Halfdan Petursson et al.:

Is the use of cholesterol in mortality risk algorithms in clinical guidelines valid? Ten years prospective data from the Norwegian HUNT 2 study

J Eval Clin Pract. 2012 Feb; 18(1): 159–168

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Conclusions

Based on epidemiological analysis of updated and comprehensive population data, we found that the underlying assumptions regarding cholesterol in clinical guidelines for CVD prevention might be flawed: cholesterol emerged as an overestimated risk factor in our study, indicating that guideline information might be misleading, particularly for women with ‘moderately elevated’ cholesterol levels in the range of 5–7 mmol/l → 190-270 mg/dl. Our findings are in good accord with some previous studies. A potential explanation of the lack of accord between clinical guidelines and recent population data, including ours, is time trend changes for CVD/IHD and underlying causal (risk) factors.

‘Know your numbers’ (a concept pertaining to medical risk factor levels, including cholesterol) is currently considered part of responsible citizenship, as well as an essential element of preventive medical care. Many individuals who could otherwise call themselves healthy struggle conscientiously to push their cholesterol under the presumed ‘danger’ limit (i.e. the recommended cut-off point of 5 mmol/l → 190 mg/dl), coached by health personnel, personal trainers and caring family members. Massive commercial interests are linked to drugs and other remedies marketed for this purpose. It is therefore of immediate and wide interest to find out whether our results are generalizable to other populations.

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Conclusioni

Sulla base di un'analisi epidemiologica aggiornata e completa dei dati di una popolazione, abbiamo scoperto che le ipotesi di base per quanto riguarda il colesterolo nelle linee guida cliniche per la prevenzione CVD (morbi cardiovascolari) possono essere aberranti: il colesterolo è emerso un fattore di rischio sovrastimato nel nostro studio, che indica che le informazioni di linea guida possono essere fuorvianti, in particolare per donne con livelli 'moderatamente elevati' di colesterolo nell'ambito di 5-7 mmol/l → 190-270 mg/dl. I nostri risultati sono in buon accordo con alcuni studi precedenti. Una potenziale spiegazione della mancanza di accordo tra le linee guida cliniche e dei dati sulle popolazioni recenti, compreso il nostro, è il cambiamento di tendenza contemporanea verso CVD (morbi cardiovascolari) / IHD (morbi ischemici) e di fattori causali (rischi) sottostanti.


"Conosci i tuoi numeri" (un concetto di pertinenza ai livelli dei fattori di rischio medico, compreso il colesterolo) è al momento considerato parte di una cittadinanza responsabile, così come un elemento essenziale della cura medica preventiva. Molti individui che potrebbero altrimenti chiamarsi sani, si sforzano di spingere il loro colesterolo sotto il limite presunto "pericolo" (vale a dire il punto di taglio raccomandata di 5 mmol/l → 190 mg/dl), riportate da personale sanitario, personal trainer e familiari di cura. Interessi commerciali massicci sono legati ai farmaci e altri rimedi commercializzati per questo scopo. È quindi di interesse immediato e generale per scoprire se i nostri risultati sono generalizzabili ad altre popolazioni.