Cenni storici sull'agricoltura

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Autrice: M. A. Santese Categoria: Naturopatia Nutrizione Patologia Terapia

 
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Pagina della tesi finale di
Maria Aiello Santese

Scuola triennale di Naturopatia
all'Istituto Rudy Lanza
 

Storia dell'agricoltura it.Wikipedia Carmina minora: Vergilio adtributa da la.Wikipedia


Agricoltura,
Andrea Pisano,
1334-1336, Firenze

Siamo dell'avviso che l'importanza dell'agricoltura per la nutrizione umana giustifichi un breve accenno storico al


1.  Dal neolitico al tardi medioevo

Neolitico it.Wikipedia Medioevo it.Wikipedia


La cultura umana cominciò con l'agricoltura: coltivazione di piante, allevamento di bestiame e sfruttamento della pesca che furono e, tutt'oggi rimangono, inseparabilmente legate.

Anche se, sin dall'inizio e in misura prioritaria, si formarono delle culture basate sulla pesca, sul pascolo di bestiame e sulla coltivazione della terra, contemporaneamente si svilupparono anche svariate combinazioni e sinergie tra questi elementi dell'agricoltura ed altri, come la raccolta di piante e la caccia di animali selvatici.

Un secondo punto importante da sottolineare è che l'agricoltura sin dall'inizio non si concentrò solo sugli alimenti ma anche sulle più svariate sostanze utili al funzionamento di una società sedentaria (o semi-nomada) come

Tratteremo i tre rami separatamente più per motivi di disciplina didattica che per fatti reali.


1.1  Origini mediterranee

Mar Mediterraneo it.Wikipedia


Il bacino del mar Mediterraneo

Si è scoperto che l'agricoltura nacque 11.400 anni fa attraverso la domesticazione del bestiame. Non solo tale domesticazione sarebbe avvenuta molto prima nell'area definita Mezzaluna fertile, ma persino prima di ogni altra specie vegetale come legumi e frumento. La scoperta avvenne a 15 km a nord di Gerico, in un villaggio presso il fiume Giordano .

Con l'introduzione delle pratiche agricole, in tempi remoti, i nomadi fondarono le prime aggregazioni urbane.

La storia dell'Egitto si basava sulla pastorizia: l'uomo, tra le prime popolazioni a utilizzare l'aratro in legno e la zappa, soprattutto nel bacino del medioriente e del mediterraneo, abbandonò la vita nomade per insediarsi stabilmente e cominciare ad addomesticare animali. L'allevamento garantiva non solo una maggiore disponibilità di carne e latte ma anche materie prime come lana e pelli e, fino a che non fu scoperto il motore a scoppio, il fattore "forza lavoro" rimase il più importante a sostegno dell'aratura e della fertilizzazione del terreno.

Il rapporto tra proprietà terriera e ruolo sociale divenne ben presto fondamentale. Nel mondo classico e latino, il sistema agrario si basava sulla divisione della terra in funzione all'esigenza della città e all'"ager publicus'". Nell'antico Impero romano, le leggi agrarie prevedevano che il terreno di patrimonio pubblico, frutto di conquiste militari, fosse concesso in uso ai contadini. L'"ager publicus" fece la sua scomparsa intorno al II secolo d.C. in seguito alla "rotazione biennale" che consisteva fondamentalmente nel seminare in autunno circa metà della terra con cereali e lasciare a riposo (maggese) l'altra metà, invertendo nel secondo anno le due porzioni.


1.2  Agricoltura e società

Annona it.Wikipedia Sicurezza alimentare it.Wikipedia

L'agricoltura trasformò in modo drastico le condizioni sociali dei popoli coinvolti:


Il dramma di quei tempi, che rimase dramma fino a pochi decenni fa, fu che non si conoscevano i nessi tra malattie infettive e bestiame addomesticato e non si immaginava che potessero esserci delle misure preventive per rendere non letali o meno invalidanti almeno le più lesionistiche malattie batteriali (certi omeopati lo negano ancora oggi).
1.3  Artigianato e paesi rurali

Artigianato it.Wikipedia


Un artigiano al lavoro

Paese nelle Alpi francesi

Man mano che la crescente divisione dei lavori avveniva, si verificò anche una disgregazione territoriale tra i contadini delle fattorie attivi sui terreni fertili e gli artigiani attivi nei servizi comuni dei paesi. Con il passare del tempo certi paesi divennero così grandi e fortificati da trasformarsi in veri e propri centri di trasporto, commercio, servizi, amministrazione, gestione e artigianato specializzato tanto che si sviluppò, e prese importanza, il concetto di urbanizzazione.

1.4  Urbanizzazione

Urbanizzazione it.Wikipedia



L'urbanizzazione determinò la presenza di "nuovi" compiti (che le alte culture mediterranee avevano già risolto), quindi la nascita di nuove professioni, come per esempio:

Questi lavori furono riconosciuti come effettivamente necessari dalla maggior parte della popolazione solo all'inizio del '900. Prima di allora: ci arrivarono le grandi culture Sumere, Egiziane, Greche e Romane; mentre negli altri paesi: gli ignoti germi della zoonosi (che divulgavano a causa delle macerie e della precaria igiene dell'acqua), venivano erroneamente interpretati da medici e politici come "miasmi" (e molti omeopati lo ripetono ancora). L'ignoranza non è una scusa contro l'evidenza: lo dimostrarono appunto, con le loro installazioni sanitarie, i vecchi romani esposti molto più raramente a casi di zoogenesi.

Nel complesso si impiegarono Ca. 1'500 (c'è chi sostiene 1'800) anni per raggiungere un livello di vita quotidiana globale paragonabile a quello delle alte culture mediterranee.

Venne gradualmente a dimostrarsi sempre più fattibile e realizzabile una nutrizione abbondante per tutta la popolazione del mondo: a condizione che si modificassero le idee sentimentali e folcloristiche caratteristiche dei metodi di produzione antiquati a favore di

Si pose così l'esigenza di conciliare un'agricoltura basata sul pieno rispetto di terreno, acqua e aria (perché erano e rimangono le risorse dell'agricoltura stessa)con le più recenti possibilità energetiche e di meccanizzazione senza dover così rinunciare alle conoscenze biologiche, biochimiche e biofisiche raggiunte fin lì.


2.  Dal rinascimento fino all'industrializzazione

Rinascimento it.Wikipedia Industrializzazione Mm P


Luca Pacioli

Un sanculotto

All'inizio del '500 cominciò con grandi velieri l'epoca della colonizzazioni delle Americhe, dell'Africa e dell'India. Ma il flusso di trasporto di beni di consumo nutritivo popolare rimase modesto. Per l'agricoltura, molto lentamente, cominciarono a prendere piede nuove piante nutritive come il granoturco e la patata, che diventarono presto attraenti grazie alle "alte rese per unità di terreno all' ora lavorativa". L'importazione del raro e prezioso zucchero, di caffè e cacao cominciò a cambiare le abitudini alimentari dei benestanti e il cotone diminuì la produzione di fibra di lino e di canapa per tessili e corde, ma cambiò ben poco per la massa (il popolo).

Fino agli inizi del '800 il fattore limitante per ulteriori progressi anche nell'agricoltura fu/rimase l'energia disponibile per il lavoro produttivo che si limitava, sin dall'antichità, all'uso:

Tutte tecniche che,nei millenni a seguire dalla loro invenzione, furono raffinate e ottimalizzate.


3.  La rivoluzione agricola

Industrializzazione it.Wikipedia


Trattore a vapore

Viene comunemente focalizzata in Gran Bretagna per l'intreccio con la rivoluzione industriale, anche se fu vissuta in modo più o meno ampio in tutta Europa. La rivoluzione industriale chiamò a sé dalle campagne numerosi braccianti che si riversarono in altri continenti e/o in grandi città. Per ciò che riguarda l'esempio dell'Italia, la migrazione fu dal sud verso il triangolo Piemonte / Veneto / Emilia e per contrastarla furono emessi dei piani governativi (cioè piani che bonificavano terre governative ad uso agricolo).

La venuta di strumenti e macchine agricole migliori, come aratri ed altri attrezzi ad utilizzo sistematico per la semina, l'acquisizione sul mercato di nuove sementi e di nuove piante con elevata produttività (mais) e la comparsa dei concimi chimici, attuarono una profonda ristrutturazione rurale che stimolò ancora la costruzione di nuove attrezzature e macchine per tutte le esigenze lavorative agrarie.

L'attività agricola divenne così ben presto di tipo industriale nei paesi economicamente avvantaggiati ("primo mondo"), mentre nell'Europa dell'Est, Sud America, Asia e Africa, rimasero vaste aree insfruttate (terreni non coltivati, anche se coltivabili).

Il primo drastico cambiamento cominciò dopo l'invenzione del motore a vapore da parte di James Watt che riuscì a trasformare l'energia termica del carbone in energia meccanica di grandi dimensioni. Questo episodio determinò l'inizio dell'industrializzazione che permise di razionalizzare anzitutto la tessitura meccanizzata e in seconda istanza il settore dei trasporti (ferrovie e battelli, più potenziamento degli stessi). Questi drastici miglioramenti diminuirono le esigenze agricole perchè determinarono un'importazione in grande stile di alimenti dall'estero. Per decenni seguì, come conseguenza diretta a tali avvenimenti innovativi, povertà e carestia. Numerose popolazioni dovettero per forza accettare le drastiche condizioni di lavoro, offerte in miniere e altre industrie, per poter ricompensare le importazioni di alimenti esteri.

Un secondo drastico cambiamento nella società degli scambi, delle comunicazioni e dei trasporti fu determinato dalla scoperta dell'elettricità che rese facile il trasporto energetico a lunghe distanze. L'ultimo passo che rivoluzionò i trasporti fu l'invenzione del motore a gasolio (che servì a sostituire i motori a vapore da un lato , e dall'altro, in agricoltura buoi, muli, cavalli e la "muscolatura umana" per i trattori).

All'inizio del '900, nei nostri paraggi, tutti questi nuovi meccanismi furono grossolanamente abbozzati e si incominciò a raffinarli.


3.1  Sviluppo italiano

 


Industria Bresciana inizio '900

Anche se la meccanizzazione aveva uno stampo anglosassone, le primissime macchine agricole del XVII secolo furono il frutto dell'ingegno italiano:

La prima forza motrice di tipo meccanico fu la macchina a vapore, utilizzata per far funzionare le prime trebbiatrici per cereali e le presse per paglia e fieno. Negli Stati Uniti si costruì il primo trattore: la macchina motrice per eccellenza. Si trattava però di macchine pesantissime e difficili da maneggiare. Dopo vent'anni di prove, le industrie Ford fornirono agli agricoltori americani trattori più leggeri, facili da riparare, semplici nella manutenzione e a prezzi accessibili.


4.  Agricoltura contemporanea

Agricoltura convenzionale it.Wikipedia Agricoltura integrata it.Wikipedia Agricoltura biodinamica it.Wikipedia Agricoltura biologica it.Wikipedia Organismo geneticamente modificato it.Wikipedia


Coltivazione biologica di vari vegetali

Fino al secondo dopoguerra mondiale rimasero importantissimi i concetti nazionali per la produzione di viveri: ogni Stato doveva arrangiarsi con le proprie risorse in terreni adatti per la produzione di tutti gli alimentari, perché l'importazione, l'esportazione ed il commercio in genere, furono limitati. Dopo le due guerre, i dazi e i sussidi statali sull'agricoltura vennero maneggiati con molta cautela. Tutto questo portò a delle situazioni assurde: in primo luogo sovraproduzione alimentare (per via di sussidi mal pianificati) nei paesi industrializzati, con merce che risultava invendibile da un lato (a causa delle barriere commerciali) e indonabile dall'altro, per tutelare il mercato dal crollo ulteriore dei prezzi. In secondo luogo si poneva il problema della malnutrizione e della carestia in tanti paesi del terzo mondo.

La situazione delle nazioni in via di sviluppo si pose in una via di mezzo grazie all'introduzione di dazi esorbitanti su prodotti industriali provenienti da nazioni più ricche per sostenere le proprie industrie.

Negli anni a seguire presero lentamente piede concetti più liberali e visioni più globali che miravano a sostenere, in linea di massima, la produzione di beni e servizi e lo sfruttamento delle migliori risorse di ogni regione oltre che la libera commercializzazione e l'abolizione degli impedimenti più drastici di origine economico politica sui prezzi del miglior offerente. Certo è che un simile concetto fu realizzato solo alla lunga e anche con tarati interventi politici, ma tutto sommato la situazione evolse determinando una condizione migliore e maggiormente pragmatica rispetto la situazione antecedente.


Grande produzione di patate

Nei secoli, sino ai tempi più recenti, anche nel Mondo Occidentale, l'agricoltura ha sempre avuto un'importanza primaria per lo sviluppo dei popoli e degli Imperi. Oggi è spesso degna solo di un'attenzione superficiale nell'ambito delle economie moderne, mentre rappresenta ancora fonte di primaria sussistenza e perno fondamentale dello sviluppo economico nei paesi più poveri ed arretrati. L'importanza di questa pratica è dimostrata dal fatto che, a tutti gli effetti, si tratta di una scienza anche se ormai considerata al confine, con numerose altre scienze come la genetica e la biologia sia animale che vegetale.

I governi dei paesi industrializzati, tra il 1960 e fine anni '90, hanno indotto la cosiddetta rivoluzione verde: ossia hanno investito in maniera consistente nella ricerca agricola, direttamente sui campi degli agricoltori, cercando altri sistemi per incrementare la produzione alimentare (con l'introduzione e lo sviluppo di prodotti pesticidi e fertilizzanti e incoraggiando ad utilizzare queste nuove tecnologie) determinando una rivoluzione delle tradizionali pratiche agrarie e, l'abbandono e l'estinzione di molte varietà locali e tradizionali.

L'agricoltura contemporanea si basa sempre più sull'immissione di energia esterna al sistema sotto forma di fitofarmaci, meccanizzazione, fertilizzanti, ingegneria genetica, tecnologia; si parla quindi di agricoltura intensiva, in antagonismo con l'agricoltura estensiva.

Fermo restando che fattori come: le implicazioni negative di una pratica agricola intensiva troppo spinta, la continua crescita dei fabbisogni alimentari mondiali, la necessità di mantenere bassi i prezzi degli alimenti, la riduzione della superficie coltivabile, l'esigenza di coltivare anche in zone nettamente sfavorevoli (talvolta anche a causa dell' inquinamento) e di poter ottenere prodotti di qualità nutrizionale elevata,.. portarono gli operatori del settore davanti ad una limitata rosa di scelte.


Le pratiche tradizionali usate prima della rivoluzione verde avevano il difetto di non essere in grado di fornire prodotti in larga quantità ed economici, attraenti per i consumatori, ma piuttosto e soprattutto coerenti con gli standard qualitativi e di sicurezza imposti dalla legge nonché adatti ai processi di trasformazione industriale. Una parte di questa agricoltura tradizionale prende oggi il nome di agricoltura biologica, che costituisce comunque una nicchia di mercato di una certa rilevanza e presenta prezzi medio-alti.

D'altra parte l'agricoltura intensiva presenta evidenti problemi di sostenibilità e per questo di anno in anno cresce l'esigenza di tecnologia di settore sempre più attenta alle problematiche ambientali.

Tra le soluzioni tecnologiche, si è avuto da un lato l'adozione di approcci di lotta integrata, dall'altro il miglioramento dei composti chimici (meno tossici e persistenti) e delle varietà impiegate. In questa ottica si collocano anche gli O.G.M., Organismi geneticamente modificati.



Editori: Forster & Buser M. A. Santese fecit, Daniela Rüegg curavit

5.  Allegati

Bibliografia Sitografia Pagine correlate Commenti

5.1  Bibliografia capitolo

5.2  Sitografia capitolo

5.3  Pagine correlate capitolo

Agricoltura e produzione di alimenti Nutrizione Naturopatia per malattie banali Enciclopedia di Medicina popolare

5.4  Commenti

alla pagina Maria Vetrina.Nutrizione Agricoltura Storia.

5.5  Maria08 August 2008, 04:54

o.k.

5.6  Daniela11 August 2008, 19:23

Riletto. Bel lavoro.

Proveniente da http://pforster.no-ip.org/~admin/pmwiki/pmwiki.php?n=MariaVetrina.NutrizioneAgricolturaStoria
Ultima modifica: August 12, 2008, at 07:04 AM