Neoplasmi |
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Autrice: Bianca Buser | Relatori: Dott.essa C. Gutti e Dr. A Bernasconi | Categoria: CSA, Patologia, PatGen |
Neoplasmi: |
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Neoplasia significa letteralmente "nuova crescita", massa anomala originatasi da una crescita cellulare incontrallata.
L'origine del tumore o cancerogenesi è l'insieme di alterazioni che toccano più geni.
Gli agenti mutageni vanno ad agire a livello del DNA replicativi, per questo i tumori interessano soprattutto le cellule che hanno un alto indice replicativi (cell.epiteliali, endotelio, cel.del sangue) e meno le cellule nervose.
Sulla base poi dell'identificazione di questi fattori di rischio e delle informazioni sperimentali in modelli animali si è stabilito che la cancerogenese è un processo a più tappe, spesso in un periodo di molti anni:
Trattiamo ora alcuni "iniziatori" del processo neoplastico:
1. I cancerogeni chimici come:
2. L'irraggiamento è una potente causa di trasformazione neoplastica.
3. Agenti biologici quali gli ormoni giocano un ruolo nella crescita tumorale:
4. Molti fattori dietetici sono implicati nella neoplasia, ma il loro ruolo è incerto.
Le condizioni pre-neoplaschiche sono malattie associate con un più elevato rischio di sviluppare tumori. Certe malattie non-neoplastiche possono comportare un maggior rischio di un successivo sviluppo di neoplasie, e sono quindi dette condizioni pre-neoplastiche.
L'iperplasia è una di queste condizioni; l'iperplasia dell'endometrio e l'iperplasia dell'epitelio dei lubuli e dei dotti della mammella predispongono allo sviluppo di carcinomi. In alcuni casi, un aumento cronico della proliferazione di cellule provoca displasia, che poi progredisce a carcinoma. Per es.:
Progressione dalla displasia alla neoplasia (pag. 89 Fig. 6.14 vedi libro di riferimento).
Ci sono due principali forme di neoplasia:
benigne e maligne (Fig. 6.5. pag. 82 del libro di riferimento).
Alla Fig. 6.1 pag. 80 si rappresentano gli eventi nella trasformazione neoplastica
Caratterischie delle neoplasie benigne
Differenze tra tumori benigni e maligni
tabella 6.5. pag. 82 del libro di riferimento
attraverso quattro vie principali
del vocabolario legato alle neoplasie:
(vedi pag. 87 del libro di riferimento)
Sia i tumori maligni che i tumori benigni possono causare morte. Oggi molti tumori possono essere curati con l'aiuto di:
Tuttavia i tumori maligni, una volta disseminato, sono una causa di morte molto importante nei paesi occidentali.
Essi possono cusare morte per molti motivi:
Moltissimi tumori benigni si comportano in maniera relativamente innocente, e non provocano rischio di vita. Tuttavia sebbene i principali problemi posti dalla presenza della massa siano risolvibili con la resezione chirurgica, la localizzazione del tumore può essere fattore assai importante per la prognosi (p.es. un tumore del tronco encefalico può portare rapidamente a morte per la criticità della sede).
Il nome dei tumore deve fornire informazioni sull'orgine e sul probabile comportamento biologico (benigno o maligno). Sfortunatamente, come in altri settori della medicina, la classificazione e la nomenclatura dei tumori si sono evolute in molti anni e sono piene di incoerenze.
Non è infrequente che una neoplasia abbia molti sinonimi.
Tessuto di origine | Benigno | Maligno | Esempi |
Epiteliale | Papillomi | Carcinomi | * carcinoma a cellule squamose * carcinoma a cellule di transizione * carcinoma epatocellulare * carcinoma squamoso della laringe |
Epitelio ghiandolare | Adenomi | Adenocarcinomi | * adenocarcinoma della prostata * adenocarcinoma della mammella |
Fibroso | Fibroma | Fibrosarcoma | |
Osso | Osteoma | Osteosarcoma | |
Cartilagine | Condroma | Condrosarcoma | |
Adiposo | Lipoma | Liposarcoma | |
Muscolo liscio | Leiomioma | Leiomiosarcoma | |
Muscolo scheletrico | Rabdomioma | Rabdomiosarcoma |
Commento tabella:
In alto abbiamo riassunto la nomenclatura per i tumori di orgine epiteliale (sfondo grigio).
Più sotto invece i tumori costituiti da tessuti mesenchimali (cellule di sostegno, muscoli).
Carcinoma epatico | Adenocarcinoma | Fibromi uterini | Condrosarcoma sinoviale |
Osteosarcoma | Lipoma | Leiomioma facciale | Rabdomioma laringeale |
Le neoplasie che non rientrano né tra quelle di origine epiteliale, né tra quelle mesenchimali sono indicate dal nome del tessuto di origine. Le principali categorie sono:
Tumori del sistema linfoide costituiti da linfociti e variano di malignità da forme a crescita lenta a forme assai aggressive.
Tumori ad alta malignità, derivano dai melanociti e spesso sono identificabili per la presenza di melanina.
I tumori derivano da elementi emopoietici del midollo che circolano nel sangue.
Un gruppo di tumori maligni frequenti nell'infanzia, derivati da tessuti blastici embrionali primitivi; i più comuni sono il nefroblastoma del rene e i neuroblastomi della midollare del surrene.
Tumori derivati dai tessuti di sostegno non nervosi del cervello. Possono essere benigni o maligni.
P. es. l'astrocitoma e l'oligodenroglioma.
Sono tumori derivati dalle cellule germinali delle gonadi, ma possono originare, raramente, in sedi extradonadiche.
Un tipo di tumori di cellulle che si defferenzia a formare elementi di tutti e tre gli strati delle cellule germinali embriologiche: ectoderma, endoderma, mesoderma. I teratomi possono essere benigni o maligni e, pur interessando le gonadi, nei giovani possono manifestarsi anche in sedi extragonadiche, in particolare nel sacro e nel mediastino.
I tumori delle cellule neuroendocrine secernono ormoni. Per es. il carcinoma midollare della tiroide, insulinoma, prolattinoma, ...
Sono crescite eccessive di tessuto non neoplastico normalmente presente nel luogo in questione. Anche se si tratta di anomalie di sviluppo piuttosto che di vere neoplasie gli amatomi sono spesso indicati tra i tumori apparendo come masse localizzate di tessuto. Per es.: emangiomi, nevi melanocititici,...
Sono crescite eccessive di tessuto non neopastico normalmente non presente nel luogo in questione. Pur essendo anomalie di sviluppo piuttosto che vere neoplasie, al pari degli amartomi sono spesso inclusi tra i tumori apparendo come masse localizzate di tessuto.
Sarcoma di Ewing | Tumore maligno dell'osso riscontrabile nell'età adolescenziale |
Malattia di Hodgking | Proliferazione maligna dei tessuti linfonodi |
Sarcoma di Kaposi | Tumore maligno del muscolo striato |
Linfoma di Burkitt | Una forma di linfoma causato da linfociti B |
La percentuale di sopravvivenza a molti tumori è cresciuta in questi ultimi 20 anni per effetto dei progressi e della maggior disponibilità della terapia.
Le strategie di prevenzione dipendono in larga misura dall'eliminazione dei fattori causali, che sono ormai stati identificati dagli studi epidemiologici.
Le strategie per il riconoscimento dipendono dal controllo periodico delle popolazioni per la presenza di forme di neoplasia in uno stadio precoce dello sviluppo, ad esempio nel carcinoma della mammella. (Fig. 6.24 del libro di riferimento). Sedi più frequenti delle neoplasie maligne, ordinate secondo la loro incidenza annuale.
Dopo tutto quanto descritto sopra è importante sapere che le valutazioni seguenti offrono indicazioni importanti sul progabile comportamento futuro della neoplasia:
con il sistema TNM -TUMORE/NODI/METASTATI- (Fig. 6.13 p.88 del libro di riferimento)
Neoplasia in situ (Fig. 6.14 pag. 89 del libro di riferimento)
Anche se una neoplasia epiteliale può mostrare gli aspetti citologici della malignità, essa può non risultare invasiva all'esame istologico.
Neoplasia di questo tipo sono osservate con maggior frequenza con i tumori epiteliali, ad esempio l'epitelio squamoso della cervice, la cute, la mammella.....
La diagnosi di tumore allo stadio di neoplasia in situ è chiaramente importante dato che, se trascurata, la lesione diviene invasiva, mentre una diagnosi e una terapia precoci, a questo stadio non invasivo, portano spesso a guarigione definitiva.
Per quanto riguarda i tumori benigni, la terapia comprende l'asportazione chirurgica dove possibile con conseguente guarigione.
Come avrete potuto intuire dalla presentazione delle neoplasie maligne, si tratta quì di malattie molto complesse e soprattutto con una gran varietà nel suo interno.
Da questo deriva che la cura è molto complessa. Ogni singola neoplasia reagirà diversamente a un agente terapeutico specifico a seconda del tipo di cellule neoplastiche implicate nella proliferazione.
Chemioterapia: che provocano la morte di cellule neoplastiche (ad altro tasso di mitosi e di riproduzione), ma purtroppo non solo (anche altre cellule ad alto tasso di riproduzione, epiteliali o del sangue p. es., possono essere eliminate. Da qui l'importanto degli effetti collaterali in una terapia anti-tumorale).
In certi tumori la chemioterapia è associata alla radioterapia e/oo alla chirurgia.
L'immunimità antitumorale si verifica a livello dei linfonodi. In effetti la trasformazione tumorale deriva da alterazioni genetiche che possono determinare l'espressione di Antigeni di superficie che sono riconosciuti come "non-self" dal sistema immunitario.
Molti di questi antigeni sono utilizati correntemente nella pratica medica per la diagnosi e la sorveglianza di un tumore.
La diagnosi di neoplasia è basata sulla ricerca clinica, su analisi di immagini, e su prove di laboratorio che, infine, richiedono l'esame istologico del tessuto sospetto.
E' ormai abituale che i servizi oncologici lavorino in comune, e che la diagnosi patologica sia posta dopo una consultazione dettagliata sugli aspetti clinici e di diagnostica per immagini.
La precisione diagnostica è particolarmente importante dato che i regimi di chemioterapia oggi sono strettamente specifici per ogni tipo di neoplasia.
Ci sono diverse tecniche per ottenere tessuto da una lesione sospetta neoplastica.
(Fig. 6.26-27 dl libro di riferimento) Metodi per ottenere cellule per l'esame citologico e tecniche per il prelevamento di campioni di tessuto per biobsia.
Sempre più frequente la diagnosi di tumori solidi profondi viene fatta con aspirzaione di cellule mediante un ago sottile introdotto nel tumore sotto contro radiologico.
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