Universit‡ di Cagliari

 

Facolt‡ di Medicina e Chirurgia

 

http://pacs.unica.it/biblio/storia2.htm

 

Galeno

Prof. Alessandro Riva

 

L'elemento pi˘ caratteristico perÚ dell'ambiente sanitario romano era il concetto di igiene. I romani si lavavano moltissimo, ne Ë un esempio l'uso e il numero delle terme allora esistenti. Il medico pi˘ importante dell'epoca romana, che lasciÚ una traccia importantissima nella cultura occidentale, fu GalÈno (129 D.C.-200 D.C.) il pergameno (6). Questi era figlio dell'architetto dei re, proveniva dunque da una famiglia facoltosa, che dopo il tirocinio ad Alessandria passÚ a Roma, dove fece il medico dei gladiatori, acquisendo quindi una certa infarinatura anatomica, anche se, seguendo i concetti greci, si dedicÚ soprattutto alla dissezione degli animali. Tra questi i pi˘ studiati erano il maiale ("l'animale pi˘ simile all'uomo", a detta di Galeno) e la scimmia (7). Galeno intuÏ l'importanza fondamentale degli organi e di molti anche il loro effettivo ruolo; ad esempio capÏ che le vesciche urinarie non producevano urina, ma che questa proveniva dagli ureteri (lo dimostrÚ legando gli ureteri), descrisse per la prima volta il nervo ricorrente. Ebbe molta importanza come medico pratico: basandosi sulle piante medicinali introdusse farmaci di grandissima importanza, introdusse, ad esempio, l'uso della corteccia di salice, del laudano (tintura di oppio) come anestetico.

 

PerÚ insieme a questi reclamizzÚ dei farmaci completamente inutili, tra cui la triaca o teriaca (8), cioË un brodone in cui erano presenti le cose pi˘ strane: sterco di capra, pezzi di mummia, teste di vipera.. L'unica cosa buona di questo intruglio era il fatto che veniva fatto bollire a lungo per cui il materiale contenuto all'interno era sterile. Venne utilizzata fino alla fine del 1700; veniva prodotta generalmente una volta l'anno nelle varie citt‡ sotto la responsabilit‡ del magistrato e venduta poi nelle farmacie. Nonostante le sue numerose intuizioni, poichÈ la teoria pi˘ accettata all'epoca era quella ippocratica, egli, pur con qualche introduzione di elementi estranei, sposÚ la teoria degli umori. Anzi, esasperÚ l'aspetto terapeutico della materia peccans. Tra la materia peccans vi era il pus, che venne chiamato da Galeno "bonum et laudabile", perchË era espressione di materia peccans che doveva essere eliminata: aveva capito che il pus era una sostanza da eliminare. Purtroppo, perÚ, soprattutto dagli epigoni di Galeno tale teoria venne sfruttata in senso stretto: dicevano infatti che le ferite non dovevano guarire per prima intenzione, ma doveva formarsi prima pus: era quindi necessario bruciare la ferita in maniera tale da provocare la sua formazione, perchË solo cosÏ le ferite guarivano meglio. Tale concetto restÚ valido sino alla fine del 1500.

 

Galeno portÚ, inoltre, all'esasperazione anche altre metodiche terapeutiche, quali il salasso. Nel suo concetto introdusse anche il concetto metodista dei pori: ciÚ, perÚ, fu travisato ed interpretato come un invito, fatto da Galeno, a non lavarsi.

 

Galeno elaborÚ un teoria fisiologica per capire come funzionava il nostro corpo e come si muoveva il sangue. Sulla base di molte affermazioni di Aristotele (fu il primo a considerare la digestione come una sorta di cottura, parlava di una concotio degli alimenti che avveniva nello stomaco) affermÚ che gli alimenti, che contenevano le sostanze nutritizie, dopo la concotio, attraverso le vene meserraiche (allora non si conoscevano i vasi chiliferi), venivano portati al fegato.. Questo era l'organo principale della circolazione. Per Aristotele era il cuore l'organo pi˘ importante, per Galeno il fegato. Nello stomaco tale materiale diventava sangue e si arricchiva di uno spirito chiamato spirito naturale. Gran parte di questo sangue, dal fegato andava in periferia, attraverso le vene, dove veniva consumato come nutrimento. Una parte, invece, attraverso la vena Cava, passava al cuore, sede in cui arde la fiamma vitale, nel quale si arricchiva dello spirito vitale; in particolare il sangue giungeva al cuore destro e da qui, attraverso dei pori, giungeva al cuore sinistro. Da qui, attraverso le arterie, considerate dei vasi, il sangue giungeva soprattutto al cervello. Prima di giungere perÚ al cervello, il sangue passava attraverso un sistema mirabile situato nel collo (9). Nell'encefalo il sangue si arricchiva di un ulteriore spirito, lo spirito animale, quindi, attraverso i nervi, considerati il terzo sistema di vasi, giungeva in periferia dove poteva dare la vita. Questa teoria non presuppone una circolazione del sangue, bensÏ solo un movimento: a suo giudizio si muoveva secondo il moto delle maree. Questa, naturalmente, era una teoria facilmente confutabile. In realt‡, secondo tale concezione, il sangue sarebbe dovuto essere una quantit‡ enorme: infatti, se man mano che il sangue giungeva in periferia si consumava, Ë logico che se ne sarebbe dovuto ingerire una quantit‡ notevole in continuazione. Per confutarla sarebbe bastato prendere un animale e sgozzarlo, come fece 1500 anni dopo Harvey. Secondo la teoria galenica, inoltre, a livello del cervello il sangue veniva filtrato e si veniva cosÏ a creare uno spurgo, rappresentante ciÚ che di impuro il sangue conteneva, e che, attraverso la lamina cribrosa (chiamata cosÏ per l'appunto) colava gi˘ dando origine alle lacrime. Una teoria affascinante che, tuttavia, non era fondata su basi sperimentali e che portÚ poi alla cristallizzazione di tutto il sapere medico-scientifico, in quanto questa teoria si sposava bene con la dottrina cristiana. Questa teoria divenne quasi un dogma. Nel 1500, al tempo del grande medico Vesalio, era ancora valida. Tra le trattazioni rese cosÏ inattaccabili, oltre a quella sul sangue, gi‡ vista, vi Ë quella anatomica. Una anatomia, tuttavia, fondata sullo studio di animali che quindi non aveva nessuna funzionalit‡ pratica, reale.

 

A riprova dell'intoccabilit‡ di Galeno Ë dimostrativo il fatto che, nonostante tutte le prove rappresentate dai numerosi scheletri presenti sotto gli occhi di tutti, si continuasse ad affermare che gli omeri fossero curvi, e che quelli dritti non erano altro che ingannevoli scherzi della natura.

 

Dopo Galeno ci furono una moltitudine di medici che operarono nell'impero d'occidente ma soprattutto in quello d'oriente, con conseguente passaggio del sapere dall'Occidente all'oriente.