Terapie manuali posturali

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Categoria: Enciclopedia Postura Terapia

MmP 22 AdT Eserc.


Trascrizione di lucidi di una conferenza sul tema presso Centro El Morya in primavera 2008.


Autore: P. Forster
a cura di D. Rüegg


Muscoli - vaso - fasce

Riferimenti → Terapie locomotorieArtigianato del tattoEsercizi locomotori.

1.  Basi di terapie manuali

Terapie alternative corporee it.Wikipedia Terapia manuale terapiamanuale


Come basi minime di terapie manuali corporee conviene conoscere:


Sono trattati i seguenti argomenti:
Pilastri terapeutici Terapie corporee Anatomia & fisiologia Relazione terapeutica Terapista


1.1  Pilastri terapeutici

tocco, parola, rimedio

Terapia dal greco θεραπεία (therapeía): cura, guarigione. Essa si occupa del trattamento di malattie e ferite, dei metodi usati per la loro guarigione e per alienarne i sintomi. Le terapie sono misure aventi lo scopo di:

Concretamente, il significato di terapia, dipende quindi dalle definizioni di salute, patologia e dagli strumenti diagnostici a disposizione per distinguerle tra di loro. Queste definizioni non sono per niente chiare.

Ippocrate citava come strumenti terapeutici del medico:
il tocco - il rimedio - la parola.

Nella medicina moderna dei Stati industrializzati le funzioni mediche sono molto diversificate e specializzate:


1.2  Terapie corporee

Sono trattati i seguenti argomenti:
Terapie manuali Terapie posturali

Terapie manuali

Terapie alternative corporee it.Wikipedia Terapia manuale terapiamanuale

Le approvate tecniche mediche sono prevalentemente:


Di seguito un'immagine che tenta di classificare le più note terapie corporee nell'ambito paramedico / complementare / alternativo.

Inoltre esistono innumerevoli tecniche complementari, alternative, ...

Terapie posturali

Osteopatia it.Wikipedia Rolfing rolfing Mézières kinesiterapia

Le terapie posturali manuali hanno come scopo delle modifiche strutturali e funzionali dei tessuti del cliente senza la sua partecipazione cosciente. Per questo motivo l'approccio del terapista è verso il tessuto del cliente con i suoi meccanismi innati e "istintivi" e meno verso il cliente come personalità. Questo richiede delle procedure diverse di "massaggi", anche se conviene una formazione preliminare in queste tecniche che insegnano l'abitudine di toccare.


dieci comandamenti di terapia manuale posturale

  1. Sollevare il tessuto dall'osso, mai premere o spingere ma prendere nelle mani il tessuto. Usare l'avambraccio per seguire gli allineamenti a vite.
  2. contro le forze della gravità, esempio: le gambe via dal bacino, le braccia contro le spalle
  3. nel ritmo del respiro o in un altro ritmo o multiplo di ritmo prevedibile dal corpo
  4. Almeno una giuntura tra le due mani, anche un muscolo va almeno sopra una giuntura
  5. seguendo l'avvitamento del tessuto; non ci sono delle linee dritte sul corpo
  6. con le pieghe mai contro di loro il corpo esegue un autoregolazione contro le forze esterne
  7. Lentissimo, fermo per almeno tre respiri tra uno spostamento di una mano di pochi millimetri alla volta
  8. con minima forza, ripartire la forza su superfici o lineamenti (non punti). Esercitare forza sui tendini tramite tocco perpendicolare
  9. dando spazio in ispirazione, già che osa prenderselo
  10. sostenendo in espirazione già che osa di lasciarsi andare


1.3  Anatomia & fisiologia

Anatomia e fisiologia CSA Patologia CSA Apparato e sistema locomotore MmP 21 Terapie locomotorie MmP 22

Praticando delle terapie manuali conviene di avere delle conoscenze anatomiche e fisiologiche in genere e delle conoscenze approfondite sull'anatomia, la fisiologia e la patologia dell'apparato locomotore e dei meccanismi nervosi coscienti e inconsci (cervelletto, neurovegetativo) che lo controllano.

Sono trattati i seguenti argomenti:
Proprietà del tessuto umano Meccanismi fisiologici

Proprietà del tessuto umano


Il tessuto organico umano nel suo insieme ha delle proprietà "reattive" diverse dagli altri materiali (come metallo, legno, vetro, gomma, stoffa, pietra, piante):

Devo percepire, osservare e usare queste condizioni (variabili in topografia, tempo e individuo) per il lavoro.

Meccanismi fisiologici




1.4  Relazione terapeutica

La relazione terapeutica tra cliente e terapista è fondamentale per l'esito del lavoro. Ci sono anzitutto le regole deontologiche (comportammentali) verbali, ma forse di più gran importanza il comportamento non verbale, visto che il lavoro si svolge in gran parte su livelli non accessibili alla coscienza.

Sono trattati i seguenti argomenti:
Approccio al cliente Massime per il mio lavoro Procedure terapeutiche Percezione, tocco, reazione Reazione del cliente al tocco

Approccio al cliente

Approccio al cliente Artigianato del tatto

Chiarire la relazione terapeutica
ripartito in affari miei, affari tuoi e affari nostri.

Non rispondere a delle domande non poste.

Mai giudicare secondo concetti di giusto o sbagliato,
a richiesta al massimo secondo concetti di utile o futile, dilettevole o frustrante.

A richiesta c'è da spiegare tutto
che è scientificamente noto e da dichiarare la propria ignoranza dove non si sa.

La diagnosi è mia !
comunico a richiesta quanto è terapeuticamente utile.



Massime per il mio lavoro


Qualsiasi tecnica o metodo io decida di usare, rispetto le seguenti massime:

Il tessuto in un determinato posto ha un buon motivo di essere com'è. Per dargli un motivo di cambiare struttura o atteggiamento posso:-'

Nel contesto dell'organismo complessivo, è il corpo del cliente a decidere quale altra struttura o atteggiamento vuol prendere. Io sono troppo ignorante per poter proporre una "soluzione più comoda".

Il tocco è pelle mia su pelle sua; i due organismi si comportano come due animali che giocano o litigano.



Procedure terapeutiche

La procedura terapeutica varia tantissimo secondo il metodo usato dal terapista

Personalmente faccio capo a:

Durante le singole fasi tento di lavorare in completa dipendenza dalle azioni e reazioni dell'organismo del cliente applicando i miei strumenti operativi in base alle problematiche del momento.


Percezione, tocco, reazione

Percezione, tocco, reazione Artigianato del tatto

C'è una dinamica ricchissima tra il tocco del terapista, la reazione del tessuto toccato e la percezione della reazione da parte del terapista. Il mio personale lavoro corporeo si basa maggiormente su questa dinamica.

Reazione del cliente al tocco


Ho dei clienti che sono estremamente sensibili al tocco con reazioni tessutali locali. Ad alcuni anche senza il tocco, la sola vicinanza di una persona "estranea" fa scattare dei meccanismi che possono manifestarsi come espressioni emotive, come nei casi di sintomi neurovegetativi immediati o ritardati.

In altri clienti devo ricorrere a tutti gli strumenti dell'arte per provocare anche minime reazioni tessutali.

Già questi esempi dimostrano due compiti del terapista:


Guardando il cliente si nota che lavorando in maniera sufficientemente delicata:



1.5  Terapista


Il terapista:

Ne risulta che il tocco (e la relativa reazione) viene percepito diversamente da chi tocca e da chi è toccato:

La reazione al tocco è complessa, reale e unica. È percepibile sia dal terapista che dal cliente solo in modo frammentario e diverso l'uno dall'altro. Viene interpretata e usata dai due secondo criteri ben diversi. La dinamica del lavoro corporeo si evolve in questo contrasto dove la reazione reale è perno e nesso tra terapista e organismo del cliente.



2.  Lavoro posturale

Il seguente capitolo descrive degli aspetti pratici del lavoro corporeo posturale. Non mi servo di una particolare tecnica (Osteopatia, Feldenkrais, Rolfing, Mézières, CranioSacrale, ...) ma come nella mia prassi personale uso elementi di tutte queste tecniche e mi sono dato da fare di annotare dei principi comuni.


Sono trattati i seguenti argomenti:
Diagnostica Impostazione del cliente Regole operative personali Meccanismi neurofisiologici

2.1  Diagnostica


La diagnostica per le terapie manuali si basa prevalentemente sull'ispezione e la palpazione di strutture e sui movimenti dell'apparato locomotore.

Questo spazia da valutazioni generali (di tutto l'organismo) al funzionamento di singole articolazioni e muscoli. E' evidente che questo richiede una notevole capacità di "leggere il corpo", che si acquista più con il lavoro pratico che con lo studio teorico.
A seguire, un "assaggio" di quello che un terapista deve avere per diagnosticare in modo corretto.

Per osservare e valutare allineamenti e simmetrie corporee è importante conoscere il proprio occhio dominante in modo che questo sia centrato sull'asse di simmetria.

Per sapere qual è il proprio occhio dominante si esegue un semplice esercizio:


Sono trattati i seguenti argomenti:
Palpazione diagnostica Lettura del corpo

Palpazione diagnostica

Il seguente capitolo descrive degli esercizi pratici per imparare a toccare coscientemente. Si fanno in due persone. Proviene da:
Greenman, Philip E.: Lehrbuch der Osteopathischen Medizin, HAUG: "Palpazione di strati tessutali"

Inizialmente bisogna imparare a palpare, non prevalentemente per scopi diagnostici ma per individuare le parti tessutali da lavorare.

La "diagnosi palpativa" non è un'operazione separata dal lavoro, ma ogni tocco comincia "palpando" e si nota tante caratteristiche: umidità, temperatura, tono, reattività, ... . In base a queste caratteristiche si orienta il lavoro da fare.

Sono trattati i seguenti argomenti:
Pelle, fasce, vasi Fasce profonde, muscolo, tendine, ligamento Osso, intercapedine giuntura Riassunto

Pelle, fasce, vasi

Il seguente esercizio è utile per imparare come si palpano i diversi strati dei tessuti del sistema sceletro-muscolare . Serve inoltre a formare la sensibilità tattile degli operatori sui diversi tipi di "lavoro sul corpo".

Per scopi "scolastici" è fatto in maniera che due persone contemporaneamente si esercitano a vicenda: si siedono una di fronte all'altra, con gli avanbracci apoggiati e il palmo della mano sul tavolo.

Palpazione della pelle

figg. 2.2 & 2.3

E' di fondamentale importanza imparare a notare le differenti caratteristiche esclusivamente concentrandosi

Palpazione della fascia sottocutanea
Palpazione di vasi nella fascia sottocutanea


Fasce profonde, muscolo, tendine, ligamento

Identificazione di fasce profonde
Palpazione del muscolo tramite la fascia profonda
Palpazione del nesso muscolo tendinoso

figg. 2.4 / 2.5 / 2.6
Palpazione del tendine
Palpazione del ligamento

(fig. 2.5)


Osso, intercapedine giuntura

Palpazione dell'osso

(fig. 2.6)

Palpazione dell'intercapedine della giuntura

Prendendo come modello l?avambraccio si sono così palpati cute, fascia sottocutanea, vasi, fascia profonda con compartimenti muscolari, muscolo, nesso muscolotendineo, tendine, ligamento, osso e intercapedine giunturale.. Le stesse strutture si potrebbero (e si dovrebbero) palpare su tutto il corpo per migliorare le capacità di palpazione, tatto e diagnostica strutturale.


Riassunto


Per sviluppare queste doti è richiesto molto esercizio, pazienza e concentrazione. Tre sono gli sbagli più frequenti che si devono assolutamente evitare:

Gli sbagli più gravi sono la mancanza di concentrazione e la fretta: è tipico di un principiante voler avere tutto (troppa informazione) subito (in troppo poco tempo) il che impedisce di dedicarsi pazientemente a risolvere un problema alla volta.

Il principiante preme troppo nell?illusione di raccogliere così più informazioni. L'effetto è la sovrastimolazione dei meccanoricettori e la trasmissione di troppi impulsi sensoriali non più elaborabili in modo differenziato. In più: i strati muscolari periferici si contraggono e fanno irragiungibili i strati ?posturali? profondi.

Il principiante nel suo tentativo di orientamento anatomico e di identificazione di strati di tessuto muove troppo le mani: "sindrome delle mani inquiete". Più si muove la mano più è stimolato il sistema nervoso afferente il che aumenta le esigenze di trasmissione e interpretazione neurale.


Pro memoria:


Lettura del corpo

La lettura del corpo si impara man mano osservando bene delle persone come stanno in piedi e come si muovono. Inizialmente è meglio non farlo estensivamente su clienti ma di esercitarsi su colleghi, in strada, al caffè.

Sono trattati i seguenti argomenti:
Esempio Lettura della postura Lettura di movimenti

Esempio

Postura e movimento


Lettura della postura

All'inizio si vede poco o niente. Poi osservando meglio si notano delle deviazioni notevoli rispetto alla situazione ideale. Da queste osservazioni basilari si arriva ad analizzare i dettagli. Il professionista ha poi a disposizione dozzine di posizioni libere e impostate per approfondire la sua diagnosi.


Visto di fianco
si nota:



Visto frontalmente e posteriormente
si nota:

E' evidente che la torsione tra cingoli scapolari e pubici si trova rispecchiata nella spina dorsale come le relative pieghe laterali. Inoltre si nota una leggera iperlordosi lombare e cervicale seguita da ipercifosi toracale.


Lettura di movimenti


Per la diagnostica del movimento bisogna anzitutto tener presente le conoscenze sulla funzione del camminare e dei relativi esercizi. Solo così si riesce a valutare la sincronizzazione funzionante o impedita delle diverse membra . In base a queste osservazioni, il professionista dispone di dozzine di altri test per approffondire il problema.


Da tutto questo si riesce a decifrare in buona parte quali sono le "catene muscolari" impedite.


2.2  Impostazione del cliente

Impostazione del cliente Artigianato del tatto


Lascio spesso la libertà al cliente di mettersi nella posizione per lui più comoda, perché sono dell'avviso che l'arte del terapista è quella di adattarsi alle possibilità del cliente e che il lavoro rende quando il cliente si trova a suo agio. Non è molto scolastico adattare il lavoro alla posizione preferita del cliente, ma il lavoro con clienti fortemente lesi, impediti o andicappati lo insegna.

La maggioranza dei clienti si mette inizialmente "supina" con le gambe allungate o piegate. Molto raramente il cliente si pone "prona" o sul fianco (solo quelli che assumono queste posizioni anche per dormire).

Dico al cliente che non deve stare fermo ma che può muoversi quando ne sente l'impulso. Questo è evidente: se tramite il lavoro cambiano i toni muscolari viene automatico di spostare leggermente la posizione delle giunture coinvolte.

Dico anche che può cambiare posizione non appena l'attuale posizione diventa scomoda. Se lui non lo fa spontaneamente gli chiedo io di cambiare posizione dopo mezz'ora o un'ora, secondo il mio parere.

Qualunque sia la posizione del cliente, è indispensabile esaminare dove sostenerlo o farlo appoggiare su cuscini per allentare tensioni provenienti dalla posizione stessa o per facilitare il lavoro (senza disturbare la comodità del cliente).

Pro memoria:

Appoggi e sostegni

Materiale di appoggio e sostegno Artigianato del tatto Posizioni e sostegni tipici Artigianato del tatto






2.3  Regole operative personali

Sono trattati i seguenti argomenti:
Respiro e ritmo Forza e tono muscolare

Respiro e ritmo

Osservando i principi cui sopra, sono deducibili diverse regole operative che sono la mia guida personale:


Riguardante il respiro:


Riguardante il ritmo:



Forza e tono muscolare


Riguardante forza e direzione del tocco:


Riguardante temperatura e tono tessutale:

Riguardante l'ampiezza del tocco:


2.4  Meccanismi neurofisiologici

Meccanismi neurofisiologici Artigianato del tatto


Ci sono numerosi meccanismi neurofisiologici "superiori" ai semplici riflessi (spesso coordinati dal cervelletto o anche da funzioni cerebrali più alte) che permettono al terapista di agganciarsi a degli automatismi "inconsci", di riattivarli o ripristinarli. Nell'ambito di una seduta lavorativa, dopo aver riequilibrato il sistema neurovegetativo e aver trattato come descritto prima "una parte critica", questa "terza fase" serve a reintegrare l'organismo in toto.


  • coordinazioni spontanee tra agonisti e antagonisti anche eterolaterali (p.e. Mm. quadriceps sin. e M. triceps femoris dx.)‏
  • coordinazioni di "equilibrio" di massa, tensione, posizione, gravità, apoggio (p.e. in posizione laterale dx.: coscia dx. in direzione caudale e braccio sin. in direzione craniale)‏
  • coordinazioni tra destra e sinistra con le relative divergenze di motorica fine (dx.) e di isometria (sin.) (p.e. spalla sin. e spina iliaca dx.)‏
  • coordinazioni eterolaterali funzionali (p.e. gomito dx. e ginocchio sin.)‏
  • catene strutturali muscolari (inserzioni e origini di muscoli diversi in zone vicine, p.e. coracoidale dx. e cresta iliaca dx.)‏
  • catene funzionali di movimenti frequenti (p.e. "catena del passo": Mm. Psoas, Quadrizeps, flessori della gamba, flessori del piede ...) su relative zone d'inserzione e di origine)

3.  Annessi

3.1  Pagine correlate

Pagine in categoria Postura:

3.2  Sitografia

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Terapie alternative corporee it.Wikipedia Terapia manuale terapiamanuale
Osteopatia it.Wikipedia Rolfing rolfing Mézières kinesiterapia
Anatomia e fisiologia CSA Patologia CSA Apparato e sistema locomotore MmP 21 Terapie locomotorie MmP 22

Artigianato del tatto:
Approccio al cliente Percezione, tocco, reazione Impostazione del cliente Materiale di appoggio e sostegno Posizioni e sostegni tipici Meccanismi neurofisiologici

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Ultima modifica: September 12, 2008, at 10:23 AM