone degli strumenti teorici necessari.

Nei relativi capitoli di questo corso sulle patologie si accennano e in parte anche illustrano i principali metodi di visita. Per poterli praticare, bisogna formarsi bene. Riassumo brevemente i metodi di visita.

Vengono trattati i seguenti temi:

2.1 Tecniche

2.2 Procedure

 

 

2.1 Tecniche

Oltre alle classiche tecniche di visita corporea in naturopatia si usano spesso anche dei metodi ausiliari e complementari come:

- Punti d¹allarme secondo la medicina tradizionale cinese.

- Trigger points.

- Ispezione secondo zone di Head e dermatomeri.

- Fisiognomia.

- Diagnostica dell¹iride.

- Diagnostica a risonanza elettromagnetica cutanea (WEGA, Š).

- Š

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              2.1.1   Ispezione

              2.1.2   Palpazione

              2.1.3   Percussione

              2.1.4   Auscultazione

              2.1.5   Prove funzionali

 

2.1.1   Ispezione

L¹ispezione fornisce una prima impressione del cliente rispetto alla costituzione, alla postura, ai gesti, alla mimica. Chi si occupa di diagnostica visuale (segni esterni di disturbi interni), rileva già in questo stadio dei sospetti in merito che poi può approfondire, p.es. marcate falde naso-labiali in caso di disturbi gastrici, ³spider naevi² per cirrosi epatica, ³guance mitrali² per disturbi alla valvola mitrale, Š

In certi rami medici come per esempio in dermatologia o medicina cardiovascolare, l¹ispezione ha una grande importanza perché elementi patologici come irregolarità dermiche, vene varicose, edemi, Š sono direttamente visibili.

 

2.1.2   Palpazione

La palpazione è la visita tramite il tatto con le dita e le mani. Le mani del ³palpatore² devono essere calde. Polpastrelli e punta delle dita sono sensibili per la struttura tattile, il dorso della mano per la temperatura, il palmo delle mani vicino alle giunture base delle dita per le vibrazioni.

Con la palpazione si rileva:

- Consistenza, elasticità, spostabilità e sensibilità al dolore di aree corporee.

- Proprietà della pelle come struttura, temperatura, umidità.

- Sugli occhi il turgore (pressione interna dell¹occhio).

- Sul cuore l¹impulso di punta cardiaco.

- Sul torace l¹elasticità respiratoria.

- Ogni tanto, cirrosi e ingrandimenti epatici e di cistifellea.

In certi rami medici e terapeutici specialmente dell¹apparato motorio la palpazione è molto sviluppata per quanto concerne la valutazione di tessuti superficiali.

 

2.1.3   Percussione

Picchiettando la superficie corporea e ascoltando attentamente, dal suono si può dedurre la qualità dei tessuti sottostanti. Si varia la forza di picchiettamento e si può eseguirla direttamente (con martelletto o dito) o indirettamente con un ³plessimetro² (lastra di plastica dura) o un dito dell¹altra mano.

Si distingue la qualità del suono in:

- Suono ammortizzato (alto, piano e breve) sopra tessuti solidi senza intrusione di aria.

- Suono ³polmonico²: basso, forte, duraturo sopra tessuto polmonare sano.

- Suono ³timpanico² sopra grandi bolle di gas come in una cupola gastrica e sopra le tratte intestinali gonfie.

- Ammortizzamento cardiaco:

- Assoluto nelle regioni dove il cuore tocca la parete toracica: percussione debole.

- Relativo nelle regioni dove il polmone copre il cuore: percussione più forte.

- Ammortamento epatico:

- Delimitazione fegato: percussione forte.

- Delimitazione polmone: percussione debole.

- Bordo inferiore del fegato: percussione debole; difficile specialmente se l¹intestino crasso contiene gas: risposta timpanica.

 

 

2.1.4   Auscultazione

Si usa uno stetoscopio per ascoltare selettivamente dei rumori corporei. Oltre a stetoscopi semplici (per ascoltare il polso determinando la pressione) ci sono stetoscopi a doppia membrana (una per frequenze alte, l¹altra per quelle basse). Le ulive devono essere adattate perfettamente all¹orecchio, se no si sente ³il mare², la membrana deve completamente toccare la pelle, se no si sentono rumori ausiliari. Poiché ogni stetoscopio ha le proprie caratteristiche, si usa sempre quello personale.

 

L¹auscultazione si usa prevalentemente:

- Sopra i bronchi e i polmoni per scoprire dei rumori patologici.

- Sopra il cuore per determinare il rumore delle valvole e rumori collaterali.

- Sopra le grandi arterie per determinare delle occlusioni parziali (sopra 70%) in base al rumore.

- Per valutare il funzionamento intestinale (prima di percussione e palpazione, perché queste disturbano la peristalsi).

- Per valutare i rumori articolari.

Ci vuole parecchia esperienza per ³sentire² dapprima e poi valutare dei rumori di auscultazione.

 

2.1.5   Prove funzionali

Servono a valutare il funzionamento dei singoli organi o sistemi. Sono descritte nella patologia dei singoli organi, come per esempio:

- Test di vista, udito e funzioni neurologiche.

- Misurazione di pressione e polso per il sistema cardiovascolare.

- Test dell¹urina (pH, volume, peso specifico, glucosio, altri elementi contenuti).

- Test vascolari delle estremità (p.es. Schellorg).

 

2.2 Procedure

Inizialmente si determina:

- Peso e altezza. Circonferenza fianchi e vita.

- Pressione e polso, eventualmente anche la temperatura corporea.

Durante questi lavori si ha una prima impressione del cliente concernente:

- Sensibilità alla temperatura (abbigliamento e stagione).

- Non curanza del corpo (collegato ai relativi costumi): ev. indice per depressioni o malattie cerebrali.

- Odore corporeo o dell¹alito ³strano²: p.es. alcool, acetone (³fruttuoso², indice per diabete mellito), ³paludoso² (indice per disturbi epatici), aglio (abitudini nutritive), Š

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              2.2.1   Pelle e annessi

              2.2.2   Sequenza ³testa/piedi²

              2.2.3   Cranio

              2.2.4   Occhi e dintorni

              2.2.5   Collo, naso, orecchie, nuca

              2.2.6   Torace e addome, respirazione, cuore, apparato circolatorio eurinario

              2.2.7   Estremità

 

2.2.1   Pelle e annessi

Si ispeziona secondo i seguenti criteri:

- Pelle secca o umida.

- Pruriti (produzione istaminica o prostaglandinica).

- Colore della pelle:

- Molto pallida: pressione bassa o anemia.

- Rossastra o cianotica: pressione alta, disturbi cardiaci o polmonari.

- Giallastra: anemia perniciosa o disturbi epatici (anche congiuntiva giallastra).

- Altre ³stranezze²: spider naevi, pigmentazioni, pelle molto sottile o molto spessa.

- Capelli e pelo: caratteristiche ormonali sessuali.

- Malattie dermiche.

- Unghie.

 

 

2.2.2   Sequenza ³testa/piedi²

È consigliabile eseguire la visita sempre secondo lo stesso programma, in modo che sfuggano meno i sintomi; p.es. secondo lo schema ³testa-piedi² come accennato di seguito. A regola d¹arte, le parti del corpo momentaneamente non analizzate vengono coperte con un lenzuolo (meno per pudore che per temperatura / corrente d¹aria).

 

2.2.3   Cranio

Si ispeziona secondo i seguenti criteri:

- Perdita dei capelli oltre alla normalità dell¹età.

- Allopacia o delimitazioni irregolari dei capelli

- Disturbi cranici come mal di testa, emicrania, dolori nevralgici.

- Palpazione dei foramina trigeminali per dolori.

- Percussione di tutto il cranio, specialmente cavità senoidali per i dolori.

 

2.2.4   Occhi e dintorni

Si ispezionano secondo i seguenti criteri:

- Eso- o enoftalmo (bulbo oculare sporgente o ritirato).

- Pupille molto aperte o chiuse, diverse o non rotonde.

- Arcus senilis (bordo pupillare schiarito) o nistagmismo (tremolio del bulbo).

- Sopraciglia molto forti (virilismo) o lateralmente mancanti (intossicazione di tallio, mixedema).

- Palpebre e dintorni dell¹occhio gonfi (disturbi renali).

- Stranezze nella chiusura dell¹occhio.

- Secrezione lacrimale eccessiva o scarsa.

- Congiuntiva variata, giallastra.

- Controllo dei riflessi e convergenza pupillare con la lampada.

- Controllo approssimativo del turgore palpando con l¹indice l¹occhio chiuso: in caso di sospetto subito dallo specialista, rischio di diventare ciechi.

 

2.2.5   Collo, naso, orecchie, nuca

Si ispeziona secondo i seguenti criteri:

- L¹ispezione della bocca, dei denti, della mascella e della mandibola è riservato al dentista.

- Naso: - Colore (rosso, pallido) e forma (p.es. a sella).

- Edemi e rossore nei dintorni del naso (cavità senoidali).

- Respirazione orale (perché impedito il naso).

- Collo: - Palpazione della tiroide, struma.

- Palpazione nodi linfatici collari per dimensione e indurimento.

- Orecchie: - Dolori, vertigini, tinnitus, sordità.

- Dolori di palpazione nei dintorni dell¹orecchio (mastoidite, furuncolo meatale).

- Tofi (noduli) sul bordo dell¹orecchio (gotta).

Il minimo sospetto obbliga alla consultazione dal medico specializzato.

- La muscolatura della nuca e del dorso superiore è da visitare per stabilire tensioni muscolari e miogelosi.

 

2.2.6   Torace e addome, respirazione, cuore, circolazione, apparato urinario

Si ispeziona secondo le indicazioni descritte nei relativi capitoli di patologia:

- Torace e respirazione.

- Cuore e sistema circolatorio.

- Addome e organi addominali.

- Sistema urinario e urina con test urinari.

 

2.2.7   Estremità

Si ispeziona secondo i seguenti criteri e le indicazioni descritte nei relativi capitoli di patologia:

- Braccia, mani, gambe e piedi sulla mobilità delle articolazioni e la forza muscolare (p.es. con stretta di mano forte).

- Palpazione del polso nelle estremità (Aa. radialis, carotis, femoralis, dorsalis pedis, tibialis posterior) come accennato nel relativo capitolo di patologia.

- Controllo dei principali riflessi nervosi come accennato nel relativo capitolo di patologia.

 

 

3.0 Prelevare sangue

Vengono trattati i seguenti temi:

 

3.1 Prelevare sangue capillare

Si usa prevalentemente per scopi di laboratorio, ogni tanto anche per un ³trattamento antiallergico con il proprio sangue² fortemente diluito con un prodotto omeopatico o con soluzione isotonica sterile. Si punge con una lancetta sterile la punta di un dito.

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              3.1.1   Luogo della punzione

              3.1.2   Esecuzione

 

3.1.1   Luogo della punzione

Si usa normalmente il polpastrello dell¹anulare della parte non dominante (destra in mancini). Vanno bene anche il medio o il mignolo, meno bene l¹indice perché è troppo sensibile. Se ci sono dei calli, si usa il lobo dell¹orecchio.

 

3.1.2   Esecuzione

- Preparazione del materiale: lancetta sterile imballata, compressa, disinfettante, strumento per raccogliere la goccia di sangue (tubetto capillare, striscia di test, bocca del pistone di una siringa).

- Disinfettare il polpastrello scelto per la punzione con compressa imbevuta di disinfettante adatto.

- Disimballare la lancetta, tenere fermamente la mano del paziente con la sinistra e pungere alla profondità di uno o due millimetri; ritirare subito la lancetta: si dovrebbe presentare dopo poco tempo una goccia di sangue in superficie che va raccolta con l¹apposito strumento.

- Medicare con una compressa sterile.

 

3.2 Prelevare del sangue venoso

Secondo la legge sanitaria, ai guaritori è proibito ledere la pelle, il che include naturalmente tecniche iniettive ma anche tecniche come agopuntura, salassi, coppette (a sangue), sanguisughe e prelevare del sangue per punzione o intravenoso. In certi esami però sono richieste comunque delle conoscenze in merito. Le tecniche iniettive sono un lavoro artigianale e se mai vanno imparate come tali: frequentando un corso con possibilità di applicazione pratica.

Vengono insegnate in certi corsi samaritani e in corsi organizzati da associazioni di naturopati.

Di seguito brevemente alcune nozioni teoriche.

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              3.2.1   Preparazione di materiale e persone

              3.2.2   Applicare la benda elastica e disinfettare l¹area di punzione

              3.2.3   Preparare la siringa

              3.2.4   Punzione e prelievo del sangue

              3.2.5   Medicazione della ferita

 

3.2.1   Preparazione di materiale e persone

- Materiale a portata di mano: siringa, ago, benda, disinfettante, compressa, cerotto.

- Mettere il paziente sdraiato e comodo (così non crolla).

- Lavare le mani con acqua, sapone e spazzola, asciugarle e disinfettarle con un preparato adatto.

 

3.2.2   Applicare il laccio emostatico e disinfettare l¹area di punzione

- Mettere il laccio emostatico poco sopra il gomito e stringerlo in modo da far emergere la vena.

- Disinfettare l¹area della punzione con una compressa sterile imbevuta di disinfettante adatto; deve agire per almeno un minuto senza essere toccata.

 

3.2.3   Preparare la siringa

- Togliere dal loro imballaggio pistone ed ago e congiungerli fermamente in modo che la rettifica dell¹ago e la scala del pistone siano allineati; levare il coperchio dall¹ago.

- In questo modo si evita che entri aria e renda schiumoso il sangue, così si può vedere sia la superficie rettificata sia la scala.

 

 

3.2.4   Punzione e prelievo del sangue

- Tenere con quattro dita della mano sinistra l¹avambraccio del paziente e tirare con il pollice leggermente la pelle distale della punzione della vena.

- Punzione attraverso la pelle in un angolo quasi piatto; raggiunta la vena, si diminuisce ancora l¹angolo in modo che l¹ago sia parallelo alle pareti della vena.

- Prelevare il sangue tenendo il pistone della siringa con pollice e indice tirando lentamente fino alla quantità necessaria (leggibile sulla scala).

- Aprire il laccio emostatico prima di ritirare l¹ago, perché altrimenti si crea un bell¹ematoma.

- Tirare fuori l¹ago rimanendo paralleli alle pareti della vena per non ferirle; possono formarsi trombi.

 

3.2.5   Medicazione della ferita

- Premere fortemente una compressa sulla punzione e lasciarla al paziente.

- Mettere il coperchio sull¹ago.

- Mettere un cerotto sulla ferita.

 

4.0 Tecniche di iniezione

Secondo la legge sanitaria ai guaritori è proibito ledere la pelle, il che include naturalmente le tecniche iniettive ma anche quelle come agopuntura, salassi, coppette (a sangue), sanguisughe e prelevare del sangue per punzione o intravenoso. In certi esami però sono richieste comunque delle conoscenze in merito. Le tecniche iniettive sono un lavoro artigianale e se mai vanno imparate come tali: frequentando un corso con possibilità di applicazione pratica. Viene insegnato in certi corsi samaritani e in corsi organizzati da associazioni di naturopati. Di seguito brevemente alcune nozioni teoriche.

Tutte le iniezioni possono teoricamente provocare uno choc anafilattico. Anche se succedo molto raramente (più frequente in persone con circolazione debole e allergiche agli insetti). Comunque, chi volesse praticare le iniezioni, dovrà essere istruito adeguatamente e disporre degli stumenti adatti.

Vengono trattati i seguenti temi:

4.1 Iniezione intravenosa (i.v.)

4.2 Iniezione intramuscolare (i.m.)

4.3 Iniezione sottocutanea (s.c.)

4.4 Iniezione intracutanea (i.c.)

 

4.1 Iniezione intravenosa (i.v.)

Le iniezioni intravenose sono adatte per i medicamenti che devono essere distribuiti velocemente in tutto il corpo e che il sangue riesce ad accettare, assorbire e a trasportare senza problemi. È evidente che si tratta di sostanze e soluzioni adatte a questo scopo e che sarebbe altamente pericoloso provare con delle altre.

Vengono trattati i seguenti argomenti:

              4.1.1   Preparazione di materiale e persone

              4.1.2   Preparazione dell¹iniezione

              4.1.3   Applicare il laccio elastico e disinfettare l¹area di punzione

              4.1.4   Preparare la siringa

              4.1.5   Punzione e iniezione

              4.1.6   Medicazione della ferita

 

4.1.1   Preparazione di materiale e persone

- Materiale a portata di mano: siringa, ago, benda, disinfettante, compressa, cerotto, farmaco da iniettare.

- Mettere il paziente sdraiato e comodo (così non crolla).

- Lavare le mani con acqua, sapone e spazzola, asciugarle e disinfettarle con un preparato adatto.

 

 

4.1.2   Preparazione dell¹iniezione

Ci sono tre metodi per preparare l¹iniezione:

- Prelievo del liquido dall¹ampolla senza ago con il rischio di contaminazione.

- Prelievo del liquido dall¹ampolla con l¹ago di punzione, con il rischio di deformare la punta dell¹ago e di ferire la parete della vena.

- Prelievo del liquido dall¹ampolla con un ago, cambiamento dell¹ago e iniezione con questo.

Personalmente preferisco l¹ultima tecnica per le rare occasioni che devo fare un¹iniezione intravenosa, per cui la descrivo:

- Togliere dall¹imballaggio pistone e ago e congiungerli fermamente senza toccare le parti da congiungere; altrimenti non sono più sterili e bisogna cambiarle.

- In questo modo si evita che subentri aria e renda schiumoso il liquido.

- Rompere la testa all¹ampolla (va bene se si gira l¹ampolla con il punto nero verso di sé).

- Aspirare il liquido.

- Far uscire cautamente l¹aria con la siringa eretta.

- Mettere il coperchio sull¹ago, toglierlo e mettere un altro ago fresco, allineati, superficie rettificata e scala, senza toccare le parti da congiungere; se no non sono più sterili e bisogna cambiarle.

 

4.1.3   Applicare il laccio emostatico e disinfettare l¹area di punzione

- Mettere il laccio emostatico poco sopra il gomito e stringerlo in modo da far emergere la vena.

- Disinfettare l¹area della punzione con una compressa sterile imbevuta di disinfettante adatto; deve agire per almeno un minuto senza essere toccato.

 

4.1.4   Preparare la siringa

- Togliere il coperchio dall¹ago.

- Assicurarsi che non ci sia aria nella siringa, eventualmente farla uscire.

 

4.1.5   Punzione e iniezione

- Tenere con quattro dita della mano sinistra l¹avambraccio del paziente e tirare con il pollice leggermente la pelle distale della punzione della vena.

- Punzione attraverso la pelle in un angolo quasi piatto; raggiunta la vena si diminuisce ancora l¹angolo in modo che l¹ago sia parallelo alle pareti della vena.

- Aspirare: far entrare un po¹ di sangue nella siringa, tenendo il pistone della siringa con pollice e indice e tirando un po¹:

- Se non arriva il sangue: l¹ago non si trova nella vena.

- Se arriva pulsando: si ha bucato un¹arteria.

In entrambi i casi bisogna aprire la benda elastica e tirare fuori l¹ago per ripetere la punzione (con un nuovo ago, perché questo non è più sterile).

- Se il sangue si mescola non pulsando con il liquido si può procedere così:

- Iniettare lentamente il liquido.

- Aprire la benda elastica prima di tirare fuori l¹ago, perché altrimenti si crea un bell¹ematoma.

- Levare l¹ago rimanendo paralleli alle pareti della vena per non ferirle; se no possono formarsi trombi.

 

4.1.6   Medicazione della ferita

- Premere fortemente una compressa sulla punzione e lasciarla poi premere dal paziente.

- Mettere il coperchio sull¹ago.

- Mettere un cerotto sulla ferita.

4.2 Iniezione intramuscolare (i.m.)

Delle sostanze che devono essere assorbite molto lentamente o che non sono tollerate in tale concentrazione né dal sangue né dal tessuto connettivo lasso vanno iniettate in un muscolo grande, di solito nel deltoide (meno di un millilitro) altrimenti nel gluteo.

Un¹iniezione intramuscolare è un vero e proprio atto chirurgico, perché si possono facilmente ledere irreparabilmente dei nervi o iniettare sostanze non tollerate nei vasi. Rimane allora dominio di medici operatori sanitari sufficientemente istruiti e con le necessarie esperienze ³artigianali².

 

 

4.3 Iniezione sottocutanea (s.c.)

L¹iniezione sottocutanea è adatta per delle sostanze che vanno assorbite abbastanza lentamente e bene dal tessuto connettivo lasso sottocutaneo. Visto che spesso si tratta di sostanze acquose e poco dense, si possono scegliere degli aghi abbastanza fini.

Vengono trattati i seguenti temi:

              4.3.1   Luogo d¹iniezione

              4.3.2   Procedura

              4.3.3   Errori

 

4.3.1   Luogo dell¹iniezione

Spesso si sceglie la conca sotto il deltoide del braccio per la punzione, ma vanno bene un po¹ tutti posti che permettono di sollevare facilmente la pelle.

 

4.3.2   Procedura

Vengono trattati i seguenti argomenti:

4.3.2.1  Preparazione di materiale e persone

4.3.2.2  Preparazione dell¹iniezione

4.3.2.3  Disinfettare l¹area di punzione

4.3.2.4  Punzione e iniezione

4.3.2.5  Medicazione della ferita

 

4.3.2.1   Preparazione di materiale e persone

- Materiale a portata di mano: siringa, ago, laccio, disinfettante, compressa, cerotto, farmaco.

- Mettere il paziente sdraiato e comodo (così non crolla).

- Lavare le mani con acqua, sapone e spazzola, asciugarle e disinfettarle con un preparato adatto.

 

4.3.2.2   Preparazione dell¹iniezione

Ci sono tre metodi per preparare l¹iniezione:

- Prelievo del liquido dall¹ampolla senza ago con il rischio di contaminazione.

- Prelievo del liquido dall¹ampolla con l¹ago di punzione, con il rischio di deformare la punta dell¹ago e di ferire la parete della vena.

- Prelievo del liquido dall¹ampolla con un ago, cambiamento dell¹ago e iniezione con questo.

 

Personalmente per iniezioni sottocutanee preferisco la seconda versione perché sto attento di non deformare la punta e comunque non c¹è rischio di ferire una vena:

- Togliere dall¹imballaggio pistone e ago e congiungerli fermamente senza toccare le parti da congiungere; se no non sono più sterili e bisogna cambiarle; allineare superficie rettificata e scala.

- Rompere la testa all¹ampolla (va bene se si gira l¹ampolla con il punto nero verso di sé).

- Aspirare il liquido.

- Far uscire cautamente l¹aria con la siringa eretta.

- Mettere il coperchio sull¹ago.

 

4.3.2.3   Disinfettare l¹area di punzione

- Scegliere l¹area di punzione; la pelle deve essere facilmente sollevabile.

- Disinfettare l¹area della punzione con una compressa sterile imbevuta con il disinfettante adatto; deve agire per almeno un minuto senza essere toccato.

 

 

4.3.2.4   Punzione e iniezione

- Togliere il coperchio dall¹ago.

- Sollevare leggermente con indice e pollice la pelle e tirarla leggermente contro la direzione della punzione.

- Punzione attraverso la pelle in un angolo piatto; entrati di qualche millimetro si diminuisce ancora l¹angolo in modo che l¹ago sia parallelo alla pelle; si entra abbastanza profondemente per evitare la fuoriuscita del liquido dopo l¹iniezione.

- Aspirare: per controllare se la punta non si trova per errore in un piccolo vaso:

- Se entra sangue nel pistone, si entra un millimetro più in profondità e si ripete l¹aspirazione.

- Se non entra (più) sangue si procede.

- Iniettare lentamente il liquido.

- Levare l¹ago rimanendo paralleli alle pelle; se no fa male.

 

4.3.2.5   Medicazione della ferita

- Premere una compressa sulla punzione e lasciarla premere dal paziente.

- Mettere il coperchio sull¹ago.

- Mettere un cerotto sulla ferita.

 

4.3.3   Errori

- Se l¹angolazione della punzione è troppo piatta si esegue un¹iniezione intracutanea che per certe sostanze può provocare un forte bruciore.

- Se l¹angolazione della punzione è troppo ripida si raggiunge il tessuto sottocutaneo adiposo che per certe sostanze può provocare dolori ritardati di tipo infiammatorio (da trattare con compresse raffreddate).

 

4.4 Iniezione intracutanea (i.c.)

L¹iniezione intracutanea è adatta per sostanze che vanno assorbite molto lentamente dagli strati epidermici cutanei. Visto che spesso si tratta di sostanze acquose e poco dense, si possono scegliere degli aghi molto fini, di solito anche abbastanza lunghi, perché la loro flessibilità facilita il lavoro. La tecnica è simile a quella dell¹iniezione sottocutanea, a differenza del fatto che non si solleva la pelle e non è necessario aspirare. L¹ago va infilato tra i due strati epidermici esterni, parallelo ad essi, per un tratto di almeno un cm, e si inietta.

 


Programma

Corso MmP

Seminari

Conferenze

 

Lucidi

Dispense

Strumenti

Novità

 

Forum

 

Studio

Vari

Webmaster

HOME

Scopo

Struttura

 

Collaboratori

Colleghi

Impressum

Amministrazione, Recapiti

 

© 2005 P. Forster & B. Buser

via Tesserete, CH-6953 Lugaggia, Switzerland

Everyone is permitted to copy and distribute verbatim copies of this license document, but changing it is not allowed.

GFDL Gnu Free Documentation License

 

Il materiale contenuto in questo sito può essere usato secondo le leggi Statunitensi sul

  Fair Use

(non per scopi di lucro; citazione della fonte).