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4.10.2 Cura della respirazione disfunzionale | Peter Forster Bianca Buser |
Cura, illustrazioni, collegamenti: Daniela Rüegg |
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La foto mostra una accentuata respirazione disfunzionale che si incontra frequentemente e si chiama per sbaglio spesso "respirazione profonda".
Vengono trattati i seguenti temi:
Errori movimentali del tronco
Impedimento del diaframma
Errori movimentali addominali
Errori movimentali polmonari
Errori di regolazione respiratoria
Cause per la respirazione disfunzionale
Sviluppo della respirazione disfunzionale
Cominciano con la mancanza di tensione trasversale del torace che impedisce l'efficacia del movimento diaframmale e la capacità respiratoria. L'organismo tenta di compensarla impiegando:
Tirando il torace in direzione craniale in ispirazione.
Comincia con l'impiego del M. pectoralis minor, si propaga per M. pectoralis major, muscoli delle spalle e della nuca e il serratus post. sup. e coinvolge presto anche la spina toracica che si erige in inspirazione (alza le coste davanti) come i pettorali la tirano in direzione del cranio.
L'espirazione consiste nel lasciar cadere o tirare giù il torace in avanti tramite l'arrotondamento della spina toracica ed eventualmente la muscolatura addominale.
Già l'inizio di questa disfunzione si riconosce bene per un movimento verticale delle clavicole verso il cranio in inspirazione. Più tardi si nota anche l'elevazione dello sterno e delle spalle.
Questo tipo di respirazione disfunzionale è molto divulgato senza apparenti svantaggi o disagi, come in altri contesti si incontrano tanti deboli di piedi e di spina dorsale.
movimento respiratorio movimento respiratorio
toracico normale; toracico disfunzionale
........... inspirazione _________ espirazione
Spesso l'impedimento diaframmatico è una diretta conseguenza della disfunzione respiratoria toracica; il rialzo dell'origine del diaframma agisce in direzione opposta al movimento longitudinale del diaframma e diminuisce l'estensione longitudinale dei polmoni. In terapia si parla spesso di diaframma rialzato o represso senza specificare e differenziare ulteriormente.
Bisogna invece farlo, perché l'approccio terapeutico è diverso per i vari casi di dislocazione, disestensione e distonia.
Dislocazione
Si può riferire alla posizione del diaframma nel tronco ed è rialzato quando il torace è rialzato per la muscolatura cranio-spinale ipercontratta con una muscolatura lombo-addominale iperestesa mentre è abbassato per lo squilibrio opposto. Si tratta di una dislocazione diaframmale. L'approccio terapeutico in questi casi sarà prevalentemente di tipo "posturale" e movimentale-respiratorio.
Disestensione
Si può riferire alla differenza d'inarcamento della cupola diaframmale in espirazione e inspirazione e quindi all'ipo* o iperestensione verticale diaframmale durante la respirazione. Tutte e due le disestensioni possono essere combinate con le due dislocazioni di prima. L'approccio terapeutico in questo caso sarà prevalentemente "respiratorio".
Distonia
Si può intendere nel senso di "tono" (tensione) diaframmale tra ispirazione ed espirazione e può diventare ipotonico (ptosi diaframmale con cupola abbassata spesso nel seno di una ptosi generale) oppure la cupola può essere elevata per organi addominali gonfiati (come stomaco pieno o eccessi di gas intestinali). Anche queste due forme si trovano combinate con le variazioni delle disfunzioni sopra menzionate. L'approccio terapeutico sarà in questo caso prevalentemente sistemico (si lavora sulle cause).
La muscolatura "tubolare" lombo-addominale deve compensare il cambiamento volumetrico addominale durante la respirazione. Si riconoscono meglio squilibri del genere in espirazione quando il cedimento "soffice" della parete ventrale termina prima della fase di espirazione (o manca completamente). In stadi avanzati il movimento della parete ventrale può persino capovolgersi in un movimento ventrale "paradossale", frutto di eccessiva compensazione spinale di movimenti respiratori primari. Anche i fianchi non seguono più il movimento respiratorio.
La parete ventrale può diventare parecchio tesa in espirazione nel tentativo di porgere resistenza alla pressione interna, salvo in casi di progredito deperimento respiratorio quando la parete toracica è diventata così debole che gli organi interni riescono a dilatarla. Questa condizione non è molto rara.
La somma di tutti gli errori movimentali respiratori si ripercuote sui movimenti dei polmoni (e si propaga sui tratti respiratori) perché seguono passivamente le variazioni della cavità toracica.
In espirazione errata:
Il PAROW commenta così il suo schizzo:
Svantaggi di disfunzioni respiratorie per i polmoni:
a) ispirazione a spina eretta e torace portante (normale)
b) espirazione a spina eretta (normale)
c) espirazione con cedimento spinale e depressione toracica
d) espirazione con flessione spinale
tratteggiato: espirazione normale
In concomitanza con disfunzioni movimentali respiratorie si incontrano quasi sempre anche delle aberrazioni di guida del flusso respiratorio:
Naturalmente anche la formazione del suono è impedita in caso di disfunzioni respiratorie: * Mancante "tenuta sonora" (restrizione invece di dilatazione toracica) rovina il suono.
Fremito, sospiro, sbadiglio e sorriso sono altrettanto impediti e perdono il loro valore come esercizi naturali, quando sono generati da restrizione e aumento di pressione toracica; diventano uno strapazzo per respirazione e circolazione specie per enfisematici. Idem per il soffio e il fischio.
La base per una regolare respirazione può andare persa per diversi motivi.
Vengono trattati i seguenti argomenti:
Deformazioni spinali/toraciche
Rigidità muscolari lombo-addominali
Abitudini di abbigliamento
Debolezze di muscolatura toracica
Malattie nasali
Traumi fisici e psichici
Tensioni muscolari e abitudini respiratorie emotive/psichiche
Disturbi vocali
La forma della spina toracica determina la posizione delle coste e di conseguenza lo sviluppo della muscolatura parietale toracica, la posizione del diaframma e il movimento basilare respiratorio. Disfunzioni e deformazioni in questo contesto si determinano a vicenda. Come terapista devo aggiungere che è spesso più promettente usare le coste come "leve" contro la deformazione spinale che viceversa, impiegando ampiamente il respiro stesso come massaggiatore 24-ore su 2!
Alle disfunzioni e deformazioni spino-toracali, l'organismo (e tante volte anche terapisti, insegnanti ginnici e apostoli del respiro controllato-forzato) rispondono con movimenti compensatori delle muscolature scapolo-clavicolari e lombo-addominali il che a lungo peggiora la situazione.
La causa di questa situazione è che l'inventore non aveva previsto le sedie. Queste provocano danni sin dai primi anni scolastici perché in questa posizione la spina perde la sua tensione longitudinale, perché non più sostenuta da bacino e gambe. Il deperimento della tensione longitudinale è seguito pari passo dalla perdita di tensione trasversale toracica e con questo di capacità respiratoria.
Naturalmente anche malattie (come Morbo di Scheuermann in adolescenza) o traumi spinali/toracici senza adeguate terapie possono causare questi effetti.
Debolezze respiratorie possono risultare:
Già il fatto di rimanere sdraiati nel letto per parecchio tempo lede la muscolatura per normale distrofia. D'altronde si incontrano tante persone con squilibri muscolari tra Mm. ventrali e lombali, che impediscono "l'accompagnamento disteso" dei movimenti respiratori toracali.
Le nostre abitudini occidentali d'abbigliamento sono probabilmente la principale causa per le divulgate disfunzioni respiratorie nei nostri ambienti; cinture, reggiseno, cravatte ed elastici stretti delle mutande impediscono parecchio il libero gioco dei movimenti respiratori e favoriscono l'impiego di muscolatura respiratoria ausiliaria al posto della principale.
Operazioni, traumi e malattie toraciche inducono l'indebolirsi della relativa muscolatura specialmente perché l'organismo si protegge dal dolore, eseguendo il meno possibile movimenti dolenti e sostituendoli con la muscolatura compensatoria. Chiunque si sia già ferito le costole sa bene di che cosa sto parlando.
Malattie nasali inducono spesso la respirazione orale abitudinaria che a lungo, in mancanza di resistenza, indebolisce la muscolatura respiratoria, specie diaframmatica.
L'organismo si protegge dai dolori. Tenendo in considerazione le rindondanze motorie e la sua creatività e inventiva ha tantissime possibilità di reagire a eventi come colpi, ferite, incidenti e anche a situazioni durature scomode, esaurienti ecc. Molto spesso, avendo trovato un "nuovo equilibrio" (anche se meno economico) non ha nessuna voglia di tornare alle vecchie abitudini (associate con dolori e disagi). Cadute e colpi che "ci tagliano il fiato", ferite di coste e sternali, operazioni al torace lasciano spesso segni duraturi respiratori. Ogni tanto si nota anche che dopo delle narcosi la coordinazione della muscolatura respiratoria non è più ripristinata correttamente.
Alcune emozioni possono disturbare la respirazione in molteplici modi come:
Una respirazione disfunzionale si nota poco in riposo o sotto poco sforzo, ma peggiora con il progressivo indebolirsi della muscolatura respiratoria. Dopo il sostegno dei muscoli pettorali, assistono anche quelli lombo-addominali e quelli delle spalle, deformando a gobbo la spina dorsale toracica con movimenti anacronistici.
!!!Respirazione pressata
Succede ogni tanto spontaneamente alzando dei pesi, normalmente a fiato trattenuto. Lo stadio finale catastrofico è raggiunto, quando invece di uscire quasi senza pressione, il fiato viene pressato fuori dalla muscolatura toracica contro la resistenza dell'intercapedine vocale chiusa come si nota spesso in caso di enfisemi.
Il trattamento (la cura) della respirazione disfunzionale consiste:
Una grande parte del trattamento è esercizio del cliente, così che il successo dipende soprattutto da lui. Il terapista ha un ruolo:
In dettaglio il lavoro consiste nelle seguenti tappe:
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La regolazione respiratoria nasale e i movimenti della muscolatura parietale toracica sono i due pilastri della correzione e del rinforzo respiratorio.
secondo Julius Parow
Hanno lo scopo di ripristinare il corretto funzionamento della muscolatura parietale toracica senza collaborazione di "ausiliari". Si tratta in particolare di esercizi isometrici:
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Come lavoro d'accompagnamento il terapista può (non deve) eseguire:
Con questi (anche solo i primi tre) esercizi si riesce a ripristinare, in settimane fino a mesi, le funzioni respiratorie del torace, a condizione che siano fattibili, cioè:
Appena è possibile l'esecuzione dei primi tre esercizi "gallo", "fisarmonica", "presenza" si inizia a fortificare il torace cantando, ronzando, gemendo, sospirando in ogni occasione socialmente accettabile. Non importano stonature e volume, basta che il portamento del torace sia corretto per il suono. Così ci si abitua di nuovo all'uso appropriato della voce per il linguaggio. Da solo in macchina si hanno tante possibilità di esercitarsi.
Per chi intende perfezionarsi, consiglio:
Una volta ripreso (anche solo timidamente) il regolare movimento respiratorio del torace e l'uso appropriato della voce, migliora a vista anche la struttura (e non solo toracica), perché c'è di nuovo un massaggio dall'interno ventiquattro ore su ventiquattro e la ginnastica dell'uso vocale come previsto dall'inventore. È molto efficace servirsi come terapista di questi meccanismi; anche rilevanti deformazioni toracico-spinali recedono (persino in persone anziane) con i mesi e gli anni.
secondo Julius Parow
La regolazione respiratoria ordinaria avviene nella stretta nasale e nella nasofaringe:
La respirazione ordinaria è quindi nasale. La respirazione orale è riservata alle espressioni vocali, inevitabile in sforzi fisici (come nella corsa) e sintomo di disfunzione o patologia respiratoria.
L'istruzione d'esercizio di una corretta regolazione respiratoria ordinaria:
In caso di difficoltà di regolazione respiratoria ci sono una gamma d'esercizi e "manipolazioni" per niente spettacolari ma di lavoro minuto che servono a ripristinare le funzioni regolari:
secondo Julius Parow
Quando il movimento toracico e la regolazione respiratoria sono ripristinati e coordinati si può proseguire a ripristinare la respirazione ordinaria normale tramite esercizi con lo scopo che diventi di nuovo automatica. Così è stato all'inizio dei nostri giorni e da qualche parte nel cervelletto il programma ci sarà ancora, solo che il nostro cliente ne usa un altro.
All'inizio questi esercizi richiedono tanta attenzione e concentrazione, rinforzandosi la muscolatura diventano sempre più facili fino a diventare automatismo. Naturalmente devono essere:
La tanto temuta (con tutte le ragioni iperventilazione in esercizi respiratori si evita con la semplice massima di mai usare più fiato di quello che l'organismo strettamente richiede (si prende). Respirazione "profonda" non è respirazione efficace.
Il movimento respiratorio toracico-diaframmale varia continuamente anche il volume addominale. La muscolatura lombo-addominale deve seguire elasticamente e passivamente questo spostamento e quindi sono superflui se non danneggianti degli esercizi di respirazione "ventrali". Nota bene che il movimento passivo-elastico si estende allo stesso modo sulle zone ventrali e sulle zone dei fianchi!
Il nostro stile di vita sedentario induce invece spesso un'accentuata lordosi lombale con i muscoli lombali ipercontratti, iperestesi gli addominali. Tutte e due queste fasce di muscoli troppo tese e poco capaci di cedere alle variazioni volumetriche della cava addominale. Non è una buona idea "rinforzare gli addominali" perché, oltre ad aumentare la pressione sulle vertebre lombali, incastra ancora di più il movimento respiratorio toracico. È molto meglio allentare e imparare a distendere tutta la muscolatura lomboaddominale. Senza distensione ventrale, specialmente della porzione sotto l'ombelico, diventa impossibile una regolare ispirazione.
Queste "deformazioni" non richiedono esercizi, salvo quelli distensivi, bensì la mano di un terapista che se ne intende di lavori posturali. Non è poi così difficile perché nel complesso del lavoro toracico si orienta facilmente la relativa posizione di torace e bacino (tramite la spina), estendendo i muscoli lombali e contraendo gli addominali, allentando tutti e due per riportarli al loro equilibrio di tono.
Tecnicamente è più proficuo riattivare il movimento passivo dei fianchi (Mm. Transversus abd., Quadratus lumb., Erector spinae) ed allentare il ventre (Mm. Rectus abd. Obliqui abdom.) che lavorare sulle vertebre lombali e sull'apertura toracica inferiore e anteriore.
Conviene invece spesso lavorare il bordo del bacino anteriore e l'apertura toracica inferiore posteriore per raggiungere più efficacemente il traguardo del riorientamento toracico-pelvico tramite la muscolatura lombo-addominale.
Solo in casi eccezionali di erronea "ginnastica respiratoria" o esercizi di Yoga mal controllati, traumi anestetici e operativi o accidentali, lunghi forti dolori toracici-addominali e altri sforzi che abbiano indotto perversioni movimentali, inizialmente bisogna indurre, o per esercizio o per lavoro manuale, una corretta coordinazione movimentale tra torace e cingolo pelvico.
La normalizzazione del movimento toracico e la giusta reazione passiva e distesa del cordone muscolare lombo-addominale con il susseguente riorientamento toracicopelvico, ripristina automaticamente il movimento funzionale del diaframma. Con la respirazione ordinaria nasale e la vocalizzazione come antagonisti e regolatori di questo movimento, acquista efficacia in poco tempo.
Esercizi diaframmali come "respirazione ventrale" coinvolgono attivamente muscolatura di portamento e adattamento e indeboliscono così la muscolatura respiratoria principale.
Dei lavori posturali ben fatti per "liberare il diaframma" si rivolgono ai movimenti intercostali e inducono solo indirettamente per reazione una risposta diaframmale. Chi conosce esattamente "la linea d'origine diaframmale" potrà riequilibrare e ricoordinare il movimento toracico-diaframmale in modo molto efficace.
Spesso sono "disinseriti" singoli areali di fibre muscolari diaframmatiche a causa di traumi fisici. L'abile "operatore manuale" li trova e li riattiva seguendo attentamente tutta la circonferenza di allacciamento diaframmatico tra xifoide e vertebra coinvolte.
Il "tono muscolare" influisce notevolmente sulla respirazione. Sia:
Questo è da valutare e considerare in pazienti tesi, carichi, esausti, esauriti ..., meglio toccare che ascoltare in questo contesto. Spesso si incontrano anche strane combinazioni di floscio e teso in diverse parti dell'apparato motorio. In opposizione all'opinione corrente che gli esercizi di distenzione possano fare solo bene, nel caso di un "esaurito-floscio" essi sono antiterapeutici.
Ammetto che la maggioranza, anche dei miei clienti, è ipertesa. L'esercizio più efficace in merito è:
Dopo diverso tempo s'impara così a distendersi bene anche in minor tempo e in altre posizioni.
Le tecniche distensive sono diventate un proficuo mercato e hanno senz'altro anche importanti funzioni sociali. Ma nessuna tecnica o suggestione è più efficace della sopra menzionata.
In disfunzioni o patologie della regolazione respiratoria ordinaria (stretta nasale, cupola nasofaringeale) il cliente respira con la bocca. Se non è possibile ripristinare con semplici trucchi e in tempo utile la respirazione nasale, bisogna ricorrere a una regolazione respiratoria ausiliaria: si sostituisce la resistenza naso-faringeale con una resistenza boccale:
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secondo Julius Parow
La respirazione rimane continuamente in stato di tensione e non trova mai pace. Provoca irritazione ai bronchi, polmoni mai lasciati in pace e induce attacchi nervosi. Il continuo "affollamento" dei polmoni facilita l'evoluzione di enfisemi.
Se il cliente non riesce a modificare l'abitudine deve imparare ad accompagnare ogni minimo sforzo (anche emotivo) con una leggera espirazione senza prendere fiato prima e senza abbassare il torace. Spesso riesce meglio se l'espirazione è accompagnata da un leggero sospiro senza pressione. Ci vuole pazienza, perché è fattibile solo dopo che il torace ha riacquistato la sua "grinta".
Lasciar correre il respiro e lasciarlo in pace si familiarizza bene con l'immaginazione di tenere sempre vuoti i polmoni a stomaco disteso e torace inferiore chiuso. La necessaria ventilazione si presenta automaticamente.
Irritazione della gola che sparisce a poco a poco con l'impiego della regolazione respiratoria corretta. Sparisce in fretta inspirando con le labbra aperte un millimetro e movimento "a fisarmonica" del torace; le coste si tengono larghe non "espirando" ma lasciando andare l'aria. Al paziente sembra strano il fatto di non espirare volutamente.
Nel tossire si tende a ritirare il ventre basso. Meglio sarebbe alzare lo sterno, ma questo è difficile per il principiante.
Per le correzioni vedi capitolo 2.8 "Formazione della voce". Dove non è possibile, inizialmente si consiglia:
secondo Julius Parow
L'applicazione degli esercizi per il torace e la regolazione respiratoria rinforza notevolmente e automaticamente la respirazione. Il massimo rigore lo si acquista cantando estensivamente, all'inizio sotto il controllo di un insegnante di canto. Anche i seguenti esercizi possono aiutare a rinforzare una respirazione ripristinata:
Meglio farsi controllare dall'esperto.
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secondo Julius Parow
La spina dorsale deve portare il torace e fissarlo in respirazione. Questo lavoro viene svolto soprattutto dai Mm. erectores spinae e serrati. Quando questi sono deboli influenzano anche il funzionamento respiratorio. Nella nostra cultura sedentaria è pressoché impossibile incontrare una spina dorsale in ordine, si trova ancora nei popoli che abitualmente portano i loro pesi sulla testa (che sarebbe già un ottimo esercizio, portarsi un libro sulla testa durante le attività giornaliere; avvolto in un asciugamano intorno al cranio). Per il resto consiglio esercizi per la schiena insegnati dalle varie scuole.
Applicando i principi e le tecniche di cui sopra si riesce:
È quasi sempre anche necessario eliminare esercizi respiratori controproducenti che suggeriscono uno dei seguenti elementi:
Respirare coscientemente significa anzitutto raccogliere l'aria con il naso e percepirla coscientemente con i sensi del tatto e dell'olfatto. Come il mangiare consiste nel masticare e gustare il nutrimento, il respiro consiste nel sentire e annusare l'aria. Come è privo di senso riempirsi al massimo lo stomaco e il ventre, è privo di senso riempirsi i polmoni e il torace con aria. Come alla digestione debole e ammalata serve poco cibo in piccole porzioni, all'apparato respiratorio leso serve una respirazione con poca aria. Respirare più di quanto l'organismo richiede è stancante e carica smisuratamente la circolazione. Anche gli esercizi saranno da eseguire lentamente e con meno aria possibile!
Fonte: Thibodeau & Patton: Anatomia e fisiologia CEA 2005 Relatori: Peter Forster, medico naturista NVS, docente di "Materia medica Popolare" e terapista di tecniche corporee
Bianca Buser, terapista di tecniche corporee, aromaterapia e fitoterapia applicata.
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Testo a cura di: Consuelo Pini, Benedetta Ceresa, Mario Santoro
Impaginazione e stampa: Laser, Fondazione Diamante, Lugano
Versione web: Illustrazioni, collegamenti e cura di Daniela Rüegg |
Anatomia & Fisiologia MedPop
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cancellare al termine del lavoro
In certe banche dati come in spl gli immagini sono depositati in un formato che PMWiki non accetta tipo http://www. ... .jpg?id=801540208
. Per poterli ugualmente usare basta sccrivere le istruzioni in .html e di includere l'istruzione tra (:html:)
e (:htmlend:)
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L'istruzione è poi:
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Variabili:
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URLImmagine
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e/o Schermo
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oppure img height='...'
: larghezza o altezza dell'immagine in px
it.Wikipedia ◊ MmP ◊ CSA ◊ altra Fonte
il seguente capitoletto d'istruzione è da cancellare una volta completato la galleria degli immagini.
Procedura
Quando tutti gli immagini sono piazzati nel testo è meglio di agire secondo la seguente procedura:
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http://...
sostituire la formula %lframe heig...
con la formula:(:html:) <span class='frame lfloat margin-bottom: 5px'> <a class='urllink' href='URL' rel='nofollow' target='_blank'> <img height='100' src='URL' /></a> </span> (:htmlend:)
Formule
"Normale":
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"spl":
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Nota
(:htmlend:)
(:html:)
alla pagina MN / 4.10.2 Cura della respirazione disfunzionale: ev. cliccare sul titolo per stilare un commento.